25 agosto 2017

THE DEFENDERS - Recensione 1x04 "Royal Dragon"


Li abbiamo visti singolarmente, li abbiamo visti incontrarsi brevemente e li abbiamo visti combattere. Ora è tempo di vederli diventare una squadra.

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L'ultima volta avevamo lasciato i nostri Defenders a prendere l'ascensore dopo uno scontro con la Mano nel quale si erano alleati praticamente per caso.
In questo nuovo episodio li vediamo prendere possesso di un ristorante cinese per nascondersi e fare il punto della situazione. Mentre Danny si assicura la collaborazione dei proprietari ordinando un pranzo di nozze, Jessica e Luke si riassumono a vicenda le rispettive stagioni prima che lei gli presenti il suo avvocato, il quale continua a indossare la sciarpa della detective sul volto un po' per celare la propria identità e un po' perché non riesce ad abbandonare l'incredibile sensazione di morbidezza che regala il nuovo Perlana.
Solo altri cinque minuti, prometto

La conversazione evolve rapidamente, con Matt e Danny che redarguiscono Luke e Jessica sulla Mano e i suoi scopi. Poco prima della sigla Jessica riesce a convincere Matt a lasciar perdere la sciarpa per la gioia di tutti, sia al di là che al di qua dello schermo.

Passiamo poi a una scena piuttosto abusata, quella in cui il personaggio che ha subito il lavaggio del cervello, in questo caso Elektra, viene rassicurato dal proprio mentore sul suo ruolo e i suoi doveri salvo poi guardarsi allo specchio con gli stessi interrogativi di prima.
La scena non è brutta in sé, ma averla vista tante volte quanti sono i Puffi non aiuta molto, nonostante l'impegno di Sigourney Weaver a farci passare indenni questo piccolo cliché.

Al ristorante intanto si gozzoviglia allegramente con ciascuno che prende confidenza con le abilità degli altri, e se l'attenzione generale è volta a come uscire dai guai, Danny è il primo a suggerire candidamente di lavorare tutti assieme come squadra.
Luke e Matt appaiono piuttosto reticenti, mentre Jessica è proprio contraria sia al team up che in generale ad invischiarsi ulteriormente con la Mano.
Danny prosegue con la sua opera di convincimento, arrivando anche a puntualizzare come l'essersi ritrovati tutti e quattro a combattere nello stesso luogo e nello stesso momento non possa essere una semplice coincidenza e sfiorando per un attimo la consapevolezza di essere il personaggio di una sceneggiatura televisiva
E se ti dicessi che hai ragione?

Proprio a questo punto arriva Stick, il quale reclama il suo ruolo di Nick Fury e asserisce che i quattro sono l'unica speranza per sconfiggere la Mano e salvare la città.


Ecco, è quando succedono cose del genere che lo spettatore che è in me perde un po' di quella preziosa sospensione di incredulità.

Va bene rendere tutte le serie parte dell'universo cinematografico Marvel (quel MCU che leggete sempre in giro), ma sappiamo tutti che i crossover tra eroi del grande schermo ed eroi televisivi sono più impossibili che improbabili. Ora, è carino vedere qualche riferimento qua e là che ci fa restare nell'illusione di un unico grande mondo collegato, ma questo perché nella maggior parte dei casi le storie al cinema differiscono molto da quelle della televisione.
Nelle passate stagioni eravamo immersi in una realtà cittadina o spesso legata a un unico quartiere, si trattava di storie più piccole ma anche più personali, in grado di esplorare aspetti del MCU difficilmente raggiungibili dalle pellicole hollywoodiane.
Se però adesso l'intera New York corre il pericolo di una calamità portata da una millenaria associazione a delinquere di immortali, non vedo come sia possibile che nessuno pensi di portare la cosa all'attenzione di Tony Stark, il cui palazzo disterà sì e no qualche isolato dal ristorante cinese dove questi cinque stanno discutendo del destino della metropoli.
Lo so che le serie Netflix sono un po' una cosa a parte e vanno prese come storie a sé (dopo che Luke Cage esce allo scoperto come individuo potenziato, nessuno corre a fargli firmare i patti di Sokovia come succede ad esempio agli Inumani di Agents of S.H.I.E.L.D.), ma tanto valeva allora tagliare il cordone e decidere che descrivessero proprio un distinto universo narrativo, al pari delle serie DC rispetto ai relativi film.
Lasciate perdere, tanto Tony risponde una volta sì e tre no 

Ora che ci siamo sfogati, possiamo tornare all'avvincente scena successiva, in cui vediamo Alexandra parlare con la versione cinese di Tywin mentre questi è impegnato a sventrare un orso che ha ucciso con le sue mani.

Da tale conversazione capiamo che Alexandra è la leader dei cinque immortali che formano la mano, i quali sono consapevoli che la donna abbia utilizzato le ultime mistiche risorse dell'organizzazione per resuscitare il Black Sky. Poiché questo significa che nel breve periodo nessuno di loro potrà essere resuscitato, Tywin non manca di mettere pressione su Alexandra riguardo la riuscita del suo piano.
Diffidate dalle imitazioni

Di nuovo al ristorante, vediamo come l'apparizione di Stick abbia effetti molto diversi sui quattro protagonisti. Matt va un po' su tutte le furie, avendo imparato a sue spese a non fidarsi dei piani del suo mentore, mentre Luke e soprattutto Danny ascoltano incuriositi ciò che l'uomo ha da dire sulla Mano, ma alla fine è Jessica a non poterne più e ad abbandonare il ristorante capendo che quella non è la sua battaglia.

In questo modo la nostra eroina si perde lo spiegone sulla vera identità dei membri della Mano: abbiamo naturalmente Alexandra, il Tywin cinese, Madame Gao, un certo Sorawande (il tizio che reclutava ragazzi ad Harlem e sulle tracce del quale si era già messo Luke) e infine Bakuto, che avevamo visto morire verso la fine della prima stagione di Iron Fist (era quell'uomo che aveva un'intera scuola di arti marziali e che a un certo punto si era messo contro Madame Gao per portare a sé il potere dell'Iron Fist). L'unica pecca di questo discorso è che nessuno abbia pensato di identificarsi con uno specifico dito, così da avere frasi epiche come "abbiamo fatto fuori l'indice" o "perfino il mignolo può fare male".
Parole sante

L'episodio si conclude con Alexandra che spunta nel bel mezzo della sala per convincere Danny a seguirla pacificamente, salvo poi scaraventargli contro il Black Sky dopo aver ricevuto l'ovvio rifiuto.
A Elektra però non va tanto bene, poiché Jessica ha la stessa idea e le scaraventa addosso un'auto attraverso la parete del ristorante.
I quattro così riuniti sono finalmente pronti a dare battaglia assieme a Stick, il quale viene interrotto dalla schermata nera prima di poter gridare "Defenders Assemble".

Un bell'episodio davvero, nel quale assistiamo alle dinamiche tra i diversi caratteri che popolano il gruppo e veniamo finalmente a sapere come funziona questa benedetta Mano della quale sentiamo parlare ormai da un bel po'.

Appuntamento a domani per la recensione del quinto episodio.
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