AMERICAN HORROR STORY: COVEN - Murphy ci parla di Fiona e Delphine


Dopo il rinnovo per la quarta stagione, il morale di Ryan Murphy, creatore non solo di American Horror Story, ma anche di Glee. L'uomo che ha riportato in auge le serie horror antologiche, cadute nel dimenticatoio dopo gli anni '80, ha raccontato un po' ad Entertainment Weekly di due personaggi dello show, vale a dire Fiona Goode (interpretata dalla fantastica Jessica Lange) e Delphine LaLaurie (impersonata da Kathy Bates). Vi proponiamo le sue dichiarazioni di seguito.

D: Sembra che tu voglia davvero esplorare le due madri terribili dello show: Madame LaLaurie e Fiona. E' interessante notare che LaLaurie fosse tanto orribile con le sue figlie come lo era con i suoi schiavi.


R: Beh, voglio dire, lei continua a dire, come personaggio, "ero una donna dei miei tempi". E credo che sia molto storicamente accurato. Quel tipo di nobiltà "francese", gentile. Ed a quel tempo, storicamente, la grande passione di LaLaurie era far sposare le sue figlie ad uomini molto ricchi per diventare lei stessa ancora più ricca. Guarda, lei è una psicotica, quindi il tradimento (delle figlie, ndr) le dà sui nervi. Mi piace come le getta là sotto per un anno.

D: Temi di umanizzare LaLaurie? O rimarrà una persona orribile?

R: Beh, io credo che ci siano due cose in gioco ora. Uno: credo che Kathy Bates sia un'attrice di grandissima cordialità, e riesce ad infondere questo elemento in modi che nemmeno noi scrittori riusciamo ad aspettarci. E' un dono di Kathy e della sua abilità. L'altra cosa è che non ho mai pensato di mostrarla come una vecchia razzista ed averla qui per continuare il suo regno di terrore. Ero interessato a non umanizzarla troppo, ma  a far capire il suo modo di essere malvagia. Credo che sia qualcosa, nel suo tempo, che non ha mai fatto perché il mondo era molto diverso. Ci sono parecchie storie in arrivo tra lei e Gabourey Sidibe che sono fatte per farvelo capire. E' redenta al 100%? No, mai. E' uno dei più grandi mostri del mondo. Ma tenteremo di mostrarle i suoi errori nel tempo? Si.



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Articolo di Klaus Heller

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