THE BEAR - Recensione della terza stagione

SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!

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Alla fine dello scorso Giugno ha debuttato negli Stati Uniti l'attesissima terza stagione di The Bear, l'acclamata serie dramedy creata da Christopher Storer ambientata nel mondo della cucina (in Italia è arrivata due mesi più tardi), la quale è stata anche al centro di una polemica concernente la sua categorizzazione alle varie premiazioni, nella fattispecie agli Emmy. Nonostante tutto, la serie continua a fare bene anche in questa terza stagione, decidendo però di rallentare e soffermarsi di più rispetto a quanto fatto in passato, una scelta che è stata oggetto di discussione fra gli spettatori.

EPISODI

3x01: Tomorrow (Diretto da Christopher Storer, scritto da Christopher Storer e Matty Matheson)
3x02: Next (Diretto da Christopher Storer, scritto da Christopher e Courtney Storer)
3x03: Doors (Diretto da Duccio Fabbri, scritto da Christopher Storer e Will Guidara)
3x04: Violet (Diretto e scritto da Christopher Storer)
3x05: Children (Diretto e scritto da Christopher Storer)
3x06: Napkins (Diretto da Ayo Edebiri, scritto da Catherine Schetina)
3x07: Legacy (Diretto da Joanna Calo, scritto da Christopher Storer)
3x08: Ice Chips (Diretto da Christopher Storer, scritto da Joanna Calo)
3x09: Apologies (Diretto da Christopher Storer, scritto da Alex Russell)
3x10: Forever (Diretto e scritto da Christopher Storer)

"I think that, like, if you really consider, you know, like, the... the… the special moments, you know, of your life… like celebrations, good times, you know, cheer… I feel like, you know, they always happen around food, you know?"

La terza stagione riparte da quanto avvenuto alla fine di "The Bear", lo sconvolgente season finale della seconda stagione, e lo fa' in una maniera inaspettata rispetto a quello che in genere viene fatto in serie di questo tipo, con un apertura molto emotiva e introspettiva e poco orientata a far avanzare la trama principale. Questa filosofia di rallentare la trama e favorire maggiormente i momenti più emotivi e introspettivi dei vari personaggi permea in tutta la stagione, la quale, nel complesso, ha parecchio disatteso le aspettative degli spettatori, soprattutto a causa di un rallentamento dello svolgimento della storia principale, che prosegue a un ritmo parecchio compassato, fino ad arrivare al cliffhanger finale, collegato alla chiusura dell'Ever e alla prima recensione per il The Bear. Sul piano tecnico e registico la serie resta ineccepiblie, con sequenze costruite con una simmetria quasi poetica e un montaggio che si adatta perfettamente alle situazioni narrate, tutti elementi che funzionano riguardo al maggiore focus sull'approfondimento dei personaggi (a conferma di questo vi sono il sesto episodio, incentrato sul passato di Tina, e l'ottavo, che vede la riconciliazione fra Natalie e Donna), ma alcuni di essi restano immobili (come ad esempio il buon Carmy, che sembra essersi involuto quasi senza motivo) o addirittura poco usati. Per quanto riguarda le interpretazioni il cast continua ad essere ormai una garanzia, a partire da Jeremy Allen White, che ha fatto bene nonostante l'involuzione del personaggio, Ayo Edebiri e Ebon Moss-Bachrach, che danno vita a due personaggi che continuano ad essere fondamentali per la serie, ovvero Sydney e Richie, i cui percorsi stagionali sono stati parecchio interessanti, Lisa Colon-Zayas, Lionel Boyce, nonostante Marcus abbia avuto poco minutaggio in questa stagione, e Abby Elliott, la cui Natalie ha avuto maggior spazio, senza dimenticare i camei di Jon Bernthal, Jamie Lee Curtis, John Cena, Josh Hartnett e Olivia Colman, che danno molto più colore alla serie grazie ai loro personaggi e al modo in cui li interpretano. Sicuramente questa terza stagione possiamo definirla come una fase transitoria, il che è un bene per alcune ragioni, ma un male per altre, nella speranza che nella quarta stagione, in arrivo il prossimo anno, le cose siano migliori rispetto a quanto abbiamo visto qui, non che questa stagione sia poi così brutta.