Soren Kierkegaard: "Fear and Trembling".


L'avevamo già capito, ma lo hanno confermato anche Lindelof e Cuse durante la loro ultima apparizione al Jimmy Kimmel Live: i libri in Lost non sono messi a caso ma hanno uno scopo.

Nella seconda parte di LA X, Hurley trova questo libro del filosofo danese Kierkegaard nello zaino di Montand, giù nel tunnel dove abbiamo visto Smokey "reclamare" e distruggere il team della povera Danielle Rousseau.

Ora, tralasciando il fatto che è molto più probabile che un francese legga un mattone di filosofia nella propria lingua piuttosto che in inglese, veniamo al contenuto del volume, tradotto in Italia come "Timore e Tremore".

Da Wikipedia:

Timore e Tremore (in danese Frygt og Bæven) è una delle principali opere del filosofo danese Søren Kierkegaard, pubblicata nel 1843 con lo pseudonimo di Johannes de Silentio. Il titolo fa riferimento ad una frase tratta dalla paolina Lettera ai Filippesi, il versetto 2, 12: «Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore». [Già in questo io ci vedo Jacob]

Timore e Tremore mostra un'interpretazione originale del sacrificio di Isacco da parte di Abramo (Genesi, 22) ed utilizza la vicenda come un’occasione per discutere i problemi fondamentali della filosofia morale e della teologia, come la natura di Dio e della fede, le relazioni tra fede, etica e morale, e la difficile impresa di essere un vero fedele.

[La fede e il sacrificio sono temi riccorrenti in Lost, e in quest'ultima stagione, seguendo quello che dicono gli autori, i nostri beniamini dovranno soffrire duramente prima di poter ottenere la redenzione.]

Riassunto dell'opera

Il libro inizia con una riflessione sulla forza della fede di Abramo quando Dio gli comandò di sacrificare il figlio Isacco. Kierkegaard espone quattro alternative in cui Abramo avrebbe potuto fallire la prova della sua fede e le mette in contrasto con la propria interpretazione della vicenda di Abramo e della sua dimostrazione di fede. Silentio (cioè Kierkegaard stesso) ammira profondamente la fede di Abramo, ma non riesce a comprenderla in nessun modo. Dopo l’Introduzione e Stato d'Animo (o Atmosfera), troviamo il capitolo Panegirico di Abramo (o Elogio d'Abramo), Problemata ed una serie di tre Problematica, in cui affronta tre specifici problemi filosofici nati dalla storia del sacrificio di Abramo.

  1. È presente una sospensione teologica dell’etica? Può Abramo essere considerato “buono” per aver obbedito a Dio, quando eticamente è soltanto un assassino?
  2. Esiste un dovere assoluto verso Dio?
  3. È eticamente giustificabile il fatto che Abramo non riveli a Sara, Eliezer e Isacco il suo progetto, rimanendo in solitudine col suo silenzio?

[Ricordate nell'episodio "Flashes Before Your Eyes", di cosa discutono Desmond e il frate che poi lo "licenzia"? Desmond dice che Dio non avrebbe dovuto chiedere ad Abramo di uccidere suo figlio perchè si tratta di omicidio, e il frate risponde che era un modo per testare la sua fede.]

Temi

In Timore e Tremore Kierkegaard introduce la figura del “Cavaliere della Fede” contrapposta al “Cavaliere dell’Infinito”. Lo stadio religioso del filosofo danese appartiene al cavaliere dell’infinito, che non coincide con la fede di Abramo, ma con quella di colui che crede in una salvezza eterna, però rassegnandosi a non poter essere felice, a non poter essere salvato nell’al di qua. Il cavaliere dell’infinito, nella vita terrena, è rassegnato. Il cavaliere della fede, invece, dopo aver compiuto il “primo movimento” (dopo aver creduto nell’esistenza di Dio), ne compie un altro in direzione opposta, torna all’“al di qua”, e in questo «doppio movimento» fra teologia della croce e teologia della gloria crede che Dio lo salverà anche nella storia mondana. È una salvezza proiettata nel presente. Il cavaliere delle fede crede nell’assurdo, non è rassegnato, crede che Dio lo renderà felice pure qui e ora. Abramo crede fermamente che, se Dio gli ha ordinato di uccidere Isacco, non potrà che ricavarne felicità, poiché è stato Dio a ordinarglielo e Dio per fede gli restituirà Isacco.

Il filosofo danese fa notare nelle prime pagine del libro come i filosofi del XIX secolo non vedano alcun mistero nella vicenda di Abramo, ma trovino di ardua comprensione ed incredibilmente difficile la filosofia di Hegel: «Dev’essere difficile comprendere Hegel; ma Abramo! Uno scherzo. Dev’essere un prodigio superare Hegel. Ma superare Abramo! Niente di più facile». Per contro, Kierkegaard afferma di aver letto e compreso la filosofia hegeliana, accusandola anche di essere poco chiara nei punti che gli sono rimasti «oscuri», ma «quando mi metto a riflettere su Abramo, sono come annientato».

Nella sua «teologia sperimentale», Kierkegaard provò senza successo a ottenere qualcosa d'analogo al «doppio movimento» tra croce e gloria nell'infelice rapporto con la fidanzata Regina Olsen.

Questi concetti sono presenti in modo esplicito nel film Ordet (1955) di Carl Theodor Dreyer, in cui anche il protagonista, studioso della teologia kierkegaardiana, si chiama Johannes.

Il "doppio movimento" mi ricorda Jack: prima pensa che Locke sia pazzo, poi, invece, gli crede e, in questo momento, sembra aver perso di nuovo la fede nell'isola, non facendo quello che gli viene chiesto da Dogen.

Probabilmente dovremmo anche guardare il film di Dreyer. I Darlton di sicuro l'hanno fatto.

Voi che dite su questo indizio?

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Articolo di Simona LaFleur

9 commenti:

Rosso di sera B&B ha detto...

guardando l'episodio nn ero riuscita a capire quale fosse il titolo dell'opera, avevo solo afferrato chi fosse l'autore.
a volte il comportamento di jack sembra essere incomprensibile..ti dimentichi che è lui "l'eroe" della serie. ma se ti fermi un attimo a pensare, sollecitata anche da questo fantastico post, ti rendi conto che forse è lui il personaggio + reale..e forse ad alcuni sta antipatico x questo, sottoscritta compresa!! è perennemente confuso, ma chi di noi nn lo è..deve fare i conti con la fede in qualcosa nonostante la sua formazione scientifica..ed è qualcosa che cerchi x tutta la vita di scrollarti di dosso senza riuscirci completamente. e nn ultimo, nn lo abbandona mai il pensiero degli errori commessi.
credo che questo libro abbia contribuito nn poco alla creazione del personaggio jack e alla filosofia lostiana...chissà dove vogliono andare a parare i darlton!
grande post mander..bello davvero!

Simona LaFleur ha detto...

Grazie :D

Sherazade ha detto...

Mi ero ripromessa d andare a cercare notizie sul libro, ma poi nn sono riuscita a farlo. Bellissimo post, davvero!
Sì, in effeti in questo c vedo Jack, con il suo andamento altalenante tra fede e ragione. Nn penso tanto sia la fede nell'isola ke ha perso. Io direi ke Jack, ke prima nn credeva in se stesso, poi ha creduto nella buona riuscita della missione Jughead, ora ha d nuovo perso la fiducia in se stesso, xkè pensa ke la spedizione sia fallita. Infatto dice a Dogen: "Nn credo in me stesso, vuoi ke creda a te?".

francis ha detto...

allora, intanto grazie mander per questo splendido post. poi indipendentemente da lost vi invito a leggere le oper di kierkegaard, il più grande esistenzialista della storia, colui che ha cambiato la filosofia(opinione personale). collegando il libro a lost e la figura di jack in particolare dobbiamo secondo me paragonare la il suo personaggio a quello del "cavaliere della rassegnazione infinita" infatti la sua decisione di metter in atto il piano "jughead" è dovuto al suo amore per kate, ricordandoci della discussioni fatta con sawyer in cui lui ammette di voler far esplodere la bomba consapevole di perderla ma che fosse quella la soluzione giusta, perchè la perderà nella vita reale ma il suo amore rimarrà eterno. il libro va avanti per allegorie, è quella amorosa è centrale e autobiografica. dal punto di vista religioso o della fede faccio fatica(per adesso, vedremo in futuro) nell'accomunare jack ad abramo e quindi al "cavaliere della fede", perchè è vero che prima non crede a locke eppoi si, ma locke non è la fede, al massimo un tramite, e comunque il fine di jack non è la fede, non è Dio in sè, per abramo si, abramo decide di uccidere isacco in quanto è Dio a chiederlo, Dio è amore e perciò la sua volontà va attuata. mentre jack non è mosso dalla fede, lui non crede realmente mai nell'isola o altro, lui non sa neanche chi sia jacob, locke gli scrive: "vorrei che mi avessi creduto", il credere è a prescindere, lui invece cambia dopo la morte di locke, e comunque ha bisogno di ulteriori motivi(benjamin lo pressa) e nella sua mente c'è la voglia di riavere kate e quello che lui ha buttato via. il jack di adesso è un jack che al massimo non si fida dell'altro perchè confuso e con un senso di colpa greve per essere stato lui a prendere decisioni importanti anche per alti, ma non lo vedo come colui che aveva trovato una fede che adesso ha riperso. almeno io la penso così, conoscendo bene kierkegaard e per quello che ho visto in lost.

Simona LaFleur ha detto...

Sono contenta che il post vi sia piaciuto. Francis, wow! Conosci bene l'argomento,ti invito a continuare a illuminarci la strada con qualsiasi pensiero ti venga in mente. "cavaliere della rassegnazione infinita" calza proprio su Jack...

Fra_ ha detto...

Prima di tutto complimenti perchè è un bellissimo articolo! :) Bravissima! Molto molto molto interessante, se il mio professore di filosofia del liceo mi avesse mostrato Lost per spiegarmi queste cose l'avrei adorato :D Comunque posso dire che mi stupisce una cosa? Nei commenti che ho letto non ho trovato nemmeno una volta il nome di John!? A voi il "Cavaliere della fede" non sembra la fotocopia del personaggio di Locke? E' lui che crede nell'assurdo, non è rassegnato e crede che L'ISOLA lo renderà felice e completo. Mentre secondo me Jack può essere Silentio ed il "Cavaliere dell'infinito", cioè Kierkegaard stesso, che ammira gli uomini dall'incrollabile fede ma che non li capisce. In effetti devo confessarvi, visto che siamo in tema filosofico che non ho mai capito perchè proprio al personaggio di John Locke gli sia stato dato questo nome, visto che Locke non era esattamente un uomo "di fede". E per finire quoto Kierkegaard quando dice che Hegel è impossibile da capire. Quanto l'ho odiato! :D

francis ha detto...

@fra: beh si...john locke può essere inteso come il "cavaliere della fede" in quanto lui è convinto che la fede potrà renderlo felice, e che la fede si ha e non si discute. eppoi perchè la contrapposizione jack vs. locke è alla base di lost, sin dalla prima stagione, sono sempre loro due pronti ad andarsi contro. riguardo ai nomi dei personaggi, sono quasi tutti di filosofi o scienziati ma da locke a hume passando per rousseau ricalcano ben poco i personaggi in lost. su hegel voglio dirti che non è impossibile da capire, ma inutile da leggere, fidati!

Fra_ ha detto...

:D Quindi anche inutile da studiare!

francis ha detto...

OT...@fra: infatti è quello che gli ho detto al prof che mi ha fatto l'esame, ma lui non sembrava molto d'accordo! cmq mannaggia al mercoledì, come al solito vedrò la puntata chissà quando!!!aaaaaaaahhhhhh!!!