Dopo quattro stagioni,
finalmente Gotham ci mostra la sua versione del Joker, e ne racconta le origini
con una scena d’impatto ma che non convince del tutto.
Gotham, con “That’s
Entertainment” ci regala una puntata che non è esattamente all’altezza del suo titolo. L’ultimo
episodio dello show se da un lato mescola trama e personaggi in un mix di
horror e commedia anche avvincente, dall’altro si lascia tentare da risoluzioni
troppo raffazzonate e semplicistiche, oltre a presentare la genesi di un
villain importante del panorama di Batman, che però non riesce a soddisfare le
aspettative, almeno dal mio punto di vista.
Il filone principale di questo
episodio, come del resto dei precedenti, è rappresentato da Jerome e dalla sua
Legion Of Horribles, che prendono in ostaggio il sindaco e altri importanti
cittadini di Gotham chiedendo in cambio Jeremiah Velaska e Bruce Wayne come
ostaggi. Il tutto, mentre un dirigibile si sta dirigendo sulla città, pronto a
rilasciare il gas esilarante creato da Crane e Mr Freeze.
E Oswald che pensa...WTF?! |
Una minaccia che mette alle
strette Jim Gordon e la tragedia viene scongiurata per un soffio, anche grazie
all’incredibile aiuto di Oswald e al coraggio di Bruce Wayne.
Gotham, non è caduta nel caos,
ma non per questo il piano di Jerome è fallito. Non del tutto.
Premetto che tutta questa parte
di episodio mi è piaciuta molto, è tornato quello stile un po’ horror e gore
che mancava nella scorsa puntata e il tutto ha anche una buona dose di commedia
tramite Oswald (che diventa un po’ la linea comica…diciamolo) che per quanto nella
trama fosse una forzatura un po’ inutile, risulta divertente e spezza un po’ il
dramma e la pazzia totale di Jerome. Diciamo che vedere il Pinguino come eroe
improvvisato, mi ha fatto parecchio ridere, e soprattutto ho adorato sapere che
Jim lo molla lassù col dirigibile senza troppe moine, in attesa di metterlo in
contatto con un pilota.
Per altro ho apprezzato la trovata
del dirigile in sé per sé, perché dà subito un atmosfera da super villain
megalomane e un po’ steampunk che ci sta bene nella serie, e non so perché ma spero
che Oswald si tenga il dirigibile, mi piacerebbe vederlo assaltare la città con quello, un giorno o l'altro.
Nel mentre che il Pinguino
diventa suo malgrado l’eroe della città, (giusto perché non si può governare
una città piena di pazzi) assistiamo con sommo dispiacere, alla bellissima
scena della caduta di Jerome.
Una caduta letterale in questo
caso, perché Jerome si lascia cadere dal tetto, impedendo a Jim Gordon di
salvarlo, e sulle labbra l’ultima fragorosa risata tatuata sul volto anche dopo
la sua morte, in una fantastica citazione al Joker di Jack Nicholson nel film
di Tim Burton.
Jerome prima di morire, sputa
il suo odio verso tutto ciò che Gordon rappresenta, parole molto incisive e
forti, accompagnate da una frase che racchiude il suo reale obiettivo : ““I’m
an idea. A philosophy. And I’ll
live on in the shadows of Gotham’s discontent.” Una promessa e una
minaccia, che mi sono piaciute a tal punto da rimanermi ancora impresse qualche
giorno più tardi dalla visione dell’episodio. Purtroppo, alla morte di Jerome,
mancava Bruce, e forse, al contrario della presenza di Gordon, avrei preferito
quella del giovane Cavaliere Oscuro, visto la loro contrapposizione negli
episodi precedenti e il loro passato.
Inutile dire che l’ultima
performance di Cameron Monaghan come Jerome è stata grandiosa, ma purtroppo,
nella trama e nella scrittura ho ritrovato delle problematiche e delle mancanze
che non mi hanno lasciato apprezzare del tutto l’episodio in sé.
Partiamo dal presupposto che la
stessa idea del fratello gemello non è mai riuscita a piacermi e men che meno
ho apprezzato la risoluzione in questa puntata.
Scopriamo che Jeremiah era a
tutti gli effetti il fratello buono, si dimostra coraggioso e crea anche un
legame con Bruce Wayne. La mia teoria e speranza di un fratello ancora più
malvagio che avesse plasmato e creato Jerome a sua immagine vanno quindi a
farsi benedire, anzi, è Jerome che vuole plasmarlo a sua immagine a dire il
vero, convinto che condividessero lo stesso seme della pazzia.
Le origini vere e proprie del
Joker, vengono quindi raccontate nel
finale dell’episodio. Jermiah, dopo aver stretto la mano a Bruce, torna nel suo
bunker dove trova un pacco regalo con al suo interno una scatola. Capiamo
subito che la scatola in legno lavorato contiene uno di quei pupazzi pagliaccio
a molla, che naturalmente scatta, rilasciando una versione particolare del gas
esilarante che lo contamina.
E mentre Jeramiah scivola lentamente nella
pazzia, in sottofondo sentiamo la voce di Jerome che gli intima di portare
avanti il suo operato. Il Joker prende allora il sopravvento, la faccia
deformata da una sadica e pazza risata.
Nasce così, il Joker di Gotham,
accompagnato da una scena suggestiva, che cita The Killing Joke, ma a mio
avviso supportata da un effetto speciale non proprio fantastico e che alla fine
dei conti risulta troppo semplicistica.
Certo, sembra strizzare
l’occhio al videogioco Arkham Knight, in cui il Joker era diventato quasi una
sorta di virus che infettava le persone, perché per certi versi, Jerome ha
trasferito il suo spirito e la sua essenza in Jeremiah infettandolo, ma il
problema è che l’ascesa del Joker, non può essere dovuta a un semplice gas.
Il Joker, è un villain,
complesso, controverso, e non può essere creato così dal nulla, da qualcosa di
così artificiale. Al momento, il tutto è alquanto banalizzato, e spero che gli
autori riescano a tirare fuori qualche motivazione in più per rendere il tutto
più credibile.
Per non parlare del fatto che
senza Jerome, al momento, si perde anche la contrapposizione tra Batman e il
Joker.
Nelle scorse puntate, avevano
sviluppato molto bene il senso di colpa e di responsabilità che Bruce provava
verso Jerome, una cosa che purtroppo ad oggi, non c’è più. Jerome è morto e non
vedo perché Bruce debba sentirsi poi così responsabile verso questo nuovo
Joker. Ovviamente lo combatterà ugualmente, ma non ci sarà alcun trascorso,
nessun passato. Bruce non ha nemmeno avuto lontanamente a che fare con la
trasformazione di Jeremiah, né con la morte di Jerome, perciò tutto il tormento
causato dal primo Velaska, non ha più
alcun senso.
Certo, da questo Joker mi
aspetto comunque grandi cose e sono sicura possa dare molto filo da torcere al
futuro Cavaliere Oscuro. Jeremiah sembra essere molto più intelligente e
lungimirante del fratello, e se riuscirà a sfruttare e mantenere queste
caratteristiche anche come Joker, potrebbe diventare molto più pericoloso di
quanto fosse Jerome. Il grosso problema è nell’aver creato un convincente “Joker”
precedente, a cui hanno staccato e riattaccato la faccia e cucito addosso
diversi comportamenti e citazioni per poi far diventare il villain qualcun
altro.
In compenso, Bruce, in questi
episodi, mi piace molto. Ho apprezzato il suo coraggio e è stato bravo a
gestire la situazione. Per non parlare del fatto che ho adorato la sua mini
festa di compleanno, l’abbraccio sincero con Alfred, e la scena condivisa con
Selina, che viene a trovarlo giusto in tempo per una fetta di torta. Si è
respirato una bella atmosfera, anche se per poco.
Che bellini |
Un grosso no, invece, è tutto
dedicato alla storyline di Barbara e alla setta di Ra’s. Non è interessante e
trovo tutto molto forzato e senza senso. Un po’ come Tabitha, che decide di
levare le tende prima di essere rapita e prelevata da altri membri della setta
degli assassini, il cui scopo è sconosciuto, sappiamo solo che adorano Ra’s e
lo rivogliono.
Lei la prende con calma... |
La scena del caveau in cui
Barbara trova un quadro d’epoca raffigurante lei e Ra’s mi ha fatto scoppiare a
ridere, mi sa di sòla da lontano un miglio, e fossi in lei almeno lo avrei
fatto controllare da un curatore esperto.
Un altro episodio che ci
avvicina al finale di stagione, e in città si prospetta uno scenario per nulla
tranquillo: il Joker, lo scisma della Lega Degli Assassini, Il Pinguino e
L’Enigmista… è l’inverno dello scontento di Gotham.
Come sempre, un saluto alle nostre affiliate:
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