Brian
Il
personaggio che affronta una vera e propria “crisi” nel corso di questa
stagione è proprio il nostro poliziotto sotto copertura preferito. La missione
sullo spaccio di droga, iniziata nella stagione scorsa, finisce e Brian può
ripulirsi di barba e capelli e tornare a fare il suo lavoro alla luce del sole.
Ma c’è qualcosa da cui difficilmente riesce a ripulirsi, la dipendenza da
eroina, che unita alla situazione di tensione che vive a casa con la moglie
Kristin, sempre più a stretto contatto con l’attività e la mentalità delle
Pantere Nere, mettono l’uomo in una “trappola” da cui sarà difficile liberarsi.
Infatti lo vediamo in difficoltà anche nei flashforward. Il punto di forza
ovviamente rimane sempre il suo rapporto con Sam.
Sam
Il nostro caro
protagonista accompagna ogni suo momento con ironia e sarcasmo, al punto da
farci dimenticare quanto anche la sua situazione non sia facile. La storia con
Grace è momentaneamente finita, deve dare la caccia ad un serial killer che l’ha
preso di mira (ma nell’ultimo episodio sembra arrivare ad un punto di svolta,
vedremo), la situazione del figlio è sempre più complicata (si trova in
isolamento), il piano che aveva ideato per aiutarlo, non è andato a buon fine e
questa situazione ha provocato il suicidio di Opal, la sua (ex) moglie. La
situazione è a dir poco “tragica” ma sappiamo che in un modo o nell’altro se la
caverà, come sempre
Charmain.
Finita la sua
prima operazione sotto copertura, sembrava destinata a tornare a rispondere al
telefono e servire caffè ai poliziotti del distretto, e invece ha avuto la sua
seconda occasione per brillare. Una nuova missione in cui dovrà intrufolarsi all’interno
dell'organizzazione Students for a Democratic Society, un movimento che rappresentò il
punto più alto del radicalismo studentesco negli USA e per tutti gli anni sessanta, fino al
proprio collasso, ha avuto un'importante influenza. Charmain deve fare i conti con il desiderio di mostrare il
suo vero valore (I don’t
wanna be a female cop I just wanna be a cop Sir), senza perdere i propri valori etici, che talvolta sembrano
contrastarla (lo vediamo quando non vuole sacrificare Roy per il piano di Sam e
anche quando disattiva la bomba per paura di fare vittime innocenti). Tutto
sommato una buona storyline, mancano solo un po’ i momenti con Sam e Brian ma
la stagione è ancora lunga.
Charlie.
Anche lui in qualche modo
ha i suoi demoni da affrontare. Il desiderio di sfondare nella musica ormai lo
acceca al punto che sono sempre maggiori i momenti in cui perde il controllo
rifacendosela con le “sue” ragazze, una fra tutte Emma che sempre più vicina a DennisWilson ha rischiato più volte di rubargli la scena. Il rapporto con Emma è la
vera evoluzione di questa stagione, la ciliegina Cherry non è più l’ultima
arrivata del gruppo, la bambina impaurita e innocua, e questo fa perdere le
staffe a Charlie. Sembra però che sia destinata a rimanere a “casa”, la
ritroviamo nei flashforward della notte e della prima strage e anche nel presente
si muove per aiutare la Famiglia, andando addirittura a chiedere aiuto a Sam.
In sottofondo la storia di
quegli anni è sempre presente, dall’omicidio di Martin Luther King e tutto
quello che ne è conseguito, alla corsa per le presidenziali del 1968 che vedono
coinvolti i personaggi di Ken e Grace, quest’ultima sempre più immersa nella
politica, al punto da voler risolvere la questione Emma. Questa storyline ci ha
mostrato anche la breve ascesa e l’assassinio di Robert Kennedy.
Quatto buoni episodi, in crescita
rispetto ai primi tre, Aquarius si conferma un’ottima serie per il periodo
estivo, con temi importanti e forti ma affrontati in modo non pesante. Buona l’accuratezza
storica di quest’anno, decisamente migliorata rispetto alla prima stagione, con
l’introduzione di fatti e personaggi realmente esistiti.
Recensione di Lisa M.
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