THE WALKING DEAD: Recensione S06E04 Here's Not Here



La follia è quello stato mentale che disinibisce. Tutto ciò che ci circonda è una
minaccia, presunta o reale, e la risposta a tutto è la violenza. L’Aikido è “la disciplina che conduce all’unione e all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’universo”. Disciplina è il contrario di follia e questo Morgan lo sa bene.


Regia: Stephen Williams
Sceneggiatura: Scott M. Gimple
Giudizio: 9/10

L’episodio di oggi è incentrato su Morgan quindi, finalmente, veniamo a conoscenza del percorso che ha affrontato per arrivare dov’è ora. L’avevamo lasciato folle nella vecchia città di Rick e lo ritroviamo sempre folle e solitario finché, seguendo il belato di una capra, non incontra un uomo. All’inizio prova ad ucciderlo ma l’uomo lo cattura e lo nutre, prova a farlo parlare, cerca di stabilire un contatto raccontandogli che prima dell’Apocalisse faceva lo psicologo forense ma, almeno all’inizio, trova solo un muro. Con fatica e perseveranza Eastman, questo è il nome dell’uomo, riesce a far tornare indietro Morgan dal suo mondo di follia. Legano al punto che Eastman gli insegna l’Aikido, una disciplina Giapponese improntata sulla non offesa ma nello scansare l’avversario perché, secondo Eastman, ogni vita è preziosa. Mentre sono fuori a cercare delle attrezzature incontrano lo zombie di un ragazzo che era stato ucciso a sangue freddo da Morgan, che adesso invece di ucciderlo resta pietrificato. Eastman viene morso per salvarlo e sapendo benissimo cosa sta per succedere confessa a Morgan che uno dei cadaveri nelle tombe che scavava per tutti gli zombie che uccideva era quella dell’uomo che prima dell’apocalisse aveva trucidato sua moglie e i suoi due figli per fargli pagare una perizia psichiatrica. Lui gli confessa che dopo quell’episodio era uscito di testa e che, dopo aver rimesso insieme i pezzi, aveva giurato di non uccidere mai più nessuno perché ogni vita è preziosa. Eastman si uccide e Morgan decide di intraprendere il viaggio che aveva iniziato a pianificare con Eastman e sulla strada scopre il cartello per Terminus. Perché veniamo a scoprire tutto questo? Perché Morgan lo sta raccontando a uno dei Wolves che è riuscito a catturare durante l’attacco. Gliel’ha raccontato perché spera di fa cambiare anche lui ma il ragazzo, in modo anche abbastanza inquietante, gli dice che spera di morire perché altrimenti dovrà uccidere lui e tutti gli altri, bambini compresi, perché è quello il suo credo.

Personalmente ho trovato questo episodio particolarmente bello, probabilmente
uno dei più belli finora, per quanto sia difficile definire brutto anche solo uno dei passati 4 episodi. Ci mostra un Morgan distrutto, perso e assolutamente fuori controllo. Eastman invece è un po’ il grillo parlante della storia, è la coscienza di Morgan e dal canto suo cerca di risvegliare la normalità, l’empatia di Morgan. La capra, Tabitha, è il motivo per cui Morgan torna a ragionare come una persona invece che come un animale ed è paradossale. Un animale che riporta un uomo ad essere umano. Da lì è tutto in discesa. L’aikido per esempio è uno strumento di unione, un po’ come la birra potrebbe esserlo in una situazione normale. E’ una disciplina e in quanto tale ha bisogno di regole: le regole tengono insieme i pezzi, non è solo la speranza a farlo. E’ questo che tiene Morgan con i piedi per terra anche quando tutto gli sfugge di mano. Il ragazzo zombie, a mio parere, è un memorandum per Morgan cioè che ogni azione dà origine ad una conseguenza tant’è che l’omicidio ingiustificato del ragazzo porterà alla morte inutile di Eastman, l’unico che gli aveva mostrato una via da percorrere che non fosse omicidi e pulizie.

Perché ‘pulire’ era diventato il fulcro della vita di Morgan? Perché nel disturbo post traumatico di cui era prigioniero, era un modo per tenere in mano la propria vita. Uno scopo che era quello di ‘proteggere’ se stesso dal male, umano o zombie che fosse. Il punto di svolta vero e proprio avviene subito dopo il morso di Eastman. Morgan sta tornando alle vecchie abitudini, sta dimenticando l’umanità, la sua umanità, ed è a quel punto che uccide uno zombie salvando la vita a una coppia che per ringraziarlo gli dà un proiettile e un barattolo di noodle di pollo. La donna, prima di andarsene, gli dice un timido ‘Grazie’. E’ come se questo avesse acceso la lampadina nella testa di Morgan. Ora il suo scopo è salvare più gente possibile e, nel processo, uccidere gli zombie.

Ora, noi sappiamo che per quanto nobile può essere questo principio, è
abbastanza impraticabile in un apocalisse zombie perché se è vero che ogni vita è preziosa, è vero anche che la propria vita e quella dei propri cari viene prima di quella degli altri, che ci sia un’apocalisse zombie o meno. Prima o poi Morgan dovrà scegliere se mantenere il suo proposito di non uccidere più nessuno o cercare un compromesso. Non uccidere nessuno che abbia voglia di essere salvato. E l’uomo dei Wolves è l’ago della bilancia. Perché se Eastman l’aveva rinchiuso nella sua cella senza però chiuderlo davvero, Morgan non fa lo stesso per il prigioniero e non è perché non ha la possibilità di farlo. La realtà è che Morgan VEDE la follia negli occhi dell’uomo proprio come la vedeva nei suoi e, in cuor suo, sa che non esiterebbe un secondo a far fuori tutti.

A questo punto della storia noi abbiamo a che fare con un Morgan sereno ma ci resta ancora da capire se questa serenità viene dalla consapevolezza che Eastman e l’Aikido gli hanno donato o dal fatto di aver deciso di non uccidere più nessuno. Prima o poi, decisamente più prima che poi, dovrà scegliere dove far finire la sua vita e il suo Jo (il bastone usato nella disciplina) e ho paura che questa sua serenità sia appesa ad un filo.

Nell’attesa del prossimo episodio vi saluto e colgo l’occasione per salutare le nostre affiliate. Un bacio, Micaela. 


 

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Articolo di MiKyCaRtEr84

2 commenti:

Unknown ha detto...

Miky, adoro le tue recensioni! <3

MiKyCaRtEr84 ha detto...

Sei una certezza 💙 Grazie tesoro ;-*