Arrow: Diggle, David e il riscatto della "quota nera"


C'è una regola non scritta nel mondo dei film e delle serie TV: almeno uno dei personaggi principali deve essere di colore (nel senso che deve esserlo per forza, anche se il film o telefilm in questione è ambientato in un Paese nordico o in Asia Orientale). Nelle trasposizioni da un fumetto, questa regola è portata all'eccesso: pur di inserire quello nero, cambiano il colore di pelle a un personaggio (pensate al film Thor, in cui un dio nordico - e sottolineo DIO NORDICO - era interpretato da Idris Elba, o al prossimo L'uomo d'acciaio in cui Laurence Fishburne sarà Perry White, direttore del Daily Planet). Oltretutto, se un fumetto ha un personaggio nero, lo si rende più importante di quanto esso sia (nella trilogia su Batman di Christopher Nolan, l'amministratore della Waynetech Lucius Fox diventa addirittura colui che costruisce i gadget a Bruce Wayne): questo perché l'inserimento della "quota nera" tra i personaggi principali sembra essere sentito come d'obbligo.

La "quota nera", inoltre, ultimamente si divide in due estremi, grazie all'elezione di Obama: o l'afroamericano (perché nel 90% dei casi è uno solo) di turno è una sorta di leader (in The Event abbiamo visto il presidente Elias Martinez) o è ridotto ai margini (prendete The Vampire Diaries, in cui Bonnie appare solo ed esclusivamente quando c'è un incantesimo da evocare).

Arrow, però, sembra andare verso una rottura di questa regola: non solo abbiamo ben tre personaggi di colore tra i main characters (Diggle, guardia del corpo di Oliver, David, marito di Moira Queen, e Joanna, migliore amica e collega di Laurel), ma essi hanno anche una certa importanza, per non parlare anche della cognata di Diggle, con cui la guardia di Oliver ha un rapporto molto importante. Anzi, c'è chi sostiene anche che gli interpreti di Diggle e David recitino meglio dei colleghi "bianchi", compensando magari la parte tecnica e recitativa.

Primo tra questi è sicuramente John Diggle, il cui ruolo va ben oltre quello di mera spalla di Oliver, dato che è più un mentore di questi, uno che lo porta verso la retta via nella lotta contro le ingiustizie. Oltretutto, Diggle sembra anche reggere bene il confronto con il suo protetto, cavandosela anche meglio di lui quando deve indossare il costume di Freccia Verde.

Insomma, Arrow non solo si sta rivelando una serie ottima e ben strutturata, ma anche un riscatto della regola della "quota nera", mostrandoci continuamente personaggi coi controcoglioni di qualsiasi etnia. Altri punti a favore.
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Articolo di Fabiano Colucci

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