ARROW - Recensione S4E02, "The Candidate"

Una sintesi di “The Candidate”: tanta azione e focalizzazione sui sentimenti fraterni. 

Tra l’introduzione di nuovi personaggi e decisioni importanti per il futuro di Star City, i nostri eroi mascherati hanno dato spettacolo con delle avvincenti scene d’azione che hanno messo in evidenza il mutato rapporto di Oliver con il resto del team.




SCRITTO DA: Marc Guggenheim e Keto Shimizu
REGIA DI: John Behring

VOTO: 7,5/10

Trama: Jessica Danforth, amica di Moira Queen, torna a Star City per candidarsi a sindaco della città, intenzionata a seguire le orme della defunta amica. Oliver e Thea, a cui Jessica chiede supporto, decidono di proteggerla dal destino avverso che ha colpito i tre sindaci precedenti. Thea inizia a dare i primi segni di come il pozzo di Lazzaro l'abbia cambiata, mentre Felicity, alla Palmer Technologies, è alle prese con una crisi della società e le scelte difficili che ne conseguono. Farà affidamento su un dipendente, Curtis Holt, per risolvere al meglio la situazione.





LE SCENE D'AZIONE


Le scene di combattimento sono state a mio avviso la parte migliore di questa puntata. Tutte e dico tutte, dall’aiuto che Green Arrow dà a Black Canary che si cala dall’edificio grazie alla freccia “incordata”, all’arrivo in sincrono della squadra quando sono andati a salvare la figlia di Jessica scendendo giù dal lucernario in perfetto stile Sailor Senshi, e non ultimo, il confronto tra Oliver e Thea nella nuova Arrow-cave. È difficile mantenere alto l’interesse per le scene di combattimento in una serie basata su di esse, il rischio di replicare se stessi e diventare noiosi è sempre dietro l’angolo, ma evidentemente non è questo il caso. Ciascuna scena è stata caratterizzata da forte dinamismo e credibilità, perciò chapeau ai coreografi che sanno sempre come rendere al meglio le scene d’azione, e un piccolo grazie per aver avuto (finalmente!) un piccolo momento parkour… anche se alla fine Oliver è stato messo sotto da un’auto, ma questa, come direbbe Lucarelli, è un’altra storia.






GREEN ARROW

«Dopo cinque anni all’inferno, sono tornato a casa con un solo obiettivo: salvare la mia città. Ma il mio vecchio approccio non era abbastanza. Sono dovuto diventare qualcun altro. Sono dovuto diventare qualcos’altro. Sono dovuto diventare Green Arrow».
 Con questa dichiarazione si è aperto il secondo episodio della quarta stagione, episodio che ha messo chiaramente in luce la differenza tra il modo di operare di Arrow e quello di Green Arrow. Oliver Queen, che per tre stagioni ha cercato la giusta strada per diventare un eroe, adesso sa su quale binario percorrere il suo cammino. 

Oliver: «Ha un minuto?»

Cap. Lance: «Ho visto il tuo debutto in TV. Immagino tu abbia deciso di rimanere nei dintorni.»
Oliver: «Questa volta sarà diverso.»
Cap. Lance: «Sì, sì, certo. Be’, è perché adesso hai un altro nome, giusto? Con un colore: Green Arrow. È accattivante.»

Fare le cose in maniera differente. Questa è la nuova chiave di lettura della serie. Oliver vuole essere un faro, un simbolo di speranza e, messa da parte l’oscurità che lo ha sempre contraddistinto, adesso si apre al mondo, non soltanto nella vita privata, ma anche in battaglia. Se per le precedenti stagioni aveva vissuto il conflitto tra l’essere Oliver o Arrow («un uomo non può vivere sotto due nomi»), adesso che ha trovato l’equilibrio – né l’uno né l’altro, ma qualcosa di diverso, che includa entrambi – anche il suo modo di combattere cambia.
E lo vediamo sin da subito: quando scende in campo adesso si fida e si affida ai suoi compagni. La smania di essere il solo a salvare la situazione è svanita e ha lasciato il posto ad un leader tollerante e sicuro delle capacità dei suoi collaboratori. 

OLIVER QUEEN, IL CANDIDATO

Se c’è una cosa che ho capito con Arrow, è che se vuoi campare in una serie sui supereroi, non ti devi buttare in politica. Sei sindaco? Ti fanno fuori. Vorresti diventare sindaco? Ti fanno fuori sulla fiducia!

Candidarsi a sindaco a Star City equivale ad una forma alternativa di seppuku. E la signora Jessica Danforth se ne accorge davvero presto, visto che non le danno neanche il tempo di annunciare la candidatura che le sparano contro. Fortuna che quando decidi di fare una cosa folle in una serie, hai sempre gli amici giusti vicini al momento giusto. Ho gradito molto il modo in cui Thea è corsa ad occuparsi dei fantasmi e Oliver a proteggere Jessica e Madison, ma soprattutto mi sono divertita quando Oliver ha tirato giù dal parapetto il cattivo di turno, giustificando l’azione con non meglio precisate “lezioni di autodifesa”.

La povera Jessica contava forse di vincere, non avendo oppositori, ma ecco che spunta un nuovo candidato: Mr Oliver Queen. Già, proprio lui! E chi lo avrebbe detto? Conosco almeno tre persone (datemi una A, datemi una R, datemi una M!) che lo davano sindaco in tempi non sospetti, ma non siamo qui per questo!


Si potrebbe pensare che sia stata la stessa Jessica a fargli venire la brillante idea, oppure il Capitano Lance, come afferma lo stesso Oliver quando comunica a Felicity la sua decisione. 

«Ciò di cui questa città ha bisogno è qualcuno che voglia opporsi alla luce del giorno, non un tizio che si nasconde nell’ombra.»

Non c’è che dire, il discorso di Lance è convincente. Ma prima ancora dell’esortazione all’eroismo patriottico di Lance, non dimentichiamo il caro, vecchio (si fa per dire, è un pischello!) Barry Allen. Ecco, Lance e Jessica ci avranno sicuramente messo del loro, ma diamo a Barry il giusto merito, visto che è stato il primo a seminare l’idea in un terreno forse allora ancora impreparato, ma che ora è pronto a far germogliare la speranza, l’ispirazione e il coraggio di combattere affinché il male non abbia la meglio.
Barry: «Ehi, comunque…»
Oliver: «Sì?»
Barry: «Avevi torto. Quando mi dicesti che io posso ispirare le persone, dicesti che tu non potevi, ma avevi torto: tu puoi ispirare, non come Arrow, quel tipo è uno stronzo, ma come Oliver Queen.»
                                                                              (Dall'episodio 3x08) 

Kudos to Barry Allen, please!


I RAPPORTI INTERPERSONALI

Tra un’azione e l’altra, tra un candidato e un altro, in quest’episodio l’ago della bilancia della sfera emotiva pende nettamente per i rapporti fraterni e loro surrogati. La scorsa settimana mi sono soffermata sui singoli personaggi, ma l'episodio 2 pone l'accento sui rapporti interpersonali.




I FRATELLI QUEEN: Prevedibilmente, l’attenzione maggiore è rivolta ad Oliver e Thea, anche perché i mesi di distacco hanno fatto in modo che Oliver non si accorgesse del cambiamento in atto in sua sorella. Merlyn lo aveva avvertito: usare il pozzo per riportarla in vita avrebbe avuto delle conseguenze. E adesso tocca farci i conti.

L’arrivo a cavallo di due moto di Green Arrow e Speedy tra i senzatetto alla ricerca di informazioni è stato mozzafiato. Sembravano anche avere un certo feeling sul campo, fino a quando Speedy non si è lasciata prendere la mano. Ancora una volta mi torna alla mente Barry Allen.

Barry: «Hai torturato un uomo.»
Oliver: «L’ho interrogato.» 
Barry: «Quando i miei amici dicevano che eri un criminale, io ti ho difeso perché credevo che fossi un eroe. Credevo che dovessimo essere migliori di loro.»                                                                                       (Episodio 3x08)
Stavolta è Green Arrow a vestire i panni di uno stupito Barry di fronte ai metodi poco ortodossi di Speedy, che non esita a spezzare un braccio al malcapitato di turno pur di estorcergli le informazioni di cui ha bisogno.

Speedy: «Stava temporeggiando!»
Green Arrow: «Era spaventato.»




Come vediamo, il nostro eroe ha completamente abbandonato il suo vecchio modus operandi ed ora si propone di essere un mentore per chi deve ancora raggiungere il suo stesso livello di consapevolezza. E la scena dimostrativa? Sublime! Speedy in modalità di attacco è leggera e agile come una gatta selvatica. Lui, non occorre neanche che mi esprima. 

Quanto mi piace questo continuo rincorrersi dei temi col passare degli episodi, ci mostrano la crescita dei personaggi con tutta la forza evocativa del ricordo. Bello, bello, bello!

LAUREL E SARA LANCE: Premesso che a me Sara non è mai stata simpatica e avevo inutilmente sperato che la lasciassero morta (ho smesso di guardare The Vampire Diaries proprio perché c'erano più morti resuscitati che in Beautiful, e questo è tutto dire!), devo ammettere che la decisione di Laurel di riportarla in vita con il pozzo di Lazzaro le rende onore. Sì, perché Sara non è esattamente la migliore sorella del mondo (una che scappa via con il tuo fidanzato, come la vogliamo definire?), ma l'amore che Laurel nutre per lei, evidentemente va al di là di questo. Brava Laurel, mi piaci ogni giorno di più!

BROMANCE: Come dite? Non vi è parso di vedere scene Diggle-Oliver? Allora eravate disattenti. Sì, sto parlando della scena tra Diggle e Laurel in macchina. A parte il fatto che ha dato un assaggio di come il gruppo sia cresciuto e si sia compattato in assenza di Oliver, abbiamo anche la confessione di Diggle in merito alle sue indagini sulla H.I.V.E. Il fatto che lo abbia detto a Laurel implica una certa perplessità sul suo stesso modo di agire. Si è reso conto di aver sbagliato a non dirlo ad Oliver? Certamente. È pronto a parlane con lui? Non ancora.

OLICITY: Pensavate me ne fossi scordata? Giammai! Naturalmente, con tanta carne sul fuoco, non ci sono state moltissime scene Olicity. Del resto, ora che stanno insieme, vederli continuamente sbaciucchiarsi diventerebbe melenso e perderemmo presto l'interesse. Non so voi, ma in generale a me dà più brio la fase del tira e molla che precede la canonizzazione della coppia. 

Due o tre cose però le voglio dire: 

1) Felicity vuole un nome in codice. E ovviamente lo dice mentre Oliver è nel pieno dell'azione. A chi non è venuta in mente la scena in cui Oliver, in moto durante un inseguimento, le chiedeva se per l'appuntamento andava bene un ristorante italiano? La storia si ripete, ma adesso Oliver non ha più paura che la vita privata possa distoglierlo dalla sua missione, anzi: stavolta la vita privata è ciò che gli ricorda costantemente che tipo di eroe vuole e può essere. La voce di Felicity negli auricolari è la voce della coscienza.

2) Oliver ha recuperato la felce dell'amore e le ha preparato la colazione a sacco. Conferma di essere l'uomo perfetto che tutte noi vorremmo. 

3) La tenerezza del discutere i progetti futuri in terrazza? Va be', non mi voglio dilungare sugli Olicity, tanto c'è l'approfondimento apposito per questo.



FELICITY PRESIDENTE DELLA PALMER TECH

Ho sinceramente nutrito delle perplessità nel vedere Felicity alle prese con il consiglio di amministrazione della Palmer Technologies e i licenziamenti coatti. Beninteso, è perfettamente nel ruolo che Felicity non abbia animo di licenziare le persone e si adoperi per non farlo. Quello che mi ha stupito è il suo arrivo alla Palmer Tech e la sua battuta d’esordio. "Evviva, è tornata la nostra Felicity divertente!" direte. Però io, per dirla con Montalbano, non mi faccio persuasa.

Non so voi, ma io credo nella memoria dei luoghi, e l’edificio che ora ospita la Palmer Technologies, era stato un tempo la Queen Consolidated, azienda in cui era partita da esperta informatica per poi diventare assistente del presidente (presidente del quale, vale la pena ricordare, è sempre stata innamorata). Poi Palmer acquistò la Queen Consolidated e lei ne divenne il braccio destro, e poi divenne la sua ragazza (e forse il passato remoto non è neanche tanto corretto, visto che stiamo parlando di eventi avvenuti non più tardi di sei mesi fa!), e poi ora forse Palmer è morto… e lei entra in quegli uffici come se niente fosse? Come minimo a me farebbe strano entrare lì dentro da titolare, e soprattutto senza quelle persone con cui ho condiviso momenti importanti della mia vita. Ma forse sono io troppo emotiva.

DUE NUOVI PERSONAGGI

L’episodio di ieri ha introdotto nell’Arrowverse due nuovi personaggi, che come sappiamo già da questa estate, saltano fuori direttamente dai fumetti: il primo è Curtis Holt, (Echo Kellum, nel fumetto Michael), che è un dipendente della Palmer. Non abbiamo ancora avuto modo di vederlo nei panni di Mr Terrific, ma nell’ambiente di lavoro, sembra uno simpatico. Diventa subito un consigliere di Felicity che è tormentata dall’idea di dover licenziare alcuni dipendenti. Il signor Dennis aveva usato un algoritmo messo a punto dallo stesso Curtis per stilare una lista di persone da estromettere, nonostante il progetto fosse stato concepito, in origine, per ottimizzare i risultati della Palmer Tech e aumentare gli stipendi dei dipendenti. Insomma, esattamente il tipo di genio di cui Felicity sembra avere bisogno!

Il secondo è Anarky (Alexander Calvert), che vediamo al momento come un mercenario di Damien Darhk. Non sappiamo molto di lui, tranne che ha avuto più fortuna del sottoposto di Darhk che nel primo episodio è stato ucciso a scopo dimostrativo. In quell’occasione, Darhk aveva affermato che quando si occupa di un problema, il problema muore. Questa volta, seppur riluttantemente, ha concesso ad Anarky una seconda occasione, limitandosi a minacciare conseguenze in caso di un secondo fallimento. 

Per scoprirne di più, penso proprio che dovremo attendere i prossimi episodi!

Che altro dire? Ah sì, quasi dimenticavo! I flashback sull'isola. 

La Waller ce l'ha rispedito per infiltrarsi, e lui si è subito adoperato per essere un naufrago credibile: si ringrazia la Waller per la gentile concessione.

Ma vogliamo spendere giusto un paio di paroline sul nuovo look di Oliver versione survivor? Perché coi capelli lunghi, ci starebbe anche bene... se non fosse che quel coso che ha in testa si vede lontano un miglio che è finto! Perciò, direi sia ora di rendere grazie per l'addio ai tempi di Enzo Paolo Turchi e dire invece benvenuto al nostro Oliver Queen, marine version: capello rasato e barbetta incolta, a noi, ci piace assai! 

Prima di lasciarvi, sento il dovere di fare una piccola annotazione di chiusura: abbiamo capito che il KGB ha un'idea un po' distorta di quello che dovrebbe essere un "tono più luminoso", e su questo posso anche rassegnarmi. Ma il primo episodio è finito con una scena al cimitero, il secondo pure. Non diventerà una consuetudine, spero! E poi, francamente, era proprio necessario farci vedere quella cosa rinsecchita nella bara? Già non mi piaceva da viva...! Non so voi, ma io, quando ho visto la scena finale, ho pensato automaticamente alla Strega di Biancaneve! 

Roberta






Tutte le immagini riportate di Arrow sono proprietà della CW.

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Articolo di Robbie_Carter

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