HOMELAND- Recensione dell'episodio "13 hours in Islamabad"

Questa serie è la mia morte.


Non riesco ancora a trovare qualcosa di più perfetto. E questa puntata ne è la prova.
Amo Homeland per moltissimi motivi ma uno dei più importanti è perchè mostra la verità.

Dopo l'attacco alla scorta di Saul e Carrie, vediamo Haqqani invadere l'ambasciata per prendere il libro dei traditori che hanno aiutato Sandy nel corso degli anni.
Morti, caos, violenza. L'episodio era diviso in due luoghi ma questi tre elementi c'erano sempre.
Da una parte abbiamo visto Saul e Carrie cercare di restare vivi, guardando marines morire uno ad uno. Carrie è fragile, non è riuscita a sparare bene. Anche in questo caso, chiama Kahn per farsi aiutare...ma Carrie rimane un'americana. Tasneem impedisce a Kahn di mandare rinforzi se non dieci minuti dopo. Questo piano è stato progettato molto attentamente e si vede. Tempi e luoghi non sono stati scelti a caso e Haqqani ha aspettato solo il momento giusto, di fragilità.

Nelle prime stagioni abbiamo visto Abù Nazir come cattivo ma Haqqani è molto diverso. Si sporca le mani, guida gli attentati, non si nasconde nel farlo e non vuole mezze misure.
La scena in cui vuole il libro e sollecita la Boyd e Lockhart...io ero senza parole e con il cuore in gola. Fara era vicina a morire ma si era salvata...per un attimo. Haqqani l'ha giudicata una traditrice perchè musulmana ma dalla parte degli americani. Le ha chiesto se i suoi genitori sapessero e lei era fiera di rispondere "si".
Quinn è intervenuto troppo tardi ma senza di lui non sarebbero morte solo 36 persone.

4 ore dopo.

La morte di Fara non è stata un caso, Homeland sa sempre ciò che vuole. Non nego che ho reagito come Max, pensando a quanto Fara volesse render fiera Carrie. Avrei voluto vederle di più insieme e che Carrie capisse quanto Fara sacrificava...ma non è questo il punto? Dire e fare le cose istintivamente prima di non aver occasione.
Carrie è apparsa forte per Max e gli altri ma ne ha sofferto anche lei. E non vuole perdere un'altra persona...
Quinn è disposto a trovare Haqqani a tutti i costi anche se la Casa Bianca vuole tutti fuori e a lavoro da Kabul. Quinn è un uomo istintivo, in questo momento arrabbiato e si è visto anche quando ha "interrogato" Saul. La rabbia acceca e non sempre porta a razionalità. Senza di essa, in questo lavoro, si trova la morte.

Per quanto riguarda Martha e Dennis avrei voluto veramente che morisse lui...ma non ha nemmeno il coraggio di farlo. Mi ero anche immaginata che lei gli sparasse ma non sarebbe stato così amaro come finale.

Carrie lo sa bene. Lei non è mai stata razionale nel suo lavoro ma in questo caso non vuole un altro errore. Non so come possano solo in due trovare Haqqani e render giustizia alle vittime. Solo 5 giorni.
Questa stagione è agli sgoccioli e non sono pronta ad aspettare un anno sapendo che i finali di Homeland sono colpi al cuore.






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Articolo di Dana Ghanoum

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