Comincio subito col dirvi che ho dovuto rimuginare su parecchio riguardo a “Kahania” perché Peter Lenkov, non pago di averci regalato una stagione sempre più drammatica (e ben fatta eh),
ha deciso di osare ancora di più facendo un episodio per ¾ tamarro e adrenalico e poi nell’ultima parte tirar fuori una tematica troppo forte e troppo difficile da usare in un contesto del genere, rovinando l’atmosfera e la credibilità della trama di questa puntata, già provata da alcune forzature di troppo nella prima parte.
Ma provo ad andare con ordine.
McGarrett va a trovare l’amico barbiere Odell Martin ( un meravigliosamente auto-ironico Michael Imperioli) per poter passare una mattinata tranquilla, ovviamente così non sarà visto che arriva un ragazzo ferito, Eran (Steven Krueger, il Josh Rosza di The Originals), in fuga da un commando.
Steve e Odell faranno il possibile per salvarlo, ma la situazione non si rivelerà facile visto che non possono chiamare i soccorsi (il capo della Five O aveva lasciato il telefono spento in auto e Martin non ne possiede uno!)e dovranno quindi cavarsela da soli per un lungo lasso di tempo.
Questa è sicuramente la parte più riuscita dell’episodio, complici i duetti strepitosi tra McGarrett e Odell, i quali, tra uno sparo e l’altro, si rivelano i rispettivi segreti e casini familiari: fantastico scoprire che il nostro barbiere preferito è stato costretto a laurearsi in legge dal solito padre scassa, da cui è scappato a gambe levate per seguire le orme del nonno, con sommo scorno del genitore.
Odell è così legato alla figura di nonno Jack da aver imparato da lui a costruire esplosivi con quanto si trova in negozio e ovviamente la sua abilità servirà ai nostri per cavarsi dai guai.
Mentre accade tutto questo Jerry si trova incasinato a sua volta per scambiato per un criminale, durante i famosi riconoscimenti all’americana, a cui partecipa per guadagnare qualche soldo: ci penserà Chin a tirarlo fuori, però intanto ci si può divertire a vedere Jerry recitare la parte del martire perseguitato.
E ora arriviamo alle dolenti note.
La prima: durante l’assedio al negozio di Martin, a parte un poliziotto, poi freddato dai cattivi, non arriva nessuno, non si sentono urla e altro e considerando che il commando stava usando dei bazooka la cosa fa un po’ acqua.
Tuttavia questo è niente.
Nel finale veniamo a scoprire che Eran non era un povero ragazzino testimone di un omicidio scomodo, ma, udite udite, un pedofilo assassino in fuga dal padre che, scoperti i suoi vizi, voleva ucciderlo tramite il suddetto commando.
Ora toccare una tematica del genere non è mai facile e non posso non ammirare il coraggio di Lenkov nel farlo, però raccontarla in meno di 15 minuti, in questa maniera, cioè pessima, non va bene per nulla.
In più tutta la prima parte, dove Odell e McGarrett fanno di tutto per salvarlo, perde totalmente di valore.
E per quanto io trovi davvero odioso il crimine della pedofilia, mi fa ridere, per non piangere, che un padre pensi di risolvere il problema organizzando un blitz contro il figlio. Considerando la facilità con cui ha raccolto questi criminali mi viene da pensare che forse non era un santo neanche lui, quindi la sua recita, in carcere, da povero padre disperato non colpisce più di tanto.
Chiaramente Eran morirà in quanto mostro, così tutti felici e tutti contenti.
Che pena.
Sinceramente da Hawaii Five-O un predicozzo del genere, per di più usando la pedofilia, non me lo aspettavo proprio.
Si riscatta un filo negli ultimi due minuti grazie alle lacrime (le uniche davvero sincere della vicenda) di Steve mentre guarda le foto delle povere vittime di Eran.
Mi spiace Lenkov, non mi hai convinto. Eppure hai dimostrato varie volte di saper scrivere storie di spessore, però questa non funziona.
Episodio bocciato.
Vi ricordo che stasera Hawaii Five- O non andrà in onda.
Tornerà il 3 Aprile sempre sulla CBS, con la puntata numero venti di questa quinta stagione, intitolata Ike Hanau.
Non perdere neanche una notizia! Seguici su Facebook e Twitter.
0 commenti:
Posta un commento