Uno squalo, un cagnolino che
appare in momenti inaspettati, un ereditiera rapita, un gattino e un
miliardario assassinato in modo cruento in una stanza d’albergo, potrebbero mai
essere collegati?
Certo che sì se si è coinvolti
in un caso di Dirk Gently.
Dirk Gently coi suoi metodi peculiari ci insegna che “Everything is connected”, e quelle che risultano coincidenze o eventi bizzarri, trovano un senso nella visione dell’universo del detective olistico più in gamba del mondo.
Il detective nasce dal genio
della penna di Douglas Adams, meno conosciuto rispetto ai personaggi del ciclo
di Guida Galattica per Autostoppisti, è diventato ben presto uno dei miei
detective preferiti del mondo della letteratura.
E considerato che di Douglas
Adams non se ne ha mai abbastanza, quando ho scoperto l’esistenza della prima
stagione creata da Max Landis, ero terrorizzata e entusiasta insieme, insomma,
lo stato d’animo di ogni series tv addicted di fronte alla prospettiva di un
adattamento di un opera che ama.
Ogni timore comunque è stato
spazzato via dal pilot della prima stagione,
scoprendo una serie tv brillante e poliedrica, che spazia da eventi
surreali, dialoghi assurdi e umorismo a esplosioni di violenza.
Non è mai semplice a mio parere
trasporre le opere di Douglas Adams, né soprattutto coglierne l’umorismo e il surrealismo, dando giustizia alla sua sconfinata immaginazione, ma in questo caso
devo fare tanto di cappello agli autori, perché
anche se “Dirk Gently’s Holistic Detective Agency” si distacca dalle
trame dei libri, e tratta il materiale con molta libertà, è stato mantenuto lo
spirito delle opere di Adams, adattando la narrazione al format delle serie tv e
attualizzando il tutto. L’ambientazione è stata portata dalle terre britanniche
a Seattle e abbiamo abbandonato gli anni 80 in favore dei giorni nostri. Tutte
modifiche che cambiano l’atmosfera, ma non vanno a intaccare il risultato, perché ci si ritrova coinvolti in un viaggio psichedelico con umorismo non sense che dà l'impressione di essere in una delle storie dello scrittore britannico.
Così come le opere di Adams, infatti, la serie tv spazia da un genere all’altro, passando dalla commedia al thriller, all’horror e il fantasy in maniera fluida riuscendo a dare perfettamente senso anche agli elementi più assurdi e che apparentemente sembra non abbiano un senso, ma solo apparentemente, perché ricordiamoci, tutto è connesso.
E così, dopo aver bingewatchato
anche la seconda stagione su Netflix, non posso non morire un pochino (un po’
tanto) all’idea che questo gioiellino di serie possa essere cancellata, perciò
sono pronta immantinente a unirmi a gran voce al coro di “SaveDirkGently”. (please Netflix).
Così come le opere di Adams, infatti, la serie tv spazia da un genere all’altro, passando dalla commedia al thriller, all’horror e il fantasy in maniera fluida riuscendo a dare perfettamente senso anche agli elementi più assurdi e che apparentemente sembra non abbiano un senso, ma solo apparentemente, perché ricordiamoci, tutto è connesso.
Soprattutto perché, se
possibile, la seconda stagione è stata ancora meglio della prima e ho idea che
con un ipotetica terza stagione (dita incrociate) potremmo toccare vette dell’
assurdo mai viste nell’universo caotico ispirato da Adams.
Di serie tv così ne abbiamo
tutti bisogno, ha avuto purtroppo meno risonanza di altre serie, e forse non
riesce a incontrare i gusti di tutti, ma se cercate thriller sconfinanti
nell’assurdo e avete la mente aperta a tutto ciò che di olistico esiste al
mondo, direi che è una serie da non perdere.
Il cast è uno dei punti forti di questa serie. Samuel Barnett e Elijah Wood sono un accoppiata assolutamente vincente.
Barnett è un Dirk Gently
perfetto, a partire dal suo accento british e adorabile (e questo basterebbe da
solo, non ci sarebbe bisogno di altro).
Barnett riesce a rappresentare il detective con un ottima recitazione, sopra le righe quel tanto che basta, passando dal risultare irritante e invadente a riuscire totalmente a coinvolgerci nelle sue avventure col suo esaltato ottimismo. Nella seconda stagione, poi abbiamo imparato a conoscere anche le sicurezze e le paure di Dirk e il suo lato più tenero, e Barnett lo rende talmente tanto adorabile che non puoi fare a meno di volerlo abbracciare.
Elijah Wood, eroe sin dagli
anni 90, nonchè portatore dell'unico anello, è un perfetto Todd Brotzman. Dapprima sfortunato senza futuro e pieno di sensi di colpa, è anche il
mezzo attraverso cui incontriamo e impariamo a conoscere Dirk Gently, e con lui
impariamo ad apprezzare quello strano individuo british che si è infilato a
forza nella sua vita (letteralmente gli è entrato in casa attraverso la finestra).
Piano piano, tutte le assurdità mortali in cui Dirk lo trascina, lo portano a evolversi, a prendere in mano la sua vita e a diventare un coraggioso e leale amico per Dirk, tanto da riuscire a credere in lui e per lui, anche quando il detective sembra aver perso ogni fiducia in sé stesso e nell’universo.
Piano piano, tutte le assurdità mortali in cui Dirk lo trascina, lo portano a evolversi, a prendere in mano la sua vita e a diventare un coraggioso e leale amico per Dirk, tanto da riuscire a credere in lui e per lui, anche quando il detective sembra aver perso ogni fiducia in sé stesso e nell’universo.
Ma come ho detto, tutto il cast
della serie merita, dai personaggi che affiancano Dirk e Todd a quelli più
secondari.
Non possiamo non menzionare
Farah, una donna forte e bellissima, in grado di sconfiggere un mago
onnipotente.
Bart, alias progetto Marzana è
uno dei personaggi più assurdi e che allo stesso tempo trovo più adorabili.
Assassina olistica che ritiene che l’universo le indichi chi uccidere e che la protegga impedendole di morire o restare chiusa troppo a lungo. Nella seconda stagione poi,
non si può non volerle bene, col suo fare infantile e insicuro, si dimostra
capace di forti sentimenti di amicizia.
Amanda ha preso in mano le
redini della sua vita, riuscendo non a guarire dalla sua malattia ma a trarne
forza, con l’aiuto del Trio Chiassoso. Ormai sono in sette a dire il vero e sono tutti super fighi e super punk.
E vogliamo parlare dei due
agenti di polizia più simpatici e atipici della storia? Sono tra i personaggi top della seconda stagione e non si può non amarli.
Dirk Gently, inoltre, in piena fedeltà a
Douglas Adams, riesce ad annullare tutti gli stereotipi, sia quelli narrativi,
che quelli legati all’uno o all’altro sesso. Una donna che sembra sottomessa al
marito e al figio, una vittima insomma della società contemporanea, si rivela
invece una villain pronta a uccidere con smanie di potere che nemmeno quelli di
Criminal Minds avrebbero potuto farle il profilo.
E i cattivi a volte non
restano cattivi per sempre, e chi credevamo nostro amico è invece pronto
a tradirci.
She's the worst |
Nella seconda stagione, l’Ala Nera, non è poi così nera come sembra,
almeno finché c’è Friedkin al comando, sin dalla prima stagione non ha mai
brillato per acume ed è sempre più confuso e sopraffatto dalle stranezze che circondano i soggetti catturati e in
particolar modo dalle evasioni impossibili dei progetti che spariscono dall’ edificio in circostanze misteriose. La sua confusione, però, non gli impedisce alla
fine di fare la cosa giusta anche a costo della vita, e a tal proposito sono
molto curiosa di conoscere l’evoluzione del personaggio in un ipotetica terza
stagione.
A rivelarsi un vero villain con
un aura potentissima è Ken, ricordate il povero tapino rapito da Bart nella
prima stagione? Ebbene il suo personaggio rivela una svolta malvagia
inaspettata, diventando un capo intelligente, spietato e apprezzato perfino dal
sadico Signor Priest, altra scoperta di questa ultima stagione interpretata dal
mitico Alan Tudyk.
Per non parlare di Wendimoor e
dei suoi abitanti. Una terra sui generis che sembra uscita da una fiaba,
peccato che ne stravolga totalmente i canoni. Nessuna principessa da salvare,
solo due principi azzurri (a dire il vero uno è molto rosa) che si amano, appartenenti a due famiglie in
guerra.
Quella a Wendimoor è una faida alla Montecchi e Capuleti, ma più sanguinaria e devastante, dove le spade sono sostituite da delle forbici giganti. Fossi in George R. Martin ne terrei conto per le prossime storie.
E tra tutte le assurdità, in
Dirk Gently si esplorano molto anche i rapporti umani, la solitudine, la paura,
e dove la maggiore forza, ciò che muove e motiva i protagonisti è l’amore, ma
non nel senso romantico del termine. Il vero sentimento che lega i personaggi è
l’amicizia.
Quella a Wendimoor è una faida alla Montecchi e Capuleti, ma più sanguinaria e devastante, dove le spade sono sostituite da delle forbici giganti. Fossi in George R. Martin ne terrei conto per le prossime storie.
Panto è bellissimo |
Dirk vuole scappare dalle sue capacità perché non
vuole causare sofferenza ai suoi amici, e è pronto a farsi coraggio e a tornare da solo
nell’ Ala Nera per una missione di recupero. C’è poi il legame fraterno, ormai
incrinato, tra Todd e Amanda, che finalmente senza bugie riescono a
riappacificarsi e a ritrovarsi.
Il rapporto tra Amanda e i Trio Chiassoso è paradossale e adorabile, sin dall’inizio si sono fatti carico
di aiutarla e proteggerla, ed è quello che hanno intenzione di fare. Come si suol
dire, uno per tutti e tutti per uno.
Per non parlare poi del potere del trio che ci perseguita in serie tv e opere letterarie da Streghe, a Harry Potter e perfino in Doctor Who.
Per non parlare poi del potere del trio che ci perseguita in serie tv e opere letterarie da Streghe, a Harry Potter e perfino in Doctor Who.
E....sì, userò questa gif due volte perchè mi emoziona tantissimo |
E non parliamo della povera
Bart, o Bartine, come la chiama Panto, quando realizza che il suo amico Ken è
diventato un pericolo.
Un'altra cosa che mi è piaciuta molto di questa stagione è la maggiore presenza di "olisticità", passatemi il termine. Tramite una maggiore presenza dell'Ala Nera, riusciamo infatti a conoscere di più i progetti che vi sono rinchiusi. Persone speciali, scelte dal'universo e con abilità, come Dirk, Bart e i Rowdy 3. Conosciamo il progetto Moloch e la sua triste storia che riesce però ad avere una sorta di lieto fine; e entra a far parte della serie anche Mona Wilder, amica di Dirk che definisce sè stessa attrice olistica. Una sorta di mutaforma che predilige prendere le sembianze di oggetti vari, un pupazzetto di gomma, una pistola o un cannone. Per sei mesi è stata una sedia.
è un personaggio che mi è piaciuto molto sebbene solo marginale, mi piace la sua amicizia con Dirk e il fatto che le piaccia prendere forma di oggetti piuttosto che persone.
Una serie insomma che per me è degna di Douglas Adams e anche nell’epoca d’oro delle serie tv merita tantissimo e soprattutto dimostra di avere ancora molto da dire, perciò spero con tutto il cuore che venga rinnovata. Ma se così non dovesse essere, mi piacerà sempre pensare a Dirk, Farah e Todd nella loro agenzia a risolvere casi, vegliati da un pupazzetto di gomma.
Io la amo già |
Una serie insomma che per me è degna di Douglas Adams e anche nell’epoca d’oro delle serie tv merita tantissimo e soprattutto dimostra di avere ancora molto da dire, perciò spero con tutto il cuore che venga rinnovata. Ma se così non dovesse essere, mi piacerà sempre pensare a Dirk, Farah e Todd nella loro agenzia a risolvere casi, vegliati da un pupazzetto di gomma.
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