Il sito winteriscoming.net sta proponendo degli approfondimenti su alcuni personaggi della serie, il primo e, forse, più interessante riguarda Jon Snow. Andiamo per un attimo al di là degli spoiler e delle anticipazioni sulla sesta stagione e analizziamo un po' quello che fino ad ora abbiamo visto, con particolare riferimento agli archetipi in cui si ritrovano i nostri personaggi.
Prima di tutto cerchiamo di capire cosa'è un archetipo, Un archetipo, nel fantasy e nei miti, è quel tipo di personaggio che riappare costantemente, quel personaggio che ti aspetti di trovare in queste storie: l'eroe instancabile, il mentore che offre talismani, guardiani, pericolosi mutaforma, cattivi oscuri.... Game of Thrones è una serie che presenta diversi archetipi, diversi personaggi ricadono in una (o più) categorie
Il lavoro che ci propone winteriscoming.net si sviluppa a partire dal lavoro di Joseph Campbell (The Hero with a Thousand Faces) e dalla moderna visione di Christopher Vogler (The Writer’s Journey). Sia Campbell che Vogler si sono basati sul lavoro di Carl G. Jung, lo psichiatra che suggerì che dal momento che gli archetipi dei miti e delle leggende appaiono in così tante e differenti culture, separate nel tempo e nello spazio, evidentemente emergono dal subconscio collettivo del genere umano, quindi ci appartengono e ci rappresentano come collettività, come se fossero una sorta di eredità condivisa dalla razza umana.
Campbell argomenta che il genere umano è biologicamente programmato per capire il simbolismo e l'espressione dei personaggi archetipi, altrimenti non saremmo in grado di partecipare emotivamente alle esperienze umane narrate in miti e leggende.
Ovviamente gli archetipi non sono categorie di personaggi rigide e ben definite, ma hanno la flessibilità per adattarsi a tutte le culture e a tutte le circostanze. Capita che un solo personaggio incarni più di un archetipo sia contemporaneamente che in momenti diversi della narrazione o che passi da una categoria all'altra nel corso della storia.
Chiarito cosa si intende per archetipo e quale sia la sua funzione, ritorniamo a Game of Thrones e ai suoi personaggi. In particolare torniamo al nostro EROE: Jon Snow. La parola "eroe" deriva dal greco hērōs, che signofica qualcosa tra il guerriero e il difensore. Un eroe è qualcuno che è pronto al sacrificio per proteggere un bene più grande. Infatti, l'Eroe deve sacrificarsi per trasformare se stesso e il mondo che sta cercando di salvare. Per Campbell "l'eroe mitologico è il campione non delle cose che sono, ma delle cose che saranno".
Jon Snow è forse l'eroe più ovvio e tradizionale che troviamo in Game of Thrones. Anche il suo cognome, che è la prova delle sue origini illegittime, simboleggia la purezza. E' un orfano, un figlio non voluto, nato in circostanze vaghe e fumose, portato in una terra a lui straniera dove la madre adottiva rifiuta di amarlo.
Le vere origini di Jon Snow sono misteriose, non si capisce quale sia il suo lignaggio e quali siano le sue parentele. L'unica informazione che ci viene fornita è che Jon sia il frutto di una relazione extraconiugale di Eddard Stark, ma anche questa informazione è dibattuta, non è facile credere ad una possibile infedeltà di Ned, l'uomo più retto e morigerato che esista, così come molti indizi portano il pubblico a pensare che ci sia dell'altro. La verità è stata sepolta con Ned? O avremo comunque l'occasione si scoprire cosa è successo in realtà?
Seguendo le teorie di Campbell e Vogler, le origini di Jon Snow lo riportano al ruolo tradizionale dell'eroe, che è "frequentemente non riconosciuto e disprezzato" (Campbell) e lo si può ricondurre alle figure di Romolo che, abbandonato e cresciuto da una lupa, fondò Roma, è di Luke Skywalker, ragazzo proveniente da una modesta fattoria con incerte parentele da Star Wars.
Esaminando la figura di Jon attraverso le funzioni psicologiche e drammatiche dell'eroe di Vogler vediamo che il personaggio di Jon Snow compare nella storia di Game of Thrones quando è un giovane uomo alla ricerca del proprio destino. E' riflessivo e onesto, ma anche insicuro di se stesso e un outsider all'interno della famiglia adottiva.
Dai primissimi istanti vediamoJon cercare il suo posto e la sua completezza. Per lui, figlio bastardo senza titoli,questa ricerca si traduce nell'ingresso nella confraternita dei Guardiani della Notte, che comunque non gli dà quel senso di casa che cerca. Manca ancora qualcosa e Jon si sente sempre incompleto. sente sempre un certo distacco e la sua perizia con le armi lo fa sentire diverso dagli altri. Quindi la sua ricerca per trovare il suo posto nel mondo continua.
Qual è la funzione drammatica dell'Eroe? L'identificazione del pubblico. Tutti noi abbiamo bisogno qualcuno per cui tifare in una storia, specialmente nel mondo imprevedibile e sanguinoso di Game of Thrones, e Jon Snow serve perfettamente allo scopo (quantomeno fino al finale della 5a stagione), incarnando uno dei tre principali punti di vista con Tyrion e Daenerys. Jon ha tutte le qualità dell'eroe, sia quelle positive che quelle negative, noi possiamo identificarci in lui e questo ci permette di vedere il mondo attraverso i suoi occhi.
Ma vediamo queste qualità nel dettaglio. Prima di tutto l'attaccamento al personaggio di Jon Snow nasce dal fatto che lo abbiamo visto crescere, abbiamo assistito al suo isolamento e al suo primo viaggio al di là della Barriera; abbiamo visto lo sviluppo da ragazzo a uomo; abbiamo sentito i suoi dolori e assistito alle sfortune capitate alla sua famiglia, il suo senso di impotenza nell'aiutarli. Abbiamo visto anche il risveglio alla consapevolezza rispetto al giuramento prestato ai Guardiani della Notte, alla rinuncia all'amore per onorare i suoi voti. Abbiamo assistito alla sua travolgente storia d'amore con Ygritte, il tradimento verso di lei e verso i Bruti e la morte di Ygritte, alla fine. Lo abbiamo visto diventare Lord Comandante dei Guardiani della Notte e abbiamo visto in lui tutto il potenziale che ci avevano visto Ned Stark, Jeor Mormont e anche Mance Rayder. Abbiamo visto infine (forse...) lo spegnimento delle speranza rappresentate da Jon.
Come tutti gli eroi, Jon Snow è sia eroico che imperfetto. Il suo inossidabile senso dell'onore è sia la sua forza che la sua più grande debolezza Jon e suo padre (adottivo?), Lord Eddard Stark, entrambi soldati, dai fortissimi principi e dal fortissimo senso dell'oore, soccombono in un mondo dominato dagli intrighi politici giocati da personaggi ambigui come Varys, Ditocorto e i Lannisters. Per Jon Snow, l'onore è un profondo collegamento con l'eredità di Ned, che potrebbe essere il motivo per cui non può abbandonare l'onore in favore della prudenza politica o dell'amore. Anche il tradimento di Jon nei confronti dell'amore di Ygritte, è necessario per scappare dai Bruti e tornare dai Guardiani della Notte per mantenere il proprio voto. E' un gesto comunque in qualche modo imperdonabile.
Tra le funzioni drammatiche dell'eroe troviamo il Sacrificio e il confronto con la Morte. Il Sacrificio, non la forza o il coraggio, sono i tratti distintivi dell'EROE. Jon Snow, come Ettore nell'Iliade e Obi Wan Kenobi in Star Wars, è destinato a sacrificare la propria vita in difesa di un bene superiore.
Con il giuramento dei Guardiani della Notte, Jon rinuncia al matrimonio, a possedere beni, ad avere figli e titoli, tutti gli obiettivi di vita tradizionali nei quali molti uomini trovano soddisfazione. Oltre a ciò, Jon affronta continuamente rischi di perdite e morte: sconfigge Alliser Thorne per proteggere Samwell Tarly appena arrivato al castello Nero, sacrificando la benevolenza del suo superiore; cavalca al di là della Barriera, andando incontro a chissà quali orrori, mettendo a rischio la sua sicurezza; uccide il suo compagno, il leggendario Ranger Qhorin il Monco, contro il suo senso di fratellanza, per ottenere la fiducia di Mance Rayder; tradisce Ygritte per poter tornare dai Guardiani della Notte, rinunciando all'amore; e alla fine rischia e - forse - la vita cercando di unire i Bruti e i Guardiani della Notte.
E arriviamo alla domanda che tutti abbiamo in testa dall'ormai lontano finale della quinta stagione: Jon Snow è davvero morto? Lasciando da parte per un attimo pettegolezzi, speculazioni e anticipazioni dal set, affrontiamo la questione dal punto di vista dell'archetipo. L'Eroe tradizionale, come parte del suo viaggio, deve sempre affrontare la morte. L'Eroe può scampare alla morte, sembrare morto, ma sopravvivere, o anche entrare e uscire dal monto dei morti. così come Ulisse. Se Jon Snow riapparirà in Game of Thrones, sarà probabilmente l'espressione di questi ultimi scenari: o è solo apparentemente morto, o è morto ed è tornato. Ovviamente c'è sempre la possibilità Melisandre possa usare i sui poteri per ridargli la vita (e sarebbe comunque nella fattispecie del morto e risorto). Ricordiamoci che lo zio Martin è un maestro nel manipolare le aspettative dei lettori!
Delle teorie sul destino di Jon Snow abbiamo già parlato diffusamente qui: "YOU KNOW NOTHING, JON SNOW", ma noi cosa sappiamo del finale della quinta stagione?
Purtroppo, però, il grosso della 6a stagione rimane nelle mani di David Benioff e D.B. Weiss, che sembrano avere lo stesso gusto di Martin nel manipolare e disattendere le aspettative. Lo stile della 5a stagione, personalmente, non mi ha fatto impazzire. Spero che i due showrunner tornino a produrre un grande show per la sesta stagione. La storyline legata a Jon Snow, anche da sola, è un nodo cruciale di tutta la saga e spero che sarà trattata come merita, senza troppo sensazionalismo, ma con sostanza. Sarebbe perfetto se Jon tornasse e potesse completare il suo viaggio da Eroe, ma non è un requisito fondamentale dell'archetipo. L'Eroe non ha bisogno di sconfiggere la morte se cade in difesa di un bene superiore, così come Jon ha fatto nei Guardiani della Notte.
L'assassinio di Jon Snow perpetrato dalle mani dei suoi stessi uomini è confuso, scioccante e ingiusto. ma questo è Game of Thrones e la morte di Jon Snow (e la prospettiva di una resurrezione) non diminuisce l'Eroe che è diventato.
fonte: winteriscoming.net
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