AMERICAN HORROR STORY: FREAKSHOW - Recap episodio 4x11, "Magical Thinking"
Terminano le feste, riprendono le serie. American Horror Story non fa eccezione: le ultime tre puntate saranno trasmesse in questo mese, per poi riprendere con la quinta stagione nel mese di ottobre.
Oggi, però, ci occuperemo dell'undicesima puntata, in cui scopriremo i retroscena dell'enigmatico mid-season finale.
L'episodio è stato scritto da Jennifer Salt e diretto da Michael Goi.
La puntata riprende da un certo punto del decimo episodio: Spencer dice a Jimmy che può trovargli un avvocato (è accusato di omicidio), ma lui non ha i soldi per permetterselo. Il truffatore gli propone allora di vendergli le sue mani e, seppur con riluttanza, il giovane accetta di tagliarsi la mano sinistra. Tuttavia, una volta all'ospedale, Spencer lo priva di entrambe le sue speciali mani.
Le gemelle Bette e Dot desiderano trovare un uomo che piaccia ad entrambe per perdere la verginità: esso potrebbe essere il nuovo arrivato del circo, un prestigiatore reduce della Seconda Guerra Mondiale, Chester (interpretato da Neil Patrick Harris!), che grazie alla sua abilità nel fare i conti viene assunto da Elsa. L'uomo, però, è anche un ventriloquio, e pare avere una seconda personalità che si esprime attraverso Marjorie, il suo pupazzo.
Dell fa visita al figlio in ospedale, rimanendo scioccato dal vederlo senza mani: si convince che Spencer lo ha truffato. Tornato al freak show, ne parla con Elsa, la quale gli ordina di portarlo fuori dall'ospedale. Amazon Eve decide di aiutarlo, avendo anche lei conti in sospeso con Spencer.
Chester seduce Bette e Dot, convincendole ad aiutarlo con il trucco della donna segata a metà. Si scopre, attraverso un flashback, che quando era un militare aveva alcune perversioni sessuali riguardanti il guardonismo e Marjorie. Frattanto, Eve e Dell tengono un agguato al camion della polizia che trasporta Jimmy, riuscendo a liberarlo.
Bette e Dot, riuscito il loro primo numero con Chester, vanno nel suo caravan e riescono ad avere il loro primo amplesso con lui, sebbene lui sia disturbato da Marjorie. Intanto, però, il detective Colquitt ha osservato le loro azioni e le ha riferite a Dandy, il quale vuole trovare un modo per ricongiungersi alle gemelle.
Mentre Chester viene nominato nuovo capo del freakshow in sostituzione di Elsa, che si trasferirà ad Hollywood, arriva la polizia, convinta che Jimmy sia lì. Dandy incontra così Chester, che non riesce a trovare Marjorie. Attraverso flashback e dati ottenuti da Colquitt, si ricostruisce la storia dell'uomo: terminata la guerra, non riusciva a riadattarsi alla vita normale, e continuava ad indossare la divisa. Viveva con due donne, che osservava mentre facevano sesso. Il pupazzo di Marjorie, che rappresentava sua moglie, era diventato come una seconda personalità, ed era gelosa del suo guardonismo; per questo, uccise le due donne, dando la colpa a "Marjorie". Sfruttando questo sentimento, Dandy lo convince a rivoltarsi contro il freakshow.
Dell torna nella sua roulotte ed incontra Desiree, che gli punta una pistola contro; frattempo, Elsa viene raggiunta da Maggie, che vuole farle "vedere una cosa". Desiree costringe l'uomo a confessare le sue malefatte, tra cui quella di aver ucciso Ma Petite: è proprio il suo cadavere la "cosa" che Maggie voleva mostrare ad Elsa, la quale, una volta sentite queste parole da Dell, lo uccide sparandogli in testa.
Avete mai visto un film di Harmony Korine? Ve lo spiego io chi è: è noto per la realizzazione di shock movie con valori spesso satirici; le sue opere più famose sono Gummo ed il recente Spring Breakers.
Di questi film, apprezzo il fatto che gli eccessi (violenza, ultra-esposizione del sesso e dell'erotismo) hanno una loro motivazione, non sono fini a sé stessi solo per far trasalire od eccitare lo spettatore.
Il motivo di questo breve excursus è: ma è proprio necessario mostrare continuamente scene e dialoghi con una tale meccanizzazione del sesso e dell'erotismo? Viene da pensare che lo facciano per aumentare l'attenzione dello spettatore. Un dialogo come "vuoi vedere un trucco di magia? Ora queste due dita le faccio scomparire" seguito da qualcosa che potete ben immaginare, rasenta i livelli raggiunti da Albakiara.
Detto ciò, Neil Patrick Harris monopolizza l'attenzione: a suo agio in un ruolo certamente suo (è un prestigiatore anche nella vita reale), seppure più "oscuro", l'attore del Nuovo Messico è capace di coinvolgere l'audience in un modo che non vedevo da tempo; il vero asso di cuori della puntata.
Ho apprezzato molto anche Michael Chiklis, autore di una prestazione intensa, purtroppo rovinata nel finale da un momento senza senso. Perché, sinceramente, la sua morte, realizzata in questo modo, è veramente disarmonica. Ho gradito, infine, l'evoluzione di Bette e Dot, che dopo undici episodi sono maturate notevolmente; spero solo che ciò non si traduca in una involuzione nelle ultime due puntate.
Non a caso, una delle cose che ho spesso criticato ad American Horror Story è il fatto di "terminare" effettivamente con l'undicesima puntata, mentre le ultime due sono come riempitivi: stavolta sarà necessario per comprendere il tutto appieno.
Non c'erano particolari citazioni a nessuna opera. Il prossimo episodio è previsto per il 14 gennaio; a presto!
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