STAR TREK: DISCOVERY - Recensione 1x01 "The Vulcan Hello" e 1x02 "Battle of the Binary Stars"



Miei cari lettori, ci siamo! Il momento tanto atteso per gli amanti della fantascienza e dell'universo ideato da Gene Roddenberry è finalmente giunto sui nostri piccoli schermi. I primi due episodi di Star Trek: Discovery sono visibili al mondo e mentre è legittimo essere entusiasti, al tempo stesso è normale essere anche un po' tirati nella valutazione, poichè quello che ci è stato presentato in circa 85 minuti è risultato essere un po' scialbo e ruotante attorno a se stesso, contro le numerose aspettative secondo cui questo prologo sarebbe in qualche modo degno di nota.

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Il primo episodio, intitolato "The Vulcan Hello", diretto da David Semel (Goliath, Madame Secretary), con sceneggiatura di Bryan Fuller (già showrunner in altre due serie di Star Trek e inizialmente showrunner anche qui), Alex Kurtzman e Akiva Goldsman (Fringe), si apre con uno sguardo ai Klingon e qui ci soffermiamo su un punto in particolare: il loro aspetto. Tutti sanno che ai tempi della serie originale questa razza era rappresentata senza la celebre cresta frontale, con baffi e pizzetto. Poi con l'arrivo di The Next Generation, abbiamo incominciato a vedere nel personaggio di Worf l'aspetto più noto dei Klingon, vale a dire cresta frontale e capelli molto lunghi. Andando avanti nei decenni della saga questo stile fu mantenuto, fino ad arrivare alla trilogia Kelvin, dove i capelli lunghi lasciano il posto alla testa rasata (ma questa è un altra storia). In Discovery assistiamo a una "ripresa" dell'universo alternativo, il che ci rimanda alla famosa mutazione genetica che colpì il popolo Klingon un secolo prima, menzionata largamente nella serie Enterprise e in modo sporadico in quelle precedenti, mostrando chiaramente che sui Klingon di questa serie gli effetti cominciavano già a manifestarsi. Dunque, la serie si apre con T'Kuvma, il quale sta parlando a una sala piena di suoi simili, con l'intenzione di riunire tutti i casati per contrastare un'imminente minaccia comune, vale a dire coloro che dicono di venire in pace, la Federazione.


Il capitano Philippa Georgiou e il comandante Michael Burnham si trovano in un pianeta desertico, dove la loro missione è di localizzare un pozzo, prosciugatosi a causa di una radiazione provocata da un incidente minerario, facendo sì che il popolo dei Crepusculani possa restare in vita. Le due riescono a trovare il pozzo e con un phaser Georgiou riesce a far riaffluire l'acqua dal pozzo, per poi allontanarsi senza farsi individuare dagli indigeni (che intanto sono spuntati fuori dal pozzo), secondo le regole della Prima Direttiva. Intanto una tempesta si avvicina, rendendo difficile il loro recupero da parte della loro nave, la USS Shenzou. Così Georgiou e Burnham camminano per il deserto e non a caso, dato che alla fine la nave riesce ad individuarle e a teletrasportarle a bordo, grazie al disegno dell'insegna della Flotta Stellare, fatta dai loro passi.



"First Officer's Log, Stardate 1207.3. On Earth, it's May 11, 2256, a Sunday. The crew of the U.S.S. Shenzhou has been called to the edge of Federation space to investigate damage done to one of our interstellar relays. Blast burns around the hole are inconclusive. Were they caused by an asteroid, or was it deliberately destroyed to limit Starfleet communications? And if so, by whom? Despite the risks of our mission, I remain optimistic. It's hard not to be in the face of such beauty in this case, a binary star system. Around these two suns, ice, dust and gasses collide to form the planets future generations will call home. A humbling reminder that all life is born from chaos and destruction."

Dopo la decente sigla d'apertura (che potete ascoltare qui), ascoltiamo il primo giornale di bordo di tutta la serie, che ci farà capire quello che accadrà; la USS Shenzou è diretta verso i confini dello spazio federale per indagare su un segnalatore danneggiato. Vediamo la plancia e facciamo la conoscenza del curioso Saru, ufficiale scientifico della nave, il quale constata che il segnalatore non ha subito danni da una fonte naturale. Burnham gli chiede di esprimere fatti concreti e pone la preoccupazione del suo collega al capitano, la quale sottolinea che Saru, essendo Kelpiano (razza introdotta in questa serie), si preoccupa facilmente. Fra un dibattere e l'altro Saru rileva qualcosa sui sensori, un oggetto sconosciuto, molto difficile da inquadrare per gli strumenti della nave, non permettendo una raccolta sufficiente di dati. Burnham propone di andare là fuori con una tuta ambientale e un propulsore, ma il capitano ritiene che sia molto pericoloso e anche Saru è d'accordo. Così Georgiou propone di mandare sia Burnham che il Kelpiano, ma Michael dice di non voler mettere a rischio il suo collega e insiste perchè vada da sola, poichè hanno viaggiato fino a lì e di certo non possono farsi sfuggire un'opportunità di studio e alla fine Georgiou accetta.


Burnham si prepara a lanciarsi fuori dal portello della nave e su dirige verso l'oggetto sconosciuto. Ella atterra su quello che sembra essere un vascello, con una struttura estremamente complessa e piuttosto antica. La sua presenza fa vibrare la nave e all'improvviso dietro di lei arriva un alieno, interamente corazzato, che il computer identifica come un Klingon. I due ingaggiano una lotta e alla fine Burnham trafigge il Klingon con la sua bath'leth, ma ciò scaraventa entrambi via. La Shenzou tenta disperatamente di agganciarla e Burnham comincia a manifestare i primi sintomi di avvelenamento da radiazioni.


T'Kuvma fa le esequie al Klingon ucciso da Burnham, alimentando il suo odio per la Federazione. Il rito funebre avviene in modo particolare, poichè il corpo viene trasportato fino allo scafo esterno della nave ed esposto come un simbolo assieme a molti altri cadaveri. Un flashback ci mostra una giovanissima Michael Burnham intenta a fare un test al Centro di Apprendimento vulcaniano, dove incomincia ad avere problemi quando si parla di attacchi Klingon. Sarek nota il fatto e la bambina gli dice di essere molto dispiaciuta e lui risponde che quando i brutti ricordi riemergono, solo la logica può ancorare al presente e le sottolinea quale sia il suo problema:

"Your human tongue is not the problem. It is your human heart."


Tornando al presente, Burnham si risveglia, dopo essere stata riportata a bordo tre ore prima. Sconvolta esce dall'infermeria e si dirige in plancia, raccontando al capitano di aver visto un Klingon. Georgiou dice che non si vedono Klingon da almeno un secolo, ma lei dice di averlo visto, raccontando della tuta che indossava. Georgiou le crede e da' l'allarme rosso e realizza che se ci sono Klingon in zona, non c'è dubbio che il segnalatore sia stato danneggiato da loro e vedendo che la nave di T'Kuvma si è disoccultata, ordina di avvertire il comando della Flotta sul loro incontro. Intanto Saru e Burnham analizzano il vascello e il Kelpiano individuando i corpi posti sullo scafo, espone le sue paure a Michael:

"Commander, the captain listens to you. Tell her. We must withdraw. [...] Your world has food chains. Mine does not. Our species map is binary. We are either predator or prey. My people were hunted. Bred. Farmed. We are your livestock of old. We were biologically determined for one purpose and one purpose alone: to sense the coming of death. I sense it coming now."



T'Kuvma discute con i suoi uomini su chi dovrà accendere il faro di Kahless e fra loro salta fuori Voq, definito "figlio di nessuno" (la cui pelle è estremamente chiara rispetto a un comune Klingon), che si offre per accenderlo. Georgiou informa l'ammiraglio Anderson della nave Klingon e della potente tecnologia di occultamento, cosa inedita a quel tempo. L'ammiraglio spiega che con questa razza la situazione è sempre stata tesa e dice che l'intera flotta sarà da loro in un paio d'ore e che fino a quel momento non dovranno agire, per nessun motivo. Burnham dice a Georgiou delle preoccupazioni di Saru, ma il capitano ricorda che la Shenzou è l'unica linea di difesa che hanno nel settore e data la sua esperienza in combattimento, la situazione la preoccupa molto. La nave Klingon spara su di loro un potente faro, emanando una luce talmente potente da ingannare i sensori. Burnham chiede di lasciare la plancia per una questione urgente e va a chiedere consiglio a Sarek, il quale dice che lei potrebbe essere spinta dal fatto che i Klingon hanno ucciso i suoi genitori, ma Burnham sostiene che non è così e lui dice che il loro modo d'agire, davvero inusuale, fa credere che ci sia una nuova forza in gioco.


Burnham torna in plancia e suggerisce a Georgiou di sparare sulla nave Klingon, raccontandole di come i Vulcaniani furono battuti dai Klingon, per poi rispondere con un adeguato saluto. Ma il capitano le ricorda che la Flotta Stellare non spara mai per prima e invita Burnham in sala tattica. Il capitano le dice che non è sensato agire per cercare la guerra, perchè sarebbe soltanto dolore e anche se capisce il suo passato con i Klingon, non ritiene la cosa saggia. Alla fine Burnham compie un gesto estremo, facendo la tecnica vulcaniana nota come "tal-shaya" (consistente in una presa vicino al collo) e stordendo Georgiou. Poi va in plancia e ordina di prepararsi a far fuoco, lasciando Saru piuttosto perplesso. Alla fine Georgiou irrompe in plancia, puntando un phaser contro Burnham, la quale insiste nel voler dire che il suo gesto salverà tutti e improvvisamente diverse navi Klingon si disoccultano davanti a loro.


Il secondo episodio, intitolato "Battle of the Binary Stars", diretto da Adam Kane (Heroes, American Gods), con sceneggiatura di Bryan Fuller, assieme a Gretchen J. Berg e Aaron Harberts (Revenge), riallaccia brevemente dagli eventi finali del primo, ma l'azione si sposta subito nel passato. Siamo a sette anni prima e vediamo Burnham che sale per la prima volta a bordo della Shenzou, accompagnata da Sarek (fin troppo espressivo in questa scena vero?). Il capitano Georgiou accoglie Burnham, la prima umana a laurearsi al Centro di Apprendimento Vulcaniano e all'Accademia delle Scienze, e le mostra la nave, dicendole che è stata lontana dagli umani troppo a lungo e che presto imparerà a vedere la Shenzou come la sua nuova casa.


Si ritorna al presente e Georgiou chiede quante navi si sono disoccultate e la risposta è ventiquattro. Burnham dice che sono ventiquattro come le singole casate Klingon e ciò non può essere una coincidenza, dato che i Klingon hanno riunito tutti i casati contro di loro. Ma Georgiou deve adempiere al suo dovere e così solleva Burnham dall'incarico e la fa confinare in cella.


T'Kuvma fa contattare tutti i capi degli altri casati, dicendo loro che lui sarà colui che guiderà la rinascita dell'Impero, perchè ha visto la luce di Kahless ed ereditando la nave di suo padre, giurò che avrebbe restituito l'onore al suo casato e riportato l'unità fra i Klingon, ma uno dei capi non è d'accordo con i suoi metodi e decide di chiudere la trasmissione. Alla fine T'Kuvma fa un discorso sul preservare la purezza dei Klingon e invita i suoi a guardare le stelle, perchè la loro occasione sta per arrivare.


Nel frattempo altre navi federali arrivano in zona, con dietro l'Europa, la nave dell'Ammiraglio. Georgiou tenta di contattare la nave madre Klingon, ma loro iniziano a fare fuoco e la Shenzou subisce diversi danni. Il guardiamarina Connor viene ferito e gli viene ordinato di andare in infermeria. Burnham è in cella e tenta disperatamente di sapere quali sono le condizioni della nave, quando Connor arriva da lei. Il guardiamarina, sconvolto, le dice che dovrebbe essere in plancia e che non dovrebbero essere in guerra, poichè loro sono esploratori non soldati. Improvvisamente un colpo arriva in quella zona e Connor viene succhiato via nello spazio, mentre Michael viene stordita. La sua mente torna al passato, quando il centro di apprendimento fu bombardato e Sarek tenta di risvegliarla attraverso la fusione mentale.


La Shenzou continua a subire danni e il capitano Georgiou inizia a preoccuparsi per Burnham. Intanto quest'ultima riceve una visita, per così dire, da Sarek, grazie al quale lei capisce cosa fare:

"M: Sarek? How is it possible? A mind-meld across a thousand light-years? 

 

S:More than a mind-meld. Ever since you were a child, ever since the bombing at the Learning Center that act of terror that forever changed your destiny part of me, my katra, has been with you. It also allows us this unique form of connection. I see by your imprisonment that my counsel concerning the Klingons did not yield the results you hoped for. 

 

M: I couldn't convince Captain Georgiou to strike the Klingons first, so I took matters into my own hands. 

 

S: You're disappointed. As you should be. I did not come here to judge your actions. I came because I sensed your despair. 

 

M: What's wrong? 

 

S: Communicating with you in this manner, the physical cost is significant. 

 

M: Then leave me. Please. 

 

S: Do you think I came here just to say farewell? I would not put my well-being at risk for such sentimentality. The death and destruction raining down on Starfleet, that was to be expected. What I cannot abide is a waste of resources. You're gifted. You are brave. You must do better. Because I know you can. 

 

M:You were never one to bolster my self-esteem.

 

S: Perhaps that is where I failed you. No matter your shame, gather your strength. Find a way to help those who need you. Live long and prosper."



La Shenzou continua a subire danni, come anche le altre navi della flotta, ma improvvisamente i Klingon interrompono l'attacco, dato che la nave sta per essere risucchiata nel campo gravitazionale proveniente dai detriti stellari. Ma ecco l'Europa che con il raggio traente, porta in salvo la Shenzou. Georgiou spiega a Anderson quanto è accaduto e l'Ammiraglio prende l'iniziativa, provando a parlare con T'Kuvma, il quale, stranamente, accetta l'offerta per il cessate il fuoco e poco prima che il suo "inviato" venga teletrasportato, T'Kuvma parla di rendere invisibili le sue navi. Poco dopo la trasmissione con l'Europa si interrompe e in essa si verifica una breccia nel contenimento dell'antimateria, portandola alla distruzione. Alla fine T'Kuvma espone le sue intenzioni alla Shenzou:

"Members of the Federation. What you call your most remote borders, I call too close to Klingon territory. You only live now to serve as witnesses of Klingon supremacy, to be my herald. We do not desire to know you. But you will know our great houses, standing as one under Kahless, reborn in me, T'Kuvma!"



Burnham tenta di usare il computer per uscire dalla cella e sfrutta i protocolli etici, poichè a causa della mancanza di ossigeno, lei deve lasciare l'area per sopravvivere. Così riesce a fluttuare nella zona danneggiata dello scafo per passare dall'altra parte. Intanto in plancia Georgiou si trova a citare il noto stratega Sun Tzu:

"All warfare is based on deception. When you are able to attack, you must seem unable" 

E Saru non concorda, dicendo che non ingannano in alcun modo i Klingon. Così il capitano analizza la situazione: sono incapaci di attaccare o di usare contromisure, hanno siluri fotonici, che non possono sparare, ma che possono inserire con tutta la testata in un veicolo da trasporto, abbastanza piccolo da ingannare i loro sensori. Saru ritiene il piano accettabile e propone l'uso di un ape operaia, abbastanza piccola da essere scambiata per dei detriti, ma non ha il pilota automatico, perciò Georgiou propone di pilotarla, cosa ritenuta rischiosa dal Kelpiano. Intanto T'Kuvma e L'rell discutono dei loro morti e dell'esito della loro battaglia e il primo ordina la raccolta dei caduti.


Burnham dice al capitano che non può compiere questa azione e la fa riflettere su quanto sia importante T'Kuvma nel quadro generale:

"T'Kuvma has anointed himself the next Klingon messiah. If you kill him, you make him a martyr. Someone they can fight for endlessly. That might even be what he wants. But if you capture him, you make him a symbol of defeat. Of shame. And if you take him as a prisoner of war, you give the Federation leverage to sue for peace."

Georgiou chiede sconvolta perchè lei sia arrivata a tanto e Burnham spiega che voleva evitare una guerra su vasta scala e così il capitano le spiega perchè ha così tanta fiducia in lei:

"When you first came aboard, seven years ago, I worried your Vulcan training might some day trump your humanity. Do you know why Sarek asked me to take you on? I was a human who had seen a life of loss but still chose hope. What an ego I had thinking I could pick away the shell the Vulcans put around you. I was so sure I could do it. Even convinced that you were ready for the captain's chair. To think I knew you so little."

Ma anche Burnham ha grande stima del suo capitano:

"You want to know how I turned on you? I believed saving you and the crew was more important than Starfleet's principles. Was it logical? Emotional? I don't know. Let me deliver the warheads in your place." 

Intanto i Klingon stanno incominciando a raccogliere i loro morti, il che da' un'idea al capitano Georgiou.


T'Kuvma pronuncia un discorso per i caduti, mentre Saru predispone una bomba, teletrasportata sul corpo di un Klingon morto, causando l'esplosione della nave. Poi, approfittando del fatto che i loro scudi sono abbassati, Burnham e Georgiou si teletrasportano a bordo e iniziano ad affrontare i Klingon. Poi le due ingaggiano una lotta con T'Kuvma e Voq rispettivamente. A un tratto T'Kuvma pugnala Georgiou, mentre viene colpito alla schiena da Burnham. Ella va vicino a Georgiou tentando di salvarla, ma Saru la teletrasporta subito a bordo, poichè non c'era più nulla da fare. Voq va vicino a T'Kuvma, ormai morente e gli dice che lui verrà ricordato da tutti i Klingon e che la sua morte li terrà più uniti contro la Federazione e alla fine T'Kuvma ricorda le parole che loro dicevano in onore di Kahless. Alla fine la Shenzou viene abbandonata alla deriva dall'equipaggio che usa le capsule di salvataggio.


Michael Burnham viene portata davanti alla corte marziale della Flotta Stellare e si definisce colpevole di tutte le accuse che le vengono rivolte, per poi pronunciare la sua disperata apologia:

"From my youth on Vulcan, I was raised to believe that service was my purpose. And I carried that conviction to Starfleet. I dreamed of a day when I would command my own vessel and further the noble objectives of this great institution. That dream is over the only ship I know in ruins. My crew gone. My captain my friend, I wanted to protect them from war, from the enemy. And now we are at war and I am the enemy."

Infine viene emessa la sentenza, dove Burnham viene spogliata del grado di comandante e condannata al carcere a vita, chiudendo l'episodio.


VERDETTO

Allora, da dove iniziamo? È una situazione abbastanza difficile quella posta da questa doppia premiere, in realtà il medesimo episodio diviso in due, poichè la storia presentata è di buon livello, ma le singole parti non funzionano come dovrebbero. Partiamo dalla trama, che a sorpresa risulta scialba e priva di una certa coesione, specialmente nei dialoghi, elemento essenziale nella saga di Star Trek, dove qui invece sono solamente scambi freddi e piatti, apparte in quelli relativi al personaggio di Burnham, che non coprono neanche il venti per cento di quello che abbiamo visto. Soffermandoci proprio sulla sventurata protagonista, l'interpretazione di Sonequa Martin-Green le rende decisamente giustizia e assieme alla già compianta Philippa Georgiou (perchè sprecare l'unico personaggio femminile asiatico di questa serie?) rappresentano l'unico oggetto d'interesse e forse possiamo menzionare Sarek, perchè, ripeto, è troppo espressivo quest'attore (ah giusto, forse non sapete che i Vulcaniani puri sono più inespressivi di Steven Seagal, appunto perchè la loro razza vive in base alla logica e non in base alle emozioni). Altra nota di demerito sono gli effetti speciali, perchè va bene che siano al passo con i tempi, ma quei continui flare francamente rendevano il tutto un po' shock, per non parlare dei combattimenti e della curvatura (peggio di uno sciaquone), forse si salvano i design delle navi. Il fatto che i Klingon siano rappresentati in maniera così approfondita potrebbe rendere il tutto un po' più interessante (complimenti al miglioramento della pronuncia), anche perchè se non fosse per determinati personaggi del franchise, non sarebbero stati considerati degni di nota. In conclusione il prologo di Star Trek: Discovery ha fornito troppo poco dal punto di vista della trama e il non necessario sugli effetti speciali, ma ciò non può certo farmi desistere dal proseguire la visione della serie, perchè dopotutto, mancano ancora tredici episodi.

Continuate a seguirci per notizie in tempo reale sul nuovo capitolo di Star Trek!

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Articolo di Ada Bowman

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