Michael
Scofield è morto, lunga vita a Kaniel Outis. Sembra questa la morale
della premiere
che la scorsa settimana ci siamo lasciati alle spalle. Andiamo dunque
a commentare cosa ci ha riservato a tal proposito il secondo episodio
andato in onda mercoledì 11 aprile su FOX, tra azioni e colpi di
scena tutte da scoprire.
ATTENZIONE: SPOILER!
Dopo
un prologo all'insegna del revival,
con vecchi volti amici e una nuova ambientazione, l'episodio “Kaniel
Outis”
sembra avere gettato sottili raggi di luce sul mistero che circonda
il ritorno di Michael e il suo coinvolgimento con il sedicente Stato
Islamico.
Da
apprezzare il tentativo da noi sperato di un approfondimento dei
personaggi, soprattutto quelli femminili. All'archetipica figura di
Sheba, temeraria donna alla ricerca di una via d'uscita per lei e il
padre, si contrappone quella della figlia dello Sceicco della luce (Mohamed) la
quale rischia la vita per istruire le sue allieve nei sobborghi,
contro il volere del gruppo estremista islamico che li occupa. Dal
canto suo Mohamed, oggetto di ricerca e di salvataggio dell'episodio
da parte di Lincoln e Benjamin, ha rischiato la sua stessa vita e il
piano di evasione del figlio dalla prigione di Ogygia. Temi scottanti come l'educazione femminile e
l'omosessualità danno sicuramente maggior spessore a una serie che
al momento sta promettendo davvero tanto. Staremo a vedere quanto di
questo sarà mantenuto nell'arco di tutta la stagione.
E
se da un lato si è sentita l'assenza di T-Bag che, ne siamo certi,
non mancheremo di ritrovare a breve, dall'altro è stato interessante
partecipare ad una matura ridefinizione della psicologia del
protagonista mediata dal personaggio di Jacob, marito di Sara, e
alla sua “Teoria dei giochi”. Nel corso delle prime quattro
stagioni siamo stati abituati a vedere un Michael Scofield disposto a
fare tutto pur di vincere al suo stesso gioco. Jacob infatti non sembra esitare a rimarcare quella maledetta porta dell'infermeria che Sara
fu persuasa a lasciare aperta per far evadere i prigionieri da Fox
River. Così come T-Bag ha passato il resto degli episodi tra Panama e Los Angeles a cercare
di vendicarsi su Scofield per tutte le volte in cui egli lo ha
pugnalato alle spalle.
L'ingegno
di Michael ci ha sempre affascinati e inquietati al tempo stesso e
finalmente gli autori della serie sembrano averne voluto fare un
punto chiave per la credibilità della narrazione. Stando a Jacob,
persone come Michael ti fanno
sentire che vali qualcosa per lui, finché egli non sente il bisogno
di manipolare il rapporto a proprio vantaggio per raggiungere determinati scopi. Macchinazioni che alla fine possono portare a confondere il
bene con il male e ad appoggiare il fronte sbagliato credendo di fare
la cosa giusta. Questa interpretazione, per quanto veritiera, è
volta a gettare sabbia negli occhi e a portarci a credere che sul
serio Michael Scofield avrebbe abbandonato la sua famiglia e la
propria identità per diventare un foreign
fighter
tra le file delle milizie ribelli islamiche. Certo, il finale di
“Kaniel
Outis”
ci ha dato qualcosa su cui riflettere, ma ci torneremo a breve.
La
vita entro le mura di Ogygia è come previsto tutt'altro che facile.
Troviamo Michael già nel pieno del suo progetto di evasione. Lui e i
suoi tre compagni di cella, tra cui un hacker tossicomane che
custodisce a casa sua le ceneri di Freddie Mercury, attendono il
segnale esterno di Mohamed, padre di uno di loro. Segnale che non
arriverà, dal momento che lo Sceicco della luce è intrappolato
nei sobborghi occupati dai ribelli.
Anche
la nostra visione, filtrata dalla Teoria dei giochi esposta da Jacob,
dev'essere più matura, perché ogni parola di conforto e di
complicità scaturita dalla bocca di Michael ci sembra possedere un
doppio senso, una macchinazione per l'appunto e che non sia del tutto
autentica. La sua nuova vita è sempre più ambigua e non è chiaro
dove abbia realmente le mani in pasta. Certo è che gli espedienti e i colpi di scena rievocano il ritmo e le novità che
avevamo riscontrato a Fox River, quando la vite di una panca poteva
rappresentare la chiave per la libertà. In questo caso Michael si fa
prestare una gomma da masticare per fingere i sintomi di una febbre e
farsi portare in infermeria dove viene seviziato perché ritenuto un
terrorista. Michael sopravvive alla violenza delle guardie al solo
scopo di avere dei medicinali per alleviare l'astinenza del suo
compagno di cella in cambio del suo smartphone
e del numero di carta di credito. Il tutto per arrivare a Sara con un
messaggio nemmeno troppo criptato, contenuto nella loro storico
origami a forma di rosa. Degna di nota la scena in cui Sara rimane scossa di fronte al video testimonianza girato da Benjamin all'interno di Ogygia.
Ma
fuggire di prigione questa volta non è l'unico ostacolo con cui Michael e i suoi nuovi
compagni/pedine si trovano ad avere a che fare. A Ogygia è infatti detenuto Abul Ramal, leader
delle milizie intenzionate a conquistare la capitale dello Yemen.
Ramal e gli altri estremisti sono tenuti in isolamento ma, come ci
viene accuratamente spiegato dal figlio di Mohamed, Sid,
presto inizierà il Ramadam e l'isolamento sarà temporaneamente
sospeso. In quanto in prigione con l'accusa di omosessualità, Sid
teme di poter essere tra le prime vittime della crudeltà di Ramal e
compagni, sorte che toccherà anche ai detenuti stranieri come
Michael.
Nel mentre, in
paese Mohamed viene tratto in salvo da Lincoln, Benjamin e Sheba e
può finalmente lanciare il segnale a Sid e al gruppo di prigionieri
per dare il via all'evasione nelle ventiquattro ore successive. Com'è
buona tradizione in Prison
Break,
non appena Michael, Sid e compagni ricevono il segnale scatta l'ora del Ramadam e i detenuti in isolamento vengono liberati nel cortile. A questo punto Abul
Ramal si presenta ai nostri occhi in tutta la sua autorità e avanza
diretto verso Michael. Qui il colpo di scena, quando Ramal abbraccia
Michael in modo fraterno e gli chiede se è tutto pronto per la fuga.
Che
Michael avesse assunto un'oscura identità d'altronde eravamo
stati avvertiti e in questo episodio abbiamo avuto modo di
approfondirne alcuni aspetti attraverso il gradito ritorno di Paul
Kellerman, il quale fornisce a Sara le informazioni sull'omicidio di
un agente della CIA per mano di Michael, il primo di molti a carico
della figura di Kaniel Outis, dei cui misteri siamo tutt'altro che
sazi. Ha ragione Kellerman, quando dice che di Michael Scofield non è
rimasto che un ricordo? Stentiamo a crederci, ma il dubbio in tal senso
è stato reso finora in modo credibile e sensazionale.
È
ufficialmente un piacere avere ritrovato questa serie rinata sotto
una luce più matura e complessa, sulla scia della sua stessa
esperienza e di quella di decine di serie televisive che prima,
con e dopo di lei hanno fatto storia.
Negli episodi precedenti:
5x01 - Ogygia
5x02 - Kaniel Outis
Un saluto alle affiliate: Prison Break Italia - Prigionieri della propria identità Series Generation Wentworth Miller Italian Fans I Drogati di Telefilm Cinema, movie and pop Lotz of Caity and Wentworth Wentworth Miller - Michael Scofield Italia
Negli episodi precedenti:
5x01 - Ogygia
5x02 - Kaniel Outis
Un saluto alle affiliate: Prison Break Italia - Prigionieri della propria identità Series Generation Wentworth Miller Italian Fans I Drogati di Telefilm Cinema, movie and pop Lotz of Caity and Wentworth Wentworth Miller - Michael Scofield Italia
SE VOLETE COLLABORARE CON NOI SCRIVETECI! - Collabora con noi!
Stiamo cercando RECENSORI e newsers per EMPIRE, HOMELAND, LEGENDS OF TOMORROW, ORPHAN BLACK. ARROW, SUPERGIRL e le altre serie.
Non perdere neanche una notizia! Seguici su Facebook e Twitter.
0 commenti:
Posta un commento