X-FILES: Trailer e promo della nuova stagione

Come ormai sanno tutti gli appassionati di tv, il 2016 ci porterà la nuova stagione di X-Files a quasi 14 anni dalla sua chiusura nel 2002. La decima stagione sarà composta da soli sei episodi e, quindi, si poteva presumere che la narrazione sarebbe stata orizzontale e si sarebbe indirizzata (forse) ad una chiusura definitiva della storia. Ma Gillian Anderson in una recente apparizione alla Fan Expo in Canada ha già anticipato che lo stile della serie sarà lo stesso al quale i fans si sono abituati, cioè un misto di episodi autoconclusi con il cosiddetto "mostro della settimana" ed episodi più legati alla linea narrativa mitologica.



Nella nuova stagione, oltre a Mulder (David Duchovny) e Scully (Gillian Anderson) ci saranno tanti volti già noti tra cui Skinner (Mitch Pileggi).
Un promo ed un trailer sono stati già resi pubblici e ci mostrano Mulder che torna al suo vecchio ufficio e richiama Scully per riformare la vecchia coppia ed indagare su casi misteriosi che spesso riguardano mostri e alieni.

Ma cosa è X-Files?

Per chi è vissuto sulla Luna in questi ultimi venti anni (o semplicemente non era ancora nato...), X-Files ha rappresentato negli anni Novanta un cambiamento rilevante nella serialità televisiva ed ha dato vita ad una golden age della quale stiamo raccogliendo ancora oggi i frutti.

Un paio di anni prima di X-Files era andato in onda Twin Peaks che aveva stupito tutti poiché una mente così geniale e ai limiti della sanità mentale come David Lynch, si cimentava sul piccolo schermo in un'opera che era al contempo quanto di più lontano dall'estetica lynchiana e, al contempo, era un'opera estremamente autoriale. Lynch prendeva i generi televisivi considerati meno nobili come il melodramma e la soap e li immergeva in un thriller orrorifico ed onirico che spiazzava lo spettatore ad ogni scena. Lynch cambiò la serialità televisiva dimostrando che l'autorialità era possibile anche sul piccolo schermo e che si poteva giocare con generi e storie senza deludere lo spettatore ma, anzi, sfidandolo in una visione non distratta, come spesso accade in tv.

Ma il prodotto di Lynch era comunque un caso isolato (a prescindere se un seguito si farà o meno) destinato a restare nella storia ma senza una vera e propria eredità, proprio per la "pesantezza" del nome di Lynch.
Due anni dopo arriva X-Files di Chris Carter. La serie viene inizialmente promossa come un misto tra un poliziesco e Twilight Zone, cioè un genere classico sfumato di venature appena sovrannaturali e vagamente syfy. Due agenti dell'FBI, Mulder intelligente e preparato ma isolato da tutti poiché crede negli alieni e Scully, medico, estremamente competente e razionale, si trovano insieme ad indagare sui cosiddetti X-Files cioè casi che non sembrano avere una spiegazione logica. I primi episodi suscitano subito interesse anche per la palese chimica che c'è tra i due attori protagonisti.


Il resto è storia: X-Files incasella nove stagioni, oltre 200 episodi, che propongono un nuovo modo di fare tv. Ibridazione dei generi all'ennesima potenza e nascita di un sub-genere, la fantascienza umanistica, storyline verticali ed orizzontali che si mescolano e si alternano, un cast che fa affidamento su una delle coppie più "shippate" dell'universo televisivo e che pure propone un cast ampio che, all'occorrenza, riesce anche a sostenere l'assenza dei due protagonisti, una storia di alieni (perché alla fine questo è X-Files) che può anche fare a meno degli alieni, insomma una alchimia non sempre perfetta ma senza la quale oggi non avremmo (almeno così come le abbiamo) serie come Fringe, Grimm, Agents of Shield, Nikita, Supernatural, Alias, Alcatraz, Person of Interest, Flashforward, Heroes, The 4400, Warehouse 13 e potrei continuare quasi all'infinito.

Insomma, X-Files ha cambiato la serialità televisiva creando un prodotto cult per molti (quasi un ossimoro), uno dei successi più duraturi del piccolo schermo, arricchito anche da due film per la sala. Questo revival (nell'anno in cui forse ci sarà anche il seguito proprio di Twin Peaks) non può che essere accolto con piacere a prescindere dal risultato finale. Perché la tv vive anche di nostalgia.



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Articolo di Barbara Maio

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