Spero tutti voi abbiate visto Thor: The Dark World nei suoi primi due giorni di programmazione italiana, perché The Well, ovvero l'episodio all'oggetto di questo articolo, ne segue direttamente gli eventi.
Si, lei in seconda fila! No, non lo ha visto? Allora non legga questo articolo! Potrebbe spoilerarle il finale!
Tu coi capelli rossi lo hai visto? Ok, bellezza, allora puoi anche dare un'occhiata a questo umile pezzo di giornalismo da blog.
L'episodio è stato scritto da Monica Owusu-Breen e diretto da Jonathan Frakes.
Alla Greenwich University di Londra, il nostro gruppetto di agenti preferito sta ripulendo il posto dai danni causati dall'attacco londinese di Malekith. Infatti, siccome (SPOILER!) gli asgardiani sono in realtà alieni che visitarono la Terra millenni fa e rimasero qui, possono esservi in giro strumenti di natura aliena che vanno raccolti dallo SHIELD. In Norvegia, una coppietta trova un albero millenario circondato da strane pietre azzurre, simili a menhir, e lo taglia a pezzi, per poi trovare, al suo interno, una mazza di ferro presumibilmente di origine magica; la ragazza lo tocca e viene pervasa da una rabbia folle ed, in seguito, aggredisce una delle due guardie accorse per fermare lei ed il fidanzato, lanciandolo per aria con un solo colpo.
Il gruppo giunge sul posto, dove Simmons scopre che la staffa contenuta nell'albero è di origine asgardiana ed è fatta di uru, ovvero il metallo di cui è composto il martello di Thor. Intanto, i due ladri stanno devastando il centro di Oslo, attirando l'attenzione degli agenti. Si scopre che i due fanno parte di un gruppo anarchico pagano ispirato dalla mitologia nordica, e che l'arma è divisa in tre pezzi. L'unico modo per fermarli è trovare gli altri due prima che loro li raggiungano; per avere più indizi, Coulson porta la squadra dal professor Elliot Randolph, un esperto di mitologia norrena che vive ed insegna a Siviglia. L'uomo analizza lo stampo dell'arma ottenuto dal tronco in cui si trovava e comincia loro a raccontare la storia di quello strumento: quest'oggetto apparteneva ad un Berseker (con accento sulla prima "e"), una èlite di guerrieri degli eserciti asgardiani. La staffa, caricata con magia nera, possedeva l'anima di chi la toccava, costringendolo a scatenare massimamente la sua rabbia. Tuttavia, il guerriero possessore di quello strumento, finì con l'innamorarsi dell'umanità, e seppur costretto a tornare ad Asgard, divise l'arma in pezzi perché non potesse essere usata. Indizi sui frammenti sono presenti in un vecchio manoscritto, ma sono abbastanza nebulosi; tuttavia, il professore suggerisce che uno possa trovarsi in Canada, luogo che alcuni vichinghi guidati dal grande Erik il Rosso raggiunsero nel 900 d. c.
A seguito di analisi di May e Skye, però, si scopre che uno dei pezzi si trova sotto una cattedrale di Siviglia, locata "ad est del fiume". Quando Ward e Skye vanno a cercarlo, però, scoprono che Allen lo ha già preso; quando il ragazzo cerca di prenderglielo, viene pervaso dalla rabbia e sviene. Fuggendo dal luogo, il professore viene trovato dai pagani che gli rubano il frammento, mentre Randolph viene catturato dallo SHIELD. Sul jet, dei test biologici dimostrano che Ward ha notevolmente migliorato le sue capacità fisiche, ma non riesce a controllare la sua rabbia a causa dell'aumento di alcuni ormoni. Questo lo porta a litigare con gli altri membri del gruppo. L'interrogatorio del professor Randolph è pressoché inutile, dato che l'uomo afferma di aver rubato la staffa soltanto per poter provare l'esistenza dei Berseker. Poco dopo, Ward raggiunge Coulson e gli chiede di essere sollevato dal caso, perché la sua rabbia potrebbe impedirgli di essere lucido; il capo, però, rivela che proprio questa dichiarazione gli dimostra di potersi fidare di lui, e quindi gli chiede di "sfogare la sua rabbia" su Elliot. Ma durante l'interrogatorio, il professore ferma una coltellata di Ward con una sola mano, rivelando di essere dunque un asgardiano egli stesso.
Gli agenti con il modello dell'arma |
La rabbia in May sparisce subito, poiché lei è capace di controllarla, meravigliando Ward. Simmons riceve una chiamata dai suoi genitori, mentre Coulson consiglia ad Elliot di trasferirsi a Portland, dove un giorno potrebbe incontrare Thor. In seguito, Skye incontra Ward in un bar e lo tranquillizza riguardo il controllo della sua rabbia; tornando in hotel, lo stesso vede May entrare in camera sua. La donna lascia aperta la porta e lui, dopo aver riflettuto un po', entra nella stanza.
Nella scena finale, viene mostrato Coulson a Tahiti, ma poco dopo egli si sveglia, dimostrando come tutto il periodo trascorso lì sia effettivamente un falso ricordo.
Seppure non direttamente, l'episodio è sembrato davvero preso da un fumetto. Una minaccia molto legata ad un supereroe della Marvel, con nemici "super". Peccato che sia stato soltanto un evento "una tantum" perché doveva fare da tie-in con il film.
Ad ogni modo, finalmente ci viene mostrato un Ward un po' diverso dal solito. Il serioso ed attento ragazzo diventa una vera e propria belva rabbiosa, e fa ciò per cui è stato assunto: mettere KO i nemici forzuti. Niente spionaggio, mera ed insensata azione. Il Ward che aspettavo da tempo.
Inoltre, comincia a delinearsi una sorta di triangolo amoroso. Seppure non siano una coppia, Skye e Ward sono molto in sintonia, ed hanno comportamenti che suggeriscono che i due possano stare assieme; ma quando il ragazzo entra in camera di May, forse dimostra di essere interessato anche alle attenzioni della più anziana agente. Viene da chiedersi come si svilupperà la cosa.
Altri indizi sul passato di Coulson, che finalmente ha capito che non è davvero stato a Tahiti. Chissà ora se farà casino allo SHIELD o se si porterà questo segreto nel cuore; ma l'impressione è che la rivelazione della sua vera identità sia vicina.
Hulk così come appare in Fear Itself |
E va bene. Torna anche il citazioni time.
- La rivelazione che gli asgardiani sono in realtà alieni venuti sulla terra millenni fa è un riferimento alla grandiosa trilogia firmata Jim Krueger di Terra X: la serie, ambientata in un futuro distopico dell'Universo Marvel, dimostrava come gli asgardiani fossero un gruppo di alieni mutaforma che giunsero sulla Terra alcune migliaia di anni fa e di come essi presero la forma suggerita da un cantastorie che, di fatto, creò così i personaggi dei miti norreni. Joss Whedon, creatore della serie e del Marvel Cinematic Universe, si è sempre dichiarato molto fan di quest'opera.
- La forma finale dell'arma ricorda vagamente la Jarnbjorn, un'ascia che impugnava Thor da giovanissimo, prima di ricevere il Mjolnir. Lo strumento è stato introdotto recentemente nella continuity Marvel.
- Vengono citati Thor e, nel finale, Hulk
- La trama dell'episodio si ispira abbastanza alla famosa maxisaga Marvel Fear Itself, in cui l'asgardiano Serpente rilasciava sulla Terra sei martelli che, una volta raccolti, trasformavano il possessore in un guerriero caricato dalla forza della paura. Qui, invece, l'arma sembra caricare il suo utilizzatore con la forza della rabbia.
- In un certo senso, si potrebbe dire che questo è anche un riferimento agli anelli del potere dell'Universo DC Comics, dato che gli anelli rossi della rabbia donavano un enorme potere a chi li indossava (oltre ad unirlo al Corpo delle Lanterne Rosse), ma la mente del possessore veniva talmente pervasa dalla rabbia da renderlo folle (comportamento adottato, coincidenzialmente, da Ward).
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