THE VAMPIRE DIARIES 100 - Perché The Vampire Daries è più CUPO di True Blood

Bentornati nello speciale The Vampire Diaries 100, che quest'oggi dà inizio alla sua seconda metà (siamo sul serio al tredicesimo giorno dell'anno? Wow, i giorni volano!). Questo articolo è un po' speciale, perché, sebbene sia la traduzione di un articolo americano (e noi ne abbiamo tradotti tanti in questi anni), è un articolo risalente alla scorsa primavera che, tra quelli che lessi ma non tradussi per il blog, risultò il più piacevole da leggere, perché mostrava come sulla carta The Vampire Diaries sia più cupo dell'altra serie vampiresca più famosa, e cioè True Blood.

Ora, siccome stiamo celebrando la serie, e tra TVD e True Blood c'è una certa rivalità su alcuni aspetti (tipo chi ha il triangolo amoroso migliore, le migliori ambientazione, le scene più strazianti etc.), mi andava di tradurre l'articolo, per farvelo leggere. Se siete interessati, cliccate su Continua a Leggere!

Ah, la fonte è Unleash The Fanboy.


Un mucchio di tette nude e eccessi sessuali non rendono uno show cupo: qui è dove discuto sul fatto che, sebbene possa essere un po' lucido e luccicoso, The Vampire Diaries è, in realtà, la serie sui vampiri più cupa della TV.

Quando True Blood uscì, nel 2008, era una chiave di lettura rinfrescante della mitologia vampiresca, ed è decisamente diventato un capolavoro, almeno per coloro che vanno oltre il fatto che alcuni personaggi hanno le fauci (bleah, serie fantasy!). Il vampirismo come metafora era già stato usato, ovvio, ma unire il concetto religioso e politico di "Dio odia le fauci" con elementi raccapriccianti e tanto sesso in un'affannoso ambiente meridionale rende lo show decisamente fresco e accattivante.

Contrariamente, quando The Vampire Diaries esordì circa un anno dopo, la derisione era spesso in aria. Dalla penna di Kevin Williamson, mostra un gruppo di vampiri in una piccola cittadina e un cast di giovani (e finti) teenager, cosa che ha reso inevitabile l'etichettarlo come "Dawson's Vampire", sebbene sembri che, nei primi giorni, la serie vada a braccetto con la cosa. L'azione raramente si allontana dalla scuola (che sembra ospitare un interminabile flusso di feste che portano sempre a carneficine - sul serio, neanche Sunnydale era così malvagia) e nessuna emozione non è mai recitata, nessun dramma stona, nessuna scena va in bianco e l'utilizzo di musica emo ci fa sentire il dolore di queste belle persone, che soffrono di attrazione senza neanche spettinarsi. Poteva essere qualcosa di orrido, ma si è trasformato in un qualcosa di piacevole da guardare, accompagnato da un cast giovanile, attraente e talentoso, unendo una geniale scrittura con dei graziosi nudi non raggiunti neanche dalla Grande Carestia di Magliette di Bon Temps. Per farla breve, è un grande divertimento, senza la scocciante modalità "guarda quanto siamo atroci!" della sua controparte HBO. Ma è anche uno show incredibilmente cupo, e uno con una sorprendente morale come pilastro. 

Per quelli che non lo sanno, il fulcro dello show è un triangolo amoroso. I fratelli vampiri Damon e Stefan Salvatore, che si innamorarono della stessa donna in passato, ora si trovano a contendersi una donna che le somiglia tantissimo, Elena. Stefan è quello lunatico, torturato ma leale. Il tipico vampiro che cerca di espiare un passato oscuro, mentre Damon è il cattivo ragazzo impertinente, lo Spike per il suo Angel, l'Eric per il suo Bill, che causa caos ed è solitamente un cattivo ed è molto più divertente, e a noi piace vederlo comportarsi così perché, in realtà, è segretamente sensibile nel suo interno.

Il problema con questo è che, inevitabilmente, per rendere Stefan almeno la metà interessante quanto suo fratello, deve diventare cattivo, e il suo passato come squartatore deve essere rivelato. Il problema che lo show ha avuto era che era decisamente difficile essere scioccati dalle sue malefatte quando dovevamo perdonare Damon per le sue uccisioni immotivate. Questo perché tutti, fin dagli inizi, sono indifferenti dall'uccidere, a meno che la cosa non li affligga direttamente. Damon inizia come un vampiro inquietante, letale e incontrollabile che deve essere fermato, ma si trasforma presto in un relativamente monello membro della squadra, sempre senza smetterla con la violenza e le uccisioni. Invece, la sua nell'assassinare è trattata come una personalità moderatamente irritata; certo, è una rottura dover nascondere tutti quei cadaveri, ma hey. In altre serie, il cattivo deve avere una sorta di cambiamento della personalità, mentre qui il comportamento di Damon è subito assorbito dal gruppo.

Ho raramente visto una serie in cui il mio lato interiore si è spento, ha tappato le sue orecchie e ha coperto tutto canticchiando. Questo perché, saltando il fatto che ora Damon è torturato e ha il cuore spezzato proprio come suo fratello, all'inizio passava un sacco di tempo per costringere le donne a dormire con lui. Cosa che, tecnicamente, è quasi un aggredire la mente.

TVD uccide così spesso i suoi personaggi che perfino Joss Whedon e George R. R. Martin direbbero "fermo, non pensi che sia un po' troppo?". Sul serio, in The Walking Dead, le chance di sopravvivere sono maggiori. I personaggi sono introdotti come nuovi giocatori solo per essere uccisi prima che l'inchiostro sui loro contratti si asciugi (stranamente, Matt, il personaggio più melenso, nonché un normalissimo umano in un paesino dove le creature soprannaturali sono di più degli esseri umani, sembra emergere sempre intatto. Anche se, adesso che l'ho detto, potrebbero farlo fuori nella prossima puntata).

Il vero vuoto morale della serie, però, non è una conta dei cadaveri che ti fa chiedere se ci sia ancora qualcuno nella cittadina di Mystic Falls, ma il comportamento freddo e casuale che hanno i personaggi circa le stragi. La serie è una festa del "Tutto intorno ad Elena", ma si focalizza anche sui Salvatore e sulla "doppelgänger", che ha misteriose proprietà soprannaturali che molti desiderano possedere, e lo show, personaggi compresi, sembra pensino che nessun male sia più sgradevole, se fatto per la sua causa. Alleati sacrificati e stranieri sgozzati, ma solo poche persone osano ipotizzare che, sapete, la cosa non vada BENE (anche se loro conoscevano quelle persone uccise per salvare Elena, o ci tenevano, devono comunque fregarsene e andare subito oltre un periodo abbastanza breve di lutto).

Prendete un episodio della quarta stagione, dove tutti i presenti in un bar sono stati uccisi e trasformati in vampiri come bersaglio di pratica per Jeremy (non andrò nei dettagli sul perché questa cosa serviva per salvare Elena: c'entra un tatuaggio magico, ma non dirò nient'altro, fidatevi). Questo è stato fatto dal vero cattivo, ma nessuno è sembrato sorpreso da questo omicidio di massa. La stessa Elena, solitamente la voce della coscienza, critica la morte solo quando si tratta dei suoi cari, e la serie implica il fatto che, al di là dei protagonisti, nessuno conta. Almeno, in True Blood, voci di opposizione sono acconsentite: quando Lafayette e Tara criticano i vampiri, glie è consentito (e la serie non dimentica che sono stati rapiti e torturati dai vampiri), e quando Pam si arrabbia contro la patata fatata di Sookie, si supponeva che noi avremmo dovuto provare simpatia per lei. Qui, invece, solo a Elena è consentito di piangere per le sue perdite, mentre gli altri devono accettare i lutti come qualcosa di normale. Bonnie, colei che rifiuta sempre di essere dalla parte di Damon, per via degli omicidi (e di altro), è trattata come qualcosa di noioso per il suo andare controcorrente, e il suo personaggio è punito venendo messo ai margini.

 Mi accorgo che tutto questo fa sembrare che io vada contro la serie, quando non è così: come ho detto, è un piacere guardarla, specialmente se non la esami meticolosamente. Sono solo sconcertato sul fatto che molte persone permettono a loro stesse di pensare che sia qualcosa di lanuginoso a causa dei capelli lucenti e dell'ambiente scolastico. Non è Dawson's Creek, è I ragazzi del fiume (film del 1987, ndr). Ricordate che Kevin Williamson è la mente dietro i vari Scream, che spesso trattano di ragazzi senza morali che uccidono. In TVD, la maschera viene messa a posto, e noi siamo dalla parte degli assassini solo perché sono belli e dicono battute divertenti.


Ora, non so se voi siete d'accordo su questo articolo, ma io l'ho trovato geniale. In effetti, The Vampire Diaries è uno show veramente cupo, dato che costringe tutti i personaggi (tranne Elena) a vivere cose come la morte (e ciò che c'è oltre) quasi con leggerezza, e io trovo inquietante che non si permetta di piangere la morte di personaggi non importanti per Elena solo perché non sono importanti per Elena. Certo, sembra quasi che l'articolo sia un criticare l'eccessivo Elena-centrismo (di cui magari un giorno parlerò), ma TVD è sul serio un telefilm che, sulla carta, potrebbe essere tra i più oscuri.

Detto questo, lo speciale torna domani, col prossimo articolo!

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Articolo di Fabiano Colucci

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