-Nei guai: Il cortometraggio si apre subito in medias res, mostrando Mudd che viene picchiato e legato da un Tellarite, il quale conclude un affare con un'aliena misteriosa. Il Tellarite, di nome Tevrin Krit, si scopre essere una delle ennesime vittime del noto criminale, accusandolo di aver rubato un oggetto di famiglia con l'inganno. Mudd finge di non saperne nulla, cercando di ingraziarsi Krit, ma il Tellarite sa benissimo di chi si tratta, poichè è in procinto di incassare la taglia su di lui. Così Mudd tenta di corromperlo, proponendogli di ritrovare insieme l'oggetto scomparso e affermando di essere di parola, ma un flashback mostra chiaramente come abbia usato lo stesso copione per sfuggire a un Klingon.
-Asso nella manica: Mudd racconta a Krit dell'incontro avuto con sua sorella e di come abbia approfittato della sua ingenuità per rubare il cimelio di famiglia, affinchè potesse finanziare delle presunte attività ribelli. Il Tellarite non si beve la sua storia e la mente di Mudd torna a quando fece da cagnolino a una Klingon davvero particolare e alle sevizie ricevute da due Orioniani. La nave di Krit si incontra con la USS Milo per consegnare Mudd, ma una volta a bordo il capitano da' una spiacevole notizia al Tellarite: l'uomo che sta consegnando non è il vero Mudd, ma uno dei suoi molteplici replicanti, come mostrato nella cella, in cui diversi androidi identici a Mudd parlano rumorosamente.
-Truffa in grande stile: In realtà la misteriosa donna aliena non è altri che il vero Mudd, il quale faceva recapitare i suoi androidi in giro, per poi truffare i cacciatori di taglie offrendo il presunto fuggiasco. Il cortometraggio si conclude con Mudd a bordo della sua nave, il quale armeggia il cimelio di Krit con grande soddisfazione.
VERDETTO
A differenza dei precedenti cortometraggi, quest'ultimo mostra come in Star Trek sia possibile, in fin dei conti, concedersi dei momenti leggeri e briosi. Probabilmente i fan più accaniti avranno visto il richiamo all'episodio della serie classica "I, Mudd", facendo presuppore che questo cortometraggio sia l'antefatto di tale vicenda. Tutto sommato, nonostante il fatto che Mudd non sia proprio un personaggio simpatico, "The Escape Artist" appare un prodotto semplice e leggero, opposto alla complessità narrativa a cui questa antologia ci aveva abituati, lasciando un indizio su come il lavoro di McMahan potrebbe influire sull'universo di Star Trek (per chi non lo sapesse, lui sarà lo sceneggiatore della serie animata Star Trek: Lower Decks), chiudendo questo primo quartetto di cortometraggi in maniera allegra e spensierata, senza troppe aspettative.IL PAGELLINO
Il primo ciclo dell'antologia Short Trek ha permesso di approfondire e di ampliare il vasto universo narrativo di Star Trek con quattro brevi episodi molto diversi e variegati. Partendo dalla "morality play" sulla giovane Tilly in "Runaway", passando all'esaltazione letteraria e alla presentazione della new-entry Craft in "Calypso", all'approfondimento personale sulle motivazioni di Saru in "The Brightest Star", fino ad arrivare al simpatico sketch su Mudd in "The Escape Artist", questo esperimento si è rivelato estremamente soddisfacente e appagante, più in alcuni momenti che in altri, regalando impressioni diverse e uniche a ogni visione. Possiamo dirci contenti di questo ampliamento all'interno del mondo di Star Trek, che definiamo una buonissima preparazione per la seconda stagione, che presto debutterà sui nostri schermi, e che sappiamo già avere un seguito, ma stavolta in forma animata. Non ci resta che attendere quali altre frontiere andremo ad esplorare, visto che di Star Trek sentiremo parlare molto spesso nei prossimi mesi, grazie al genio di Alex Kurtzman.
RILEGGETE LE RECENSIONI DEGLI SCORSI SHORT TREK
RUNAWAY
CALYPSO
THE BRIGHTEST STAR
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