Introduzione alla recensione della prima stagione di DAREDEVIL

Nel 2005, uscì Batman Begins, un film che diede il via a due mode della Hollywood moderna: il reboot che ripropone le origini di un personaggio in chiave moderna e la caratterizzazione più cupa del solito degli eroi.
Infatti, sembrava quasi che Hollywood non avesse capito che la formula “rendiamo l’ambiente più dark” riusciva con Batman esattamente perché è Batman.
Batman e Daredevil hanno combattuto insieme in un paio di crossover, quando i loghi di Marvel e DC erano ancora quelli vecchi.
Non a caso, osservate l’approccio che hanno la DC Entertainment e i Marvel Studios a riguardo.
La Detective Comics ha deciso di rendere Batman un personaggio così fondamentale nel suo universo cinematografico che l’atmosfera stessa è estremamente cupa.
E Batman lo interpreta Ben Affleck, ovvero l'ultimo interprete di Daredevil prima di questa serie!
La Casa delle Idee, invece, a stento rende i suoi toni più cupi (diciamo che si percepiscono nei film su Iron Man e Capitan America, ma definirli film “dark” sarebbe esagerato), perché non aveva ancora mai trasposto un supereroe che si confacesse a tale atmosfera.
Questo finché, nel 2012, la Marvel non ha avuto indietro i diritti cinematografici di Daredevil, ed ha pianificato una trilogia, mettendo alle rediti del progetto Drew Goddard.

L’anno dopo, però, arriva l’accordo tra Marvel e Netflix per produrre almeno 60 episodi ambientati nell’MCU, e si decide di prendere il primo “film” di Daredevil e trasformarlo nella prima serie del progetto.
Un progetto che, dieci anni dopo Batman Begins, riscrive l’archetipo dell’adattamento cupo di un supereroe.
Se, infatti, Batman Begins mostrava l’atmosfera dark in maniera esplicita, con una Gotham City sudicia e malsana, Daredevil scava anche nell’animo umano.

Qui, infatti, è tutto cupo. Sembra quasi che Hell’s Kitchen sia un vaso di Pandora, dal momento che non sembra essere percepibile neanche un briciolo di speranza.

E quel briciolo non è rappresentato del tutto da Daredevil. Matt Murdock, infatti, è un vigilante tormentato, un uomo che sente il bisogno di aggrapparsi saldamente alla sua fede per capire se le sue azioni sono giuste.
Si potrebbe benissimo dire che il nome del supereroe si addice in pieno all’atmosfera della serie: per salvare Hell’s Kitchen, infatti, non può esserci un supereroe angelico, ma un vero diavolo.
La mia parte preferita del promo e dell'episodio pilota è questa.
Nel corso di questi tredici episodi, Daredevil diventa sempre più angosciante e tetra, perché Matt affronta nemici sempre più potenti. Più lui raggiunge la cima della catena criminale, più devastanti saranno le conseguenze.
Ma Daredevil non è soltanto la storia di Matt Murdock. Ogni personaggio è fondamentale ai fini della trama.
E no, non sto parlando solo dei personaggi principali: uno se l’aspetterebbe che Foggy, il migliore amico di Matt, o antagonisti come James Wesley e Leland Owlsley siano parte integrante della storia, semplicemente perché svolgono ruoli che richiedono tale aspetto.

In Daredevil, sono importanti per la storia anche i personaggi secondari, come Elena, l’anziana cliente ispanica che Foggy segue per un caso, o i fratelli Ranskahov, mafiosi russi che hanno un ruolo importante nella prima metà della stagione, passando perfino per Santino, un ragazzo che, se ci pensate, è responsabile dell’aver tenuto Matt in vita e dell’aver fatto entrare in gioco Claire, la prima vera alleata del diavolo di Hell’s Kitchen.

A proposito di Hell’s Kitchen: come si presenta questa zona di Manhattan?

Daredevil è ambientato tre anni dopo The Avengers, e la devastazione di New York in quel film è stata la causa dell’ascesa del crimine a Hell’s Kitchen. Nel corso di questi tre anni, infatti, le organizzazioni malavitose internazionali (mafia, triade cinese, yakuza giapponese e anche la mafia russa) hanno preso il controllo dell’edilizia, arrivando a contendersi il quartiere come se fosse una torta.

E i suoi cittadini? Non abbiamo la possibilità di osservare i comuni abitanti di Hell’s Kitchen, ma è facile assumere che “l’incidente” (è chiamata così l’invasione dei Chitauri in questa serie) abbia trasformato i newyorchesi. Dopotutto, è facile tracciare un parallelismo con la vita reale: se gli effetti dell’11 Settembre 2001 sono ancora cospicuamente tangibili dopo 14 anni, immaginate un’invasione aliena a quali conseguenze può portare.

Ammetto di starmi dilungando un po’ troppo, quando questa dovrebbe essere la recensione della serie.
Per questo, procediamo subito ad analizzare la serie. Nel farlo, però, mi serve tenere a mente cosa è accaduto, per cui, nei prossimi articoli, sintetizzerò quanto è accaduto nel corso dei tredici episodi della prima stagione. Dal momento che Daredevil è andato in onda 4 mesi fa, se volete, potreste farvi una rinfrescata, e leggere le varie sintesi.



Altrimenti, vi aspetto per l’analisi dei personaggi!




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Articolo di Fabiano Colucci

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