Vi siete persi il primo episodio? No problem, il secondo ne è il prequel e termina proprio dove eravamo rimasti! Se però volete prima un'infarinatura di ciò che fu, leggete la Recensione ep. 1x01
Molto bene, se nella prima puntata venivano introdotti i personaggi di Alex, Nico, Chase, Gert, Molly e Karolina, in questa ci vengono presentati in maniera dettagliata alcuni membri del Pride.
-Geoffrey
Wilder ha un passato nella mala (nonché da detenuto), pare essersi
pseudo-pentito nel senso che ora si dispiace nel compiere crimini
(ammirevole, bravo!). Nel secondo episodio, il suo passato viene fuori
tramite suo cugino Darius, che tenta di minacciarlo ma Geoffrey
sembra non farsi intimorire e avere la meglio; senonchè, terminato
il duello verbale dei due, tenutosi dove il Pride sta facendo costruire
una scuola, scopriamo che Darius ha scaricato tutti i dati personali
contenuti nel telefono di Geoffrey, il quale se ne va tranquillo e
ignaro dell'accaduto.
-Leslie
Dean pare averne di scheletri nell'armadio! Lei praticamente tiene
nascosto tutto a tutti (non so come le basti lo yoga).
Direttrice
a tutti gli effetti della Church of Gibborim, non vuole “promuovere”
il marito Frank né intende metterlo al corrente delle reali
attitudini del Pride, ma l'ex attore (già, il nostro Mr. Dean ha un
passato da star hollywoodiana) inizia a desiderare più spazio ed
influenza e comincia e sta cominciando a diventare piuttosto curioso per quel che riguarda gli affari della moglie. Inoltre la cara signora Dean nasconde al consorte (come a chiunque altro) il piccolo
dettaglio di tenere suo padre (o quel che ne resta) in una stanza
segreta dove viene tenuto in vita tramite una sorta di respiratore
che pare una maschera in stile truppe imperiali di Star Wars.
Forse è
bene sottolineare anche il fatto che il padre di Leslie ha un aspetto
decisamente NON umano.
-Janet
Stein, chiaramente in crisi col marito (Victor, tipo leggermente su
di giri), pare abbia una tresca con un altro membro del Pride,
probabilmente Robert Minoru, anche lui in crisi con la moglie, Tina,
ossessionata tra le altre cose, dalla stanza della figlia scomparsa
Amy, dove non vuole che nessuno metta piede.
-Gli Yorke
sembrano i più tranquilli ed innamorati ma chissà che non siano in
raeltà anche i più svitati; a tal proposito, la creatura vista da
Molly nell'episodio precedente, pare appartenga a loro.
Per cui ricapitolando i membri del Pride sono gli Yorke, gli Stein, i Wilder, i Minoru e Leslie Dean.
Per cui ricapitolando i membri del Pride sono gli Yorke, gli Stein, i Wilder, i Minoru e Leslie Dean.
Arriviamo
così tra un mistero svelato e un altro, a quello che credevamo
essere un rito sacrificale nel quartier generale del Pride, a casa
Wilder. In realtà Destiny, convinta di partecipare ad un rituale
ecclesiastico che la farà “elevare di grado” (diventando così
un Ultra), dopo aver assunto non si sa che tipo di sostanza, viene
posta all'interno di una capsula progettata da Victor, che SI SUPPONE
essere un trasportatore atto a mandarla chissà dove (o chissà
quando).
All'improvviso
i membri notano il flash provocato da Molly contro la barriera magica
che avevano eretto per non essere interrotti da alcuna intrusione.
Goeffrey e Catherine vanno a controllare chi possa essersi addentrato
fin là e trovano i ragazzi in casa intenti a fare un gioco di
società, convincendosi che non si siano resi conto di nulla ma
appena si stanno tranquillizzando esaminando l'accaduto, Goeffrey
trova nell'ufficio una spilla per capelli di Molly.
Geoffrey Wilder |
Tornata a casa, Karolina, che ha riconosciuto Destiny, le scrive un messaggio per assicurarsi che stia bene e “qualcuno” le risponde...
Il piano
sembra comunque andato a buon fine senonché in una delle ultime
scene Victor, rimasto solo per ultimare un lavoro, si rende conto che
qualcosa è andato storto: Destiny è ancora nella capsula, viva e
vegeta!
Tornata a
casa, Karolina, che ha riconosciuto Destiny, la manda un messaggio
per sapere se stia bene e “qualcuno” le risponde...
Intanto
Alex, prendendo nuovamente l'iniziativa, manda un messaggio a tutti i
Runaways, dando loro appuntamento per il giorno seguente al fine di
scoprire cosa stia succedendo.
Non male l'idea del secondo episodio che è in realtà il primo e buono il dosaggio con cui vengono inseriti nuovi dettagli: siamo solo all'inizio della trama e la vicenda vera e propria non è ancora partita ma forse con questa tecnica che fornisce un prologo all'introduzione si riesce a raccontare (meglio) più cose in meno tempo, il che è fondamentale per una mini-serie.
Ebbene, ci spiace per i dettagli mancanti di fedeltà verso il fumetto ma bisogna ammettere che per ora ci sono i presupposti buoni per tutti i gusti per cui non ci resta che darci appuntamento al prossimo episodio!
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