Lynch ci ha guidati in questo episodio portandoci sulle
sue amate strade buie illuminate soltanto dai fari di una macchina, una
sensazione che crea insicurezza nello spettatore, poichè la strada è difficile da vedere e seguiamo un percorso che ci porta fuori da ogni tracciato conosciuto.
Mr. C. è a terra, Ray gli ha sparato e sembra essere
riuscito a eliminarlo, ma dalle oscurità dei boschi emergono sei entità
ricoperte di una sostanza nera (olio bruciato?), due delle quali avevamo già intravisto: una all’obitorio
e una nella cella di Buckhorn,. Questi esseri evanescenti circondano Bad Coop e
compiono un rituale oscuro, scavano dentro di lui, lo ricoprono del suo stesso sangue
e dal ventre estraggono Bob, protetto da una sorta di placenta, quasi fosse un
organo del corpo del Doppleganger. Vediamo il volto del male ridere nel suo
solito ghigno malvagio. Un male che c’è, continua a esistere e non può essere
debellato. (Per ulteriori approfondimenti sul rituale cliccate qui)
“Nessun’altro pittore ha saputo trasfondere con
altrettanta suggestione la quintessenza dell’inferno nei lineamenti e nella
mimica di un viso” (Il modello di Pickman - H.P. Lovecraft).
Nonostante Frank Silva non ci sia più, Lynch riesce, con delle immagini d'archivio, a rievocare quel male, lo dipinge in modo vivido, lo rende reale. Quel ghigno, quell’espressione, non sono solo un frammento di immagine ma qualcosa di vitale e palpitante, accompagnato da un rito che richiama le evocazioni dei seguaci del male che Lovecraft descrive nei suoi racconti.
La parte “umana” in questa scena, è giocata da Ray, che, come il protagonista di
uno dei racconti di Lovecraft, si trova ad affrontare qualcosa di sovrannaturale
e corrotto, e assiste, impotente e sconvolto, a una danza malsana, che non
appartiene al nostro mondo, ma ha un sapore più antico e infernale.
Così come Pickman guida il protagonista del racconto di
Lovecraft all’interno del suo studio e mostra le sue opere dannate, Lynch fa lo
stesso con noi spettatori, lasciandoci assistere a molteplici forme del male in
questo episodio.
E una di queste sono proprio i Woodsmen, gli uomini dei
boschi, uno dei mali che si è moltiplicato sulla terra successivamente all'esplosione della bomba atomica.
In una sequenza da incubo e disturbante li vediamo
danzare e approntare il Convenience Store, sopra cui sappiamo vivere gli
abitanti della Loggia Nera. Come dei famigli preparano forse una base, un luogo
in cui riunirsi per degli spiriti superiori, contaminando un luogo tipico dell’immaginario
quotidiano e delle realtà di provincia.
Nel libro di Mark Frost si parla di un incendio accaduto
proprio a Twin Peaks, che viene definito “The night of the burning river” in
cui i testimoni parlano di luci dai colori cobalto e vermiglio che invadono il
cielo e di fulmini o colonne di fuoco scese dal cielo.
In questa catastrofe morirono dei boscaioli, otto in
totale. Considerato che il tempo nelle logge non è lineare, potrebbero essere
proprio quei boscaioli giunti da un altro tempo, richiamati dalla bomba atomica?
Il libro di Frost sembra trovare molteplici riferimenti in questa terza serie
quindi è probabile che possano essere collegati, d’altra parte,
le creature di questo episodio sono luride, ricoperte di nero, magari
carbonizzate da un incendio?
Con un salto temporale dal 1945 al 1956, Lynch ci mostra
il male che infetta la terra come conseguenza agli esperimenti nucleari. Un uovo
si schiude nel deserto e gli uomini dei boschi incedono nel nostro mondo,
ricordando degli zombie, crepitano, sono pregni di elettricità e hanno una voce profonda e metallica che non ha nulla di umano. Uno di loro, interpretato da Robert
Broski, con una sigaretta spenta tra le labbra ripete continuamente la frase
che da il titolo a questa ottava parte. “Gotta Light?”. “Hai da accendere?”
chiede a dei passanti, spaventandoli a morte. Il fuoco, insieme all’elettricità
è uno dei leit motiv di Twin Peaks, la stessa elettricità con cui il Woodsman
diffonde il suo messaggio via radio.
In chiusura, così come nel prologo, David Lynch mette in scena una sequenza da incubo: il Woodsman entra in una stazione radio, uccide brutalmente e in modo disumano una segretaria e lo speaker, per poi pronunciare a ripetizione al microfono parole misteriose.
"This is the water, and this is the well. Drink full, and descend. The horse is the white of the eyes and dark within".
(“Questa è l’acqua, e questo è il pozzo. Bevetela tutta e discendete. Il cavallo è il bianco degli occhi ed è oscuro all’interno”)
Il messaggio e il male che porta con sè si diffonde in
modo capillare, ne vediamo gli effetti su un meccanico, sulla cameriera di un
diner, e su una ragazza che ascoltava la radio in camera sua.
Insieme alle parole del Woodsman vediamo l’insetto/rana
uscito dall’uovo nel deserto e generato dalla “madre” strisciare fino alla
camera della ragazzina e scendere attraverso la sua bocca.
Le parole del Woodsman fanno cadere le persone in uno
stato ipnotico, addormentate. È l’umanità che deve guardarsi dentro e lasciare
fuoriuscire la parte più oscura di sé, quella che ha creato la bomba atomica,
per poter nutrire le forze del male, oppure non era altro che un messaggio per
le creature generate da madre, affinchè possano cibarsi e entrare negli umani
come parassiti?
Esattamente come ha fatto l’insetto/rana, annidiatosi
dentro il corpo di quella ragazza innocente.
Il cavallo bianco, nel contesto di Twin Peaks, non può
che ricordare le visioni di Sarah Palmer, avvenute prima dell’omicidio della figlia e
della nipote Maddy. Oltre a poter simboleggiare un abuso di droghe (quelle che Leland e BOB
le somministravano), il cavallo bianco è un presagio di morte,
e sempre il cavallo bianco, nei quattro cavalieri dell’apocalisse, rappresenta
anche la pestilenza, e non è forse il male, come l’insetto/rana (che, a sua volta, ricorda la
piaga delle locuste) a diffondersi capillarmente come una pestilenza,
infettando e avvelenando la terra? Con questa terza stagione abbiamo inoltre visto l'equino come spirito nella Loggia Nera.
La stessa Signora
Ceppo ne parla così : A poem as lovely as a tree: "As the night wind blows,
the boughs move to and from. The
rustling, the magic rustling that brings on the dark dream. The dream of
suffering and pain. Pain for the victim, pain for the inflictor of pain. A
circle of pain, a circle of suffering. Woe to the ones who behold the pale
horse."
Una poesia bella quanto un albero: "Come il vento soffia, muove i rami da una parte e dall'altra. Il fruscio, il magico fruscio che porta il sogno oscuro. Il sogno di dolore e sofferenza. Dolore per la vittima, dolore per chi infligge dolore. Un cerchio di dolore, un cerchio di sofferenza. Sfortuna per chi vede il cavallo bianco"
Una poesia bella quanto un albero: "Come il vento soffia, muove i rami da una parte e dall'altra. Il fruscio, il magico fruscio che porta il sogno oscuro. Il sogno di dolore e sofferenza. Dolore per la vittima, dolore per chi infligge dolore. Un cerchio di dolore, un cerchio di sofferenza. Sfortuna per chi vede il cavallo bianco"
Lynch inscena un episodio che racchiude in sè l'essenza stessa del male.
“Quel mago, quel maledetto mago, aveva portato sulla tela le fiamme dell’inferno; nelle sue mani il pennello era divento una bacchetta magica in grado di evocare gli incubi” (Il modello di Pickman - H.P. Lovecraft)
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4 commenti:
Altra bellissima analisi, complimenti.
Grassie :P
Analisi ricca e illuminante. Complimenti!!!
Grazie!
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