La
tradizione è stata rispettata, ed è subito plot
twist! L'ultimo episodio andato in onda, Mid-Western
Assassin,
presagiva un punto di non ritorno dopo il quale nulla sarebbe rimasto
come prima. American
Horror Story
ha alle spalle una lunga tradizione di mid
season
intesi come confini oltre i quali la storia prende una piega
inaspettata, decisamente imprevedibile, spesso grazie all'intervento
di un elemento fino a quel momento non preso in considerazione.
Quell'elemento
qui è interpretato da Frances Conroy, must
have
di ogni stagione di American
Horror Story (fu
assente solo in Hotel,
guarda caso la peggiore). Spirito dannato di una maliziosa
governante, angelo della morte, membro kitsch
di una commissione di streghe, premurosa madre di un bambino troppo
cresciuto o matriarca di una famiglia di psicopatici, la Conroy è
sempre stato l'ingrediente in più, spesso transitorio o puramente
secondario, senza il quale molti tasselli delle rispettive stagioni
sarebbero crollati. Ecco che in Cult
interpreta
dunque Bebe Babbitt, fittizia amante di Valerie Solanas, il
controverso personaggio che nella storia attentò alla vita
dell'artista nonché, non dimentichiamolo, cult
leader
Andy Warhol.
Valerie
Solanas, interpretata magistralmente da una Lena Dunham forse resa
più in carne di quanto l'attrice (e Solanas stessa) non sia in
realtà, venne arrestata dopo il tentato omicidio di Warhol. Nella
mitologia a noi tanto cara di Ryan Murphy e del suo team
di autori, Valerie Solanas avrebbe divulgato ad una cerchia ristretta
di donne emarginate e traditori del genere (due uomini omosessuali)
il verbo del suo SCUM,
il manifesto della sua ira nei confronti del sesso maschile e del
patriarcato. Solanas diviene il doppio del suo nemico, Andy Warhol,
auto eleggendosi a capo di un culto di assassine, alle quali ben
presto qualcuno, un uomo, ruberà l'idea e la visibilità facendosi
conoscere dalla stampa statunitense e del mondo intero come Zodiac.
Il serial
killer,
realmente esistito, così come il suo malato dialogo con i mass
media
e le continue sfide alle autorità che gli davano la caccia, è
l'ennessima, apprezzatissima, interpretazione della storia da parte
di American
Horror Story.
Tra le più apprezzate, dando a Cesare quel che è di Cesare,
ricordiamo
Rodolfo Valentino in Hotel,
vampirizzato da niente di meno che Murnau,
creatore
del principe della notte più famoso di sempre, dopo il Dracula
“ufficial” di Stoker. Sempre in Hotel,
il tema infernale della stagione permise una reunion
annuale dei più celebri assassini degli Stati Uniti.
Gli
omicidi di Zodiac vanno dunque attribuiti, nella finzione, alle
adepte di Valerie, le quali hanno cominciato il loro piano di pulizia
del genere maschile dopo il segnale di partenza da parte della loro
leader.
Tale
segnale avrebbe consistito nella morte, non avvenuta, di Warhol. Dal
ricovero, Valerie ha seguito tutte le vicende che hanno portato alla
nascita di Zodiac e quindi all'oscuramento dello SCUM
da parte di una figura maschile. Tornata in libertà, Valerie trova
il colpevole (uno dei due unici uomini ammessi nel culto) e lo
giustizia, per poi confessare alla polizia le proprie responsabilità,
denunciandosi come Zodiac. Gli agenti di polizia la prendono per una
squilibrata e non credono alle sue dichiarazioni. Si tratta di un
evidente ciliegina sulla torta, il patriarcato che necessita di
assicurarsi il potere e la responsabilità di tutto, non lasciando
alla donna nemmeno le colpe di un pluriomicidio a sangue freddo. Il
patriarcato vince e Valerie dà inizio al lungo declino che la
porterà ad allontanare gli altri membri del gruppo, Bebe compresa, e
a morire in solitudine, nella sua stanza d'albergo. L'epilogo
coincide tristemente con la realtà, nessuno sa a cosa Valerie stesse
lavorando nell'ultimo periodo della sua vita perché la madre bruciò
tutto.
O
quasi tutto. Bebe è infatti apparsa come uno spettro agli occhi di
Beverly Hope, nel momento in cui la donna sembrava avere più bisogno
di aiuto. In seguito alla morte di Meadow, del cui piano gli altri
membri del culto non sapevano nulla, Beverly ha cominciato ad
accorgersi come il successo mediatico e politico di Kai abbia
allontanato l'iniziale proposito di uguglianza di potere. Il centro
operativo del culto di Kai è ora gestito da uomini in divisa e il
sesso femminile sembra non possa nemmeno entrare nell'abitazione,
senza il permesso consolatorio del capo. Le donne del culto, Beverly,
Ivy e Winter, sono rimaste fuori dal cerchio. Il propizio arrivo di
Bebe porta loro a conoscere la vera storia di Valerie Solanas e lo
SCUM,
che le tre decidono di riportare in vita, vendicandosi di Kai.
Quest'ultimo
sembra avere ormai assunto tutte le fattezze di un santone, e anche i
poteri. In un dialogo con Winter, al capezzale dei corpi mummificati
dei genitori, Kai lascia intendere di sapere cosa la sorella e le
altre abbiano in mente. Con la scusa di avere preso spunto dallo SCUM
stesso,
dopo avere trovato il manifesto nella camera di Winter, il ragazzo
afferma di voler dare un nuome al proprio culto, e ironizza sul fatto
che Harrison ne avrebbe proposto uno decisamente in sfavore del
genere femminile.
Winter,
Ivy e Beverly sanno dunque da dove partire. Possiamo dire ciao a
Harrison, quando viene tramortito e poi fatto a pezzi dalle sue ex
compagne. Inutile ipotizzare che l'uomo non aveva mai consigliato a
Kai alcun nome misogino, non essendo con ogni probabilità nemmeno a
conoscenza di tutta la storia dello SCUM.
Ma
prima ancora che ci fermiamo a riflettere, non ci viene lasciato
nemmeno questo punto di domanda. Di fronte al notiziario del riscatto
di Beverly Hope, dove la donna parla del ritrovamento del corpo di
Harrison Wilton e dell'incapacità dei gestori dell'ordine (quindi
Kai) di mantenere la promessa fatta al suo elettorato, Kai non sembra
sconvolto e si rivolge a una figura seduta al suo fianco. Si tratta
di Bebe, la quale è evidentemente coinvolta nell'ennesimo piano del
leader
e forse si è inventata tutti i collegamenti, Solanas, SCUM
e
Zodiac, ad uno scopo che ancora non possiamo conoscere.
Un
grande mistero, finalmente, al quale non sappiamo dare risposta
nell'arco di un episodio. Concludiamo con un accenno ad Ally, della
quale, come noi di Lost
In A Flashforward
avevamo ipotizzato, non c'è stato detto molto, se non che non è
stata ritenuta colpevole della sparatoria, grazie ai video che
immortalano Meadow alle prese col proprio piano.
Un
episodio, quello di Valerie
Solanas died for your sins, scumbag,
che ha definitivamente portato a cambiare idea alla maggior parte di
coloro che hanno puntato il dito contro Cult
a pochi episodi dal suo inizio, noncuranti dello spirito
intraprendente (e intransigente) della serie, sempre pronta, da un
momento all'altro, a tornare sui suoi passi e a riscriversi, alle
volte completamente (Roanoke)
altre volte in parte, il giusto per portare aria nuova aprire le
porte a nuove svolte narrative, come in questa stagione.
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