La
guerra per la supremazia di Westeros ha raggiunto il suo primo,
significativo punto di spettacolarità. Con questo quarto episodio
della settima stagione Game of Thrones
è riuscito senza dubbio a trasportare su piccolo schermo un grande
sogno per mettere in scena un incubo.
Il
grande sogno è chiaramente vedere Drogon cavalcato da Daenerys,
sorvolare un esercito di Dotrakhi imbizzarriti. L'incubo è invece
quello vissuto dal fronte opposto, nonché scoprire ogni volta che
l'orrore della guerra non ha bandiere e vincitori, se non coloro che
la vincono.
Pochi
giorni prima abbiamo azzardato ipotizzare che, in quanto episodio più
corto della stagione, The Spoils of War
potesse essere una puntata di transito, la tipica quiete prima della
tempesta. E invece, grazie a colei che nella tempesta ci è nata si è
trattato di tutt'altro. Ma come sempre, tenteremo per quanto
possibile di procedere con ordine.
Nell'episodio
precedente abbiamo assistito alla caduta di Alto Giardino per mano
dell'esercito di Castel Granito capitanato da Jaime Lannister. The
Spoils of War riprende proprio
da dove ci eravamo lasciati e assistiamo a un simpatico siparietto
in cui Bronn prova a convincere il suo capitano a donargli il
castello promesso, lasciandogli proprio la dimora dei Tyrell. La coda
di carovane e uomini che si allontana dal castello sta intanto
avviandosi verso Approdo del Re insieme all'oro con il quale Cersei
intende pagare i debiti con la Banca di Ferro. A tale scopo, la
Regina dei Sette (barra Tre) regni intrattiene Tycho Nestoris nella
capitale, mostrandogli non solo i piani economici per il presente,
bensì possibili richieste di finanziamenti in vista di ciò che la
guerra esigerà.
Un
salto a nord ci mostra intanto il primo incontro tra Lord Baelish e
Bran dopo il ritorno a Grande Inverno di quest'ultimo. Inutile dirlo,
da quando è tornato a casa Bran non ha fatto altro che comportarsi
in modo raccapricciante, questo ovviamente agli occhi di chi non sa
ciò che egli ha vissuto oltre la Barriera in compagnia Meera, la
quale ora informa il ragazzo di voler tornare dalla propria famiglia.
Meera esprime inoltre il pensiero che un po' tutti abbiamo avuto:
Bran è morto in quella caverna insieme al Corvo dai Tre Occhi,
Estate e Hodor. Di Bran ora non rimangono che ricordi confusi, dal
momento in cui il ragazzo non è solo cresciuto fisicamente. Il suo
destino lo ha portato molto più lontano da ciò che era un tempo e
Meera sembra realizzarlo solo ora, per la prima volta, insieme a noi.
Il
nuovo Bran riesce a far venire la pelle d'oca anche a un personaggio
come Ditocordo. Il loro incontro infatti, mostra un Bran che non è
intenzionato a credere alle belle parole dell'uomo, il quale cerca di
comprarsi la sua fiducia donandogli la lama in acciaio di Valyria con
la quale in passato l'assassino al soldo dei Lannister tentò di
ucciderlo proprio tra quelle mura. Parliamo di molto tempo addietro,
precisamente nel secondo episodio della prima stagione, Kingsroad.
La daga fu all'epoca collegata a Tyrion Lannsiter e questo portò
Katelyn Stark a farlo prigioniero, gesto che a sua volta portò ad
una svolta tragica nel conflitto tra le due casate. Bran finge di
accettare il dono, ma poco dopo lo vediamo consegnarlo alla sorella
Arya, anch'ella di rientro a Grande Inverno. Sulla daga vi è inoltre un'altra curiosità che noi di Lost In A Flashforward non ci siamo fatti scappare.
ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO: GAME OF THRONES - UN PARTICOLARE CHE POTRESTE NON AVERE NOTATO
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Suggestiva
come poche altre cose risulta la frase sul caos che Bran rivolge a
Ditocorto, ripetendo parola per parola ciò che l'uomo stesso
confessò nel sesto episodio della terza stagione a Varys, d'innanzi
al Trono di Spade (“Il caos è una scala”). Con questa scelta
Bran chiarisce le rispettive posizioni, mettendo a nudo la velenosa
sete di potere del suo interlocutore.
Il
ritorno di Arya è un'altra ventata d'aria fresca per Grande Inverno,
sempre che ce ne fosse bisogno vista la stagione. Arya, Sansa e Bran
sono nuovamente sotto lo stesso tetto e per il Nord questo non può
che essere positivo in vista dell'imminente Lunga notte. Non
dimentichiamo, inoltre, che Bran porta con se un'importante verità
su Jon Snow, che potrebbe stravolgere per sempre molti fili tra loro
collegati.
Uno
di questi fili è senza dubbio il rapporto appena nato tra Jon Snow
stesso e Daenerys. In The Queen's Justice
abbiamo avuto un assaggio di ciò che accade quando le rispettive
autorità di due tra i personaggi più positivi dell'intera serie
collidono. La diatriba su una possibile alleanza lasciata in sospeso
a causa di un preteso giuramento continua, ma Jon gioca una carta che
solo per ora non sembra dare gli effetti sperati. Nel ventre di
Dragonstone, dove è in atto l'estrazione del Vetro di Drago da
portare al Nord, Jon ha trovato dei disegni sulle pareti rocciose che
mostrano i Figli della Foresta unirsi ai Primi Uomini, allo scopo di
combattere l'avanzare dei non morti. La rivelazione scuote appena la
Madre dei Draghi, la quale ribadisce la propria apertura ad
un'alleanza solo in cambio del giuramento da parte del Nord.
Tornati
in superficie, Daenerys riceve da Tyrion e Varys le brutte notizie su
Castel Granito. L'avamposto è stato conquistato, ma i Lannister
avevano pianificato di svuotare le dispense di cibo e lasciare solo
pochi uomini a difendere la fortezza. Presa dalla collera, Daeny
decide di mettere da parte i piani intelligenti finora proposti dal
suo Primo Cavaliere e di intervenire personalmente, coi propri
draghi, su Approdo del Re. Le parole di Jon Snow, il quale le ricorda
come l'uccisione di migliaia di innocenti non la renderebbe meno
crudele di Cersei, sembrano placare l'animo della Figlia della
Tempesta, almeno per quanto riguarda l'attacco alla capitale.
Ci
riagganciamo all'inizio del nostro commento e l'attenzione di
Daenerys si concentra infatti su gli uomini di Jaime in campo
aperto, sulla strada per la Capitale. Fatta la conoscenza di Dickon
Tarly, fratello minore di Samwell e soldato evidentemente di buon
cuore, la quiete del viaggio viene subito spezzata dal rumore
sommesso ma sempre più forte di zoccoli di cavallo. In meno di un
minuto un mare di Dothraki avanza lungo la vallata, verso l'esercito
di latta dei Lannister ed splode il pandemoni. Un anno di
anticipazioni su un grande scontro diventano scena dopo scena realtà,
senza contare che quella a cui abbiamo assistito potrebbe non essere
la grande battaglia tanto annunciata.
Assistiamo
dunque a Drogon incenerire accampamenti, cavalli, uomini. Il sogno di
molti di noi diviene si incrina quando grazie agli occhi mediatori di
un Tyrion testimone cominciamo a farci un esame di coscienza e ad
accorgersi che ciò a cui stiamo assistendo è un inferno dove in
pochi ne usciranno vincitori, nonostante l'evidente supremazia
combattiva dei guerrieri orientali.
Ammirevole
come sempre la lealtà di Bronn, che ancora una volta rinuncia alla
gloria, o meglio la mette momentaneamente da parte, per combattere
al fianco di Jaime la minaccia di turno, che in questo caso è niente
di meno che un drago. Proprio a Bronn tocca l'onore e l'onere di
impugnare la ballista dal Primo Cavaliere di Approdo del Re, Qyburn,
proprio per abbattere le armi da fuoco volanti dei Targaryen. Come ci
si poteva aspettare da un combattente come Bronn, il colpo dell'uomo
va a segno, ferendo Drogon, il quale si trova costretto a scendere a
terra.
Tentando
di estrarre la freccia dal corpo della creatura, Daenerys si scopre
allo sguardo accorto e discreto di Jaime, che vede in quella
situazione l'opportunità di vittoria. A galoppo e con l'uso di una
mano sola, Jaime prende una lancia dal campo di battaglia e sfreccia
dunque in direzione di Daeny e del drago, il quale non appena si
accorge dell'uomo non esita a proteggerla con il suo soffio
infuocato. Difficile vederla bene per Jaime finché qualcuno, con
ogni probabilità il fedele Bronn, non gli si getta contro
scagliandolo in acqua.
L'episodio
si chiude così, senza giri di parole, con Jaime che affonda insieme
al peso della propria armatura nelle profondità del lago.
ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO: GAME OF THRONES - JAIME MORIRA' IN GOT 7?
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Dando
per scontato, cosa da non fare assolutamente in Game of
Thrones, che Jaime se la caverà,
resta da domandarsi quali saranno gli effetti delle azioni di
Daenerys agli occhi di Tyrion e quindi di tutti i seguaci della
ragazza. Difficile anche solo pensare che Tyrion possa tornare tra le
fila dei Lannister, tuttavia gli orrori della guerra non solo non
hanno mai fine, bensì cambiano qualcosa nell'animo di coloro che vi
sopravvivono.
La
cosa incredibile di questa settima stagione di Game of
Thrones è che a differenza
delle altre non ha al momento un episodio in cui si raccolgono i dati
e si organizzano le prossime mosse. Ciò a cui abbiamo finora
assistito con Dragonstone,
Stormborn, The
Queen's Justice e questo
spettacolare quarto episodio è un crescente intensificarsi di eventi
e di emozioni, un cerchi che si chiude e non c'è da vergognarsi ad
ammettere quanto tremino le ginocchia solo a pensare che siamo già a
metà strada dalla conclusione.
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