L’ultimo
episodio di Victoria si presenta in tutta la sua coralità, dando spazio a tutti
i personaggi e spezzandoci il cuore. È una puntata che mette in atto
cambiamenti, nelle vite di ogni personaggio, in un episodio pieno di emozioni e
che abbandona la felicità che le lande scozzesi avevano portato a tutti. La
scorsa spensierata puntata, tra allegri Reel e paesaggi da sogno non era stata
altro che un piccolo contentino e una preparazione alla dose di tragedie che
per un finale non può mancare nella tv British.
Tutte le cose belle devono finire, ed è con un
perfetto equilibrio di trama e gestione dei personaggi che si conclude questa
serie di Victoria.
Un
episodio che potrebbe tranquillamente segnare la fine di un era, tutto cambia
in maniera imprescindibile, con addii che non potranno essere ritrattati. La
serie si dimostra ancora una volta camaleontica, creando un episodio, in cui la
felicità della Scozia sembra un ricordo lontano, e in cui la vita dei
personaggi prende pieghe a volte terribili.
Le
Corn Laws, sono il contesto storico di questo ultimo episodio. Le leggi protezionistiche imponevano dazi sull'importazione di
derrate agricole,e che avevano come scopo quello di proteggere i proprietari
terrieri dai prezzi più competitivi dei cereali provenienti da altre colonie
britannich. In
seguito alla Carestia Irlandese, Peel avanzò la proposta di abolire le Corn
Laws, nella speranza di ridurre il costo del pane al punto da renderlo
acquistabile dalla popolazione Irlandese, provocando così una rottura nel suo
partito, perché una simile abolizione minacciava il sistema feudale a favore di
quello industriale e i proprietari inglesi vedevano la riforma di Peel semplicemente come
uno svantaggio diretto a loro, senza valutare la necessità di sanare una
tragedia della portata della carestia.
L’acceso
panorama politico è ciò che muove le trame dell’episodio in un contesto
storico che fa da sfondo a uno degli episodi più tristi della serie. Le
tensioni sono al culmine. Robert Peel si schiera a favore dell’alleanza per l’abolizione
dei dazi sui cereali, mettendosi contro il suo stesso partito pur di prendere
una decisione e attuare un cambiamento che ritiene opportuno, venendo tacciato
come amico dei lavoratori, ma traditore del suo partito. Le discussioni in
parlamento sono sempre più accese, nonostante l’appoggio del Duca di Wellington,
uomo di buon senso, ben conscio quanto sia necessario per un Primo Ministro
mettere i bisogni del proprio paese davanti a quelli del proprio partito. Una
scelta che metterà fine alla sua carriera, proprio nel momento in cui Sir
Robert e Vittoria hanno trovato un intesa e scoperto la reciproca stima. Robert
Peel col passare delle puntate, ha sempre acquisito più spessore e sono
arrivata ad apprezzarlo sempre di più. Ad oggi è un personaggio che si dimostra
in tutta la sua umanità. La stima reciproca sviluppata tra lui e Vittoria e il
loro confronto di due episodi fa, hanno influenzato Peel e il suo operato
politico, così come ha fatto la morte di Drummond, che ci mostra un uomo che
cercava soltanto di trovare un punto e un compromesso tra la sua coscienza, i
suoi ideali e il suo partito. Capace anche di ammettere quando non è più in
grado di rappresentare il suo paese e un partito in cui non riesce più a
ritrovarsi.
In
tutto ciò, Albert e Vittoria ci vengono mostrati in un clima familiare e
allegro, che però viene minato anche dall’arrivo inatteso di Leopold.
Se
Albert è riuscito a superare le rivelazioni dello zio e possibile padre,
rivederlo all’improvviso, benché sia passato molto tempo, lo turba tanto da
renderlo di nuovo scontroso.
Questo, nonostante abbia ragione, lo spinge al limite di sopportazione verso Lehzen, per la gestione dei suoi figli, e vedere Vittoria prendere le parti della Baronessa, lo porta a sentirsi “tradito”, non preso in considerazione, tanto da non ascoltarla quando Vittoria gli dice di non andare ad ascoltare il dibattito in Parlamento. Si sente privato e escluso del suo ruolo a palazzo sia come marito che come principe consorte, e per questo agisce con tanta irrazionalità.
Albert credo riveda se stesso in Sir Robert, si identifica con lui e lo vede come unico supporto. L’unica persona che potrebbe condividere le sue stesse opinioni e i suoi stessi interessi verso il progresso. In un momento in cui le sue certezze di nuovo vacillano, va a fare riferimento alla persona che l’ha sempre accettato, riconoscendogli tutte le sue qualità in ambito lavorativo , facendo in modo di creargli opportunità quando sembrava poter soltanto essere il marito di Vittoria e non un regnante. Tutto questo lo porta a compiere l’errore di presentarsi in Parlamento e poi a sfogare tutta la sua frustrazione verso Vittoria, di fronte all’inadeguatezza di Lehzen nel curare la salute dei loro figli, tanto da darle un ultimatum.
Il
panorama politico è acceso, le tensioni del parlamento fanno da sfondo ai litigi
di Vittoria e Albert, divisi dalla presenza invadente di Lehzen.
Vittoria
è maturata e sin dal distacco da Lord M ha dovuto accettare e subire molti
cambiamenti, ma c’è una presenza a cui non è mai stata in grado di rinunciare.
Sebbene cresciuta e ormai madre lei stessa, non ha voluto e potuto rinunciare a
quella figura che per lei è stata come una madre, che l’ha cresciuta ed è stata
il suo porto sicuro. Un appoggio che sapeva sempre di trovare, perché Lehzen le
è sempre stata fedele. Era fedele a Vittoria, alla sua “Drina” con una lealtà
incrollabile e un affetto sincero, ma troppo invadente per la nuova famiglia
costruita da Vittoria.
Il
rapporto tra lei e Albert in questo senso è molto moderno, perché si riconosce
in dinamiche familiari attuali, in cui la madre del marito o della moglie, fin
troppo presenti, diventano asfissianti per il matrimonio e le dinamiche
familiari.
Vittoria,
in questo episodio ha dovuto lasciar andare, l’ultima ancòra, dopo Lord M e
Dash. Un pezzo della sua infanzia che ritrovava nelle storie e nei libri che
Lehzen le leggeva. Ha da sempre
investito la Baronessa di una cieca fiducia in risposta alla lealtà della sua ex-
governante, tanto da non vedere le lacune nella cura dei suoi figli fino a
mettere a tacere le sue materne preoccupazioni per la salute della piccola
Vicky di fronte alla tranquilla sicurezza di Lehzen. Eppure davanti all’evidenza
e alla paura per sua figlia, capisce cosa sia la cosa più giusta e le dice addio.
Una scena che avviene nella penombra della nursery, dove Vittoria trattiene le
lacrime per trovare la forza di dire addio a Lehzen, all’amore incondizionato e
materno che ha avuto solo da lei, e alla se stessa ragazza.
Una
rinuncia che Vittoria compie e che porta tristezza proprio perché sappiamo
quanto Lehzen rappresentasse per lei. Era quella madre che Vittoria non è mai
riuscita a ritrovare nel rapporto complicato con la Duchessa di Kent. Lehzen
era per lei quell’unica persona a cui si sarebbe sempre potuta rivolgere per un
abbraccio, per del conforto incondizionato davanti a ogni avversità, potendosi
confidare e aprire senza essere giudicata. Lehzen e Vittoria sono state la
famiglia l’una dell’altra per tutti questi anni e tra loro si è sviluppato un
rapporto madre e figlia che se escluso dal contesto storico sembra ingiusto interrompere,
negando a Vittoria il sostegno di una persona così importante per lei.
La portata della sua rinuncia non è quindi indifferente e sarebbe potuto essere sufficiente un ridimensionamento delle mansioni di Lehzen, ma non credo che la Baronessa avrebbe mai potuto lasciare ad Albert il giusto spazio di marito, lasciando camminare Vittoria da sola. Senza contare che Vittoria una madre ce l’ha e chissà che i loro rapporti non possano migliorare senza la presenza della Baronessa.
Penge
l’aveva avvertita di non mettersi in mezzo tra moglie e marito, ma il loro
saluto, con quel regalo della bottiglia di Madeira mi ha fatto sorridere e mi
ha fatto dispiacere un po’ per Lehzen, nonostante ritenga che davvero fosse
l’ora che se ne andasse.
Vittoria
è una donna ora, ha una famiglia e ha dovuto compiere quest’ultimo passo per
crescere e maturare, anche se è difficile. Albert la ama e sarà lui e la loro
famiglia a sostenerla nel nucleo familiare e nel regno che vogliono creare.
Simbolo di questo è la scena di cui Vittoria osserva la carrozza di Lehzen
partire per poi ricongiungersi nella sala, ad Albert e hai loro figli.
Parafrasando il discorso di Sir Robert,
bisogna guardare al futuro piuttosto che restare immobili, ristagnati nelle
vecchie abitudini e temere i cambiamenti.
Il
rapporto di Albert e Vittoria viene incrinato dalle loro incomprensioni
caratteriali e dal cieco sostegno di Vittoria verso la sua governante, che non
fa nulla per riconciliarli, anzi, in modo sgradevole Lehzen insinua a Vittoria
che Albert non rispetti la sua autorità e non la riconosca come Regina. Un compito,
quello di difendere Vittoria da chi voleva controllarla, che Lehzen si era
assunta sin dagli anni di Kensington.
Tutti
colpi non andati a segno per fortuna e che nulla possono di fronte all’amore
incrollabile che li unisce e dà loro forza di fronte alla malattia di Vicky,
trovando sostegno l’uno nell’altro nel momento del bisogno dove non c’è più
spazio per recriminazioni e rancori.
E questa scena credo sia stata emblematica anche per Lehzen che ancora prima che Vittoria le parli, oltre a capire di essere stata in errore per la piccola Vicky, realizza anche quanto la presenza di Albert faccia la differenza per Vittoria e che riescano, lei ed Albert a sostenersi in un modo in cui lei non potrà mai fare, creando un unione di cui non potrà mai far parte.
Una menzione facciamola anche per lo zio Lepopold, riesce finalmente ad appianare i suoi rapporti con Albert e se tenta in continuazione di far sposare Ernest con ogni Principessa vivente, dà allo stesso tempo consigli ad Albert, nonostante lui non voglia vederlo. E porta un regalo alla piccola Vicky, dopo la malattia, contribuendo a un sereno clima familiare.
VICTORIA - "An Gorta Mór" Recensione dell'episodio 2x06 "Faith, Hope And Charity"
Il panorama politico, fa da sfondo anche alla tragedia di due personaggi che abbiamo imparato ad amare.
L’amore
impossibile tra Drummond e Alfred ci aveva fatto sognare e parteggiare per
loro, stregate dalla loro complicità, affrontando la repressione dell’omosessualità,
la non accettazione, in un drama, in modo efficace e triste e come forse aveva
fatto solo Downton Abbey, con la disperazione di Thomas che cercava di reprimere la sua omosessualità.
Eppure
con Drummond e Alfred, avevamo avuto speranza.
Con Whilielmina rappresentavano
la gioventù del palazzo, con la loro spensieratezza avevano spesso alleggerito
le atmosfere più cupe, ma dalla storia non si scappa e la morte di Drummond ci
era stata annunciata da wikipedia, questo non ci ha reso più pronti al suo
addio. La morte ci colpisce tanto proprio perché in questa serie i personaggi,
persino i secondari, sono tutti caratterizzati da una loro tridimensionalità,
hanno vita propria, e proprio per questo risentiamo della perdita di Drummond e
sentiamo la disperazione di Lord Alfred.
Drummond
era un personaggio comparso in questa stagione come segretario di Sir Robert, e
che acquistato sempre più vita e personalità, man mano che osservavamo le sue
scene e crescere la complicità con Lord Alfred. Una scelta narrativa che oltre
ad avere una propria personalità ha avuto il merito di dare spazio a entrambi i
personaggi e di approfondirli, tanto da farci affezionare a loro anche
singolarmente e renderci così coinvolti nelle loro sorti.
Era
una storia destinata alla tragedia sin dall’inizio, come quella di Patroclo e
Achille se vogliamo, ma non avevamo potuto evitare di sperarci un po’,
vedendoli per altro arrivati a un punto della loro relazione in cui sono diventati l’uno la priorità dell’altro
nella scena della cena. Drummond vuole rinunciare al suo matrimonio e Alfred
non vuole che si sacrifichi mettendo a rischio il suo avvenire per lui. Mi ha
fatto anche sorridere come Whilielmina in modo dolce stuzzichi Lord Alfred,
nominandogli il passo della Bibbia su Gionata e Davide e affermando che non
sapeva la Bibbia avesse una tale sensibilità. Mi è piaciuto perché è come se
Miss Coke si stesse diciamo così, informando sull’argomento, dando quasi la sua
benedizione al rapporto tra loro. La sua amicizia verso Drummond e Alfred è
leale come sospettavo. Testimone è la scena in cui accompagna Alfred via dal
funerale, porgendogli un fazzoletto, mentre il ragazzo può finalmente lasciarsi
andare a un dolore che non gli è concesso in pubblico.
Un encomio va alla Duchessa di Baccleuch, assente per tutta la puntata, ma che dimostra tutta la sua saggezza ancora una volta. È lei a rivelare la sorte di Drummond a Lord Alfred, ben conscia del rapporto che li legava, permette al giovane di controllare il suo dolore e mantenerlo composto. Riconosce il cuore spezzato di Lord Alfred, e gli permette affrontare la notizia, senza che possa crollare. Una scelta narrativa efficace e che dimostra oltretutto il valore di questa donna scorbutica e che è già entrata nella top ten delle “nonne” dei dramah British.
VICTORIA - "The First British Monarch To Visit France Since Henry VIII" Recensione dell'episodio 2x05 "Entente Cordiale"
Il mai una gioia si abbatte inevitabilmente anche su Ernest e Harriet. Proprio ora che il loro amore poteva trionfare, finalmente liberi di viverlo senza restrizioni la malattia di Ernest ritorna a perseguitarlo e il loro rapporto si interrompe di nuovo.
Sono stati una ventata d’aria fresca per tutto l’episodio, era splendido vederli felici innamorati e uniti. Ernest non era così felice e entusiasta da molto tempo, e ora tutto questo gli è stato di nuovo portato via. Il suo sogno di un matrimonio fondato sull’amore, come Albert, è svanito di nuovo, forse per sempre.
Un’altra tragedia prevedibile, ma che è terribile da vedere. È una realtà che né i protagonisti, né noi vorremmo affrontare, perché ci sembra ingiusto, e una volta di più vorremmo poter cambiare il corso degli eventi, soprattutto perché la cattiva sorte perseguita due personaggi a cui non si può non voler bene.
Ancora
di più mi dispiace per la povera Harriet, una donna dolce, capace di confortare
la Regina senza essere invadente, un supporto tanto caro a Vittoria e che
avremmo voluto vedere felice.
L’unico
raggio di sole, sono stati Nancy e Francatelli. Li avevamo visti riavvicinarsi
piano piano, in un culmine raggiunto in questo episodio, in cui si trasformano
quasi in due adolescenti talmente sono felici. Anche se comunque propongo uno
spin off sul bel scozzese già che ci siamo.
Victoria
ci lascia così fino a natale con un finale di stagione complesso e straziante,
ma che ci porta ancora un a volta ad apprezzare questa serie e a farcene
sentire la mancanza, almeno fino allo speciale natalizio, da cui mi aspetto di
ritrovare quelle atmosfere alla Auld Lang Syne in un misto di affetto e
malinconia che caratterizzano in parte questa serie e il natale dal punto di
vista dei period drama.
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