SPOILER ALERT: VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE LA RECENSIONE SOLTANTO SE AVETE VISTO LA SERIE!!!
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Di anno in anno, il panorama televisivo asiatico si sta sempre più avvicinando agli schermi occidentali, offrendo serie di ogni tipologia di storia e di pubblico e dimostrando che anche all'est del mondo vi è un certo fermento creativo. Le maggiori case di produzione occidentali non sono rimaste a guardare, come la cara vecchia Apple, la quale ha pensato bene di portare il suo marchio in un prodotto di stampo orientale, nella fattispecie proveniente dalla Corea del Sud. Da questa collaborazione nasce Pachinko, serie creata da Soo Hugh (The Terror) e tratta dall'omonimo romanzo best-seller di Min Jin Lee, la quale narra una drammatica ed epica storia generazionale di una famiglia vissuta fra la discriminazione e la lotta per la sopravvivenza.
EPISODI
- 1x01: Chapter One (Diretto da Kogonada, scritto da Soo Hugh)
- 1x02: Chapter Two (Diretto da Kogonada, scritto da Soo Hugh e Matthew J. McCue)
- 1x03: Chapter Three (Diretto da Kogonada, scritto da Soo Hugh e Hansol Jung)
- 1x04: Chapter Four (Diretto da Justin Chon, scritto da Soo Hugh e E. J. Koh)
- 1x05: Chapter Five (Diretto da Justin Chon, scritto da Soo Hugh e Franklin Jin Rho)
- 1x06: Chapter Six (Diretto da Justin Chon, scritto da Soo Hugh e Lauren Yee)
- 1x07: Chapter Seven (Diretto da Kogonada, scritto da Soo Hugh e Ethan Kuperberg)
- 1x08: Chapter Eight (Diretto da Justin Chon, scritto da Soo Hugh e Mfoniso Udofia)
"I'm not under any illusion about my fate."
La serie muove la sua storia in maniera molto disinvolta su più archi temporali, ognuno dei quali estremamente curati, sia dal punto di vista estetico che nel contenuto, grazie a una cinematografia magnifica e una colonna sonora azzeccatissima, curata da Nico Muhly. Proprio come nel romanzo di Min Jin Lee, la storia è incentrata su una famiglia coreana immigrata in Giappone all'inizio degli anni Trenta del secolo scorso, soffermandosi su temi molto importanti quali l'identità e la lotta per la sopravvivenza, ma il tutto viene narrato da due distinti punti di vista: quello di Kim Sunja (Youn Yuh-Jung da anziana, Kim Min-ha da giovane), la protagonista del racconto, la quale si ritrova a vivere fra discriminazione e privazioni per proteggere i suoi figli, e Solomon Baek (Jin Ha), nipote di Sunja e giovane impiegato per un azienda degli Stati Uniti, paese dove lo stesso ha vissuto e studiato. La storia, già ricca e ambiziosa di per se', viene accompagnata da riferimenti a fatti storici, conferendo al prodotto anche una natura prettamente educativa; uno degli esempi più rilevanti è il racconto del famigerato terremoto del Kanto avvenuto nel 1923, evento su cui viene basato l'intero settimo episodio della stagione, incentrato sul personaggio di Koh-Hansu (Lee Min-ho), un coreano benestante residente in Giappone e padre biologico del primo figlio di Sunja. Il cast, composto da interpreti coreani e giapponesi, fa' un ottimo lavoro recitativo, potenziando quelli che sono dei personaggi tanto distinti quanto definiti, fra cui possiamo menzionare, oltre a quelli già nominati, anche Soji Arai, nel ruolo di Mozasu, il padre di Solomon, Noh Sang-hyun, nel ruolo di Isak, prete protestante coreano, marito di Sunja e padre di Mozasu, Mari Yamamoto, nel ruolo di Hana, ex-fidanzata di Solomon, e il brevemente apparso Louis Ozawa, che interpreta l'enigmatico Mamoru Yoshii. Insomma Pachinko è una serie ambiziosa, affascinante, struggente e incredibilmente curata, che mostra le abilità "non note" della scena televisiva sudcoreana, fatto che l'ha resa oggetto d'interesse per la critica che conta, tanto da aver ottenuto numerosi riconoscimenti. Ora non ci resta che attendere la seconda stagione, le cui riprese sono state ultimate la scorsa Estate, e che probabilmente potrebbe arrivare il prossimo anno, con la promessa che sarà più intensa e drammatica della precedente.
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