Il viaggio è giunto al termine. Prison Break: Resurrection si
è concluso e, stando a quanto annunciato dal co-produttore stesso,
non dobbiamo aspettarci un eventuale seguito. Nel corso di questo a
tratti incredibile e a tratti discutibile revival siamo stati
indubbiamente protagonisti di un cocktail di emozioni, un
turbine che ha culminato in un finale di stagione all'altezza delle
aspettative, soprattutto per chi temeva un cliffhanger a
tradimento, ma non adeguatamente confezionato, lasciando
insoddisfatti coloro i quali speravano che i nodi si sarebbero
sciolti in maniera non approssimativa.
Si è trattato di un happy ending, Nessuno (Outis/Michael) ha
fatto ritorno a casa ed è riuscito a riprendersi la sua vita, sua
moglie e suo figlio. Un lieto fine che è tuttavia costato una
perdita inaspettata, la dipartita di un personaggio che a questa
stagione ha dato tanto e che ci aiuta a prendere in considerazione il
fatto che gli autori non abbiano avuto effettivamente intenzione di
speculare su una sesta stagione. L'idea, afferma Paul Scheuring, era
quella di produrre un film in nove parti, una vera e propria limited
run all'interno della quale Scheuring e compagnia hanno potuto
sviluppare un segmento narrativo egli aveva in mente da anni, al
quale non è prevista e nemmeno necessaria alcuna aggiunta. “[...]
Adesso sento che va bene” ammette Scheuring, aggiungendo che in un
finale alternativo Sara avrebbe detto a Michael “va tutto bene ora,
non devi più guardarti le spalle”. Un messaggio conclusivo che
alla fine si è riusciti a rendere ugualmente mostrando un Michael
soddisfatto osservare la sua famiglia unita e felice.
La famiglia è il grande topic che, insieme alla libertà,
caratterizza questa quinta stagione. In Progeny, il penultimo
episodio, eravamo rimasti in sospeso con un Lincoln morente e un
Michael e figlio sotto tiro. Behind the Eyes si apre invece su
un momento antecedente a quello in cui Michael irrompe in casa Ness
per portare in salvo il piccolo Mike. Nel seminterrato
dell'abitazione vediamo Jacob perdere le staffe con Sara e venire
messo in discussione dal suo fidato esecutore Van Gogh. Da qualche
episodio si intuiva tempesta nel rapporto tra Van ed Emily (A&W)
ma era difficile accettare l'eventualità che la loro storyline
sarebbe finita in tragedia. Nel momento presente in cui A&W
sta per giustiziare Michael e figlio, Van Gogh interviene ribadendo
alla compagna la possibilità di abbandonare tutto e sparire per
sempre. Decisamente più ligia al proprio dovere, Emily spara a Van
prima di venire colpita a sua volta da Sara, la quale fugge insieme a
Michael, ma assiste in prima persona al rapimento del figlio per mano
di Jacob.
Michael e Sara trovano poi Lincoln morente all'interno della propria
auto. Eravamo infatti rimasti con Luca Abruzzi, figlio di John, il
quale aveva ottenuto la sua vendetta su Burrows sparandogli a
distanza ravvicinata. Miracolosamente (troppo miracolosamente)
Lincoln è ancora vivo e viene ricoverato immediatamente in ospedale,
dove riescono a stabilizzarlo. Michael è ancora conosciuto in
territorio statunitense come Kaniel Outis, quindi è obbligato a
lasciare l'edificio prima che qualcuno lo riconosca e procedere nel
suo misterioso piano per sconfiggere Poseidone. Assistiamo finalmente
all'incontro tra Michael, Sara e Thedore Bagwell, accompagnato dal
riscoperto figlio Whip. T-Bag e Whip consegnano il barattolo di
sangue a Michael e questi spiega a Bagwell il suo ruolo in tutta la
faccenda. T-Bag deve infatti fare quello che Michael non sente e non
crede di riuscire a fare: togliere la vita a Poseidone.
Nel mentre, Jacob accompagna il piccolo Mike nel suo studio e
manipola il piccolo rifilandogli una versione errata della
situazione. Secondo le parole dell'uomo, infatti, Sara sarebbe morta
per mano del terrorista che finge di essere il padre del bambino.
Michael Scofield sarebbe morto sette anni fa e quest'impostore
avrebbe tutta l'intenzione di fare del male a Mike per ferire Jacob
stesso. Mike stenta a credere alle parole dell'uomo, ma egli riesce a
strumentalizzare caparbiamente una telefonata di Michael e a
convincere il bambino a temere la figura del suo vero padre e a
vederlo invece come un nemico. Michael resta evidentemente ferito nel
momento in cui il figlio lo invita a lasciare stare suo “padre”,
ovvero Jacob. Sara, tuttavia, gli ricorda l'abilità di Poseidone di
manovrare le menti altrui e di non lasciare che questo lo distragga
dal loro piano.
Stiamo
parlando di un season finale
incompleto sotto troppi punti di vista, ma generoso verso altri. Uno
di questi è certamente il significato che si cela dietro i nuovi
tatuaggi di Michael. In Progeny abbiamo
visto come Thoreau sta cercando di decriptare le informazioni
nascoste dietro i tatuaggi e, grazie a ciò che è riuscito a
comprendere fino ad ora, Jacob e A&W si recano allo zoo, convinti
di poter scovare Scofield e compagnia.
Michael si trova invece all'università, intenzionato a infiltrarsi
nella base di Poseidone. A questo punto ci viene palesato uno dei
significati del titolo del nono episodio, ma anche ciò che
significavano alcuni dei misteriosi simboli dipinti sulle sue mani.
Unendole sopra il volto, infatti, il risultato finale è la
ricostruzione fedele della fisionomia di Jacob Ness. In questo modo,
Michael è in grado di oltrepassare le misure di sicurezza e a
introdursi nella tana del nemico. Ciò che intende fare a questo
punto non è ancora del tutto chiaro, ma lo scopriremo più avanti.
Sara deve occuparsi di Lincoln, ma scopre che l'uomo ha lasciato
l'ospedale di sua spontanea volontà. Lincoln si è in realtà
diretto da Luca Abruzzi per risolvere una volta per tutte i conti in
sospeso e cerca un ultima volta di convincere il criminale a
dimenticarsi del suo debito. Luca Abruzzi è pronto a replicare il
tentativo di omicidio, ma si sentono delle sirene in lontananza e
questa volta Lincoln ha chiamato dei veri poliziotti per arrestare il
trafficante.
Ammiriamo il tentativo degli autori di aver dato pace al dramma di
Lincoln, ma questo non ci aiuta a passare sopra ai numerosi passi
indietro che il personaggio ha fatto da quella lontana quarta
stagione. Per quanto verosimile sia la rottura con Sofia (così è la
vita) non sono riusciti in alcun modo a giustificare il ritorno di
Lincoln ad una vita dalla quale il fratello, presunto defunto,
contava di averlo tirato fuori. Non c'è stata inoltre traccia di LJ,
figlio di Lincoln, il quale in passato è stato fin troppo implicato
negli eventi mentre adesso è completamente scomparso.
Tornando all'episodio, in ospedale Sara scopre che Van Gogh riversa
in condizioni critiche e potrebbe non superare la notte. La donna
raggiunge allora la camera dell'agente per farsi dare qualche
informazione utile a ritrovare suo figlio. Intenzionato a essere
lasciato morire, Van si limita a segnare un indirizzo su un pezzo di
carta.
T-Bag e Whip portano intanto avanti la loro parte del piano. I due
raggiungono una camera di motel in cui l'individuo che abbiamo
conosciuto in abiti alla Elvis sta lavorando a un modellino in scala
della strada in cui venne ucciso JFK. Neanche ora ci viene spiegato
come finì l'incontro tra Elvis e gli uomini di Poseidone, ma
possiamo supporre che egli sia fuggito in tempo o che, più
semplicemente, abbiano pensato che lui fosse solo un poveretto che
non aveva nulla a che fare con tutta quella storia. Non possiamo
certo lasciare che ci passi inosservato questo buco narrativo di
considerevoli dimensioni che fa compagnia ad altre approssimazioni e
aspetti non spiegati nel corso della stagione a cui prima di
terminare il nostro commento faremo ulteriore riferimento. Perlomeno,
ci viene detto che Elvis è uno tra gli agenti della 21Void
che sono stati aiutati nella fuga dalle peggiori prigioni sparse per
il mondo. Blue Hawaii, questo lo pseudonimo dell'agente, ha un ruolo
ben preciso nel piano di Michael, su cui torneremo a breve.
Il gruppo può dirsi nuovamente al completo. Whip, T-Bag, Michael e
un Lincoln inspiegabilmente in piedi si danno appuntamento con Jacob
in un grande magazzino abbandonato. È il momento della resa dei
conti, Michael punta un'arma da fuoco contro Jacob ed è subito
impasse, con il reciproco scacco al re di A&W e Whip, a
sostegno dei rispettivi compagni. Il quinto elemento è T-Bag,
presente al solo scopo di svolgere il compito per il quale Michael lo
ha fatto uscire di prigione, gli ha donato una nuova mano e lo ha
riunito al figlio. Quest'ultimo, Whip, ritenta una delle sue fatali
improvvisazioni che nello Yemen lo ha portato a eliminare la minaccia
di Abu Ramal. Ma questa volta la furia omicida dell'asso nella manica
di Scofield non va a buon fine e, sotto le grida di un T-Bag che si
vede scivolar via il barlume di felicità che gli era appena stato
concesso, A&W riesce a sparare a Whip, uccidendolo. In un breve
lasso di tempo T-Bag è su A&W e, con la forza di un padre che ha
sotto mano l'assassino del figlio, le spezza il collo sul posto.
Al di là di una grande incongruenza nella storia di T-Bag, ovvero la
presunta sterilità a cui Sara accennava sul finire della quarta
stagione, crediamo che la tragicità da sempre attribuita al
personaggio interpretato da Robert Knepper, forse il più completo
tra i personaggi di Prison Break, sia qui adeguatamente
rispettata. Se la perdita del figlio fosse accaduta a Michael non
avremmo potuto accettarlo, mentre qualcosa ci ha sempre fatto credere
che T-Bag fosse condannato a pagare per l'eternità i brutali atti
commessi nel suo passato. Una sorta di maledizione che ha culminato
con l'uccisione dell'unica vita che Bagwell era riuscito a creare
anziché togliere.
Nel frattempo, Sara e Lincoln si recano all'università dove, secondo
il messaggio lasciatole da Van Gogh, sarebbe tenuto in ostaggio il
piccolo Mike. Superato l'ostacolo Thoreau, Sara può finalmente
riunirsi al figlio.
Nel
magazzino Jacob ha sotto tiro Michael, il quale tenta un'ultima
(apparentemente) disperata fuga, che si rivela
invece essere parte del piano che il protagonista ha da anni
architettato. Grazie all'aiuto di Blue Hawaii, infatti, Michael ha
ricreato la facciata della cascina dove Jacob aveva assassinato a
sangue freddo Harlan
Gaines, per poi far cadere la responsabilità dell'omicidio su
Michael stesso. L'inganno di Poseidone gli si è ritorto contro e
adesso Michael ha il materiale necessario per rimontare il video
dell'assassinio di Gaines e colmare i frame
mancanti che Jacob aveva rimosso. I due arrivano allo scontro finale
al termine del quale Scofield ha la meglio. In quel momento arrivano
gli agenti della CIA e Jacob prova a passare ancora una volta come la
vittima della situazione, ma nella scena seguente assistiamo alla
completa liberazione di Michael e addirittura a un tentativo da parte
della CIA di arruolarlo ufficialmente tra le loro fila. Ma Michael
non vuole saperne, ora che ha ottenuto, dopo tempo immemore, ciò per
cui ha combattuto per quasi un quindicennio. Egli è libero e può
finalmente riunirsi alla sua famiglia.
La
scena dopo è infatti sorprendentemente solare. Michael e Lincoln
assistono a pochi metri di distanza a Sara, Mike e Sheba che si
godono una giornata di pace e normalità. Lincoln raggiunge le donne
e Michael ha il tempo di pensare a ciò che ha perso e raccolto lungo
il percorso. Certo ci sono alcune cose sulle quali avremmo voluto
sapere qualcosa in più. La malattia di Michael è una delle
principali, ma non l'ultima. Inspiegabilmente Michael sta bene e
arrivati a questo punto non potevamo sperare di meglio.
L'insoddisfacente finale di The
Final Break
è stato in qualche modo dimenticato, per quanto si sarebbe potuto
fare ancora meglio.
La
vera ciliegina sulla torta che ci aiuta a passare sopra alle
approssimazioni e ai buchi narrativi, è la sorte toccata a ciò che
resta di Poseidone, un uomo rinchiuso nella sua nuova cella a Fox
River. Ma non poteva finire qui. Su lezioni Beccariane, Paul
Scheuring stesso ha dichiarato come era impossibile lasciare un uomo
come Jacob Ness in carcere. Il suo illimitato potere, le conoscenze e
l'influenza gli avrebbero consentito di tornare libero in tempi
record. La soluzione? Un compagno di cella che non vedeva l'ora di
vendicarsi di Ness. In questo modo T-bag ha accettato la propria
maledizione, essendo tutto ciò che gli è rimasto, agendo nell'unico
modo che gli ha sempre permesso di andare avanti: uccidere.
In
conclusione, a salvare la quinta stagione di Prison
Break: Resurrection
è il fatto che non è stata prevista la produzione di una sesta. In
quanto revival
si è trattato di una miniserie fatta per i fan, per conferire al
finale qualcosa che nella quarta era venuto a mancare. Compiacere i
fan ha anche portato a qualche carenza, soprattutto dal punto di
vista della caratterizzazione di alcuni personaggi e anche a danno
della storia. Per quanto concerne i personaggi, è evidente come
Lincoln Burrows ma anche le figure femminili non siano stati curati a
sufficienza. Sheba è a tal punto impantanata nel suo archetipico
ruolo, da essere confusa con Sofia. Per non parlare poi del poco
spazio che è stato dato a personaggi come Fernando Sucre, inserito
all'interno della serie quasi esclusivamente per fare un favore a noi
appassionati.
Sono
tutti fattori sopra i quali, un po' per merito e un po' per affetto,
decidiamo di stendere un velo pietoso e di accettare di buon grado un
ritorno che, saremmo bugiardi a non ammetterlo, qualche gioia ci ha
donato. La performance
di Knepper non si discute, la psicologia di Michael è stata rimessa
in gioco e approfondita grazie all'altrettanto fascinoso e
machiavellico villain
che è in Jacob Ness, personaggio dotato di un carisma che non si
vedeva nei cattivi di Prison
Break
dai tempi d'oro delle prima due stagioni. Vanno poi a favore di
resurrection
il tentativo di arricchire il ritorno di Michael a casa con citazioni
su citazioni dell'Odissea (anche se 21void,
se di citazione si tratta, nessuno ce l'ha voluta spiegare) il
passaggio per un contesto politico attuale e sensibile, ma anche per
alcune new
entry
degne di nota come Ja e i compianti Whip e Sid.
Tutto
sommato è stata una serie apprezzata, ritenuta forse troppo corta
per la tanta carne al fuoco, ma per lo stesso motivo acclamata come
non eccessivamente lunga. A chi ha amato e odiato questi nove episodi
va tutta la nostra solidarietà quando ogni mercoledì, per le
prossime settimane, dovrà fare i conti con l'assenza di una serie
che negli anni in cui si è presentata sulle nostre televisioni ha
fatto un po' di storia, essendo quelli gli anni in cui i prodotti
seriali raccoglievano ciò che le grandi serie del decennio
precedente (da Lynch in poi) avevano seminato. Prison
Break
è già nei saggi sull'argomento e forse non aveva bisogno di
elemosinare alcun tipo di affetto, anche se in fondo non è di
elemosina che si è trattato nel caso di Resurrection.
Il Revival
ha permesso alla serie di riscriversi e di raggiungere un nuovo
traguardo, un nuovo finale che si è mostrato possibile agli occhi
degli autori e per tanto è stato realizzato.
Negli episodi precedenti:
5x01 - Ogygia
5x02 - Kaniel Outis
5x03 - The Liar
5x02 - Kaniel Outis
5x03 - The Liar
5x04 - The Prisoner's Dilemma
5x05 - Contingency
5x06 - Phaeacia
5x07 - Dark-Wine Sea
5x08 - Progeny
5x09 - Behind the Eyes (SEASON FINALE)
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