INHUMANS - Recensione Episodio 1x07 "Havoc In The Hidden Land"


Le cose si scaldano in vista del finale.

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Ed eccoci a parlare del penultimo episodio di questa serie che tanto ci ha fatto sorridere, e che penso in fondo mancherà a parecchi di noi una volta conclusa per lasciare il posto alle nuove avventure degli agenti capitanati da Coulson.

La storia parte rispondendo subito ad alcuni dei quesiti con i quali ci eravamo lasciati l'altra volta, primo fra tutti che fine avesse fatto Auran.
Vediamo la squadra guidata da Black Bolt giocare alla caccia alla volpe con i fuggitivi dell'isola sfruttando l'incredibile vantaggio rappresentato da un cane teletrasportante che capisce ogni ordine e obbedisce con la solerzia di un provetto maggiordomo, ma senza tutta l'austerità.
Ci rendiamo quindi conto che la settimana precedente non avevamo visto i nostri protagonisti ripartire direttamente per la luna come ci era sembrato, e questo perché Black Bolt ha un piano supersegreto da mettere in atto per risolvere la situazione.

Una volta riuniti i prigionieri, il gruppo decide di spedire Crystal direttamente nella sala del trono per concordare un parley per la gioia di Maximus, il quale non vede l'ora di incontrare il fratello faccia a faccia in campo neutrale.
Certo, direte voi, la mossa più sensata per Max sarebbe stata uccidere il cane e bloccare per sempre Black Bolt e famiglia sulla Terra, ma anche il neo re ha un piano ultrasupersegreto, segno di un distintivo tratto familiare che accomuna i due leader.



Per quanto riguarda il piano di Black Bolt, la prima fase consiste nel ricongiungersi con il suo agente a terra, quel Triton di cui tutti avevano pianto la scomparsa a inizio serie (il Gran Mago Piccolo apparso appena il tempo di una scena).
I due avevano infatti concordato un punto di ritrovo in caso di guai durante la missione dell'omino verde, il quale li raggiunge mentre si gode i suoi bagni oceanici come soltanto un abitante lunare con poteri acquatici può apprezzare davvero.
Subito Medusa inizia a piantare una grana che durerà per tutto l'episodio a suon di "non dovremmo avere segreti" eccetera, cui Black Bolt risponde con stoici sguardi adducendo la scusa del forzato mutismo che tante volte gli dev'essere tornata utile in situazioni del genere.

Se questa bizzarra strategia adottata dal re vi ha lasciato un po' perplessi, sappiate che non siete i soli.
A quel che ci era dato capire dal pilot, Black Bolt non sospettava minimamente che il fratello stesse per tradirlo. Sì, c'erano stati degli avvertimenti da parte di più di qualcuno sull'atteggiamento potenzialmente pericoloso di Mighty Max, ma se davvero il re sospettava un imminente colpo di Stato direi che non si è preparato molto bene.
Prendendo per buono quindi che il darsi un punto di ritrovo fosse un accorgimento generico e non specificamente mirato a un eventuale voltafaccia da parte di Max dei Miracoli, non mi è molto chiaro quale fosse il motivo del silenzio radio.
Perché Triton non ha contattato Black Bolt? Ma soprattutto, non vedendolo arrivare, perché non ha provato a informarsi un po' sulla situazione invece di continuare a fare il sirenetto? E non ultimo, quale sarebbe il vantaggio tattico di nasconderne la morte?
Se qualcuno di voi l'ha capito può farcelo sapere, se dovessi arrivarci io vedrò di condividere la cosa nella prossima e ultima recensione.



Finale alternativo delle avventure di Max

La seconda fase del piano di Black Bolt consiste nel teletrasportarsi tutti in un bunker segreto scavato nei sotterranei di Attilan, un luogo del quale conoscono l'ubicazione soltanto il re e il cane (davvero, ma cosa farebbero senza Lockjaw?).
Naturalmente la cosa infervora ancora di più Medusa, la quale torna all'attacco con i suoi discorsi da regina incompresa.
Mentre i due sposini risolvono le proprie divergenze, Karnak fa due chiacchiere con lo scienziato riguardo le ricerche portate avanti per conto di Maximus, il quale non si sa come avrebbe finanziato tutto il lavoro dal suo account lunare di PayPal.
Grazie alle informazioni ottenute, Karnak propone di riportare in vita il cugino scomparso eseguendo una seconda Terrigenesi, ma il "no" di Black Bolt è categorico. Pare infatti che tale pratica sia strettamente proibita nella società di Attilan, in quanto porterebbe a tutta una serie di effetti collaterali tramandati oralmente di generazione in generazione. Quando poi Karnak obietta che di fatto nessuno sa davvero cosa succeda, in quanto non è mai stato tentato nulla di simile a memoria di inumano, il re adotta la stessa strategia affinata con la moglie e fa orecchie da mercante, ancora una volta aiutato da un mutismo che sembra essere la vera fonte del suo inesauribile carisma.
Indovinate la preferita di Black Bolt

Ha così luogo il tanto bramato incontro pubblico, durante il quale Max riceve l'allettante proposta di rinunciare al trono in cambio del perdono reale e soprattutto del permesso di eseguire su se stesso la stessa Terrigenesi vietata al povero Karnak pochi istanti prima.
Max accetta di buon grado e si fa riconsegnare lo scienziato con i tanto bramati campioni di DNA inumano raccolti sulla Terra, poi si ricorda della tattica utilizzata con i membri della ribellione e lascia il fratello con un pugno di mosche e il desiderio di recuperare le famose serate essai di Rete 4 (chi segue sa di cosa parliamo, per tutti gli altri è meglio seguire il consiglio di Virgilio inerente il guardare e passare).

Ma Karnak non si è arreso, e anzi raggiunge la rediviva Auran (dando sfoggio del ritrovato pieno controllo del suo potere) per recuperare l'ultimo pezzo del puzzle che gli serve per riportare in vita Gorgon, quel DNA rigenerante che spera di passare al cugino grazie alla tecnologia dello scienziato di Maximus.
I due scambiano quattro chiacchiere e, nuovamente alleati, trasportano il pesante Gorgon fino alla cabina della Terrigenesi, dove il processo viene eseguito correttamente ma apparentemente senza successo.
Naturalmente sappiamo che Gorgon si sveglierà alla fine dell'episodio, ma i due non possono restare per scoprirlo in quanto interrotti dall'arrivo di Maximus, il quale si appresta a eseguire il medesimo processo su di sé.
Una nota personale: il fatto che la cabina per la Terrigenesi sia identica a una cabina telefonica immagino avrà ispirato più di qualche ragazzo in procinto di riceve chissà quale potere a entrare vestito da cronista anni '40 per poi uscire con indosso il costume di Superman.
Ah, il progresso...

Purtroppo, però, la Terrigenesi di Maximus viene interrotta dall'ennesima emergenza causata un po' dalla squadra di Black Bolt, un po' probabilmente dal riallocamento di tutte quelle risorse che prima tenevano Attilan come un ordinato e funzionante formicaio.
Lungo la strada per la sala controllo, tre delle sei guardie del corpo di Max vengono eliminate silenziosamente da Gorgon in pieno stile Assassin's Creed. Non contento di ciò, l'omino verde affronta e sconfigge in un attimo le restanti tre dimostrando così di essere molto più di un paio di pinne e lasciando il povero re a difendersi da solo.
I due finiscono per affrontarsi in uno scontro a mani nude, nel quale Max sfoggia delle doti nel combattimento corpo a corpo degne di Lelouch Vi Britannia (che, per chi non lo conoscesse, è un altro principe stratega che ambisce a diventare re).
Maximus viene così condotto nel bunker al cospetto del fratello, il quale non vede proprio l'ora di dirgliene quattro, ma all'ultimo il nostro Max tira fuori la sua arma segreta e rivela di aver installato un sistema di autodistruzione nella volta di Attilan, sistema che naturalmente lui soltanto sa come disattivare.

Con il già citato ritorno di Gorgon si chiude il settimo e penultimo episodio, che ha potuto beneficiare di una totale assenza di sottotrame inutili riuscendo così a mostrare il vero potenziale di una serie che si misura sempre in Hercules, ma che resa in questo modo risulta assai più piacevole da seguire.
Certo, i difetti di fabbrica ci sono sempre tutti, ma stavolta abbiamo potuto intravedere qua e là dei momenti che sono riusciti a elevare non poco il prodotto finale, primo fra tutti quello in cui Maximus si appresta ad affrontare la sua seconda Terrigenesi e scambia alcune parole con il suo alleato.
In una serie non proprio votata al dramma di qualità, va dato il merito ad Iwan Rheon di averci sempre messo tutto quel che poteva per rendere i suoi dialoghi coinvolgenti e carichi di spessore, cosa che gli riesce particolarmente bene nella sopracitata scena. Di questo attore divenni fan quando lo scoprii in Misfits (quello originale, diffidate delle imitazioni), poi come tutti ne ho seguito ogni fotogramma quando si è aggiunto al cast di Game of Thrones, per questo mi dispiace constatare come l'occasione di unirsi al MCU sia poi sfociata in una serie che probabilmente non verrà ricordata molto bene negli anni a venire (o non lo verrà affatto).
Ciò detto, gli auguro di trovare presto un altro progetto che possa valorizzarne le capacità e magari aiutarlo a crescere ulteriormente, una cosa ai livelli di Westworld per intenderci.

In questo frangente ho dovuto inoltre rivalutare l'attore che interpreta Karnak, il quale riesce a rendere netta la differenza tra quando il personaggio agisce come lo stratega freddo e distaccato che era a inizio serie, e quando invece integra il tutto con la sua recentemente acquisita capacità di vedere oltre gli schemi preesistenti in cerca di un miracolo che possa salvare il cugino.
Iwan a parte, il suo è il personaggio che meglio si sposa ai toni più seri dell'episodio.

Una menzione a parte invece la merita la giovane Crystal, la scena in cui piagnucola sul letto e viene raggiunta dalla sorella è stata una cosa straordinaria. Quando Medusa le chiede cos'abbia, mi sarei aspettato qualcosa inerente la recentissima perdita di Gorgon, il cui cadavere giace ancora caldo a due passi da dove si trovano, e invece lei mi coglie del tutto impreparato rispondendo che le dispiace non aver avuto modo di salutare a dovere il tizio che aveva conosciuto il giorno prima.
Sono momenti come questo a ricordarci che la vera natura di Inhumans non risiede in scene di qualità o drammi esistenziali, bensì alberga in un luogo non lontano da quello dove una ventina d'anni fa andavamo a seguire le avventure di quel semidio sempre a caccia di guai assieme al fidato Iolao (una serie che, al contrario di questa, era pienamente cosciente di ciò che era e risultava la prima a non prendersi troppo sul serio).
Questa è davvero la storia di un tempo lontanissimo

Arrivederci a presto con il finale, del quale potete già leggere l'anteprima.


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Articolo di Alberto I

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