Eccoci qui, con la
seconda parte dell’articolo. Il tema di oggi è: la giustizia.
Vedremo insieme come sia cambiato il concetto di giustizia dal punto di vista di Oliver nel corso delle tre stagioni finora andate in onda, anche grazie al confronto con alcuni personaggi secondari, ma che, come vedremo, si riveleranno essere dei punti chiave ai fini del nostro discorso.
Non voglio dilungarmi in inutili preamboli, perciò vi lascio alla lettura.
Piccola annotazione: se siete qui, devo presumere abbiate già digerito la prima parte. Se invece
ve la siete persa e volete rimediare, potete farlo facilmente, cliccando sul
link: L'eroismo tragico di Oliver Queen (I).
Il nuovo costume per la quarta stagione. © The CW. |
* * *
GIUSTIZIA COME VENDETTA
Nyssa: «Vendetta è giustizia». (Arrow, ep 3.15 “Nanda Parbat”)Per comprendere il passaggio dalla prima alla seconda stagione, è importante comprendere la differenza tra l’idea di giustizia come vendetta e la nostra visione odierna sulla materia.
Oggi giorno la parola giustizia indica il trattamento corretto delle persone, dando a ciascuno il dovuto (per ulteriori spiegazioni,
suggerisco la consultazione di un buon dizionario), ma come ho già detto all’inizio
della prima parte di questo articolo, Oliver passa dall’essere un eroe di
stampo greco ad uno cristiano.
L’idea greca della
Giustizia è espressa dalla parola “δίκη” (nell’alfabeto
latino “dike”). Ai fini di questo
discorso, non occorre che ci focalizziamo sul mito di Dike come divinità: ci si
concentri unicamente sul fatto che nel mondo antico la Giustizia – divina o
umana – operava come vendetta. Le più famose tragedie di tutti i tempi
affondano le loro radici in quest’idea.
Per esempio, nell’Orestea
di Eschilo, Oreste riceve l’ordine di vendicare l’assassinio di suo padre da un
dio. Ciò implica l’uccisione della sua stessa madre, che era coinvolta nel
crimine e, nonostante nutrisse dei dubbi in principio, alla fine Oreste porta a
termine la missione perché quel tipo di omicidio era accettato dall’“ἦθος” (“ethos”, cioè le credenze e gli
ideali che guidavano le azioni dei Greci).
Quest’opera di Eschilo
può essere considerata una fonte per l’Amleto di Shakespeare, dal momento che
la storia di Amleto è molto simile a quella di Oreste. La differenza cruciale
tra i due è che Amleto continua a procrastinare la sua vendetta a causa della
sua moralità cristiana e la malinconia diventa il prezzo che deve pagare.
Apparentemente, Arrow ed
Amleto hanno molto poco in comune dato che le trame sono drasticamente
differenti l’una dall’altra. Ciononostante, chiunque abbia mai letto Amleto può
facilmente asserire che ci sono alcune somiglianze che vale la pena
sottolineare. È abbastanza interessante evidenziare che nell’episodio 1.03,
Felicity dichiara di non voler rimanere implicata in un dramma shakespeariano,
alludendo alla situazione familiare di Oliver e paragonandola proprio ad
Amleto.
La somiglianza più
evidente è che, trascurando le motivazioni della vendetta che non collimano,
Oliver decide di vendicarsi dopo l’apparizione del suo defunto padre, che gli
fa trovare la lista dei criminali di Starling City. Ma possiamo andare anche un
po’ oltre e fare un paragone tra Arrow, Amleto e l’Orestea. Per esempio, nel
modo in cui è collegata al villain, Moira ricorda Gertrude che ricorda Clitemnestra,
e Diggle può essere considerato come l’Orazio di Oliver, che interpreta lo
stesso ruolo che nell’Orestea aveva Pilade. E che dire di Malcom Merlyn? È un
personaggio machiavellico esattamente come Claudio: è il villain, e tuttavia è
carismatico e dimostra di essere tollerante e generoso in alcune circostanze,
sebbene non perda mai di vista il proprio obiettivo. Persino Laurel, prima di
divenire Black Canary, potrebbe essere comparata sia ad Ofelia che ad Elettra,
in un certo senso. Inoltre, quando Oliver finge di essere ubriaco nell’episodio
1.02, rievoca la scena in cui Polonio dice «there is a method in ‘t» (“c’è del
metodo in esso”) in riferimento alla follia di Amleto.
Sia l’Orestea che Amleto
sono tragedie di vendetta. Arrow è una serie tv basata su un personaggio di un
fumetto, ma dato che Freccia Verde è un giustiziere, la giustizia viene
introdotta come un tema fondamentale sin dal principio, come possiamo vedere
dal discorso di apertura di Oliver nel pilota:
«Il nome dell’isola su cui mi hanno trovato è Lian Yu. È mandarino, vuol dire "Purgatorio." Sono rimasto sull’isola per cinque anni. Ho sognato il mio salvataggio ogni fredda e buia notte da allora. Per cinque anni ho avuto un solo pensiero, un solo obiettivo: sopravvivere. Sopravvivere e, un giorno, tornare a casa. L’isola nascondeva molti pericoli. Per salvarmi sono dovuto diventare qualcosa di più di quello che ero, ho dovuto trasformare il mio corpo in un’arma. Sto tornando: non come il giovane che è naufragato, ma come l’uomo che consegnerà alla giustizia coloro che hanno avvelenato la mia città. Il mio nome è Oliver Queen*». (Arrow, ep. 1.01 “Pilota”)
Appena tornato a casa,
Oliver ha iniziato la sua crociata, ma il suo primo tentativo di trasformarsi
in un eroe era basato sulla vendetta. Uccideva criminali scoccando frecce
dritte nel loro petto e cancellando i loro nomi da una lista. Ciò significa che
nella stagione 1, vendetta e giustizia erano esattamente la stessa cosa.
Nondimeno, c’è stato
almeno un momento (quasi a metà stagione), un cui Oliver ha dovuto mettere in
discussione il suo punto di vista per la prima volta, cioè quando ha incontrato
Helena Bertinelli.
Come sappiamo, Helena voleva uccidere suo padre perché responsabile della morte del suo fidanzato. Nell’episodio 1.08, Oliver prova a farle capire che la vendetta non è la strada giusta da seguire:
Helena: «Nella vita a volte, vendetta e giustizia coincidono.» (Arrow, ep. 1.07 “Musa di Fuoco”)
Come sappiamo, Helena voleva uccidere suo padre perché responsabile della morte del suo fidanzato. Nell’episodio 1.08, Oliver prova a farle capire che la vendetta non è la strada giusta da seguire:
Oliver: «E poi cosa? Avrai la tua vendetta?»
Helena: «Poi avrò giustizia per ciò che ha fatto a me e a Michael».
Oliver: «Questa non è giustizia».
Helena: «E quello che fai tu, invece?»
Oliver: «Lasceresti che te lo mostri?» (Arrow, ep. 1.08 “Vendetta”)
Helena ed Oliver discutono sul metodo. © The CW. |
Nella scena seguente,
Oliver dice:
«Uccido le persone solo quando è strettamente necessario. Non è la mia prima mossa».
Così facendo, considera i
suoi omicidi come giustizia e la stessa Helena più tardi ammetterà che c’è una
differenza nel loro modus operandi:
Oliver [parlando dell’arresto di Frank Bertinelli]: «Starà via, Helena, per il resto della sua vita. Questa… è giustizia».
Helena: «Allora suppongo tu avessi ragione. Mi interessa più la vendetta». (Arrow, ep. 1.08 “Vendetta”)
In un certo senso, in
questa circostanza Oliver sta provando a distanziare se stesso dall’idea di
giustizia come vendetta, come se fosse in procinto di cambiare idea sul suo
metodo di fare giustizia, anche se in questo preciso momento è ancora troppo
presto. Solo più tardi (all’inizio della seconda stagione), capirà che c’è un
altro modo, e quel momento epifanico attesta uno dei maggiori cambiamenti in
merito a che tipo di eroe è destinato ad essere. Infatti, nel corso della
seconda stagione, Oliver smette di essere «l’assassino che ero una volta» e
inizia a consegnare i criminali alla polizia.
Nonostante questo, sentiremo la
frase «la vendetta è giustizia» almeno due volte nella stagione 3.
Nyssa: «Tua sorella ci ha detto che Merlyn ha ucciso Sara. Sei così smarrito che mi priveresti della mia giustizia?»
Oliver: «Questa non è giustizia. È vendetta».
Nyssa: «Vendetta è giustizia». (Arrow, ep 3.15 “Nanda Parbat”)
E poi ancora:
Oliver: «Sono qui per riportarti a Nanda Parbat».
Nyssa: «Per affrontare la giustizia? Se sì, per quale crimine? Per affrontare la vendetta? Se sì, per quale offesa?»
Oliver: «Tu dicesti che la vendetta è giustizia». (Arrow, ep. 3.21 “Al Sah-him”)
Al Sah-him e Nyssa © The CW.
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Ricapitolando, abbiamo un
primo Oliver (quello appena tornato dall’isola), sostanzialmente non diverso da
Helena e Nyssa nel suo considerare vendetta e giustizia su un unico piano, ma
già verso la metà della prima stagione la sua convinzione vacilla, arrivando ad
accantonarla del tutto nella terza stagione.
Nyssa è un personaggio
interessante, perché appartiene alla schiera dei “cattivi”, ma poi si rivela un’aiutante,
incarna per certi aspetti quello che Vogler definisce “il guardiano della
soglia”. Fa parte di un’associazione chiusa in se stessa e legata a tradizioni
che affondano le radici in un passato lontano. Considerando la questione da
questo punto di vista, potremmo affermare che Nyssa si trova in questa fase nello
stesso momento evolutivo di Oliver ad inizio prima stagione. A sostegno di
questa tesi, c’è un grazioso parallelo tra i due personaggi: a detta dello
stesso Oliver, dal suo ritorno a Starling City, il primo momento di normalità
lo ha vissuto quando è entrato nell’ufficio di Felicity, semplice e impacciata
di fronte a lui. Anche Nyssa ha avuto un momento simile: quando Laurel le ha
fatto provare le patatine con il milkshake. Momenti di vita quotidiana e
banale, ma che a entrambi mancavano da troppo tempo o forse da sempre (Nyssa).
*Ho tradotto personalmente dall'originale inglese i testi citati: da questo dipendono eventuali discrepanze rispetto ai dialoghi del doppiaggio italiano.
Sull'argomento di oggi c'era davvero molto da dire. Ho fatto del mio meglio per essere meno prolissa possibile, ma toccando tutti i punti che avevo individuato nella mia analisi. Detto questo, vi saluto e tranquillizzo ^_^, anticipandovi che la terza ed ultima parte sarà più breve. Il prossimo tema sarà: "la caduta".
Un abbraccio a tutti gli Arrowers,
Roberta
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