ONCE UPON A TIME - Analisi 2x15 - "The Queen is Dead"



Cosa si può dire... si va di male in peggio. Ripida e piena di schegge è la discesa che OUAT, ahimè, sta velocemente percorrendo,  continuando a lasciarsi dietro sempre più pezzi. Non è esattamente il massimo affermare che uno show una volta tanto brillante (voglio dire… uno show creato non da autori qualunque, ma dai signori di Lost!) adesso vada bene soltanto in generale. La cosa mi delude e mi rattrista molto.  Mi sa che pure gli autori si sono “lost” su un’isola di nonsense, banalità, pochezza. Mi sa che è proprio vero che di Lost ce ne uno solo…
Tante cattive nuove e poche buone. La situazione è piuttosto grave se l’unica cosa che è riuscita a sollevarmi il morale, tirando le somme a fine episodio, è stata una delle ultime e sempre più ovvie rivelazioni rimaste nello show, e cioè la possibile, se non praticamente certa, terza identità di Neal. Anche la madre di Snow, che non vedevo l’ora di conoscere, non mi ha particolarmente colpita durante uno dei flashback più insignificanti delle serie insieme a quello di “In the Name of the Brother”, sebbene non mi abbia deluso.


Conosciamo Eva e il suo famoso triste destino
Ritorniamo all’ultimo giorno di vita della madre di Snow, la bellissima regina Eva, che come la storia originale vuole (mi fa piacere constatare che c’è ancora qualcosa di simile alle favole originali), muore quando la figlia è ancora in tenera età, qui, più precisamente, il giorno del compleanno della stessa Snow.  Una bella mossa da parte degli autori, non ci sono dubbi. Sanno come rendere altamente drammatico un evento che già di per sé è decisamente infelice. Anche Eva è esattamente come me l’aspettavo e come la storia la racconta: grazia, saggezza, temperanza, charme, garbo e senno fatti a persona, la donna da cui Snow ha palesemente preso ogni aspetto della sua personalità. Una donna che sa davvero cosa significa essere un sovrano: doveri morali e il privilegio di poterli assolvere, non vantaggi materiali o abuso di potere; come guida, dare per prima il buon esempio di quelli che sono valori come il rispetto e l’uguaglianza che non conoscono ranghi, l’amore, la giustizia incondizionata anche e soprattutto con chi si ama di più, e lo vediamo quando Eva, seppur con infinito garbo, riprende severamente Snow nel momento in cui la bambina rimprovera malamente la sua serva Johanna praticamente e semplicemente per spregio e superbia. Eva è proprio la tipica regina buona delle favole. Bella, dolce ma fiera, ammirevole…
Il problema difatti è Snow. Premetto che sono perfettamente cosciente del fatto che un bambino possa essere più vanitoso e dispettoso di una persona adulta, e che sia perfettamente normale che, in particolar modo il giorno del proprio compleanno, non pensi ad altro che ai regali, alla fastosità della sua mega festa, al vestito rigorosamente perfetto per l’occasione (soprattutto se è una femminuccia, per di più principessa) e ad essere il migliore, il protagonista indiscusso della giornata. E’ anche del tutto lecito che la piccola Snow veda quel prezioso e tanto agognato diadema semplicemente come il regalo più bello che riceverà mai, un bel gioiello da indossare, e non come il simbolo della grande responsabilità che proprio durante la festa del suo compleanno, le finirà sulle spalle, più che sulla testa. Non riesce a vedere la festa in suo onore come il giorno della sua incoronazione in senso etico, ma soltanto in senso stretto, prettamente materiale. E’ la sua festa, e lei capisce soltanto che semmai sarà regina di qualcosa, lo sarà di questo sfarzoso evento. Da una parte è anche una cosa tenera, specchio dell’ingenuità di tutti i bambini. Quindi, vedere anche la piccola e dolce Snow atteggiarsi ed essere tanto presa da se stessa la rende sicuramente realistica, a tutto tondo, non solo e sempre buona, pura e perfetta, una bambina che, come tutte le altre, ha ancora tanto da imparare; ma allo stesso tempo, però, crea qualche discordanza di troppo. Mi chiedo come sia logicamente possibile che
-          - con una madre così che l'ha cresciuta per almeno dieci anni buoni, una ragazzina di per sé già molto sveglia e pura come Snow possa essere tanto arrogante, presuntuosa, superficiale, snob ... sprezzante di chi crede inferiore a lei e ancora convinta  che esista un essere umano superiore ad un altro soltanto in virtù di qualche coroncina d’oro: pur consapevole che la povera, umilissima e gentilissima Johanna tenga a lei e a tutto ciò che le appartiene, Snow umilia comunque la donna con aria di superiorità e sufficienza. La mortifica per via di quel basso rango che, secondo lei, impedisce a Johanna di provarsi il suo prezioso diadema anche solo per gioco. Non si mette nei panni di chi non ha tutto quello che a lei ma che lo sogna anche solo spassionatamente, di chi le sta vicino e, nonostante la mossa azzardata (provarsi un prezioso diadema di proprietà altrui, tutt’al più l’errore è stato questo, e non un problema di meritocrazia), non si sognerebbe nemmeno di mancarle di rispetto in nessun modo.
-          - subito dopo, ammettendo che  tale comportamento sia a questo punto radicato, oltre che sensato, basti un solo e semplice rimprovero da parte di Eva per ritrasformare Snow nella persona responsabile e altruista che conosciamo, una ragazzina a cui non interessa più della sua amata festa di compleanno e che tiene semplicemente alla vita di sua madre; una ragazzina che scende a patti col diavolo pur di farle del bene e salvarla, e dobbiamo anche fingere che la tenera età non la renda cocciuta e atta a perseverare come qualunque altro bambino. Improvvisamente, nonostante sia fortemente combattuta, sa qual è la cosa giusta da fare. Sa che per salvare la vita ormai al termine della sua madre malata, non può sacrificare quella di qualcun altro accendendo la candela che la fata Turchina le ha dato. Nonostante creda di aver fatto una cosa orribile nel condannare a morte la persona che ama di più al mondo, e la cui prossima perdita le sta straziando l’anima, sa che non può deludere le aspettative di Eva (che confida nella bontà di sua figlia e vuole solo questo per lei), che non può  commettere un crimine ancora peggiore e doppiamente egoistico, qualcosa che persino  la magia, se non quella nera col suo immenso e proibito potere, non può fare, e cioè andare contro natura e farlo senza pagarne il prezzo. Una vita per una vita, in fondo anche la magia nera non sfugge all’equilibrio naturale delle cose.
Quale delle due personalità, allora, è vera? Si, perché posta in questo modo, Snow non può essere entrambe le cose. Luce e oscurità regnano in ognuno di noi, questo è vero, è la realtà delle cose, ma non saltano fuori, l’una annullando l’altra, nel giro di un pomeriggio, non quando si tratta di valori tanto forti che necessitano di tempo ed esperienza per radicarsi nell’anima. Nel qual caso fossero innati, ci vorrebbero comunque altrettanto tempo ed esperienze negative per sradicarli, (nonostante sia una lezione che si possa imparare praticamente a tutte le età, questo non implica che bastino poche ore)! Quindi come funziona? O si rendono verosimili e a tutto tondo i personaggi delle favole, o restano ancora piatti, surreali e magicamente perfetti in un secondo? Personalmente credo che entrambi gli elementi siano indispensabili per conferire perfezione, genialità ed equilibrio ad uno show che era infatti stato capace di portare a nuova vita le favole miscelando perfettamente gli elementi fiabeschi tradizionali (dalla natura dei personaggi alla trama, le dinamiche e la morale delle storie, la magia, l’incanto) con una fresca fantasia innovativa, realistica, moderna e ben dosata. A quanto pare il frullatore e il contagocce della produzione devono essersi rotti di questi tempi.
In compenso l’interpretazione di Bailee Madison, la piccola Snow, è come sempre micidiale. Quella ragazzina è un prodigio e io la adoro! La bravura e la precisione con cui riproduce i modi di fare della Goodwin, l’enfasi del suo recitato… mi lasciano sempre senza fiato. La sua intera performance dal momento della morte di Eva fino alla fine del cordoglio funebre è stata sensazionale, devastante. Il suo voler rappresentare la sofferenza senza troppi strazi e spettacolarità (sono molto più sentiti e percepibili i gesti più intimi e nascosti), ha reso credibile e toccante l’immenso dolore e lo shock di una figlia che ha appena perso la propria madre, la sua fonte di protezione, amore, il suo punto di riferimento; la sofferenza è così grande da “sedarla” ed estraniarla dal mondo che la circonda (non si accorge infatti di essere rimasta immobile a piangere e pregare in silenzio anche diverso tempo dopo la fine del cordoglio, quando tutti sono andati via dal un bel pezzo) e la rende improvvisamente adulta: il suo sguardo è spento, senza speranza, inesorabilmente consapevole del peso che quel bel diadema ha acquisito di colpo. E’ una giovanissima donna  a cui è crollato il mondo addosso, un macigno che sarà comunque costretta a sollevare in virtù dei suoi doveri regali. Dovrà portarlo da sola, con le sue sole forze e con l’unica consolazione proveniente dalle ultime parole di Eva: lei è fiera della sua bambina, di quello che non ha fatto dimostrando forza e coraggio, ciò che la renderanno una sovrana ideale; finché Snow porterà tale insegnamento nel cuore e se ne ricorderà ogni qual volta si sentirà in difficoltà, sarà come se Eva non l’avesse mai lasciata. La l’idea che si “trasforma” in persona. E’ sempre stato questo il potere e la “magia” del pensiero, la forza e l’immortalità di un idea che rende immortali e uniti tutti coloro che si battono per essa.

L’inganno e il grande piano di Cora.
In molte versioni della favola di Biancaneve si racconta che la morte di sua madre non fu accidentale, ma premeditata e causata dalla matrigna/strega cattiva per usurparle il trono infilandosi nel letto del re. Direi che l’adattamento di tale circostanza in OUAT è abbastanza fedele e allo stesso tempo originale. Non essendo la corona un’ambizione di Regina, ma parte del disegno di vendetta e potere della sua di madre, è Cora ad aver avvelenato Eva, ed è sempre lei che si è finta la fata Turchina nel tentativo di corrompere il cuore puro di Snow con la magia nera (è ovvio che la vera fata Turchina non avrebbe mai offerto ad una bambina una soluzione tanto ambigua né avrebbe utilizzato la magia nera nemmeno nel più grave dei casi).
E’ esattamente questo ciò che Cora, col cuore pieno di invidia e risentimento, promette sul letto di morte di Eva: riuscirà ad annerire l’animo di Snow, così da distruggere il suo ricordo e disonorarla,  e a portare Regina sul trono affinché tutti sappiano  cosa si prova ad essere la figlia di un mugnaio. Appare chiaro che Cora ed Eva condividono una fetta di passato dove la seconda deve essersi trovata in una posizione di vantaggio rispetto alla prima: Cora sente il peso di un torto che Eva deve averle fatto e in tutti gli anni avvenire non ha fatto altro che organizzarsi (imparando la magia, uccidendo e ingannando persino la sua stessa figlia) per riscattarsi. In più, Cora invidia l’amore reciproco tra Eva e Snow perché, per quanto predichi che il potere sia tutto, soffre del fatto che Regina non la stimi allo stesso modo. Ma in fondo è questo ciò che la spinge sempre di più verso la tenebra, la delusione e la diffidenza, la debolezza di fronte il dolore che amore e bene a volte causano. Tutto abbastanza prevedibile, ma per niente male. La banalità viene compensata da quello che ormai è il raro tratto prettamente “fiabesco” degli eventi nello show.

La corsa al pugnale: un gioco di strategie, inganni, corruzione.
Adesso che Rumple è fuori città, Cora, insieme a Regina,  è alla ricerca del Pugnale dell’Oscuro Signore. Con l’unico e segreto scopo ottenerlo semplicemente per se stessa e per accrescere unicamente il proprio potere (uccidendo Rumple /prendendone il posto o soltanto controllandolo), la Vecchia
-        - si serve dell’aiuto della figlia per rintracciare l’arma, visto che è Regina l’unica a sapere dove cercare e perché: in caso di pericolo ed emergenze, intuisce che Gold rivelerebbe il nascondiglio del pugnale soltanto alla sua amata e fidata Belle. Così Regina fruga furtivamente tra gli effetti personali della ragazza, trovando e rubando un foglietto con su scritte le ambigue coordinate di uno scaffale della biblioteca cittadina gestita appunto da Belle. Qui si trova infatti la mappa di Gold che illustra quello che poi si rivelerà il falso luogo in cui è sepolto il pugnale (chiamatelo scemo! A volte è un bene non fidarsi nemmeno di chi si ama, più che altro perché non si sa mai quello che possa capitare loro). Nel caso di Regina, Cora le promette, o meglio, la convince e credere di voler recuperare l’oggetto soltanto per aiutarla a riavere Henry, per vederla felice, per riscattarsi come madre; riesce a farle ricredere che l’unico modo per ottenere tutto è il potere/la forza e che una volta fatti fuori tutti i Charmings per mano di quel Tremotino che loro controlleranno con il pugnale, Henry sarà di nuovo suo e darà la colpa di tutto a Rumple, cercando consolazione tra le braccia della sua matrigna.
-             - approfitta della sete di vendetta di Hook e della sua professione per decifrare la mappa, facendogli credere che in cambio gli darà la possibilità di uccidere Tremotino una volta recuperato il pugnale.
Ora, che Cora si stia servendo sia della figlia che del pirata è abbastanza ovvio, e visto che non saprebbe fare altro anche volendo, il fatto che due persone acute come loro non se ne siano rese conto è ancora più grave. Ma pare che, diamo la colpa alla magia che è fin troppo facile e banale, tutti intorno a Cora siano diventati improvvisamente ritardati mentali facilmente manipolabili. Io dico, come si fa a credere che una donna palesemente egoista, ambiziosa e assetata di potere come Cora possa desiderare di ottenere qualcosa per fare un favore a qualcun altro prima che a se stessa? Mente, inganna, manipola, usa. Non ci vuole uno scienziato per capirlo. E invece ecco che Hook, un uomo di mondo, il re dei doppi giochi, non si rende conto che una volta decodificata la mappa, la Vecchia si sbarazzerà inesorabilmente di lui! E Regina, un’altra professionista di strategia, astuzia e manipolazione, non è certo meno out of character o più intelligente! … e che gli autori non mi tirino fuori la scusa dell’affetto di figlia con sindrome di abbandono che le sta annebbiando il giudizio perché proprio non sta in piedi. Dopo anni di gravi mancanze e sofferenza, non è umanamente possibile fidarsi di nuovo e repentinamente della donna che ti ha distrutto la vita, e di cui conosci benissimo la natura prettamente marcia, SOLTANTO PERCHE’ E’ TUA MADRE (soprattutto visto che lo è solo geneticamente parlando!), soltanto perché sei debole! E in ogni caso, ammettendo che le intenzioni da genitore premuroso di Cora siano sincere, come fa Regina a pensare che Henry sarebbe così stupido da non capire, prima o poi, come sono andate le cose, qualunque cosa possa fare Cora per coprire le loro tracce? Lui sa benissimo che l’Oscuro può essere controllato per mezzo del suo pugnale, e con Cora nei paraggi, chiunque imputerebbe soltanto a lei  un atto tanto crudele e insolito se attribuito alla libera volontà di Rumple per quello che è adesso (una persona anche solo un po’ migliore rispetto al passato). E una volta scoperti i rapporti ristabiliti tra Cora e Regina, Henry si renderebbe conto immediatamente che Regina non è mai stata allo scuro o al di fuori dell’intera faccenda. Aiutare la Cora a fare una carneficina di massa per poi mantenere il segreto non la renderebbe meno colpevole agli occhi di Henry: sarebbe una complice, sarebbe una persona peggiore di Cora, quella persona che aveva il potere di fermarla e che non l’ha fatto. Ma anche nel qual caso Henry lasciasse centinaia di neuroni in giro per New York, come può Regina pensare di convivere con una tale colpa, un tale segreto, una tale bugia nei confronti di chi dice di amare? Come, dopo tutto quello che ha imparato a sue spese e guadagni con Henry?
La stessa cosa vale per il suo incontro/scontro verbale con Snow, i suoi risentimenti nei confronti dell’ipocrisia e della diffidenza che gli abitanti di Storybrooke le hanno dimostrato durante il suo tentativo di redenzione, motivano in modo soddisfacente il suo rifiuto a riprovarci tornando a collaborare con Snow e tutti gli altri. Tuttavia, di fronte a questo, di fronte al suo orgoglioso riaffermare che tutto si ottiene solo col potere, è ridicolo metterle in bocca frasi come “Sono io quella buona, sei tu che hai aggiunto CATTIVA accanto il mio nome”. Per non parlare della cattiveria gratuita di  “Cosa vuoi saperne tu di cosa significa avere una madre”, affermazione che Regina proprio non ha il diritto di fare. La sua è stata tutto fuorché una madre e questo lei fa solo finta di non saperlo perché la verità non le conviene (Regina una codarda. Qui stiamo davvero toccando il fondo!). In più, se magari si fosse sforzata di sostituire degnamente Eva, Snow sarebbe stata sicuramente più esperta in materia (ammettendo per assurdo che non ne sappia più di Regina a priori)! Mi rattrista dover inevitabilmente riprendere il mio personaggio preferito (che è tale proprio perché lo credevo molto in gamba) per certe bassezze che proprio non sono da lei. Voglio dire, adesso dovrebbe sapere bene cosa significa essere davvero buoni, dovrebbe aver imparato molto dal suo periodo di redenzione, ricordare a priori chi era e com’era prima della morte di Daniel. Non ha senso che si comporti male e poi abbia il coraggio di dire che è lei quella buona. E’ davvero impossibile che a questo punto non sappia fare la differenza e non sia consapevole delle sue azioni attuali. La sua vita non è stata fatta soltanto di esperienze negative, che come sappiamo accanisco e induriscono l’animo. A questo punto, per quanto comunque sintomo di una tremenda regressione del personaggio, sarebbe più dignitoso farle ammettere che trova più conveniente agire con cattiveria, piuttosto che farla apparire come quella che crede di essere nel giusto soltanto perché la fortuna è dalla sua parte e perché crede che sia il mondo intero ad esserle contro. Di conseguenza è altrettanto inutile e insensato mostrare e darle qualche istante in cui è titubante e amareggiata, ad un passo dalla verità su sua madre - quando sente Cora parlare del potere del pugnale con tanta ambizione, quando scopre e si rende conto di quanto è costato il proprio trono e su quali atti terribili della Vecchia poggia, quando capisce che non ha senso che la Vecchia asserisca di voler conquistare altro potere per la figlia se ha già ottenuto tutto ciò quello che voleva, e cioè renderla una sovrana, una donna abbastanza potente da riprendersi Henry anche senza il pugnale-  se poi basta un’insulsa moina e bugia di Cora per farla ricadere in uno status di incoscienza totale con tanto di collare da cagnolino obbediente.
Questa non è Regina, è qualcosa di indefinito, contradditorio, indegno! Che tristezza! Ridatemi la mia Regina, intelligente, matura, decisa, coerente, che ha imparato ad amare di nuovo pur rimanendo se stessa! Ridatemi quella donna, ridatele il lungo, faticoso e magnifico percorso di crescita che le avete cancellato in meno di un episodio e smettiamola con questa squallida farsa fuori tema! Una  scelta registica e uno cambiamento di rotta nel percorso del personaggio che sono penosi, fuori luogo, insensati, un affronto alla splendida continuity del suo background.

La situazione precipita anche a Storybrooke, sia registicamente parlando, sia per la drammaticità e gravità degli eventi, di per sé molto avvincenti e intriganti, ma purtroppo vittime di una banalità e illogicità dovute ad una mancanza di attenzione che proprio non mi sarei mai aspettata dai creatori di questo show.
E’ il giorno del compleanno di Snow, e ricordandole più che altro la morte della sua amata madre - morte di cui tra l’altro si sente ancora responsabile nonostante abbia fatto la scelta giusta - la ragazza si rifiuta di festeggiarlo, così come ha sempre fatto dopo quel triste giorno. Ma se i tentativi di David per farle cambiare idea e farla felice (le interazioni di questa coppia, anche le più semplici, non smetteranno mai di incantarmi: la loro complicità è meravigliosa) restano vani, Snow riceve comunque un regalo di compleanno che riesce a gradire e a riempirle il cuore di gioia: il suo vecchio e famoso diadema. Intuisce immediatamente che Johanna, l’unica ad averlo potuto custodire in ricordo di Eva, è ancora viva e si trova a Storybrooke. E’ sempre un bel momento quello in cui un personaggio ha la possibilità di tornare indietro nel tempo ritrovando affetti familiari perduti, nel caso di Snow, l’unico e quindi importantissimo legame che le è rimasto con la madre. Il suo contro con Johanna è stato molto intenso e toccante, il tipico barlume di felicità in un luogo e un tempo di pericoli, dolore, precarietà, male. Ecco perché quando la nostra brunetta riesce finalmente a riabbracciare la sua nutrice, sorprende accidentalmente, e a loro insaputa, Cora e Regina insieme nel bosco, intente a scavare nel punto indicato dalla mappa e a parlottare del pugnale. Resasi conto dell’inganno che Regina porta avanti da diverso tempo, stavolta non biasimo per niente le convinzioni di Snow riguardo la sua matrigna. Regina ha miseramente perso la sua occasione, e per quanto questa scelta di percorso sia banale e nonsense,  adesso merita sfiducia, merita davvero che tutti pensino che non abbia mai veramente tentato di cambiare e che non cambierà mai. Eppure, una volta avvertito suo marito e consultatasi con lui (che di buone nuove non ne ha nemmeno, visto che è stato aggredito da Hook che si è ripreso il suo uncino e sbrigarsela da solo con Tremotino a New York), Snow decide comunque di parlarle, e non credo l’abbia fatto soltanto per metterle la pulce nell’orecchio riguardo Cora in modo da confonderla,  metterla contro la madre e rallentare così la caccia al pugnale fino al ritorno di Gold. Io credo che Snow fosse più sincera di quanto lei stessa sapesse quando ha esortato Regina a scegliere il bene visto tutto l’impegno dimostrato  e i risultati ottenuti  quando ha provato a cambiare. Credo volesse davvero metterla in guardia e proteggerla da Cora quando le ha detto che alla Vecchia non interessa né di Henry né di Regina stessa. Credo che in fondo le voglia ancora abbastanza bene da volerla ancora salvare.
Ad ogni modo, avendo fallito con Regina, Snow, grazie ad Emma, riesce per lo meno a convincere telefonicamente Gold a farsi rivelare l’esatta e vera posizione del pugnale, così da poterlo recuperare prima di Cora. 
Mi stupisco anche qui di come una ragazza tanto intelligente come Snow non abbia fatto i conti con il modus operandi di Cora, che lei conosce bene: era abbastanza ovvio e prevedibile che, una volta appreso da Regina che Snow le aveva scoperte, tentando inutilmente di sabotarle, Cora avrebbe previsto che la ragazza avrebbe a sua volta agito in maniera più drastica, andando direttamente a cercare il pugnale. Di conseguenza  era anche inevitabile che Cora avrebbe appositamente lasciato che Snow trovasse il pugnale per lei, così da risparmiarsi inutili ricerche e presentarsi al momento di riscuotere con un ottimo oggetto di scambio/ricatto in mano (Johanna). Anche la scena durante la quale Cora minaccia per l’appunto Snow per avere il pugnale di Gold, mentre Regina tiene il cuore di Johanna in mano, è stata pessima, costruita in modo pietoso e piena di banalità e incongruenze. Con un paio di semplici e magici appannaggi delle mani, Cora si prende il pugnale e uccidere Johanna scaraventandola fuori dal rosone dell'orologio, la cui lancetta era in realtà il fantomatico pugnale (nascondiglio originale e ingegnoso, come ogni cosa di Gold). Questo implica che la Vecchia avrebbe potuto fare entrambe le cose in qualsiasi momento e che, se escludiamo il suo caratteristico e sadico gusto di voler ferire la gente con le parole, non le serviva affatto minacciare Snow per avere ciò che voleva. In più, sempre in virtù della sua mente brillante, capace di ragionare con la testa del nemico (glielo abbiamo visto fare molte volte), non è da Snow non prevedere che, avesse o non avesse ceduto il pugnale a Cora, quest'ultima avrebbe comunque fatto fuori Johanna, mossa a priori abbastanza tipica e scontata da parte del cattivo della storia. Infine, se davvero Snow, a detta delle crudeli parole manipolatorie di Cora, avesse davvero seguito e voluto seguire di nuovo le aspettative e gli insegnamenti della madre, come quando decise di sacrificarla insieme al proprio egoismo pur di non troncare nessuna vita innocente, avrebbe dovuto sacrificare anche Johanna per il bene di un'intera cittadina, e non tentare di salvarla lasciando che Cora avesse la possibilità di scatenare un'apocalisse locale. Invece, parlando col senno di poi, se Snow avesse interpretato bene le parole di Cora, si sarebbe tenuta il pugnale e la Vecchia si sarebbe tirata la zappa sui piedi da sola. In entrambi i casi la cosa non avrebbe avuto senso, e questo perché gli autori hanno spacciato per lo stesso tipo di gesto due scelte che in realtà sono praticamente opposte. Ancora una volta regna l’assunto “le cose dovevano andare per forza così e non importa se non hanno un filo logico e preciso”. Un errore a dir poco grossolano che dimostra la scarsa attenzione e interesse per l'analisi, per niente accurata, delle storyline.
Sulla stessa triste scia è la reazione e scelta finale di Snow quando si ritrova a piangere sulla tomba dell’ennesima persona cara e innocente persa a causa di Cora e Regina, visto che ha anche scoperto che è stata sempre Cora ad aver ucciso sua madre. E’ lecito, dopo anni e anni passati a fare la cosa giusta e onesta,  e sperando quindi  di guadagnare bene e lieti fine invece di morte, dolore e distruzione, pensare che sia arrivato il momento di farsi giustizia da soli, senza regole o morale, che forse usare le cattive permette di ottenere maggiori risultati, dato il perenne successo dei malvagi. Ma è anche vero che personalmente, e nei panni di una donna determinata  e dal cuore puro come Snow, non prenderei mai quella strada. Anche solo per principio e partito preso, anche solo in onore di mia madre, anche solo perché DOVREI SAPERE BENISSIMO che questo è ciò che Cora ha sempre voluto, ciò che ha trasformato Regina nella persona orrenda che è oggi, e cioè ciò che Snow cerca di combattere da una vita. Davvero vuole trasformarsi in tutto quello che ha sempre disprezzato? Davvero pensa che uccidere qualcuno che merita di morire scongiurerà un così inevitabile destino o maledizione? E’ quello che David tenta di spiegarle… in vano.

Intanto, a New York…
Neal e Henry si conoscono sempre meglio, trascorrono la giornata insieme, scherzano, ridono, vanno molto d’accordo, sono in sintonia ed è meraviglioso! Ma questi bei momenti ormai si pagano cari in OUAT. Infatti sembra sia diventata una moda (infondata, tra l'altro) dire continuamente ad Emma "Sei come Regina". Henry è diventato davvero pesante, ogni scusa è buona (una pizza...che non parla e non pensa, ma a quanto pare è in grado di non mentire! Svegliati, tesoro, non sei a Fairyland!) per dire "Emma dice la bugie", e a Tremotino è finita come per la parodia di Stefan che per contrattato deve dire ad Elena "Sei asservita a Damon" ogni 10 minuti. Capisco quanto sia necessario, realistico e produttivo, in uno show come questo, mostrare il lato debole/peggiore di qualunque personaggio buono e positivo, serve a non farcelo idealizzare troppo e per permetterci di capire e amare di più i personaggi cattivi. Ma è davvero forzato, e soprattutto banale come una frase fatta, mettere Emma sullo stesso piano di Regina, prima di tutto perché personalmente non vedo similitudini per poterle paragonare, ma soprattutto perché penso sia una strategia telefilmica elementare e stantia. Se Emma pensa che Neal possa deludere Henry, e che a lui serva imparare questa lezione anche a caro prezzo per poi tornare sui suoi passi, ne ha tutto il diritto. I precedenti sono quelli che sono e in questo suo pensiero vedo solo una madre matura che non può insegnare la cosa giusta al proprio figlio usando sempre coccole e caramelle, una madre che lo lascia libero di sbagliare. Non vedo Regina, non vedo quella donna che ha umiliato e sottovalutato il proprio figlio e gli ha mentito semplicemente per tornaconto personale. Ma se di Rumple non sopporto il voler ottenere qualcosa tramite terzi facendo loro credere che sia di loro primario interesse (consigliare ad Emma di convincere Neal a venire a Storybrooke se non vuole perdere Henry… si insomma, alla faccia di quello che poco prima le ha detto “Tu hai mentito ad Henry soltanto per proteggere te stessa”) adoro il suo vederci lontano quando si tratta di sentimenti. Ha capito benissimo che Emma è ancora innamorata di Neal… e lei non riesce a farne mistero.
Ora, se per Cora e Regina, pur avendo la memoria immune al sortilegio, è più conveniente restare a Storybrooke con la loro magia (e il benedetto pugnale) per neutralizzare Rumple, per Hook è più facile uccidere Tremotino laddove lui non ha poteri magici, così come del resto avrebbe voluto fare sin dall’inizio prima che Cora lo dissuadesse temporaneamente. Quindi, a bordo del suo galeone magico, il pirata raggiunge New York e trafigge Rumple vicino il cuore nel momento meno opportuno, aggiungerei. Si, perché, escludendo il fatto che Rumple si trovasse a dover fronteggiare problemi ben più urgenti e importanti, il fatto che Hook continuasse a fargli la guerra cercando vendetta dopo tutto quello che è successo è diventato un po’ infantile e sfibrante. Per lo meno si è beccato una bella botta in testa da Emma prima che facesse ulteriori danni e forse la smetterà una volta per tutte di ripetere la filastrocca “Tu mi hai portato via Milah e adesso io ti ammazzo”… si spera. Per adesso sappiamo solo che è stato rinchiuso da qualche parte a casa di Neal, che nei confronti di suo padre, cambia improvvisamente atteggiamento. E’ triste che si riesca a capire quanto si ama una persona soltanto quando stai per perderla, ma quando la situazione è piuttosto complicata per risolversi in tempo utile, meglio tardi che mai, insomma. E’ stato bellissimo vedere Neal chinarsi pieno di preoccupazione verso suo padre mentre sussurrava a voce tremante “papa”! E’ toccante vederlo fare di tutto per salvarlo, sentire come cerchi di credere con tutto se stesso che ci riuscirà. Le condizioni di Rumple difatti sono  gravi: l’uncino di Hook, come la storia vera racconta (è bene sottolinearlo, visto che ormai è diventato un optional rimanere fedeli anche solo un po’ alla versione originale delle favole), era intriso di uno sei suoi famosi veleni letali e che non ha antidoto che possa essere reperibile se non a Fairyland. Gold sta per morire. A questo punto, nonostante Emma non fosse riuscita a convincere Neal con la storia di quanto fosse meglio per Henry mantenere unita la famiglia (non che ormai non fosse sincera: sta iniziando a vedere quanto Neal si stia impegnando con Henry, e questo è un bene, perché fortunatamente Neal è in buona fede) tornare a Storybrooke tutti insieme diventa vitale e inevitabile, e l’unico modo per arrivarci rapidamente è il veliero di Hook, che guarda caso Neal, dopo essersi lasciato sfuggire di conoscere Uncino, sa guidare. Ancora una volta è stato l’insieme di circostanze apparenti a depistarmi circa le multi-identità di Neal. Ma ancora una volta le mie supposizioni iniziali, quelle fatte a caldo senza soffermarmi troppo e su troppi particolari, erano esatte. Neal conosce Hook, Neal sa guidare il suo veliero, Neal rivela di non essere arrivato direttamente nel nostro mondo quando è stato risucchiato dal fagiolo magico e che questo spiega come lui oggi non dimostri e non abbia più di 200 anni....NEAL E' PETER PAN! Peter Pan guidò il veliero di Hook per riportare Wendy a casa alla fine della loro avventura insieme. Peter Pan, se vogliamo attenerci anche alla versione/continuazione di Spealberg, “Hook”, con Robin Williams e Dustin Offman, decise di rimanere con Wendy (o meglio con sua nipote Moira) e non fare più ritorno a Neverland, iniziando a crescere. A Proposito di “Moire”… Neal, essendosi rifatto una vita dopo Emma, è anche fidanzato, motivo per cui era abbastanza restio all’idea di trasferirsi a Storybrooke… ed Emma non l’ha presa proprio bene. Come sempre ammiro il suo sangue freddo. Adesso mi domando solo: tenterà di riconquistare Neal, o si lascerà conquistare da Hook? Come ormai saprete, io tifo spudoratamente per il pirata, difetti e ossessioni inclusi!

E’ ormai chiaro che questo episodio non mi sia piaciuto quasi per niente, e che va a sommarsi a quella che diventa una lista di delusioni che ormai si susseguono senza pause o eccezioni. Rivoglio il mio show… rivoglio l’Incanto con la “I” maiuscola, rivoglio la mia Regina, rivoglio quella serie televisiva dove tutto era perfetto, curato, logico, dettagliato, geniale. Però una nota positiva c’è, qualcosa che mi ha colpito in positivo: trovandomi stranamente a spendere di nuovo una buona parola per lei, il discorso che Emma fa a Tremotino circa la fiducia che bisognerebbe avere almeno verso la propria famiglia è stato molto bello. Ha messo in luce la maturità che spesso Emma dimentica di usare. Nonostante la sua diffidenza nei confronti del mondo, per via delle infinite esperienze negative vissute, Emma sa bene cosa vuol dire non avere una famiglia da amare e che la ami, ecco perché è disposta a mettere da parte ogni divergenza e rancore nei confronti di Rumple adesso che sa che quell’uomo è il nonno di suo figlio… per Henry, per poter avere lei stessa anche solo un pizzico di quella che possa essere una vera famiglia, poco importa che non sia perfetta. Nessuna famiglia lo è, ed è proprio questo che, soprattutto agli occhi di qualcuno che ha vissuto una vita fuori dal comune, la rende “normale”. Quindi no, non credo che Emma abbia parlato a Gold in questi termini semplicemente per ottenere la posizione di uno stupido pugnale.

Voto: 6 +
Condividi su Google Plus

Articolo di Unknown

0 commenti: