Manca solo un giorno al finale di stagione di TVD e di seguito possiamo conoscere qualche curiosità sui season finale, proprio da Julie Plec in persona, intervistata da Entertainment Weekly.
Quando ti siedi a costruire un finale di stagione, quale è la prima cosa che fai? Pensi prima al cliffhanger finale e poi al resto?
JP: Se non pensiamo al finale di stagione quando iniziamo a girare la stagione, siamo nei guai. La questione riguarda meno la costruzione del finale perfetto e più la stesura perfetta degli episodi che lo precedono, per avere in mano gli elementi necessari per concludere la stagione. E' un gioco di destrezza davvero delicato, perché puoi anche arrivare al penultimo episodio e realizzare "Oddio, abbiamo ancora così tanto da fare per fare tutto quello che volevamo fare nel finale otto mesi fa." Oppure puoi arrivare al l'episodio 19 e realizzare "Oddio, abbiamo ancora tre episodi prima del finale, ma una storia che ne coprirà solo due". Quindi, c’è la zona del ‘fai o muori’ che copre gli episodi dal 17 al 21, nei quali c’è il momento di bilancio più difficile, per poi sorprendere al meglio con il finale. Scherziamo sempre sul fatto che il finale si scrive da solo (non è vero) ma è meno scoraggiante spezzare la storia del finale, piuttosto che gli episodi che lo precedono.
Che cosa hai imparato in questi anni sull’arte di scrivere un finale, che agli inizi della carriera non sapevi?
JP: I primi due anni di qualsiasi serie, o comunque sicuramente la prima stagione, spesso tutto quello che avevi in mente di fare nell’arco di 22 episodi, viene utilizzato in quattro episodi e mezzo. Sto esagerando un po’, ma non sai ancora com’è la serie e non sai se la serie andrà avanti, e se le storie si incastreranno, e come andrà. Se provi a salvare qualcosa per il futuro, crei dei momenti morti. Se provi a proporre qualcosa troppo presto, butti via troppe cose. Durante la prima stagione devi capire i ritmi.
Per quanto riguarda noi, abbiamo davvero faticato a scrivere il finale della seconda stagione di TVD, perché verso metà stagione la rete ha ordinato un episodio in più. Siamo passati da 21 a 22, quindi tutto quello che avevamo pianificato doveva durare un episodio in più. E’ diventata una sfida. Alla fine abbiamo trasformato il penultimo episodio come se fosse il finale, e abbiamo girato un finale più emotivo, rivolto a tutto quello che era successo e con uno sguardo a ciò che sarebbe accaduto l’anno dopo. Devi sempre essere in grado di rivoltare una situazione in questo modo.
Per esempio, quest anno, quando abbiamo iniziato la stagione non eravamo sicuri al 100% che Nina sarebbe rimasta. Erano ancora tutti in discussione, per cui avevamo due possibilità. Un'opzione in cui finivamo con un cliffhanger, che vedeva la vita di tutti in bilico e poi avremmo dedicato la prima parte della prossima stagione per salutare il nostro personaggio, oppure l’opzione del "Bene, se ne va, quindi tutto quello che pensavamo di fare nella prima metà della prossima stagione, lo dobbiamo fare ora, in un episodio e il nostro cliffhanger non può più essere in quel modo, quindi deve esserci nel penultimo episodio." Devi avere sempre a che fare con situazioni di questo tipo.
Tendenzialmente mi piacciono i finali, perchè sono carichi di emozioni e nostalgia, sono le emozioni di cui preferisco scrivere, più che dei grandi colpi di scena, i boom, le corse e le sparatorie. Mi piace esplorare le relazioni tra i personaggi, definirli o dare loro una scossa per entrare nella fase successiva della loro vita, oppure terminare una storia e iniziarne un’altra. è un modo davvero chiaro e divertente di scrivere. I finali e le premiere sono sempre i miei episodi preferiti.
Come trovi il giusto equilibrio per dare contemporaneamente delle risposte e lasciare aperte alcune questioni?
JP: Grazie al cielo, non siamo mai stati uno show basato su misteri irrisolvibili o senza risposta. La premessa di tutta la nostra serie non è costruita attorno ad una sola domanda. Cerchiamo di chiarire quanto riusciamo entro la fine, se non tutto, e lasciare aperto solo quello che ci lega con la stagione successiva.
C’è stata una stagione in cui abbiamo avuto delle difficoltà. Era la stagione dove compare Silas e capiamo che è Stefan, e butta giù Stefan dal dirupo. Dovevamo iniziare la stagione successiva come se non ci fossero state pause, come se non ci fosse stata una pausa tra le due stagioni. Dopo circa 5 o 6 episodi della quinta stagione, eravamo esausti, dal peso di tutte le trame che ci trascinavamo, perché ce le portavamo dietro dalla quarta stagione. Quindi abbiamo fatto uno sforzo fino alla fine della quinta stagione, per spazzare via tutto e ricominciare la sesta stagione in modo pulito e con qualcosa di particolare che era successo a Damon. E’ una scelta che devi fare ogni anno.
C’è una lista di scelte da fare: voglio terminare tutto con un cliffhanger, per poi ricaricarmi tutto in spalla e trascinarlo durante la prossima stagione? O voglio chiarire tutto e dare uno spunto per la prossima stagione, così da avere piena libertà nella prossima stagione e un nuovo inizio che non sia il continuo della scorsa? Ogni dirigente di una rete che si rispetti ti direbbe di ripartire da zero, ma ce ne sono anche alcuni che potrebbero chiederti il cliffhanger. E’ una strada tortuosa.
Fonte: EW
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