STAR TREK: SHORT TREKS - Recensione "The Girl Who Made The Stars" e "Ephraim and Dot"


Per il penultimo appuntamento con il secondo ciclo di Short Treks il live-action propriamente detto lascia posto a un genere raramente scelto in Star Trek, l'animazione, che riappare nel franchise a seguito della serie animata, andata in onda fra il 1973 e il 1974. I due corti in questione, collegati a Star Trek: Discovery in modo molto particolare, offrono due racconti diversi per grafica e temi, ma che nel complesso sono facili da seguire e apprezzare e omaggiano la saga in modo semplice e senza pensieri.


"M: The girl brought the stars to the first people. She lifted them because she was brave. And they were never scared of the night again. She was a great explorer, navigating by the constellations. The people came to follow her, and the girl became a queen. 

 

MC: It was the light inside that guided her. 

 

M: Exactly. And when she realized that, she knew there was nothing to be afraid of."


Il primo corto, "The Girl Who Made The Stars", diretto da Olatunde Osusanmi (regista di diversi episodi di Discovery) e scritto da Brandon Schultz, è ambientato diverso tempo prima degli eventi di Star Trek: Discovery, in particolare nell'infanzia di Michael Burnham. Il corto si apre con lei che si sveglia di soprassalto nel cuore della notte per via di un temporale. Suo padre Mike, per tirarla su di morale, decide di raccontarle un antico mito africano (lo stesso che lei avrebbe raccontato da adulta all'inizio della seconda stagione di Discovery) incentrato su una fanciulla, la quale si avventura da sola in una zona sperduta fuori dal suo villaggio per trovare un modo per aiutare il suo popolo a superare le loro paure. Durante il viaggio la fanciulla incontra un essere alieno, il quale decide di donarle le stelle nel cielo, al fine di poter guidare il suo popolo e alla fine lei diventa la loro regina, riuscendo ad affrontare la Bestia della Notte. Alla fine la piccola Michael sembra aver appreso la morale della storia, in cui ogni paura può essere sconfitta se si crede in se stessi, e torna a dormire.


"Space the final frontier. Filled with a galaxy of flora and fauna, some deadly and some docile. Like this Tardigrade here. Using the mycelial network as a kind of super-warp highway, she travels the vast reaches of the galaxy, searching for a place to lay her most precious cargo, her eggs. As Tardigrade eggs have been known to lay dormant for years before hatching, Mother must find a warm, protected environment to ensure their survival."


Il secondo corto, "Ephraim and Dot", diretto dal celebre compositore Michael Giacchino e scritto da Anthony Maranville e Chris Silvestri, si articola in vari momenti della storia Trek, osservati dal punto di vista di un tardigrado alla ricerca di un nido sicuro per le sue uova. La creatura avvista una meteora, dove vorrebbe nascondere le sue uova, ma a un tratto l'Enterprise esce dalla curvatura, spostando la meteora. La creatura si attacca allo scafo della nave e inizia a grattarlo, per poi avvicinarsi alla finestra dell'infermeria, dove intanto il capitano Kirk e il dottor McCoy stanno parlando con Khan Noonien Singh (TOS: 1x24 "Space Seed"). A un tratto un robot di riparazione, soprannominato Dot, esce all'esterno per controllare e notando il tardigrado, lo insegue. Una volta raggiunto lo colpisce con una scarica, sbattendolo nello spazio, per poi tornare dentro la nave. Il tardigrado rientra e si azzuffa col robot, causando qualche disordine e finendo in sala macchine, lasciando le sue uova nel nucleo di curvatura, per poi venire sommerso dai tribboli. Il robot lo sbatte di nuovo fuori e il tardigrado tenta di rientrare attraverso un tubo di Jeffries, dove si imbatte nel momento in cui Sulu minaccia i suoi colleghi con una spada (TOS: 1x06 "The Naked Time"). Il robot lo scova e la scaraventa nello spazio, augurandogli lunga vita e prosperità, e l'Enterprise parte a curvatura. Il tardigrado entra nella rete miceliale, compiendo un salto temporale piuttosto ampio, durante il quale si imbatte in una gigantesca mano verde (TOS: 2x04 "Who Mourns for Adonais?"), un famigerato uccisore di pianeti (TOS: 2x06 "The Doomsday Machine"), una ragnatela tholiana (TOS: 3x09 "The Tholian Web"), un Abraham Lincoln versione gigante (TOS: 3x22 "The Savage Curtain") e la USS Reliant (Star Trek II: The Wrath of Khan). Alla fine si ritrova nel momento in cui lo sparviero del Klingon Kruge attacca l'Enterprise (Star Trek III: The Search for Spock) e il tardigardo approffitta di una falla nello scafo dell'Enterprise per entrare. Dot cerca di spegnere l'incendio e si ferma quando nota il tardigrado, inseguendolo. La creatura riesce a ritrovare le uova, ma il robot lo trova e inizia a sparargli, fino a spedirlo nuovamente fuori. Nella confusione dell'attacco, il robot nota le uova e il computer annuncia che la sequenza di autodistruzione è stata attivata e così cerca di fuggire. Il tardigrado cerca di avvicinarsi all'Enterprise, ma questa esplode, precipitando sul pianeta Genesis. Nel frattempo vede il robot e il tardigrado inizia ad aggredirlo, ma Dot ha miracolosamente salvato i piccoli tardigradi. Il corto si chiude con i due che insieme ai piccoli iniziano il loro viaggio, come una famiglia.

VERDETTO

Dopo tre corti in live-action distinti per stile e tipologia e racconto, vi è un ritorno all'animazione, frontiera che in Star Trek sta per diventare sempre più rilevante, col prossimo arrivo di Star Trek: Lower Decks e della serie Nickelodeon che stando alle fonti si dovrebbe chiamare Star Trek: Prodigy. I due racconti presentati sono leggeri e senza grosse caratteristiche, col primo che riprende il genere del racconto di formazione attraverso il primo incontro fra l'uomo e le stelle, creando un interessante analogia con il personaggio di Michael Burnham, specie per quello che le avverrà in seguito, con una grafica semplice e colorata, che ci fa' tornare bambini, come se ascoltassimo una bella fiaba. Nel secondo assistiamo a una vera e propria vicenda intrisa di nostalgia, specialmente per i fan di Kirk e co. (da notare un significativo errore di continuità, dove l'Enterprise che esplode viene indicata come 1701-A, mentre invece era la 1701, cosa di cui Michael Giacchino si è scusato in un tweet), presentando una storia di amore familiare, ricca di simpatiche sequenze e easter egg degni di nota, con animazione simile a un episodio più moderno dei Looney Tunes. Forse il pubblico esigente potrebbe trovare questi due corti inutili, infantili e poco sensati, ma se si ama sognare e portare la mente in galassie lontane, l'animazione è il genere che può esprimere al meglio questa voglia di esplorare, di usare la propria immaginazione per dar vita alle proprie emozioni e a storie di grande significato, anche per un pubblico più giovane, e Star Trek potrebbe acquisire molto da questa nuova direzione, sperando che le serie animate possano risultare degne di questo unico e crescente universo.


Il corto conclusivo di questa serie, dal titolo "Children of Mars", considerato una sorta di prequel per Star Trek: Picard, mostrerà l'inizio di un amicizia fra due bambine molto diverse alla vigilia di un evento radicale che cambierà le loro vite.



Ci vediamo con la recensione del prossimo Short Trek! Continuate a seguirci!

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Articolo di Ada Bowman

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