In attesa della prossima stagione, ripercorriamo insieme le passate storie.
La storia di Lacie Pound (Caduta libera) è una spinta critica contro l'utilizzo sfrenato ed immotivato dei social.
Con un voto è
possibile in qualche modo modificare il futuro di una persona, sia
che la si conosca bene oppure no. Per questo, Caduta libera rimane uno degli
episodi che più preferisco e apprezzo dell'intera serie. Forse
perché amo il senso di imbarazzo che si prova al termine della
puntata per giustificare un crescendo sempre più rapido o, meglio,
una discesa sempre più drammaticamente profonda. Forse perché adoro
il senso di pace e liberazione che Lacie prova, sempre al termine
dell'episodio, nel dire una "socialmente proibita" parolaccia mentre si trova in prigione,
segno della rottura delle catene che la intrappolavano da tempo nel
mondo a cielo aperto.La storia di Lacie Pound (Caduta libera) è una spinta critica contro l'utilizzo sfrenato ed immotivato dei social.
Al
tempo stesso, amo il senso di disgusto che l'ideatore della serie
vuole far nascere nei confronti della società, quella società che
giustifica volgarità e violenza nella vita politica solo (forse) per
la simpatia di Waldo (Vota Waldo!). Amo la critica nei confronti
della tecnologia che ci àncora al passato non facendoci vivere
appieno il presente (Ricordi pericolosi). Adoro quell'amore descritto
svariate volte che viaggia attraverso lo spazio e il tempo,
quell'amore che va oltre ogni limite umano (Torna da me; San
Junipero). Ma, più di tutti, c'è un episodio che è incredibilmente
geniale per i contenuti e per l'equilibrio di ciascuna tematica
all'interno di soli 44 minuti di puntata: Messaggio al Primo
Ministro.
Certo, non a caso è stato scelto come episodio pilota
della prima stagione; forte della sua originalità all'interno
dell'intera serie, rimane comunque, a mio avviso, l'episodio più
brillante, seppure sempre drammaticamente disturbante (ci
mancherebbe!). In soli 44 minuti di episodio (diretto da Otto
Bathurst) troviamo un insieme di critiche dallo spessore notevole che
ritroveremo sì in altre puntate seguenti, ma presentate singolarmente.
La
prima, più evidente e chiave dell'intera serie, è la tematica della
tecnologia, vista come incredibile arma contro il singolo uomo (il
Primo Ministro Michael Callow) e la società intera. Da una parte, i
social e la tecnologia in generale migliorano lo stile di vita,
dall'altro, se usati male, possono essere pericolosi, volutamente o
non.
La seconda tematica/critica è quella della società, che
rivedremo anche più avanti (soprattutto in Vota Waldo! e Odio
universale). Nonostante il nauseante segnale acustico prima dello
scabroso video e i vari annunci per sconsigliarne la visione, i
cittadini/spettatori decidono di guardare la tv, quasi affascinati da
un evento tanto particolare quanto assurdo, non rendendosi conto
della caratteristica animalesca del loro gesto. Il senso di umanità
si allontana da tutti, anche dagli spietati giornalisti o dagli
assistenti del Primo Ministro. Questo è uno degli elementi più
angoscianti della serie. La società reagirebbe davvero così ad un
evento simile? Ebbene, l'amarezza che nasce dagli episodi con questa
tematica è tale proprio perché la risposta, ahimè, è
assolutamente positiva e ne siamo pienamente consci.
La terza e la
quarta tematica sono quelle presentate al termine dell'episodio.
Innanzitutto, la differenza tra vita pubblica e vita privata. Se con
il gesto eroico del Primo Ministro egli ha visto aumentarsi il
proprio indice di gradimento, dall'altra ha visto precipitare la
propria vita privata; ma attenzione, solo in segreto, perché agli
occhi della tv (ovvero dei cittadini) tutto, nella vita di Michael
Callow, funziona a meraviglia. Cosa non si farebbe per il (proprio)
futuro!
Infine, una tematica che mi sta particolarmente a cuore e
che è molto, molto attuale. Il valore dell'arte e del prodotto
artistico. L'"artista" suicida al quale si deve il
rapimento della principessa, il ricatto e la vicenda seguente viene
infine elogiato e diventa oggetto di studio. La sua azione viene
considerata "il primo capolavoro del XXI secolo", quasi dimenticandosi
dell'ipotesi di terrorismo avanzata prima della risoluzione degli
eventi. È proprio vero che oggi si considera arte anche il prodotto
che è controcultura o che è basato sulla sofferenza o sul disagio o
su tutto ciò che contrasta la naturale visione e versione di bello e
pace? (Naturale, esiste termine più generico? Domanda forse
provocatoria) Se non è concettuale, oggi, nel XXI secolo, per gli intellettuali chiusi nella loro torre d'avorio, un'opera
non può essere considerata artistica? Ed entro quali limiti si deve
muovere il concetto? E quindi mi chiedo, come per la seconda
tematica: il senso di disagio provocato dovrebbe indicarmi la
risposta a queste domande?
Tutto questo, in nemmeno un'ora di
episodio. Che fantastica apertura di stagione (e serie)!
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