THE FOUNTAIN, l'opera dimenticata di Darren Aronofsky


Nonostante il febbrile stato in cui il sottoscritto si trova, guardare film rimane una delle sue occupazioni preferite, nonché parlarne.
E costui è rimasto molto colpito dalla visione di The Fountain - L'Albero della Vita, film del 2006 diretto da Darren Aronofsky (Requiem for a Dream, The Wrestler).

Da molti considerato il suo film più visionario ma, al contempo, il più ermetico, questo film è forse stato penalizzato dall'essere uscito in un momento storico sbagliato. Una visione più tarda può far molto meglio comprendere la potenza evocativa di questo film.

Aronofsky volle realizzare questo film sin dal 2001, ma numerosi problemi di produzione si susseguirono nel tempo: il budget, inizialmente di 70 milioni di dollari fu ridotto a 35, e dovette anche cambiare gli attori protagonisti, sostituendo Brad Pitt e Cate Blanchett (che poi avrebbero lavorato assieme in Lo Strano Caso di Benjamin Button) con Hugh Jackman e Rachael Weisz. Inoltre, a causa della diminuzione del budget, dovette diminuire la lunghezza del film.

In effetti, la brevità è forse un difetto di questo film: 96 minuti, pochi, considerando che segue tre diverse trame.
Nella principale, Thomas Creo (Jackman), un dottore, scopre che sua moglie Izzy (Weisz) sta morendo di cancro, e vuole trovare un modo per guarirla, usando una medicina scoperta casualmente mentre curava una scimmia.
Nella seconda, Tomàs (sempre Jackman), protagonista del romanzo scritto da Izzy, The Fountain, è un conquistador spagnolo del quindicesimo secolo. Viene inviato nell'America Centrale per trovare l'Albero della Vita, che secondo i miti cristiani e maya, donerebbe la vita eterna a chi beva da esso.
Nella terza, Tom, plausibilmente Thomas nel distante futuro, vive in una "bolla" assieme ad un enorme albero di cui si prende cura, e che gli dà di che nutrirsi. La bolla galleggia nelle vicinanze di una stella morente, Xibalba, e di tanto in tanto, Tom ha delle visioni di Izzy del passato.


Tutte le tre storie sono caratterizzate da riferimenti ai miti di morte e creazione, presi da diverse religioni, quali il buddhismo, l'ebraismo, il cristianesimo e il paganesimo maya. Temi come la malattia, l'immortalità e la caducità umana sono analizzati dal razionale Thomas, in un certo senso avatar dello spettatore, per giungere ad una sola soluzione: l'essere umano non è destinato a vivere per sempre; è nel suo destino, nella sua composizione, morire. Il film si pone quindi come un mezzo per comprendere questo concetto e giungere a patti con la propria morte.
Per citare una famosa frase del film Fight Club, "Devi avere coscienza, non paura, che un giorno morirai".
Il messaggio è reso ancora più potente dai fantastici effetti speciali, che creano paesaggi metafisici e stupefacenti, quasi psichedelici ed inebrianti, chiaramente ispirati ai quadri di tema cristiano di quindicesimo e sedicesimo secolo. Un piccolo assaggio potete vederlo nello screenshot all'inizio della recensione.
La fotografia calda e appariscente di Matthew Libatique contribuisce all'impatto scenico delle immagini.

Volendo, parte dei temi di questo film si possono ritrovare nei successivi Interstellar di Christopher Nolan, regista che non ha mai negato di apprezzare i lavori di Aronofsky, e in Vita di Pi di Ang Lee.

In generale, è difficile dare "un voto", a questo film. Nonostante sia evidente il mio apprezzamento, non si può negare che il messaggio appare forse eccessivamente semplicistico e nascosto in maniera molto ermetica. La prima ora di film può apparire senza senso per la maggioranza degli spettatori, ed il finale rimane poco chiaro. Ma The Fountain - L'albero della vita rimane un film che poteva dare tantissimo ed ha invece ricevuto troppo poco.
Una piccola, importante opera dimenticata, che vi consiglio di recuperare.

Voto finale: 8/10

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Articolo di Klaus Heller

1 commenti:

Simona LaFleur ha detto...

Mi hai molto incuriosita. Ora lo cerco. ;)