DUSTER - Recensione 1x08 "66 Reno Split" (SERIES FINALE)

AVVISO: LA SERIE È ANCORA INEDITA IN ITALIA, PERTANTO QUESTA RECENSIONE NON AVRÀ SPOILER SULLA TRAMA!

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Apriamo questa recensione con la notizia che purtroppo molti temevano: Duster non tornerà per una seconda stagione. E questo causa non poco dispiacere, considerato che il finale che chiude questa prima stagione aveva tutti gli elementi necessari per una seconda stagione più ricca e intrigante, con colpi di scena che si susseguono, momenti di grande impatto e una dipartita sensazionale, ma che avrebbe contribuito a cambiare il tessuto stesso della serie. Insomma, questa cancellazione non ci voleva proprio.

"I can't do this without you."

Il finale di serie, intitolato "66 Reno Split", vede la regia di Darren Grant e sceneggiatura della co-creatrice LaToya Morgan e riesce a chiudere la storyline stagionale con grande astuzia e un po' di rapidità in alcune battute, aprendo le porte a un proseguimento della storia, che non avremo mai. Ora che la copertura di Jim e Nina è stata scoperta, la situazione inizia a peggiorare e ciò porta a scambi di proiettili, zuffe nel deserto e l'emersione di Ezra Saxton, il personaggio abilmente interpretato da Keith David (di recente onorato con una stella alla Hollywood Walk of Fame), il quale vede il proprio arco narrativo concludersi in maniera sconvolgente. E, come se non bastasse, a seguito di tutta questa serie di eventi, abbiamo Izzy che riesce a risolvere la questione di Bob Temple con l'aiuto di Jim, a cui svela di avere un problema grave (il quale poteva essere un trampolino di lancio per un riavvicinamento fra i due), mentre Nina viene a sapere importanti informazioni su Xavier, le quali la portano a restare in Arizona e a unire le forze con Jim per quello che sarebbe dovuto essere l'atto successivo di questo complesso caso e la famigerata valigetta, menzionata nell'episodio precedente, finisce nelle mani di un rivale improbabile. Insomma c'era davvero tanto materiale per una seconda stagione, ma a quanto pare HBO Max sembra aver preso questa decisione molto prima che la serie andasse in onda, il che fa' decisamente più male.

IL PAGELLINO

Duster era una di quelle serie che non volevano essere necessariamente grandiose e dall'alto valore produttivo, ma che aveva come scopo l'intrattenimento a 360 gradi. E in questa prima, e purtroppo unica, stagione la serie era riuscita in questo compito, mettendo in scena una storia semplice, ma coinvolgente e con qualche colpo di scena orchestrato ad arte, che rappresenta gli anni Settanta in tutte le loro sfumature, con una fotografia ricercata, riferimenti storici ad hoc, costumi favolosi e una colonna sonora azzeccatissima, con brani dell'epoca usati in maniera perfetta, senza però dimenticare temi contemporanei e umani come il razzismo, l'emancipazione femminile, la corruzione e il peso delle scelte che facciamo, tutto veicolato con bizzaria e divertimento. A contribuire c'era anche un cast ben assortito, che dava vita a personaggi interessantissimi e con qualcosa da dire, una cosa non proprio scontata di questi tempi, e fra questi possiamo senz'altro menzionare Josh Holloway, che ritroviamo con piacere dopo diversi anni lontano dalle scene, Rachel Hilson, Keith David, Camille Guaty, Asivak Koostachin, Corbin Bernsen, Gail O'Grady, Sydney Elisabeth e Benjamin Charles Watson, tutti perfettamente inseriti nei loro ruoli. Insomma, gli elementi per il successo erano tutti lì e allora come mai HBO Max, che sembra essere interessato solo a fare meme sul proprio cambio di nome, ha deciso di staccare la spina? A quanto pare, ritardi produttivi legati alla pandemia, all'amministrazione Zaslav e al doppio sciopero non hanno aiutato a rendere questa serie oggetto d'attenzione, senza dimenticare la mancanza di marketing attorno al prodotto, come se avessero voluto mandarla in onda per pietà, una cosa a dir poco meschina, il fallito tentativo di vendere la serie ad altre emittenti e il mancato rinnovo del contratto del cast, che conferma come tutto questo fosse stato già pianificato da tempo. Ciò conferma come lo streaming, e in generale l'intrattenimento televisivo, sia ormai un sistema saturo, dove solo ciò che buca lo schermo e su cui si investe merita di avere la propria storia completata. Un vero peccato, ma purtroppo noi spettatori possiamo fare davvero poco, e quindi non ci resta che ringraziare J.J. Abrams, LaToya Morgan, il cast e tutte le persone coinvolte per questo divertissment in salsa pulp.

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Articolo di Ada Bowman

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