BETTER CALL SAUL - Recensione episodio 4x08 "Coushatta"


Come annunciato con un post sulla nostra pagina, proponiamo il nostro approfondimento circa un interessante topic scatenatosi in concomitanza con la messa in onda del settimo episodio della quarta stagione di Better Call Saul e la recensione della puntata di questa settimana. Andremo ora a capire i motivi dietro le dichiarazioni di un importante regista cinematografico come Guillermo del Toro sulla comparazione tra lo spin-off di Breaking Bad e la serie madre.

Con una serie di tweet del Toro ha preso una ferma posizione nella diatriba tra detrattori di questa quarta stagione di Better Call Saul e agguerriti sostenitori di entrambe. Quella che di Guillermo del Toro è stata da subito fraintesa e diffusa come un “Better Call Saul è meglio di Breaking Bad” non è altro in realtà che un’opinione esplicitamente soggettiva a seguito di un’analisi brillante contenuta in pochi caratteri di testo.

Una piccola riflessione nel mezzo della nuova stagione di Better Call Saul: a me sta piacendo anche più di Breaking Bad” esordisce il regista del film premio oscar The Shape of Water e di tante altre piccole perle come El Labirinto del Fauno i Hellboy. “Non per andare controcorrente” ci tiene poi a specificare. “Bensì perché laddove la posta in gioco pare di minor peso, la morale colpisce profondamente, la ritengo molto più toccante...”.




Dopodiché, forse per chiarire la propria posizione ed evitare così l’ira dei fan dell’una o dell’altra serie (o di entrambe) ecco che del Toro se ne esce con una sintetica analisi che spiega le proprie motivazioni e che, a nostro parere, vale molto più del messaggio che sembra essere passato alle orecchie e agli occhi dei lettori e spettatori.

Con Walter White (che diventa Black) venivi trascinato insieme a lui in una trasformazione/caduta di proporzioni gigantesche. Better Call Saul ti accompagna invece per mano lungo la trasformazione di Jimmy in Saul Goodman (che di Good avrà ben poco) vivendo ogni piccola e dolorosa scivolata”.

Il gioco di parole denota non solo un’incredibile capacità di analisi da parte del regista, dovuto certo alla sua esperienza, bensì una trasparenza e una chiarezza tali da non poter trarre in inganno nemmeno il primo che guarda il dito nel momento in cui il dito punta il cielo.

Kim è la chiave” conclude Guillermo del Toro esprimendosi anche sul rapporto ormai concluso, ma anche indelebile nella vita di Jim, tra i fratelli McGill. “Anche nel suo rapporto con il fratello, Jimmy non era che un tentatore, amava vedere Chuck sconfitto. L’uno voleva vedere l’altro a terra. Il tutto ci viene mostrato in maniera perfetta”.


Fa da eco alle parole di del Toro un altro personaggio del mondo del cinema, Darren Aronofsky, regista e sceneggiatore di film degni di nota come Requiem for a Dream, The Wrestler, Black Swan e Mother!. Il breve tweet di Aronofsky, a conferma di quelli di del Toro, contiene una delle opinioni più diffuse tra i sostenitori dello show, "la regia e la sceneggiatura in Better Call Saul sono eccezionali". È importante sottolineare come l’apparato tecnico di un prodotto sia la migliore traduzione di filmmaking, l’espressione utilizzata da Aronofsky. Espressione che letteralmente, tuttavia, significa ‘fare film’, o ancora meglio ‘fare cinema’. Importante quanto interessante, tutto questo, se pensiamo che stiamo ancora parlando di una serie televisiva. Ciò avvalora la tesi di chi scrive questa recensione, nonché la verità che si cela dietro il successo della serialità televisiva contemporanea e la passione scaturita in molti spettatori. Cinema e serialità, dove finisce l’uno e comincia l’altro e viceversa. Potremmo interrogarci a lungo sulle domande che sorgono attorno a queste riflessioni e chi scrive in parte lo ha già fatto e tenta di trasmetterlo ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. Certo è che in trent’anni di trasformazione televisiva (e non) Better Call Saul, come d’altronde Breaking Bad, può definirsi uno dei maggiori traguardi. Se pensiamo poi al suo statuto di spin-off, riflessione sulla quale ci siamo soffermati circa ogni settimana, la questione si fa ancora più incredibile. Parafrasando il fraintendimento nato dalla critica positiva di Guillermo del Toro alla serie potremmo affermare che Better Call Saul è forse il miglior spin-off di sempre.


Quanto detto sopra è dimostrato da una quarta stagione che sorprende ogni settimana e ci riesce anche con Coushatta, l’ottavo episodio che ha visto diversi ritorni, tra cui il ritorno di Nacho e degli studenti di cinema al soldo di Jim, nonché nuovi sviluppi, in primis il passaggio al lato oscuro di Kim, sempre più combattuta tra la legge e la giustizia che non sempre sembrano combaciare. La divisione tra Jim e Kim magistralmente mostrataci nei primi minuti dell’episodio di settimana scorsa non si limita, lo abbiamo detto, a un confine nero e impenetrabile. I due sono più legati che mai, si attraggono così come i fratelli McGill si respingevano. Eppure proprio questa attrazione, questa ’rovina morale’, li porterà con ogni probabilità alla caduta definitiva.

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Articolo di Fabio Scala

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