PERSON OF INTEREST - Recensione 4x21 "Asylum" + promo 4x22



Arriviamo alla prima parte di finale di stagione (finale di stagione ribadiamo) di Person of Interest senza ancora sapere nulla su rinnovo e cancellazione.
Complimento alla CBS per come sta gestendo la vicenda: c’è quasi da rimpiangere il MALE Fox.
Non prosegua chi non vuole SPOILER!

Iniziamo con il dire che potremmo gongolare del fatto per averci preso su due cose fondamentali di “Asylum”, ci riferiamo alla redenzione di Control, ormai platealmente schierata con i nostri e il tradimento di Shaw, ma crediamo non sia così importante.
Siamo oneste nel dire che nessuno di noi due si aspettava ciò che è successo alla Macchina, tuttavia proviamo a raccontare un po’ le cose con ordine, senza esagerare, viso che non è un riassunto.
 
E’ un episodio che viaggia in parallelo tra le due grandi questioni ancora irrisolte: la guerra tra Dominic e Elias, e per quest’ultimo ora si tratta non più di potere ma di un affare personale, e la guerra tra le due A.I. Samaritan e la Macchina.



Parecchio ingarbugliato anche perché, nel mezzo, vi è Control che ha preso in ostaggio due persone spie di Samaritan: la donna nutre dei dubbi da tempo sull’operato della grande intelligenza artificiale e qui fa la sua scelta, arrivando a chiamare i nostri “amici” e di fatto schierandosi con loro. 
Il suo cambiamento ci piace tantissimo: avevamo visto giusto in questa donna dall’aria inflessibile, che però soffre per ogni vita che spezza e crede fermamente in ciò che fa. Le sue non erano chiacchiere. Ed ora che si sente tradita saranno cavoli amari per Greer e Samaritan.


Strepitosa la sua interprete Camryn Manheim, capace di mostrare, dietro la spessa armatura di ghiaccio, lo sguardo di una persona delusa e idealista.

Ma chi spicca in questo “Asylum” è anche Enrico Colantoni, il boss, forse al tramonto, Elias, che però ha ancora diverse carte da giocare e dimostra una classe e un’intelligenza e un carisma che Dominic neanche si sogna la notte.

Per tutto il tempo questi pensa di avere la situazione in pugno, di aver compreso il bandolo della matassa del potere di Elias in realtà non tutto è quello che sembra. Il “vecchio” Elias, come viene chiamato dal suo nemico, dimostra di avere un asso nella manica e una capacità manipolatoria sopraffina. Il giovane boss che vorrebbe prendere il posto per tutto il tempo non si rende conto di far parte di un gioco a scacchi di cui, probabilmente, lui non riuscirebbe a comprenderne la logica. 

Lampante in questo senso la frase: “Tu non riusciresti a reggere la tensione” detta da Elias e possiamo credergli. Una cosa è prendere il potere con un colpo solo, un’altra è avere il potere perché si è costruito una rete di interessi e di relazioni molto simili a quelle di una tela tessuta da un ragno.
Tra l’altro Elias, pur non dicendolo chiaramente, pare aver compreso che ci sia un’intelligenza artificiale che muove le azioni di Finch, Reese e Fusco.
Dominic no.
In più neanche si accorge che Harper, nuova voce della Macchina, sta facendo il doppio gioco.
Dominic potrà anche vincere e sembra anche essere vicino a farlo, ma mantenere il potere sarà tutta un’altra faccenda.
Da rimarcare anche lo splendido dialogo tra Reese ed Elias, dove i due si confidano quanto si stimano e si apprezzano.
E non scordiamoci l'eroico Fusco, deciso a stare con i nostri anche a rischio della vita. 

Dicevamo delle due storie in parallelo: mentre Finch rivela a Reese che i due numeri mostrati dalla Macchina non sono altri che Elias e Dominic, Root riceve una chiamata sul numero di Shaw. E’ proprio Sameen che chiede il suo aiuto e la giovane hacker non può fare a meno di rispondere al richiamo. Costringendo la Macchina a collaborare con uno stratagemma davvero agghiacciante. Per tutto il tempo Nolan e soci ci hanno fatto credere che si trattasse di una missione di salvataggio. E anche qui le cose non sono come sembrano. La Macchina sta cercando di salvare se stessa, ormai sempre più braccata da Samaritan, e Greer sfrutta i sentimenti di stima e amicizia tra Shaw, Root e Finch, per stanarla.
Gli sviluppi sono assolutamente sorprendenti. 

Shaw, come dicevamo, ha tradito i nostri, dopo mesi di torture sia psicologiche che fisiche. Non ci sentiamo di darle addosso, come non davamo addosso a Control.
In Person of Interest fare classificazioni tra bene e male sarebbe ridicolo e non produttivo.
Shaw ha sicuramente delle valide ragioni per fare ciò che fa: del resto anche Greer agisce per fini nobili e i flashback su di lui ci hanno mostrato come sia arrivato ad essere l’uomo spietato e duro che è.
La ricerca di Shaw ci porta anche un momento divertente, in cui Finch si traveste da malato e sembra evocare, in qualche modo, la lucida follia di Ben Linus in Lost: Michael Emerson è semplicemente strepitoso. 
Così come Amy Acker, divisa tra il suo amore per Shaw e la sua devozione per la Macchina.
La Macchina, il suo Dio.
Cosa decide di fare il suo Dio? Avevamo pensato che si stesse umanizzando, non avevamo pensato a questo:

You are wrong Harold
You are not interchangeable
I failed to save Sameen
I will not fail you now

Ti sbagli Harold.
Non siete intercambiabili.
Ho fallito nel salvataggio di Sameen ma non fallirò con voi.


 Harold ha insegnato alla Macchina che siamo tutti uguali, che non esistono pedine, re, regine e fanti e lei ha imparato questa lezione fin troppo bene. Ha compreso il valore di ogni singola vita umana e ha deciso di sacrificarsi, offrendosi al nemico, pur di salvare Finch e Root, che in lacrime le chiede di non farlo.
Non possiamo negare che anche noi eravamo molto toccate.
La Macchina è umana e nel contempo divina, ha deciso di rinunciare al suo porto sicuro, pur di salvare le persone a lei care.
Cosa accadrà adesso?
Ci sono varie opzioni, alcune tetre, altre meno e in mezzo ve n’è una che potremmo dire interessante e intrigante.

Facciamo una piccola premessa storico/biblica.
Il regno di Israele diversi secoli prima della nascita di Cristo si divise in due regni, quello del nord, Samaria, quello del Sud, Giuda.
Tra i due non è mai corso buon sangue e non a caso nel vangelo si parla di “buon samaritano” come se fosse un’eccezione.
I riferimenti biblici alla serie non mancano di certo, le stesse parole della Macchina ricordano il discorso di Gesù: “Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri"

E il prossimo episodio si chiamerà YHWH, la parola usata dagli Israeliti per indicare Dio, il dio vicino a loro.
Tenendo conto di questa premessa l’ipotesi che troviamo più affascinante e con la base più solida nella storyline è che la Macchina non solo ha rivelato la sua posizione a Samaritan ma che arriverà a sacrificarsi totalmente, fondendo il proprio codice costitutivo, il suo DNA per dirla più semplicemente, con quello di Samaritan. Al Paley gli autori avevano rivelato che una delle due A.I non sarebbero sopravvissute ma, in realtà, se l’ipotesi del sacrificio e della fusione tra le due entità dovesse risultare esatta, nessuna delle due sopravvivrebbe.
A contatto con l’umanità della Macchina di Finch, Samaritan muterebbe radicalmente morendo nella sua vecchia forma per rinascere in una nuova.
La nostra è solo un’ipotesi suggestiva. Ci piacerebbe molto che la stagione finisse così.
Sarebbe davvero un nuovo inizio.
Vi lasciamo con il promo di YHWH



Recensione redatta da Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia.

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Articolo di Silvia Azzaroli

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