ARROW - Quando ti innamori di una serie e gli autori ti "trollano" per sport

Gli appassionati dell’arciere di smeraldo probabilmente avranno già avuto modo di imbattersi in alcuni dei miei commenti alla rubrica OITW di Micaela, ma dal momento che Simona & Co. mi hanno dato un caloroso benvenuto e a partire da oggi collaborerò occasionalmente con lo staff di LIAFF, ho deciso di svelarvi un piccolo segreto.


Il mio nome è Roberta Queen (be’, ci stiamo lavorando su!). Dopo cinque anni a Smallville, sono tornata con un solo obiettivo: guardare la serie Arrow. Per farlo non posso più pensare a Justin Hartley. Per onorare la memoria di Freccia Verde, devo diventare qualcun altro, devo diventare qualcos’altro (ecco, tipo… blogger, per esempio).

Ora voi tutti vi chiederete (voi magari no, ma io me lo sono chiesta), perché non ho iniziato a seguire Arrow sin da subito, ma l’ho “scoperto” solo ora? Appunto perché avevo negli occhi e nella mente il Freccia Verde di Justin Hartley, con la sua tutina verde acido che neanche il liquido radioattivo che ha trasformato in mutanti le tartarughe ninja, con tanto di taglio alla Bart Simpson e colpi di sole che se ci penso adesso rabbrividisco, ma che all’epoca, boh… si vede che gli anni ’90 non erano ancora scomparsi dietro l’angolo!

Spot the differences!


L’Oliver Queen di Justin era un bel personaggio, a tratti leggero e frivolo come si addice a uno che sul documento d’identità alla voce “professione” reca scritto “playboy”, insomma perfettamente inserito nel mondo post-adolescente di Smallville. Sicuramente si divertiva di più! Quando seguivo Smallville, quasi quasi preferivo Oliver a Clark, mi dava quel guitto che Clark ogni tanto (?) perdeva, e mi piaceva (!), con tutta la sua sfacciataggine. Forse per questo, quando è iniziata la messa in onda di Arrow, non ero pronta a recepire un personaggio così drasticamente mutato, perché, diciamocelo, in comune hanno probabilmente solo il nome.

Per me è stato come quella volta che provai a leggere “Persuasione” subito dopo “Orgoglio e Pregiudizio”: ci sono due personaggi con lo stesso nome (ma è solo omonimia!), ed io non riuscivo a leggere “Persuasione” senza pensare alla meravigliosamente ostinata Elizabeth Bennett di “Orgoglio e Pregiudizio”. Ho dovuto quindi prendermi del tempo, e dare modo al mio cervello di scindere il nome dal personaggio. Ecco, con Oliver mi è successa la stessa cosa. E quando mi sono lasciata alle spalle l’Oliver Queen di Justin Hartley, mi si è aperto un mondo.

L’Oliver Queen di Stephen Amell è un eroe tragico. Soprattutto nella prima stagione, non saranno sfuggite a nessuno l’atmosfera cupa e la forzata leggerezza che Oliver ostentava in pubblico, solo per convincere amici e parenti di essere ancora l’Oliver che fu. Ma dopo i cinque anni passati a Lian Yu, di Olly, il viziato e scanzonato milionario, quello che aveva 3 in matematica (grazie Felicity, per l’informazione!) e che non conosceva i drammi shakespeariani perché non li aveva studiati in nessuno dei college da cui lo avevano espulso (però conosce l’Odissea, ma questa è un’altra storia!), è rimasto solo poco più che il ricordo. E c’è voluto un personaggio come quello di Felicity Smoak, con i suoi colori sgargianti e l’incapacità patologica di evitare di far arrivare dal cervello alla lingua le frasi sconvenienti per cui noi tutti la adoriamo, a portare sul volto contrito di Oliver i primi veri sorrisi.

Ora, sulla tragicità del personaggio avrei veramente tante cose da dire, ma forse sarà meglio rimandare ad un altro momento un’analisi di questo tipo. Per ora, basti dire che è la sua complessità, unita all’impatto che ha sugli altri, a rendere Oliver Queen un personaggio a mio avviso così attraente (e vi pregherei di notare ed apprezzare il tentativo di attenermi in questa sede esclusivamente ad un’analisi del personaggio, senza lasciar parlare il mio ormone ballerino che tanto ha da festeggiare quando si tratta di Stephen Amell!), il che mi riporta a scrivere qui.

Ad oggi ci troviamo a fare i conti con l’ultima pausa (ULTIMA?! Sul serio???) prima della fine della terza serie. Una pausa difficile da far passare, soprattutto per quelli come me, i bulimici di emozioni, quelli che saltano a piè pari nella storia, quelli che ridono di cuore, inveiscono contro i cattivi con ogni fibra del corpo e soffrono empaticamente con gli eroi, quelli che non sono ancora finiti i titoli di coda che già sono preda della sindrome da abbandono… insomma, quelli con la modalità di immedesimazione perennemente attivata.

Ho sempre pensato che per seguire con passione una serie tv qualche volta sia necessaria una buona dose di incoscienza ma anche una certa tendenza al masochismo. Masochismo da parte dello spettatore e sadismo da parte degli sceneggiatori. Lo sa bene Marc Guggenheim, che ieri, si è divertito a scoccarci una freccia esplosiva dal suo profilo twitter.

Gli spoiler, croce e delizia del fandom. Già, perché alzi la mano chi ieri non ha visto la promo dei prossimi cinque episodi? In pochi minuti la mia homepage di facebook ha iniziato letteralmente ad eruttare, come un vulcano in attività, fotogrammi della clip promozionale. Inutile girare intorno all’argomento, sappiamo tutti quanto sia importante nell’economia della serie, la (relation)ship Oliver/Felicity: Olicity non è solo la combinazione dei loro nomi, è un personaggio della serie a tutti gli effetti (un po’ come quando in Beautiful Brooke e Ridge decisero di chiamare la bimba Bridget, per capirci!). Non c’era un pixel sullo schermo che non fosse un estratto delle scene in cui Oliver e Felicity smaltiscono finalmente tutta la sexual tension accumulata da tre stagioni a questa parte! (A tal proposito, complimenti all’interior design di Nanda Parbat, ha fatto un ottimo lavoro!)

E allora, se tutti l’abbiamo visto, perché ancora ne parliamo? Perché la prossima puntata andrà in onda tra due settimane e Guggy ha avuto la geniale idea di farci sapere che in quel video sono contenute immagini che non andranno in onda veramente. (Bravo Guggenheim! Sei riuscito a tirarti addosso con un solo cinguettìo più minacce di morte tu di quante tutte le donne di Oliver da parte degli Oliciters in tre intere stagioni! E comunque vorrei ricordarti che al momento Nyssa è disoccupata, dato che nel suo curriculum è stata decurtata la dicitura “erede del Demonio”, per cui attento che qualcuno potrebbe offrirle una nuova opportunità di lavoro! XD)
"Rivelazione intera: Ci sono alcune riprese nell'anteprima di Arrow di oggi che non appariranno negli episodi finali. No, non vi dirò quali sono." Poi non lamentarti se la Lega degli Assassini ti si ritorcerà contro. Guggy, io ti ho avvisato! XD

Io comunque in questi giorni sto leggendo un libro sulla filosofia Zen, e allora voglio attingere da lì la capacità di trovare il positivo anche in questo e concludere dicendo che ho intenzione di credere che la scena tagliata sarà quella del “dammi il cinque” di Ray ad Oliver. Punto primo, perché è imbarazzante l’entusiasmo di un omone di un metro e novanta di fronte all’idea che un altro (che per inciso è quello per il quale la ragazza che ami ti ha praticamente dato un due di picche quando le hai detto “ti amo” - non so, magari ti è sfuggito!) debba aiutarlo a diventare l’eroe che pensa di essere (solo due puntate prima volevi sconfiggerlo e ti sei ritrovato a farti spegnere la tuta come le luminarie di Natale!), e punto secondo, perché a giudicare dalla faccia di Oliver, piuttosto gli avrebbe conficcato una freccia nel petto! Non ha accontentato Barry nel chiamare i suoi nemici meta-umani perché gli sembrava infantile, perché accontentare Palmer?! Se mi sbaglio, lo saprò con i prossimi episodi, ma intanto mi crogiolo felicemente nell’illusione.

"Dammi il cinque, frate'!" ^O^
"Non ti emozionare, bello." -_-'



Per adesso è tutto, direi che mi sono dilungata anche troppo. Non mi resta che salutarvi e (spero) alla prossima!

Roberta





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Articolo di Robbie_Carter

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