Espiazione, più che rendenzione questo "Atonement". Continua a leggere per la recensione del mid-season finale di Revenge.
"Atonement". L'ho visto tradotto e interpretato nella maggioranza dei casi come redenzione, che, in senso religioso, è ottenere il perdono o l'assoluzione per i peccati o errori commessi.
No, la decima puntata della quarta stagione di Revenge non parla di redenzione e non ha nulla di religioso. "Atonement" è l'espiazione, riparare ad una colpa scontandone la pena.
Questo ha fatto Daniel in questa puntata, ha espiato la colpa di aver seguito suo padre, di essere stato codardo e pavido, di aver scritto quella lettera e di essersela rimessa in tasca. Così può rileggerla oggi, pensando al padre che ha avuto, immaginando il padre che potrebbe essere per il figlio che avrà con Margaux.
Daniel ci racconta e ci mostra l'espiazione di una colpa universale, la peggiore. La colpa di chi sa, vede e capisce, ma si adegua per paura. Paura di deludere, di essere escluso, di fare la cosa sbagliata e poi magari, chissà, un giorno pentirsene. La colpa di chi lo sa, sa che è tutto sbagliato. Nei flashback vediamo Conrad (ma quanto ci manca il cattivo bello impossibile?) e Daniel che discutono del processo per stupro in cui è imputato un compagno di college di Daniel. Lui che sa com'è andata, vorrebbe testimoniare contro l'amico, in favore della ragazza. Sa che è la cosa giusta, l'unica cosa da fare.
"Why is my future more important than hers?"
"Perché il mio futuro è più importante del suo?"
Già, perché? Per i privilegi, per la famiglia, perché c'è chi nasce fortunato e chi no.
Daniel scrive quindi una lettera per suo padre per esprimere la voce della sua coscienza, della sua consapevolezza, della sua umanità. Ma poi Conrad vince, è convincente, come sempre.
Ma leggiamola questa lettera, perché ne vale immensamente la pena:
"Dear Dad, my whole life, I've been told I was destined for greatness
based solely on the virtue of my name. I was taught sacrifice was for
the foolish. Survival was all that mattered. But now I find myself at a
crossroads, and I must decide what I believe to be true. There is no
such thing as destiny. Legacies must be earned by the choices we make. I
now know that we write our own endings, and we can either choose to
hide as villains or live as heroes."
"Caro papà, per tutta la mia vita mi sono sentito dire che ero destinato alla grandezza, unicamente in virtù del mio nome. Mi è stato insegnato che il sacrificio è degli sciocchi. Sopravvivere è tutto ciò che conta. Ma ora mi trovo a un bivio e devo decidere cosa credo sia vero. Non c'è nessun destino, l'eredità deve essere guadagnata tramite le scelte che facciamo. Io ora so che noi scriviamo la nostra fine e possiamo scegliere di nasconderci come cattivi o vivere come eroi."
Poteva esserci uscita migliore per Daniel Grayson?
La sua morte è stata annunciata e stra-annunciata, Daniel era il più quotato tra i personaggi che sarebbero potuti morire in questo episodio, anche se gli autori hanno saputo giocare bene lasciando aperte diverse possibilità fino all'ultimo momento.
Alla fine della puntata ho pensato che anticipare la morte di un personaggio una settimana prima del mid-season finale fosse stata una mossa di marketing poco azzeccata, perché aveva tolto pathos all'episodio. Ma ora, a qualche giorno dalla visione, avendo lasciato decantare emozioni e impressioni, vedo la grandezza che stava sullo sfondo. Questo episodio è come quei quadri dove lo sfondo prevale sull'immagine in primo piano e quando lo metti a fuoco e lo vedi nella sua interezza, non riesci più a concentrarti sull'immagine "principale". E lo sfondo è proprio il prezzo che ha pagato Daniel per cancellare la sua colpa con la ragazza dello stupro, come con Sara, ma soprattutto con se stesso, per non essersi dato la possibilità di essere autentico e di vivere come un eroe. Ma è morto come un eroe, salvando Emily, espiando le sue colpe e ritrovandosi per questo innocente, responsabile, l'uomo che avrebbe potuto e voluto essere e che ora è. L'uomo che ha smesso di scappare, non solo metaforicamente.
Non riesco ad immaginare un'uscita più elegante ed epica di questa per Daniel.
Bene, dopo questo epitaffio dedicato a Daniel e alla sua espiazione, vediamo cos'altro è successo in questo episodio di Revenge!
Innanzitutto Emily è da subito sulle tracce di Kate Taylor, perché il suo istinto infallibile le dice che lei è collegata Malcolm Black (il collegamento mi sembra debole, ma prendiamolo per buono) e con la tecnologia fantascientifica fornita da Nolan Ross scannerizza le impronte digitali di Kate su un bicchiere col cellulare e piazza degli adesivi contenenti delle telecamere.
Nolan convince Louise a partecipare alla sua festa, dando vita alla nuova coppia #Lolan. Insieme sono meravigliosi, carini, divertenti e amici folli e mattissimi. E' partita la ship!
Victoria in questo episodio è sembrata quasi un essere umano. Parlando con Margaux, piena di dubbi sugli esempi paterni avuti da lei e da Daniel, ha sfoderato una inaspettata, quanto sincera umanità, consolandola e spronandola a dare una possibilità a Daniel. Sembrava davvero convinta ed emozionata. E' proprio vero che un cuore ce l'ha! Nonna Vee!
A David, invece, Victoria confessa il tradimento. Confessa di averlo tradito dopo aver scoperto che sua moglie, Kara, non era morta come lui le aveva detto, ma era ricoverata in clinica psichiatrica. Torna quindi il tema della mamma di Amanda, vediamo se arriva qualche risposta in più. La rivelazione di Victoria fa apparire anche sotto una luce diversa la visita all'ospedale che abbiamo visto nella seconda stagione. Forse Vee voleva solo la conferma che Kara fosse effettivamente viva e non aveva intenzione di farle del male come invece pensava Emily. Ma a parte queste speculazioni, David viene a sapere che la sua vita è stata rovinata perché Victoria ha avuto paura del suo segreto e quindi lo ha incastato. Insomma, motivo più meschino per tradire l'amore della sua vita non poteva averlo. E la rivelazione è talmente assurda che David rimane senza parole. Fissa solo il bicchiere di vino di lei, nel quale ha versato della belladonna, un potente veleno.
Eh sì, perché David finalmente dimostra di non essere così ingenuo come era apparso inizialmente nei confronti di Victoria.
Torniamo a Emily e Kate. Le due donne si cercano e si trovano, scoprendo l'una la vera identità dell'altra. La figlia di David Clarke contro la figlia di Malcolm Black. Ne esce un combattimento all'ultimo sangue, per un finale al cardiopalma, comprensivo di volo d'angelo dalla balconata delle due donne avvinghiate una all'altra. Nota di merito ad Emily e a Kate che dopo infiniti minuti di calci e pugni, hanno il viso appena scalfito da qualche graffio....il mio sarebbe stato gonfio come una zampogna!
Nel momento in cui pare che Kate stia per avere la meglio, arriva Daniel, che viene colpito al posto di Emily e Jack che spara a Kate.
E ' stato un episodio all'altezza di un finale di mezzastagione, un episodio pieno, in cui ho riso, pianto, trattenuto il fiato e sospirato. Il finale rocambolesco di questa decima puntata lascia molte questioni aperte: come reagirà Malcolm Black all'uccisione della figlia? Come giustificherà Jack l'uccisione di una agente federale? Come reagiranno Margaux e Victoria alla morte di Daniel? E David? Senza contare che aspettiamo il fratello di Louise!
Per avere risposta alle nostre domande dovremo aspettare il 4 gennaio 2015, quando andrà in onda l'undicesima puntata "Epitaph" (qui trovate il promo della puntata), dopo la pausa natalizia.
Stay tuned!
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2 commenti:
Questa recensione è pura poesia!
Grazie :)
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