Cosa si può dire... si va di male in peggio. Ripida e piena di schegge
è la discesa che OUAT, ahimè, sta velocemente percorrendo, continuando a lasciarsi dietro sempre più
pezzi. Non è esattamente il massimo affermare che uno show una volta tanto
brillante (voglio dire… uno show creato non da autori qualunque, ma dai signori
di Lost!) adesso vada bene soltanto in generale. La cosa mi delude e mi
rattrista molto. Mi sa che pure gli
autori si sono “lost” su un’isola di nonsense, banalità, pochezza. Mi sa che è
proprio vero che di Lost ce ne uno solo…
Tante cattive nuove e poche buone. La situazione è piuttosto grave se
l’unica cosa che è riuscita a sollevarmi il morale, tirando le somme a fine
episodio, è stata una delle ultime e sempre più ovvie rivelazioni rimaste nello
show, e cioè la possibile, se non praticamente certa, terza identità di Neal. Anche
la madre di Snow, che non vedevo l’ora di conoscere, non mi ha particolarmente
colpita durante uno dei flashback più insignificanti delle serie insieme a
quello di “In the Name of the Brother”, sebbene non mi abbia deluso.
Conosciamo
Eva e il suo famoso triste destino
Ritorniamo all’ultimo giorno di vita della madre di Snow, la
bellissima regina Eva, che come la storia originale vuole (mi fa piacere
constatare che c’è ancora qualcosa di simile alle favole originali), muore
quando la figlia è ancora in tenera età, qui, più precisamente, il giorno del
compleanno della stessa Snow. Una bella
mossa da parte degli autori, non ci sono dubbi. Sanno come rendere altamente
drammatico un evento che già di per sé è decisamente infelice. Anche Eva è
esattamente come me l’aspettavo e come la storia la racconta: grazia, saggezza,
temperanza, charme, garbo e senno fatti a persona, la donna da cui Snow ha
palesemente preso ogni aspetto della sua personalità. Una donna che sa davvero
cosa significa essere un sovrano: doveri morali e il privilegio di poterli
assolvere, non vantaggi materiali o abuso di potere; come guida, dare per prima
il buon esempio di quelli che sono valori come il rispetto e l’uguaglianza che
non conoscono ranghi, l’amore, la giustizia incondizionata anche e soprattutto
con chi si ama di più, e lo vediamo quando Eva, seppur con infinito garbo,
riprende severamente Snow nel momento in cui la bambina rimprovera malamente la
sua serva Johanna praticamente e semplicemente per spregio e superbia. Eva è proprio
la tipica regina buona delle favole. Bella, dolce ma fiera, ammirevole…
Il problema difatti è Snow. Premetto che sono perfettamente cosciente
del fatto che un bambino possa essere più vanitoso e dispettoso di una persona
adulta, e che sia perfettamente normale che, in particolar modo il giorno del
proprio compleanno, non pensi ad altro che ai regali, alla fastosità della sua
mega festa, al vestito rigorosamente perfetto per l’occasione (soprattutto se è
una femminuccia, per di più principessa) e ad essere il migliore, il
protagonista indiscusso della giornata. E’ anche del tutto lecito che la
piccola Snow veda quel prezioso e tanto agognato diadema semplicemente come il
regalo più bello che riceverà mai, un bel gioiello da indossare, e non come il
simbolo della grande responsabilità che proprio durante la festa del suo
compleanno, le finirà sulle spalle, più che sulla testa. Non riesce a vedere la
festa in suo onore come il giorno della sua incoronazione in senso etico, ma
soltanto in senso stretto, prettamente materiale. E’ la sua festa, e lei
capisce soltanto che semmai sarà regina di qualcosa, lo sarà di questo sfarzoso
evento. Da una parte è anche una cosa tenera, specchio dell’ingenuità di tutti
i bambini. Quindi, vedere anche la piccola e dolce Snow atteggiarsi ed essere
tanto presa da se stessa la rende sicuramente realistica, a tutto tondo, non
solo e sempre buona, pura e perfetta, una bambina che, come tutte le altre, ha
ancora tanto da imparare; ma allo stesso tempo, però, crea qualche discordanza
di troppo. Mi chiedo come sia logicamente possibile che
- - con una
madre così che l'ha cresciuta per almeno dieci anni buoni, una ragazzina di per
sé già molto sveglia e pura come Snow possa essere tanto arrogante,
presuntuosa, superficiale, snob ... sprezzante di chi crede inferiore a lei
e ancora convinta che esista un essere
umano superiore ad un altro soltanto in virtù di qualche coroncina d’oro: pur consapevole
che la povera, umilissima e gentilissima Johanna tenga a lei e a tutto ciò che
le appartiene, Snow umilia comunque la donna con aria di superiorità e
sufficienza. La mortifica per via di quel basso rango che, secondo lei,
impedisce a Johanna di provarsi il suo prezioso diadema anche solo per gioco. Non
si mette nei panni di chi non ha tutto quello che a lei ma che lo sogna anche
solo spassionatamente, di chi le sta vicino e, nonostante la mossa azzardata
(provarsi un prezioso diadema di proprietà altrui, tutt’al più l’errore è stato
questo, e non un problema di meritocrazia), non si sognerebbe nemmeno di
mancarle di rispetto in nessun modo.
- - subito
dopo, ammettendo che tale
comportamento sia a questo punto radicato, oltre che sensato, basti un solo e semplice rimprovero da
parte di Eva per ritrasformare Snow nella persona responsabile e altruista che
conosciamo, una ragazzina a cui non interessa più della sua amata festa di
compleanno e che tiene semplicemente alla vita di sua madre; una ragazzina che scende
a patti col diavolo pur di farle del bene e salvarla, e dobbiamo anche fingere
che la tenera età non la renda cocciuta e atta a perseverare come qualunque
altro bambino. Improvvisamente, nonostante sia fortemente combattuta, sa qual è
la cosa giusta da fare. Sa che per salvare la vita ormai al termine della sua
madre malata, non può sacrificare quella di qualcun altro accendendo la candela
che la fata Turchina le ha dato. Nonostante creda di aver fatto una cosa
orribile nel condannare a morte la persona che ama di più al mondo, e la cui prossima
perdita le sta straziando l’anima, sa che non può deludere le aspettative di
Eva (che confida nella bontà di sua figlia e vuole solo questo per lei), che
non può commettere un crimine ancora
peggiore e doppiamente egoistico, qualcosa che persino la magia, se non quella nera col suo immenso e
proibito potere, non può fare, e cioè andare contro natura e farlo senza
pagarne il prezzo. Una vita per una vita, in fondo anche la magia nera non
sfugge all’equilibrio naturale delle cose.
Quale delle due personalità, allora, è vera? Si, perché posta in
questo modo, Snow non può essere entrambe le cose. Luce e oscurità regnano in
ognuno di noi, questo è vero, è la realtà delle cose, ma non saltano fuori,
l’una annullando l’altra, nel giro di un pomeriggio, non quando si tratta di
valori tanto forti che necessitano di tempo ed esperienza per radicarsi
nell’anima. Nel qual caso fossero innati, ci vorrebbero comunque altrettanto
tempo ed esperienze negative per sradicarli, (nonostante sia una lezione che si
possa imparare praticamente a tutte le età, questo non implica che bastino
poche ore)! Quindi come funziona? O si rendono verosimili e a tutto tondo i
personaggi delle favole, o restano ancora piatti, surreali e magicamente
perfetti in un secondo? Personalmente credo che entrambi gli elementi siano
indispensabili per conferire perfezione, genialità ed equilibrio ad uno show
che era infatti stato capace di portare a nuova vita le favole miscelando
perfettamente gli elementi fiabeschi tradizionali (dalla natura dei personaggi
alla trama, le dinamiche e la morale delle storie, la magia, l’incanto) con una
fresca fantasia innovativa, realistica, moderna e ben dosata. A quanto pare il
frullatore e il contagocce della produzione devono essersi rotti di questi
tempi.
In compenso l’interpretazione di Bailee Madison, la piccola Snow, è
come sempre micidiale. Quella ragazzina è un prodigio e io la adoro! La bravura
e la precisione con cui riproduce i modi di fare della Goodwin, l’enfasi del
suo recitato… mi lasciano sempre senza fiato. La sua intera performance dal
momento della morte di Eva fino alla fine del cordoglio funebre è stata
sensazionale, devastante. Il suo voler rappresentare la sofferenza senza troppi
strazi e spettacolarità (sono molto più sentiti e percepibili i gesti più
intimi e nascosti), ha reso credibile e toccante l’immenso dolore e lo shock di
una figlia che ha appena perso la propria madre, la sua fonte di protezione,
amore, il suo punto di riferimento; la sofferenza è così grande da “sedarla” ed
estraniarla dal mondo che la circonda (non si accorge infatti di essere rimasta
immobile a piangere e pregare in silenzio anche diverso tempo dopo la fine del
cordoglio, quando tutti sono andati via dal un bel pezzo) e la rende improvvisamente
adulta: il suo sguardo è spento, senza speranza, inesorabilmente consapevole
del peso che quel bel diadema ha acquisito di colpo. E’ una giovanissima donna a cui è crollato il mondo addosso, un macigno
che sarà comunque costretta a sollevare in virtù dei suoi doveri regali. Dovrà portarlo
da sola, con le sue sole forze e con l’unica consolazione proveniente dalle
ultime parole di Eva: lei è fiera della sua bambina, di quello che non ha fatto
dimostrando forza e coraggio, ciò che la renderanno una sovrana ideale; finché
Snow porterà tale insegnamento nel cuore e se ne ricorderà ogni qual volta si
sentirà in difficoltà, sarà come se Eva non l’avesse mai lasciata. La l’idea
che si “trasforma” in persona. E’ sempre stato questo il potere e la “magia”
del pensiero, la forza e l’immortalità di un idea che rende immortali e uniti
tutti coloro che si battono per essa.
L’inganno
e il grande piano di Cora.
In molte versioni della favola di Biancaneve si racconta che la morte
di sua madre non fu accidentale, ma premeditata e causata dalla matrigna/strega
cattiva per usurparle il trono infilandosi nel letto del re. Direi che
l’adattamento di tale circostanza in OUAT è abbastanza fedele e allo stesso
tempo originale. Non essendo la corona un’ambizione di Regina, ma parte del
disegno di vendetta e potere della sua di madre, è Cora ad aver avvelenato Eva,
ed è sempre lei che si è finta la fata Turchina nel tentativo di corrompere il
cuore puro di Snow con la magia nera (è ovvio che la vera fata Turchina non
avrebbe mai offerto ad una bambina una soluzione tanto ambigua né avrebbe
utilizzato la magia nera nemmeno nel più grave dei casi).
E’ esattamente questo ciò che Cora, col cuore pieno di invidia e
risentimento, promette sul letto di morte di Eva: riuscirà ad annerire l’animo
di Snow, così da distruggere il suo ricordo e disonorarla, e a portare Regina sul trono affinché tutti
sappiano cosa si prova ad essere la
figlia di un mugnaio. Appare chiaro che Cora ed Eva condividono una fetta di
passato dove la seconda deve essersi trovata in una posizione di vantaggio
rispetto alla prima: Cora sente il peso di un torto che Eva deve averle fatto e
in tutti gli anni avvenire non ha fatto altro che organizzarsi (imparando la
magia, uccidendo e ingannando persino la sua stessa figlia) per riscattarsi. In
più, Cora invidia l’amore reciproco tra Eva e Snow perché, per quanto predichi
che il potere sia tutto, soffre del fatto che Regina non la stimi allo stesso
modo. Ma in fondo è questo ciò che la spinge sempre di più verso la tenebra, la
delusione e la diffidenza, la debolezza di fronte il dolore che amore e bene a
volte causano. Tutto abbastanza prevedibile, ma per niente male. La banalità
viene compensata da quello che ormai è il raro tratto prettamente “fiabesco”
degli eventi nello show.
La
corsa al pugnale: un gioco di strategie, inganni, corruzione.
Adesso che Rumple è fuori città, Cora, insieme a Regina, è alla ricerca del Pugnale dell’Oscuro Signore.
Con l’unico e segreto scopo ottenerlo semplicemente per se stessa e per
accrescere unicamente il proprio potere (uccidendo Rumple /prendendone il posto
o soltanto controllandolo), la Vecchia
- - si serve
dell’aiuto della figlia per rintracciare l’arma, visto che è Regina l’unica a
sapere dove cercare e perché: in caso di pericolo ed emergenze, intuisce
che Gold rivelerebbe il nascondiglio del pugnale soltanto alla sua amata e
fidata Belle. Così Regina fruga furtivamente tra gli effetti personali della
ragazza, trovando e rubando un foglietto con su scritte le ambigue coordinate
di uno scaffale della biblioteca cittadina gestita appunto da Belle. Qui si
trova infatti la mappa di Gold che illustra quello che poi si rivelerà il falso
luogo in cui è sepolto il pugnale (chiamatelo scemo! A volte è un bene non
fidarsi nemmeno di chi si ama, più che altro perché non si sa mai quello che
possa capitare loro). Nel caso di Regina, Cora le promette, o meglio, la
convince e credere di voler recuperare l’oggetto soltanto per aiutarla a
riavere Henry, per vederla felice, per riscattarsi come madre; riesce a farle
ricredere che l’unico modo per ottenere tutto è il potere/la forza e che una
volta fatti fuori tutti i Charmings per mano di quel Tremotino che loro
controlleranno con il pugnale, Henry sarà di nuovo suo e darà la colpa di tutto
a Rumple, cercando consolazione tra le braccia della sua matrigna.
- - approfitta
della sete di vendetta di Hook e della sua professione per decifrare la mappa,
facendogli credere che in cambio gli darà la possibilità di uccidere Tremotino
una volta recuperato il pugnale.
Ora, che Cora si stia servendo sia della figlia che del pirata è
abbastanza ovvio, e visto che non saprebbe fare altro anche volendo, il fatto
che due persone acute come loro non se ne siano rese conto è ancora più grave.
Ma pare che, diamo la colpa alla magia che è fin troppo facile e banale, tutti
intorno a Cora siano diventati improvvisamente ritardati mentali facilmente
manipolabili. Io dico, come si fa a credere che una donna palesemente egoista,
ambiziosa e assetata di potere come Cora possa desiderare di ottenere qualcosa
per fare un favore a qualcun altro prima che a se stessa? Mente, inganna,
manipola, usa. Non ci vuole uno scienziato per capirlo. E invece ecco che Hook,
un uomo di mondo, il re dei doppi giochi, non si rende conto che una volta decodificata
la mappa, la Vecchia si sbarazzerà inesorabilmente di lui! E Regina, un’altra
professionista di strategia, astuzia e manipolazione, non è certo meno out of
character o più intelligente! … e che gli autori non mi tirino fuori la scusa
dell’affetto di figlia con sindrome di abbandono che le sta annebbiando il
giudizio perché proprio non sta in piedi. Dopo anni di gravi mancanze e
sofferenza, non è umanamente possibile fidarsi di nuovo e repentinamente della
donna che ti ha distrutto la vita, e di cui conosci benissimo la natura
prettamente marcia, SOLTANTO PERCHE’ E’ TUA MADRE (soprattutto visto che lo è
solo geneticamente parlando!), soltanto perché sei debole! E in ogni caso, ammettendo
che le intenzioni da genitore premuroso di Cora siano sincere, come fa Regina a
pensare che Henry sarebbe così stupido da non capire, prima o poi, come sono
andate le cose, qualunque cosa possa fare Cora per coprire le loro tracce? Lui
sa benissimo che l’Oscuro può essere controllato per mezzo del suo pugnale, e
con Cora nei paraggi, chiunque imputerebbe soltanto a lei un atto tanto crudele e insolito se attribuito
alla libera volontà di Rumple per quello che è adesso (una persona anche solo
un po’ migliore rispetto al passato). E una volta scoperti i rapporti
ristabiliti tra Cora e Regina, Henry si renderebbe conto immediatamente che
Regina non è mai stata allo scuro o al di fuori dell’intera faccenda. Aiutare la
Cora a fare una carneficina di massa per poi mantenere il segreto non la renderebbe
meno colpevole agli occhi di Henry: sarebbe una complice, sarebbe una persona
peggiore di Cora, quella persona che aveva il potere di fermarla e che non l’ha
fatto. Ma anche nel qual caso Henry lasciasse centinaia di neuroni in giro per
New York, come può Regina pensare di convivere con una tale colpa, un tale
segreto, una tale bugia nei confronti di chi dice di amare? Come, dopo tutto
quello che ha imparato a sue spese e guadagni con Henry?
La stessa cosa vale per il suo incontro/scontro verbale con Snow, i
suoi risentimenti nei confronti dell’ipocrisia e della diffidenza che gli
abitanti di Storybrooke le hanno dimostrato durante il suo tentativo di
redenzione, motivano in modo soddisfacente il suo rifiuto a riprovarci tornando
a collaborare con Snow e tutti gli altri. Tuttavia, di fronte a questo, di
fronte al suo orgoglioso riaffermare che tutto si ottiene solo col potere, è
ridicolo metterle in bocca frasi come “Sono io quella buona, sei tu che hai
aggiunto CATTIVA accanto il mio nome”. Per non parlare della cattiveria
gratuita di “Cosa vuoi saperne tu di
cosa significa avere una madre”, affermazione che Regina proprio non ha il
diritto di fare. La sua è stata tutto fuorché una madre e questo lei fa solo
finta di non saperlo perché la verità non le conviene (Regina una codarda. Qui
stiamo davvero toccando il fondo!). In più, se magari si fosse sforzata di
sostituire degnamente Eva, Snow sarebbe stata sicuramente più esperta in materia
(ammettendo per assurdo che non ne sappia più di Regina a priori)! Mi rattrista
dover inevitabilmente riprendere il mio personaggio preferito (che è tale
proprio perché lo credevo molto in gamba) per certe bassezze che proprio non
sono da lei. Voglio dire, adesso dovrebbe sapere bene cosa significa essere
davvero buoni, dovrebbe aver imparato molto dal suo periodo di redenzione,
ricordare a priori chi era e com’era prima della morte di Daniel. Non ha senso
che si comporti male e poi abbia il coraggio di dire che è lei quella buona. E’
davvero impossibile che a questo punto non sappia fare la differenza e non sia
consapevole delle sue azioni attuali. La sua vita non è stata fatta soltanto di
esperienze negative, che come sappiamo accanisco e induriscono l’animo. A
questo punto, per quanto comunque sintomo di una tremenda regressione del
personaggio, sarebbe più dignitoso farle ammettere che trova più conveniente
agire con cattiveria, piuttosto che farla apparire come quella che crede di
essere nel giusto soltanto perché la fortuna è dalla sua parte e perché crede
che sia il mondo intero ad esserle contro. Di conseguenza è altrettanto inutile
e insensato mostrare e darle qualche istante in cui è titubante e amareggiata,
ad un passo dalla verità su sua madre - quando sente Cora parlare del potere
del pugnale con tanta ambizione, quando scopre e si rende conto di quanto è
costato il proprio trono e su quali atti terribili della Vecchia poggia, quando
capisce che non ha senso che la Vecchia asserisca di voler conquistare altro
potere per la figlia se ha già ottenuto tutto ciò quello che voleva, e cioè
renderla una sovrana, una donna abbastanza potente da riprendersi Henry anche
senza il pugnale- se poi basta
un’insulsa moina e bugia di Cora per farla ricadere in uno status di
incoscienza totale con tanto di collare da cagnolino obbediente.
Questa non è Regina, è qualcosa di indefinito, contradditorio, indegno!
Che tristezza! Ridatemi la mia Regina, intelligente, matura, decisa, coerente,
che ha imparato ad amare di nuovo pur rimanendo se stessa! Ridatemi quella
donna, ridatele il lungo, faticoso e magnifico percorso di crescita che le
avete cancellato in meno di un episodio e smettiamola con questa squallida
farsa fuori tema! Una scelta registica e
uno cambiamento di rotta nel percorso del personaggio che sono penosi, fuori
luogo, insensati, un affronto alla splendida continuity del suo background.
La situazione precipita anche a Storybrooke, sia registicamente
parlando, sia per la drammaticità e gravità degli eventi, di per sé molto
avvincenti e intriganti, ma purtroppo vittime di una banalità e illogicità
dovute ad una mancanza di attenzione che proprio non mi sarei mai aspettata dai
creatori di questo show.
E’ il giorno del compleanno di Snow, e ricordandole più che altro la
morte della sua amata madre - morte di cui tra l’altro si sente ancora
responsabile nonostante abbia fatto la scelta giusta - la ragazza si rifiuta di
festeggiarlo, così come ha sempre fatto dopo quel triste giorno. Ma se i
tentativi di David per farle cambiare idea e farla felice (le interazioni di
questa coppia, anche le più semplici, non smetteranno mai di incantarmi: la
loro complicità è meravigliosa) restano vani, Snow riceve comunque un regalo di
compleanno che riesce a gradire e a riempirle il cuore di gioia: il suo vecchio
e famoso diadema. Intuisce immediatamente che Johanna, l’unica ad averlo potuto
custodire in ricordo di Eva, è ancora viva e si trova a Storybrooke. E’ sempre
un bel momento quello in cui un personaggio ha la possibilità di tornare
indietro nel tempo ritrovando affetti familiari perduti, nel caso di Snow,
l’unico e quindi importantissimo legame che le è rimasto con la madre. Il suo
contro con Johanna è stato molto intenso e toccante, il tipico barlume di
felicità in un luogo e un tempo di pericoli, dolore, precarietà, male. Ecco
perché quando la nostra brunetta riesce finalmente a riabbracciare la sua
nutrice, sorprende accidentalmente, e a loro insaputa, Cora e Regina insieme
nel bosco, intente a scavare nel punto indicato dalla mappa e a parlottare del
pugnale. Resasi conto dell’inganno che Regina porta avanti da diverso tempo,
stavolta non biasimo per niente le convinzioni di Snow riguardo la sua matrigna.
Regina ha miseramente perso la sua occasione, e per quanto questa scelta di
percorso sia banale e nonsense, adesso
merita sfiducia, merita davvero che tutti pensino che non abbia mai veramente
tentato di cambiare e che non cambierà mai. Eppure, una volta avvertito suo
marito e consultatasi con lui (che di buone nuove non ne ha nemmeno, visto che
è stato aggredito da Hook che si è ripreso il suo uncino e sbrigarsela da solo
con Tremotino a New York), Snow decide comunque di parlarle, e non credo
l’abbia fatto soltanto per metterle la pulce nell’orecchio riguardo Cora in
modo da confonderla, metterla contro la
madre e rallentare così la caccia al pugnale fino al ritorno di Gold. Io credo
che Snow fosse più sincera di quanto lei stessa sapesse quando ha esortato
Regina a scegliere il bene visto tutto l’impegno dimostrato e i risultati ottenuti quando ha provato a cambiare. Credo volesse
davvero metterla in guardia e proteggerla da Cora quando le ha detto che alla
Vecchia non interessa né di Henry né di Regina stessa. Credo che in fondo le
voglia ancora abbastanza bene da volerla ancora salvare.
Ad ogni modo, avendo fallito con Regina, Snow, grazie ad Emma, riesce per
lo meno a convincere telefonicamente Gold a farsi rivelare l’esatta e vera
posizione del pugnale, così da poterlo recuperare prima di Cora.
Mi stupisco
anche qui di come una ragazza tanto intelligente come Snow non abbia fatto i
conti con il modus operandi di Cora, che lei conosce bene: era abbastanza ovvio
e prevedibile che, una volta appreso da Regina che Snow le aveva scoperte,
tentando inutilmente di sabotarle, Cora avrebbe previsto che la ragazza avrebbe
a sua volta agito in maniera più drastica, andando direttamente a cercare il
pugnale. Di conseguenza era anche
inevitabile che Cora avrebbe appositamente lasciato che Snow trovasse il
pugnale per lei, così da risparmiarsi inutili ricerche e presentarsi al momento
di riscuotere con un ottimo oggetto di scambio/ricatto in mano (Johanna). Anche
la scena durante la quale Cora minaccia per l’appunto Snow per avere il pugnale
di Gold, mentre Regina tiene il cuore di Johanna in mano, è stata pessima,
costruita in modo pietoso e piena di banalità e incongruenze. Con un paio di
semplici e magici appannaggi delle mani, Cora si prende il pugnale e uccidere Johanna
scaraventandola fuori dal rosone dell'orologio, la cui lancetta era in realtà
il fantomatico pugnale (nascondiglio originale e ingegnoso, come ogni cosa di
Gold). Questo implica che la Vecchia avrebbe potuto fare entrambe le cose in
qualsiasi momento e che, se escludiamo il suo caratteristico e sadico gusto di
voler ferire la gente con le parole, non le serviva affatto minacciare Snow per
avere ciò che voleva. In più, sempre in virtù della sua mente brillante, capace
di ragionare con la testa del nemico (glielo abbiamo visto fare molte volte), non
è da Snow non prevedere che, avesse o non avesse ceduto il pugnale a Cora,
quest'ultima avrebbe comunque fatto fuori Johanna, mossa a priori abbastanza
tipica e scontata da parte del cattivo della storia. Infine, se davvero Snow, a
detta delle crudeli parole manipolatorie di Cora, avesse davvero seguito e
voluto seguire di nuovo le aspettative e gli insegnamenti della madre, come
quando decise di sacrificarla insieme al proprio egoismo pur di non troncare
nessuna vita innocente, avrebbe dovuto sacrificare anche Johanna per il bene di
un'intera cittadina, e non tentare di salvarla lasciando che Cora avesse la
possibilità di scatenare un'apocalisse locale. Invece, parlando col senno di
poi, se Snow avesse interpretato bene le parole di Cora, si sarebbe tenuta il pugnale
e la Vecchia si sarebbe tirata la zappa sui piedi da sola. In entrambi i casi
la cosa non avrebbe avuto senso, e questo perché gli autori hanno spacciato per
lo stesso tipo di gesto due scelte che in realtà sono praticamente opposte.
Ancora una volta regna l’assunto “le cose dovevano andare per forza così e non
importa se non hanno un filo logico e preciso”. Un errore a dir poco grossolano
che dimostra la scarsa attenzione e interesse per l'analisi, per niente
accurata, delle storyline.
Sulla stessa triste scia è la reazione e scelta finale di Snow quando
si ritrova a piangere sulla tomba dell’ennesima persona cara e innocente persa
a causa di Cora e Regina, visto che ha anche scoperto che è stata sempre Cora
ad aver ucciso sua madre. E’ lecito, dopo anni e anni passati a fare la cosa
giusta e onesta, e sperando quindi di guadagnare bene e lieti fine invece di
morte, dolore e distruzione, pensare che sia arrivato il momento di farsi
giustizia da soli, senza regole o morale, che forse usare le cattive permette
di ottenere maggiori risultati, dato il perenne successo dei malvagi. Ma è
anche vero che personalmente, e nei panni di una donna determinata e dal cuore puro come Snow, non prenderei mai quella
strada. Anche solo per principio e partito preso, anche solo in onore di mia
madre, anche solo perché DOVREI SAPERE BENISSIMO che questo è ciò che Cora ha
sempre voluto, ciò che ha trasformato Regina nella persona orrenda che è oggi,
e cioè ciò che Snow cerca di combattere da una vita. Davvero vuole trasformarsi
in tutto quello che ha sempre disprezzato? Davvero pensa che uccidere qualcuno
che merita di morire scongiurerà un così inevitabile destino o maledizione? E’
quello che David tenta di spiegarle… in vano.
Intanto,
a New York…
Neal e Henry si conoscono sempre meglio, trascorrono la giornata
insieme, scherzano, ridono, vanno molto d’accordo, sono in sintonia ed è
meraviglioso! Ma questi bei momenti ormai si pagano cari in OUAT. Infatti
sembra sia diventata una moda (infondata, tra l'altro) dire continuamente ad
Emma "Sei come Regina". Henry è diventato davvero pesante, ogni scusa
è buona (una pizza...che non parla e non pensa, ma a quanto pare è in grado di
non mentire! Svegliati, tesoro, non sei a Fairyland!) per dire "Emma dice
la bugie", e a Tremotino è finita come per la parodia di Stefan che per
contrattato deve dire ad Elena "Sei asservita a Damon" ogni 10 minuti.
Capisco quanto sia necessario, realistico e produttivo, in uno show come questo,
mostrare il lato debole/peggiore di qualunque personaggio buono e positivo,
serve a non farcelo idealizzare troppo e per permetterci di capire e amare di
più i personaggi cattivi. Ma è davvero forzato, e soprattutto banale come una
frase fatta, mettere Emma sullo stesso piano di Regina, prima di tutto perché
personalmente non vedo similitudini per poterle paragonare, ma soprattutto
perché penso sia una strategia telefilmica elementare e stantia. Se Emma pensa
che Neal possa deludere Henry, e che a lui serva imparare questa lezione anche
a caro prezzo per poi tornare sui suoi passi, ne ha tutto il diritto. I
precedenti sono quelli che sono e in questo suo pensiero vedo solo una madre matura
che non può insegnare la cosa giusta al proprio figlio usando sempre coccole e
caramelle, una madre che lo lascia libero di sbagliare. Non vedo Regina, non
vedo quella donna che ha umiliato e sottovalutato il proprio figlio e gli ha
mentito semplicemente per tornaconto personale. Ma se di Rumple non sopporto il
voler ottenere qualcosa tramite terzi facendo loro credere che sia di loro
primario interesse (consigliare ad Emma di convincere Neal a venire a
Storybrooke se non vuole perdere Henry… si insomma, alla faccia di quello che
poco prima le ha detto “Tu hai mentito ad Henry soltanto per proteggere te
stessa”) adoro il suo vederci lontano quando si tratta di sentimenti. Ha capito
benissimo che Emma è ancora innamorata di Neal… e lei non riesce a farne
mistero.
Ora, se per Cora e Regina, pur avendo la memoria immune al sortilegio,
è più conveniente restare a Storybrooke con la loro magia (e il benedetto
pugnale) per neutralizzare Rumple, per Hook è più facile uccidere Tremotino
laddove lui non ha poteri magici, così come del resto avrebbe voluto fare sin
dall’inizio prima che Cora lo dissuadesse temporaneamente. Quindi, a bordo del
suo galeone magico, il pirata raggiunge New York e trafigge Rumple vicino il
cuore nel momento meno opportuno, aggiungerei. Si, perché, escludendo il fatto
che Rumple si trovasse a dover fronteggiare problemi ben più urgenti e
importanti, il fatto che Hook continuasse a fargli la guerra cercando vendetta dopo
tutto quello che è successo è diventato un po’ infantile e sfibrante. Per lo
meno si è beccato una bella botta in testa da Emma prima che facesse ulteriori
danni e forse la smetterà una volta per tutte di ripetere la filastrocca “Tu mi
hai portato via Milah e adesso io ti ammazzo”… si spera. Per adesso sappiamo
solo che è stato rinchiuso da qualche parte a casa di Neal, che nei confronti
di suo padre, cambia improvvisamente atteggiamento. E’ triste che si riesca a
capire quanto si ama una persona soltanto quando stai per perderla, ma quando
la situazione è piuttosto complicata per risolversi in tempo utile, meglio
tardi che mai, insomma. E’ stato bellissimo vedere Neal chinarsi pieno di
preoccupazione verso suo padre mentre sussurrava a voce tremante “papa”! E’ toccante
vederlo fare di tutto per salvarlo, sentire come cerchi di credere con tutto se
stesso che ci riuscirà. Le condizioni di Rumple difatti sono gravi: l’uncino di Hook, come la storia vera
racconta (è bene sottolinearlo, visto che ormai è diventato un optional
rimanere fedeli anche solo un po’ alla versione originale delle favole), era
intriso di uno sei suoi famosi veleni letali e che non ha antidoto che possa
essere reperibile se non a Fairyland. Gold sta per morire. A questo punto,
nonostante Emma non fosse riuscita a convincere Neal con la storia di quanto
fosse meglio per Henry mantenere unita la famiglia (non che ormai non fosse
sincera: sta iniziando a vedere quanto Neal si stia impegnando con Henry, e
questo è un bene, perché fortunatamente Neal è in buona fede) tornare a
Storybrooke tutti insieme diventa vitale e inevitabile, e l’unico modo per
arrivarci rapidamente è il veliero di Hook, che guarda caso Neal, dopo essersi
lasciato sfuggire di conoscere Uncino, sa guidare. Ancora una volta è stato
l’insieme di circostanze apparenti a depistarmi circa le multi-identità di
Neal. Ma ancora una volta le mie supposizioni iniziali, quelle fatte a caldo
senza soffermarmi troppo e su troppi particolari, erano esatte. Neal conosce
Hook, Neal sa guidare il suo veliero, Neal rivela di non essere arrivato
direttamente nel nostro mondo quando è stato risucchiato dal fagiolo magico e
che questo spiega come lui oggi non dimostri e non abbia più di 200
anni....NEAL E' PETER PAN! Peter Pan guidò il veliero di Hook per riportare
Wendy a casa alla fine della loro avventura insieme. Peter Pan, se vogliamo
attenerci anche alla versione/continuazione di Spealberg, “Hook”, con Robin
Williams e Dustin Offman, decise di rimanere con Wendy (o meglio con sua nipote
Moira) e non fare più ritorno a Neverland, iniziando a crescere. A Proposito di
“Moire”… Neal, essendosi rifatto una vita dopo Emma, è anche fidanzato, motivo
per cui era abbastanza restio all’idea di trasferirsi a Storybrooke… ed Emma
non l’ha presa proprio bene. Come sempre ammiro il suo sangue freddo. Adesso mi
domando solo: tenterà di riconquistare Neal, o si lascerà conquistare da Hook?
Come ormai saprete, io tifo spudoratamente per il pirata, difetti e ossessioni
inclusi!
E’ ormai chiaro che questo episodio non mi sia piaciuto quasi per
niente, e che va a sommarsi a quella che diventa una lista di delusioni che
ormai si susseguono senza pause o eccezioni. Rivoglio il mio show… rivoglio l’Incanto
con la “I” maiuscola, rivoglio la mia Regina, rivoglio quella serie televisiva
dove tutto era perfetto, curato, logico, dettagliato, geniale. Però una
nota positiva c’è, qualcosa che mi ha colpito in positivo: trovandomi
stranamente a spendere di nuovo una buona parola per lei, il discorso che Emma fa a Tremotino circa la
fiducia che bisognerebbe avere almeno verso la propria famiglia è stato molto
bello. Ha messo in luce la maturità che spesso Emma dimentica di usare.
Nonostante la sua diffidenza nei confronti del mondo, per via delle infinite
esperienze negative vissute, Emma sa bene cosa vuol dire non avere una famiglia
da amare e che la ami, ecco perché è disposta a mettere da parte ogni
divergenza e rancore nei confronti di Rumple adesso che sa che quell’uomo è il
nonno di suo figlio… per Henry, per poter avere lei stessa anche solo un
pizzico di quella che possa essere una vera famiglia, poco importa che non sia
perfetta. Nessuna famiglia lo è, ed è proprio questo che, soprattutto agli
occhi di qualcuno che ha vissuto una vita fuori dal comune, la rende “normale”.
Quindi no, non credo che Emma abbia parlato a Gold in questi termini
semplicemente per ottenere la posizione di uno stupido pugnale.
Voto: 6 +
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