La terza puntata di How To Get Away With Murder intitolata “It’s For the Greater Good” non ci risparmia colpi di scena, rispetto alla precedente, e ci catapulta in nuovi casi e indizi fondamentali per ricostruire la dinamica della morte di Wes.
Nella
puntata
Annalise, si
trova a dover affrontare una prova difficile.
In obitorio la Keating riconosce il cadavere di Jasmine, morta
presumibilmente di overdose. La scomparsa
dell’amica,
getta Annalise in uno stato di confusione. Non sa se rifugiarsi
nell’alcool o chiedere aiuto. Decide di rivolgersi al suo terapista
Isaac. Il confronto tra i due è duro. L’uomo
pensa
che per rimettersi in carreggiata,
Annalise deve abbandonare il lavoro e ricostruirsi una vita. La donna
non
accetta il
consiglio del terapista. L’atteggiamento dell’uomo, però,
risulta sospetto, non è la prima volta che spinge la donna a
ritirarsi.
Nella puntata assistiamo alla crisi di Connor. Il ragazzo non è riuscito ad ottenere nessun tirocinio. Mette in dubbio la sua scelta di studi e decide di abbandonare l’università. Nonostante il fidanzato e Asher tentino di convincerlo a ritornare sui suoi passi, il ragazzo sembra irremovibile, e trascorre le sue giornate in strip gay club, sperperando il denaro destinato agli studi. Connor ancora scosso dalla morte di Wes non si preoccupa delle conseguenze delle sue azioni. Gli amici sono costretti a chiamare uno dei padri di Connor con il quale il ragazzo ha un duro confronto.
Michaela
alla ricerca di normalità, prosegue il tirocinio presso la Caplan &
Gold, qui si confronta costantemente con l’odiato compagno Simon.
La gara indetta dai capi dello studio, le offre la possibilità di
eliminare il suo nemico e di mettersi in mostra. La ragazza vince la
sfida e attira l’attenzione di una degli avvocati più in vista
dello studio. Il momento positivo di Michaela, viene messo a rischio
da Laurel. La ragazza chiede all’amica di sfruttare la sua
posizione per indagare sul padre e provare il coinvolgimento
dell’uomo nell’omicidio di Wes. Michaela inizialmente rifiuta di
aiutare Laurel perché vuole gettarsi il passato alle spalle.
Successivamente ci ripensa e decide di aiutare l’amica. Non ci sono
dubbi che la ragazza si pentirà della sua decisione.
Laurel,
continua le
sue indagini,
chiede aiuto a tutti quelli che potrebbero aiutarla. Per questo
motivo inizia a lavorare come tirocinante presso Bonnie, per poter
accedere agli archivi della procura e incastrare il padre. La ragazza
è convinta del coinvolgimento del padre perché scopre
che il giorno dell’omicidio di Wes, lui
e Dominic erano a Philadelphia.
Sarà
proprio Laurel al centro del flash forward che conclude la puntata.
La ragazza
è in ospedale circondata da Frank e Isaac. Accanto ai tre c’è
anche Michaela. La giovane
appare sconvolta e sporca di sangue. Disperata si rivolge a Isaac e
gli chiede se lui è morto. Lo psicoterapeuta non risponde, ma sembra
che la risposta implicita sia “Si”. Non capiamo a chi si
riferisca, fino a quando viene inquadrato il reparto neonatale. Da
queste immagini si deduce che Michaela
è disperata per la morte del figlio di Laurel, ma come è nello
stile della serie, la risposta non è così scontata come si
immagina. Non resta che continuare a vedere cosa accadrà nelle vite
di Annalise e dei Keating 4.
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