Ma è anche uno degli attori più acclamati del momento, una vera stella nascente dal futuro brillante.
Conosciamolo più da vicino attraverso questo articolo.
Estate 2014, Premiere di Outlander presso lo Spreckels
Theatre di San Diego. Un vasto pubblico presente in sala osserva intensamente
il romanzo di Diana Gabaldon prendere vita sullo schermo.
Nel momento in cui compare un personaggio, però, le cose
cambiano leggermente. Si sente qualche urletto e una serie di sospiri. Il tutto
coincide con l’apparizione di James Alexander Malcolm MacKenzie Fraser o, per
meglio dire, dell’attore che lo interpreta, lo scozzese Sam Heughan.
Da quel momento, Heughan incanta gli spettatori della serie,
andata in onda per la prima volta su Starz, con la sua interpretazione di un
personaggio complesso, molto saggio seppur giovane, ben caratterizzato e
carismatico.
Oggi sembra impossibile immaginare un altro attore in questo
ruolo che ha cambiato la vita della giovane star, ma sicuramente la strada non
è stata semplice.
Durante l’infanzia a New Galloway (Scozia) Heughan scoprì la
recitazione. “Sono cresciuto in campagna, trascorrevo il tempo giocando all’aria
aperta e nei boschi e usando molto l’immaginazione. Fingevo di essere Roberto I
di Scozia o Re Artù. Voglio ancora disperatamente una spada!”.
Ma fu a 12 anni con il trasferimento ad Edimburgo, “la grande
città” come Heughan la definisce, che il sogno divenne realtà e si trasformò
pian piano in un attore travolto dalla magia del palcoscenico.
“Sapevo quello che volevo fare, ma non pensavo di riuscirci.
Poi, mi iscrissi ad una compagnia teatrale di Edimburgo e presi parte ad un
paio di spettacoli importanti. Così, mi innamorai perdutamente del teatro.
Assistevo anche ad altri spettacoli, vedevo gli attori recitare e mi piaceva il
suono che fanno le persone quando ascoltano o guardano. C’è qualcosa di
particolare in quei momenti e io adoro tutto questo”.
Vedendo l’uomo che è oggi, con quello sguardo, un’altezza
imponente (1,91 m), un misto di fiducia e vulnerabilità e una buona dose di
umorismo che lo porta a sentirsi un giovane Hugh Jackman, è difficile
immaginare che Heughan abbia avuto dubbi sulla chiamata da Hollywood.
“Quando ci pensavo mi chiedevo: si possono fare soldi in
questo modo? Non è possibile fare una
vera carriera. Sembrava una vita molto dura e difficile. Non ho mai sognato di
recitare in una serie TV americana, la mia vita girava tutta intorno al teatro,
alle tournée e all’essere un attore di teatro scozzese”.
La passione per la recitazione lo ha spinto a studiare.
Quando gli si chiede se c’è stato un ruolo che abbia contribuito ad accrescere
la fiducia nel suo talento, Heughan rivela di aver avuto un momento di
sconforto prima di interpretare il ruolo maschile nella più tragica storia d’amore
della letteratura.
“Frequentavo un corso di recitazione classica in Scozia e,
durante il primo anno, uno dei miei insegnanti mi diceva che non sapevo
recitare e che avrei dovuto abbandonare; poi, mi presero per Romeo e Giulietta.
Il linguaggio di Shakespeare è fantastico e, onestamente, non c’è bisogno di
fare altro se non dire le battute e lasciare che le parole guidino l’attore. Penso
di essermi divertito in quel ruolo, di averlo assaporato completamente e di
aver capito che è così che bisogna fare. Ed è quello che faccio ora”.
Il teatro è stato il suo primo amore e prima ancora di
Outlander c’è stata la tv con “First Light” (2010), basato sulle memorie di un
pilota inglese della Seconda Guerra Mondiale (un TV movie nel quale c’era anche
Gary Lewis).
“Ho fatto un bel po’ di lavori basati su fatti e persone
reali e credo sia sempre molto interessante leggere queste cose o, se si è
fortunati, incontrare i protagonisti. Ho girato un film a basso costo su
Geoffrey Wellum, un pilota di Spitfire (caccia monoposto monomotore degli anni ’30
e ’40) e ho avuto modo di incontrarlo. E’ stato incredibile impersonare quest’uomo
nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale”, ha detto Heughan a proposito di
First Light.
“Penso che ogni mio lavoro sia una sfida. E’ questo il motivo alla
base del nostro lavoro, non i soldi o la fama, ma scoprire qualcosa di più su
se stessi, scoprire i propri limiti e come superarli sul palco o meno, a
seconda dei casi”.
Una delle tante sfide di Heughan in Outlander è stato
trasformarsi in Jamie (o JAMMF per i fans), un Highlander di 23 anni con la
muscolatura di un uomo cresciuto in una fattoria e che ha trascorso anni
vagando e lottando per tutta la campagna scozzese.
“Ho faticato molto e penso di farlo ancora”, spiega Heughan
a proposito del cambiamento fisico. “A volte, sento dolore e ci vuole tempo per
avere certi muscoli ma credo che tutto stia nella forza di volontà: se si vuole
qualcosa, si lavora per ottenerlo”, è questa la sua risposta quando gli si
chiede cosa ha imparato a proposito di se stesso girando Outlander. “Ho
scoperto di avere più resistenza di quanto pensassi. E’ una questione di
sicurezza in se stessi, nel girare queste scene e di avere la parte principale
in un grande show. Sono tutte cose abbastanza nuove per me”.
Un’altra cosa che Heughan ancora non sa è quanto grande sia
l’impatto che ha avuto interpretando questo ruolo. Da subito Outlander è stato
premiato con un alto ascolto su Starz. Il suo volto compare sulle copertine delle
riviste e sono tanti gli articoli che lo elogiano come una nuova celebrità.
“Onestamente, non me ne rendo conto, però è divertente e
bello. Mi dispiace un po’ perdere l’anonimato ma fa parte del gioco e un attore
deve essere in grado di poter cambiare se stesso, adattarsi ed essere diverso”.
Proprio Outlander, creato da Ronald D. Moore per Starz e
Sony Picture Television, ha permesso a Heughan di sperimentare i benefici
connessi all’essere uno degli uomini più importanti della tv.
“Mi sta aprendo molte porte e strade e non solo per altri
show. Io lavoro anche per opere di beneficenza e sono riuscito a fare alcuni
nuovi accordi riguardanti una serie di progetti”, svela Heughan.
Ci è voluto molto per ottenere tutta questa attenzione, ma,
guardando indietro, non si può non apprezzare la costanza di Sam.
“Sono stato a lungo ignorato, sembrava che ogni volta fosse
quella buona ma così non era. Le cose non andavano bene e mi sentivo solo,
avvertivo le difficoltà. Quindi ora sono pienamente felice di non aver
rinunciato, ma di aver insistito e tentato”.
Lidia Lyn
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