STAR TREK: SHORT TREKS - Recensione "Calypso"



"Infelice, non starmi qui a piangere ancora, non rovinarti
la vita: ti lascerò andare ormai volentieri.
Ma su, taglia dei grossi tronchi con l’ascia di bronzo
e costruisci una zattera larga: sopra conficca dei fianchi,
perché ti porti sul fosco mare.
Io vi porrò in abbondanza del cibo, acqua
e rosso vino, che ti tengano lontana la fame;
ti coprirò di panni; ti invierò dietro un vento,
perché possa giungere incolume nella tua terra,
se gli dei che hanno il vasto cielo lo vogliono,
che quando pensano e agiscono sono più potenti di me"
(Odissea, canto V, vv. 160-170)


Lo scorso Novembre CBS All Access ha rilasciato il secondo dei quattro Short Trek previsti prima del debutto della seconda stagione di Discovery. Il titolo, "Calypso", ci ricorda quanto nell'universo Trek i riferimenti letterari siano fondamentali per la sua comprensione totale e, non a caso, l'intera vicenda si fonda sull'immagine della ninfa incontrata da Ulisse nel suo viaggio di ritorno. Diretto da Olatunde Osusanmi (The Butchers' Knife Cares Not For The Lamb's Cry, What's Past Is Prologue) e scritto da Michael Chabon (uno dei sceneggiatori della nuova serie su Jean-Luc Picard), il cortometraggio ci fa' conoscere un nuovo personaggio e ci apre a un interessante mistero sulla USS Discovery.

RECENSIONE DI "RUNAWAY"


-Solitudine: Il cortometraggio si apre con delle immagini di un episodio di Betty Boop, per poi mostrare il protagonista, Craft, all'interno di una capsula di salvataggio, trainata dalla Discovery. In seguito si risveglia in infermeria ed è solo, così decide di alzarsi e dare un'occhiata in giro, trovando una tuta nel replicatore. Poi realizza di essere osservato dal computer della Discovery, il quale si presenta come Zora, la quale gli svela una scioccante verità: la nave è disabitata da quasi mille anni.


-Idillio: Craft cerca di conoscere meglio Zora, la quale gli mostra le sfaccettature della cultura umana, mentre lui si strugge per trovare un modo per ritornare a casa dalla sua famiglia, che non vede da dieci anni, a causa di una guerra contro i V'Draysh (il nome, stando a Chabon, sembrerebbe essere una distorsione della parola Federation). Lei dice di non poterlo aiutare, ma invece gli mostra un vecchio film, trattasi di Funny Face con Audrey Hepburn e Fred Astaire, e l'attenzione si sofferma nella scena del ballo, da cui Craft rimane molto incantato.


-Separarsi: Craft decide di riprodurre la sequenza di ballo vista nel film per poter avere Zora più vicino a se'. Così, con tanto di abito a tema, ricrea l'atmosfera e chiede a Zora di manifestarsi davanti a lui. Insieme si mettono a ballare, trascinati dalla dolce melodia, in una sequenza estremamente romantica, ma quando sono sul punto di baciarsi, Craft rivede l'immagine di sua moglie e suo figlio nella mente e si ricorda che ha una famiglia ad attenderlo, uscendo dalla stanza. Zora gli prepara una tuta di volo e lui si appresta a lasciare la Discovery, non prima di aver detto addio a Zora:

"C: I don’t know where you are or exactly what you are. I don’t know if I'll make it home or what I'll find when I'll get there. But I know you saved my life, heal my body. You reminded me what it means to be Human...
 

Z: Please, Craft, no. Poignant ironies, this is hard enough, already.
 

C: Then I'll just say goodbye.

Z: On your world, if we were lovers, would you tell me your name, your true name?
 

C: If we were lovers, on my world, you would give me my true name.
 

Z: Oh, well, then I already did."

Alla fine Craft parte a bordo di una navetta, chiamata Funny Face, mentre Zora e la Discovery restano alla deriva nello spazio, chiudendo il cortometraggio.

VERDETTO

Dopo aver approfondito la personalità di Tilly in "Runaway", la serie di cortometraggi Trek sforna un altro quarto d'ora di tutt'altro stampo rispetto alle storie narrate in Discovery. Il riferimento letterario all'epica di Omero (senza dimenticare Betty Boop e il film di Audrey Hepburn e Fred Astaire) è vivida e presente in ogni secondo di questo cortometraggio e solo chi ha una certa conoscenza della materia narrata potrebbe coglierli tutti, come il tatuaggio con l'occhio di Ciclope sulla schiena del protagonista, il soprannome Craft, ripreso dal celebre epiteto "pieno d'ingegno" attribuito ad Ulisse, la guerra decennale, il desiderio di Craft di tornare a casa, il sogno d'idillio e amore creato da Zora. "Calypso" narra la storia di due persone estremamente diverse, ma che non possono amarsi, toccando il concetto di umanità con una mano poetica e sublime. Un pezzo di narrativa fantascientifica di grande livello, come si addice a Star Trek, con una menzione particolare per Michael Chabon, il quale appare di buonissimo auspicio anche alla luce del suo contributo al ritorno di Picard sul piccolo schermo. Insomma questo Short Trek fa' riflettere ed estasiare con raffinate citazioni letterarie, ma ci lascia con un quesito fondamentale: è davvero questo il destino della USS Discovery nel 33esimo secolo? O dobbiamo considerare quanto visto come una vicenda non canonica? Questo mistero, al momento, non ha una risposta.

NEL PROSSIMO EPISODIO



Nel prossimo Short Trek, intitolato "The Brightest Star", conosceremo meglio il passato di Saru, in una vicenda estremamente singolare e inaspettata per il Kelpiano.



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Articolo di Ada Bowman

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