Quando abbiamo inaugurato questa nuova stagione con un 'Whovian
di tutto il mondo unitevi!' non eravamo ancora a conoscenza di un
episodio che avrebbe riflettuto attorno al tema del capitalismo.
Oxygen è stato questo
è molto altro, un episodio decisamente da vedere
e, chi legge questo commento, sarà partecipe di quanto quest'ultima
affermazione possa risultare, nostro malgrado, di pessimo gusto.
Andiamo a scoprire quali struggenti prospettive il quinto episodio
della decima stagione ci ha riservato.
Oxygen si è subito
presentato nella sua ambientazione stellare: una stazione spaziale
delle più classiche all'interno della serie. Per gli amanti di The
Walking Dead, quelli che
inizialmente hanno tutta l'aria di essere i Monsters of the
Week appaiono come non morti
vaganti che si cibano, così sembra in principio, dell'unica cosa di
cui un astronauta non può fare a meno: l'ossigeno. Il discorso
attorno al quale verte l'intero episodio è in verità tutt'altro e
si potrebbe riassumere con l'inconfutabile affermazione finale di
Nardole, secondo il quale non bisogna allontanarsi troppo dalla Terra
se ci si vuole imbattere in mostri. Oxygen rientra,
infatti, in quel caleidoscopio del genere distopico che pone
l'umanità al centro delle responsabilità più terribili e che ha
portato l'investigatore dell'incubo di Tiziano Sclavi ad affermare
più volte che “i mostri siamo noi”. Restando all'interno della
serialità televisiva, emblematici sono alcuni episodi di Buffy
the Vampire Slayer o
Supernatural.
La buona notizia è che non tutta
l'umanità è da buttare e il Dottore lo sa bene. Non può fare meno,
infatti, che salvare e salvaguardare ogni volta la nostra specie.
Anche se sistemato un errore, citando testualmente il Signore del
Tempo, siamo sempre pronti a commetterne uno più grande. Salvataggio
e salvaguardia della nostra specie che, è il caso di dirlo, in
questa serie è sempre stata rappresentata da companion
formidabili, smart e
di buon cuore. Da Rose a Clara, passando per Marta, Donna, Amy e
Rory, il Dottore non ha mai optato per esemplari di altri pianeti
come suoi intimi compagni di viaggio (escluso Nardole, ovviamente).
Sorte toccata anche all'ormai amata Bill Potts, la quale è
protagonista di uno dei due principali colpi di scena di questo
quinto episodio.
Ma andiamo con ordine. Dopo una
presentazione dell'ambientazione in cui si svolgeranno gli eventi di
Oxygen, veniamo
catapultati nell'università in cui il Dottore detiene una cattedra e
dove nasconde e tutela insieme al suo assistente il misterioso
caveau, vero epicentro
della running plot
della stagione che porterà, Master o non Master, alla fine del
dodicesimo Dottore e alla sua annunciata rigenerazione.
Invece di portare avanti una lezione
sul coltura il Dottore divaga sulle leggi dello spazio, di cui non si
può certo dire che non sia esperto. Le sue deformazioni
professionali non passano inosservate agli occhi di Nardole, che le
traduce in nostalgia di viaggi spazio temporali. Ciò non basta a
fermare il Dottore, il quale non esita a coinvolgere i due compagni
in una nuova avventura. A questo punto ci troviamo nella stazione
spaziale dove, in assenza di ossigeno, i tre possono respirare grazie
ad una bolla d'aria emessa dal TARDIS, ma presto sono costretti
dall'intelligenza artificiale della nave e indossare le tute
dell'equipaggio. Equipaggio ridotto in gran parte a quelli che sopra
abbiamo definito non morti vaganti e di cui ora possiamo parlare come
cadaveri mossi dalle tute stesse. Apparentemente, sembrerebbe infatti
che le tute hanno coscienza propria e che vaghino alla ricerca
insaziabile di ossigeno altrui.
I pochi sopravvissuti
dell'equipaggio hanno modo di incontrare il Dottore, ma egli non può
fare molto per portarli via in quanto trovatosi separato dal TARDIS.
Tutti quanti hanno una limitata riserva di ossigeno, il che ci porta
a scoprire alcuni particolari del sinistro futuro in cui avvengono le
vicende narrate. Trattasi di un'era terrestre in cui l'ossigeno è
capitale industriale, smerciato e razionato da una non precisata
azienda per la quale l'equipaggio in questione lavorava, prima che
cominciassero a morire uno alla volta.
Di morire rischia proprio Bill e non
una volta soltanto. La sua tuta infatti si mostra fin da subito
'difettosa' e incontrollabile. Quando tutti sono pronti a raggiungere
un'area della nave di nuova costruzione, quindi non rintracciabile
dai nemici, Bill non riesce a indossare il casco della tuta e viene
esposta al vuoto dello spazio. Svegliatosi al sicuro e nuovamente
all'interno della nave, Bill scopre che il Dottore le ha dato il suo
casco, restando egli senza ossigeno e privato della vista. Secondo il
Dottore la cecità può essere curata una volta raggiunto il TARDIS,
ma la via di fuga è ancora lontana e il personaggio di Pearl Mackie
ha modo di sfiorare la morte per la seconda volta a soli cinque
episodi dal suo debutto. Per un lasso di minuti che è sembrato
eterno, per quanto inverosimile, Bill è infatti parsa uno dei tanti
morti mentre il Dottore ha cercato di farci credere di voler
sacrificare tutti quanti. Il Signore del Tempo aveva invece un piano
di riserva e riesce a risolvere la situazione, ma per l'equipaggio è
giunto il momento di fare i conti con una dura verità. Ad avere dato
il permesso all'intelligenza artificiale di controllare le tute e di
togliere l'ossigeno a tutti gli operai è stata l'azienda stessa per
cui essi stessi lavorano, una volta ritenuto che il loro servizio non
fosse più efficiente e che l'ossigeno, risorsa commercialmente
preziosa, stava venendo dunque sprecato. Et voilà,
i mostri siamo noi.
La presunta e poi negata dipartita
di Bill, dicevamo, è solo una dei colpi di scena ai quali abbiamo
assistito in quest'episodio. Ad avere lasciato perplessi i fan,
dando voce a decine di teorie sul futuro di questa decima stagione, è
la rivelazione finale del Dottore, il quale confessa a Nardole che la
vista non gli è tornata come invece aveva previsto. A giudicare
dalle poche informazioni sul prossimo episodio, possiamo supporre che
la cecità del Signore del Tempo non sarà a breve termine, ma non
possiamo nemmeno affermare con certezza che determinerà l'addio di
Capaldi. È molto più probabile che il non vedere fungerà da spunto
e da pretesto su nuove introspezioni e per il ritorno in grande stile
di John Simm e Michelle Gomez, la quale ha recentemente annunciato di
lasciare la serie insieme all'interprete protagonista e a Steven
Moffat.
Una decima stagione che, a quanto
pare, sembra avere da dire qualcosa in più della precedente,
complice una nuova companion
più all'altezza del creduto e una sotto trama lineare di quelle che
non si vedevano da un paio di stagioni, o forse no. Staremo a vedere
cosa ci riserva futuro, presente e passato della serie (non si può
mai dire) ora che il Dottore si trova in una condizione che, a
memoria, non ha precedenti. E ci piacerebbe lasciarci con un quesito
un po' fan service ma
che ci diverte mettere sul piatto. Cosa accade se il Dottore cieco
incontra un Weeping Angel?
Sembra l'inizio di una battuta e al Dottore piace fare battute
quando non vuole far notare che le cose si stanno mettendo male.
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