Ancora una volta come spesso ci ha abituati Orphan Black, ci ritroviamo in equilibrio sul sottile confine che separa scienza ed etica, giusto o sbagliato, salvezza o abominio.
Il titolo dell'episodio “Human raw material” (materia prima umana) richiama ancora una volta in questa stagione gli scritti di Donna Haraway, ma questa volta la manipolazione della natura non è legata alla modifica dell'uomo per un suo allineamento razziale in risposta ad un modello sociale ambito (anche se non possiamo fare a meno di notare che ironicamente tutti gli aspiranti neogenitori alla giornata dell'orientamento sono di “razza bianca”), bensì ad un più generale intervento per creare degli uomini “perfetti”.
Apprendiamo grazie alle indagini di Cosima all'interno della Brightborn ed al suo colloquio con Susan che l'ambizioso obiettivo è proprio quello della modifica della linea germinale.
Cosa c'è di così sorprendente?
Mentre le altre forme di manipolazione genetica alterano il singolo organismo (pensiamo per esempio ai vermetti della Neolution ad esempio o alla selezione del genoma da embrioni fecondati, procedimenti che hanno entrambi impatto solo sulla persona oggetto della manipolazione), modificando la linea germinale queste alterazioni possono essere trasmesse direttamente alla prole, senza la necessità di ulteriori sperimentazioni.
Da qui all'ambizione della creazione di un essere umano migliore il passo è breve.
In quest'ottica inoltre la figura di Kira assume ancor di più rilevanza, ma andiamo con ordine.
L'episodio segue due trame parallele, di cui sicuramente la più rilevante ai fini della storyline principale è quella che si svolge all'interno della Brightborn.
Sull'altro fronte invece troviamo Sarah decisa a passare del tempo insieme alla sua piccola Kira, dedicandole finalmente quelle attenzioni materne che spesso, a causa delle continue situazioni di emergenza delle Leda, le vengono negate.
Ma siamo in Orphan Black, per cui non ci vorrà molto prima che Sarah scopra, grazie alle ricerche di Cosima, che la Geneconnexion (l'agenzia a cui sembrerebbe essersi rivolta Felix per rintracciare sua sorella Adele) fa parte del gruppo di società legate alla DYAD, alla Brightborn ed a Evie Cho.
Questo probabilmente non avrà sorpreso nessuno di noi (alzi la mano a chi quest'Adele puzza!), ma di certo paradossalmente quasi tranquillizza Sarah nel giustificare i suoi sentimenti verso tutta la questione “famiglia d'origine” del fratello: se da un lato la ragazza ha esasperato negli ultimi anni la sua tendenza al sospetto, dall'altro l'allontanamento di Felix le suscita una latente gelosia.
Sarah si reca dunque nel loft di Felix per invitarlo a cena, ma scopre con fastidio che Adele è ancora lì, e mentre quest'ultima sviluppa una certa complicità con Kira, le ruba campioni di capelli e di saliva da un bicchiere per far testare il suo DNA e verificare se sia veramente chi dice di essere.
Sarah forse sfiora la paranoia, ma non possiamo far a meno di ammettere che Felix con un po' troppa leggerezza ha introdotto Adele al nascondiglio di Siobhan&Co.
Ma la tragedia familiare non fa in tempo a scoppiare perché arriva la conferma delle analisi del DNA: Adele e Felix sembrano essere davvero fratello e sorella.
Sarah appare sconvolta dalla notizia ed a stento trattiene le lacrime, e qui abbiamo un colpo di scena: Kira mostra verso la madre una straordinaria intuitività e sensibilità e la porta via consolandola, ma soprattutto le rivela la sua capacità di percepire tutte le Leda ed i loro sentimenti, ovunque si trovino, anche quelle che non conosce. Non si tratta di sogni ma di percezioni reali.
Cosima e Donnie intanto si introducono alla giornata speciale dell'orientamento alla Brightborn nei panni di Douglas ed Eve, la madre surrogata (“Sarà anche lei genitore o no? E' importante per interpretare il personaggio!!!”), ignorando la presenza di Evie e Susan conoscono perfettamente l'aspetto delle Leda.
E così mentre Donnie si immerge nel personaggio del gaynontroppogay Cosima cerca di scoprire qualcosa di più durante la visita alla struttura.
L'arrivo di Kristal complica ulteriormente le cose (e le rende ancora più divertenti), spaventando Donnie che cerca, come può, di correre ai ripari e di evitare alla ragazza di cacciarsi ulteriormente nei guai, anche spacciandosi come un improbabile massaggiatore, salvo tradirsi quando la ormai forzuta estetista nomina una certa dottoressa "Cormier".
La presenza di Kristal allarma Evie Cho che ipotizza immediatamente soluzioni drastiche, ma viene prontamente fermata dall'intervento della dottoressa Duncan, determinata a parlare con le sue Leda.
Ed è proprio in piscina che avviene il passaggio chiave della conversazione tra Cosima e Susan, dove quest'ultima, incuriosita e in fondo fiera dell'intelligenza della nostra biologa, le lascia intuire che le sperimentazioni riguardano la catena germinale, pratica peraltro illegale nella maggior parte dei paesi.
La situazione però si complica quando Cosima, appropriatasi del badge della Duncan, si introduce in sala parto ed assiste alla nascita di un piccolo con una gravissima malformazione e viene scoperta.
Il confronto finale tra la Duncan e Cosima riprende quindi il tema introdotto all'inizio, cioè quello del confine tra scienza ed etica.
Fino a dove può spingersi l'uomo nella continua ricerca della conoscenza e del controllo sulla natura?
E' vero che la percezione di questo dilemma è diversa sulla base del periodo storico, dei fattori culturali e dello stesso progresso scientifico, ma dove la scienza rischia di diventare abominio?
La modifica della linea germinale racchiude in sé salvezza e caduta: alla possibilità di intervenire su gravi malattie si contrappone alla stessa possibilità di trasmettere alla linea di discendenza un genoma viziato di insidie nascoste, in una materia dove non tutto è conosciuto: la sperimentazione delle Leda ha portato infatti alla grave malattia di Cosima.
Trattare il genoma come mera “materia prima umana” non assimila le persone al famoso “onco mouse” (il topo transgenico “brevettato” negli anni '90, il cui corredo genetico era stato modificato allo scopo di predisporlo allo sviluppo del cancro) a cui fa riferimento Cosima?
Sono temi importanti quelli legati alla bioetica di cui tutt'oggi si parla nella nostra società ed a cui si cerca di dare risposte, non sempre condivise ed anzi, spesso contestate ed oggetto di controversie.
In questo senso Orphan black è una serie coraggiosa oltre che intelligente, perché non sfrutta il tema solo come pretesto per portare avanti la narrazione, ma lascia in sospeso interrogativi e pone anche prospettive molti diverse su cui riflettere.
La vita di Cosima vale il compromesso con la Neolution?
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Ep. 4x03 The Stigmata of Progress
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