GOTHAM - Recensione 1x03 "The Ballonman"

 
Il terzo episodio della serie, diretto da Dermott Downs e scritto da John Stephens, non delude, anzi, anche se si discosta dalle aspettative, quanto meno dalle mie. Mi aspettavo una puntata più emozionante dal punto di vista dell’azione e del ritmo narrativo, invece ho trovato una puntata introspettiva, con momenti di alto pathos e lirismo, che mi ha decisamente emozionata. 


La sapiente regia di Dermott Downs ci porta, con una struttura quasi circolare a “perdere” un personaggio, Selina Kyle, per ritrovarne un altro, Oswald Cobblepot. Infatti Selina Kyle (Camren Bicondova) all’inizio dell’episodio convince Jim della sua attendibilità come testimone riportandolo sul luogo del delitto, ma prima di rivelare qualcosa di utile, scappa con l’inganno. Fedele a se stessa, Selina cerca la fuga e la libertà, anche se speravo rimanesse insieme a Jim e lo aiutasse fino in fondo….evidentemente è ancora presto. 


Nel frattempo, Oswal Cobblepot (Robin Lord Taylor), che aveva promesso a Jim che non sarebbe mai tornato a Gotham, tradisce la promessa e torna nell’unica città che sente davvero sua, dove sa che potrà realizzare a pieno le sue folli ambizioni e dove sa che sta per succedere qualcosa di terribile. T
Tornato a Gotham trova lavoro in un ristorante di Sal Maroni (il sempre notevole David Zayas), mentre Fish Mooney (Jada Pinkett Smith) continua a pianificare la scalata all’impero di Falcone (John Doman.)



Devo dire che mi sono assolutamente innamorata di questo personaggio, a cui Robin Lord Taylor conferisce la lucida follia insieme a quell’aria quasi tenera e compiaciuta, che caratterizzano questo personaggio in questa fase della sua storia.

L'episodio gira intorno ai bizzarri omicidi di colui che dà il titolo all'episodio "The Balloonman", che attacca le sue vittime a dei palloni sonda, che si involano nel cielo, fino a scoppiare e restituire i corpi alla terra. Mi è saltata all’occhio la nota di colore verde molto brillante del cappotto della signora che viene travolta dal corpo della prima vittima, il verde è il colore della speranza, che viene schiacciata e spazzata via dalla corruzione e dall’egoismo umano.
La peculiarità delle gesta del Ballonman non sta solo nel modus operandi, ma soprattutto nella vittimologia: persone note e notoriamente corrotte. Il nostro Balloonman è un giustiziere, che, deluso dalle istituzioni, si sostituisce ad essere per riportare l’ordine.

Scopriamo anche (di già?) il segreto di Barbara (Erin Richards) e Montoya (Victoria Cartagena), che hanno avuto una relazione. Sono rimasta abbastanza delusa, dico la verità, mi aspettavo qualcosa di un po' più sostanzioso da questo segreto....
Montoya appare visibilmente ancora interessata a Barbara, questo spiega anche perché insiste tanto sulla presunta colpevolezza di Jim prima per l'omicidio di Pepper, incastrato da Fish Mooney e dalla polizia come assassino dei Wayne e poi per il presunto omicidio di Oswald Cobblepot. Non riesco bene a immaginare, ora, quale ruolo potrà giocare questa situazione nel prosieguo della serie, se non il cercare di minare il rapporto di Barbara e Jim (che invece sembrerebbe l’unica cosa buona e pura di tutta Gotham!), attualmente trovo superflue e anche un po' fastidiose queste parentesi in cui Montoya irrompe a casa di Barbara. Ma stiamo a vedere.


Il momento di più alto lirismo si raggiunge, secondo me, quando Balloonman chiede a Jim “Who are you, finally?”. Gli chiede di prendere una posizione, di stare dalla parte giusta, di difendere i deboli dai corrotti, senza sapere che è proprio quello che sta cercando di fare. La sua integrità è messa in dubbio da più parti e quella domanda risuona in testa, rimane come sospesa. Come in attesa di un giudizio sulla scelta di Jim (sarà la scelta giusta? ce la farà?).

Ballonman racconta a Jim che si è sentito deluso e inutile per tutta la vita, in una città corrotta come Gotham, dove la mafia e il malaffare la fanno da padrone e accusa Jim, come simbolo di una polizia che non protegge. La scena è concitata, i toni sono disperati, il discorso è forse un po’ retorico, ma efficace. Colpisce e rende molto bene l’idea di una città allo sbando, di una cittadinanza indifesa, di una popolazione esasperata, che preferisce che un bizzarro assassino si occupi di mantenerla in sicurezza, piuttosto che le istituzioni.

In questo episodio, molto introspettivo, vediamo James Gordon sprofondare nella consapevolezza che Gotham è una città malata
The city is sick

più malata di quanto pensasse. Ne sente il peso, e si vede lo scoramento e la difficoltà. Pur nella fede più assoluta di voler perseverare nella sua strada per ripulire la città, a iniziare dal dipartimento di polizia. E Barbara lo legge dai suoi occhi, che è un giusto, un innocente, senza bisogno di chiedergli nulla. 
Ben McKenzie ci regala un’interpretazione di alto livello, il dramma interiore è palpabile, visibile, quasi insostenibile. Mostra senza retorica e senza caricature la stanchezza e il disagio di vivere nella menzogna, di essere testimone silente (e quindi in qualche modo complice) di tante ingiustizie. 

Da ultimo una menzione a Bruce (David Mazouz), che ancora non ci ha regalato grandi emozioni. In questo episodio inizia una sorta di addestramento con Alfred (Sean Pertwee) ed è riuscito ad avere il fascicolo della polizia relativo all’omicidio dei suoi genitori. La luce nei suoi occhi si accende quando sente una giornalista alla tv chiedere “chi proteggerà la città ORA?” (che Ballonman è stato arrestato). In quel momento si sveglia dal torpore in cui pareva essere avvolto. Chissà che nei prossimi episodi finalmente ci sia un’evoluzione anche per questo personaggio e inizi ad ingranare un po’.



Conclusioni:
Questo episodio, come si intuisce, mi è piacoiuto molto, perché ha rallentato poer raccontarci qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto sullo sfondo e sarebbe mancatpo un tassello importante.
La vera protagonista di questo episodio è proprio Gotham. La città emerge in tutte le sue sfaccettature, in tutti i suoi colori, ma soprattutto in tutto il suo squallore, tra piccola delinquenza e criminalità organizzata. Gotham però ha anche un’anima nobile, che preme per emergere dentro un cuore che pulsa nelle persone comuni che ancora sperano che un Ballonman possa arrivare a salvarle, nel cuore di Jim, che stolido, non molla, nel cuore di Barbara, che fedele, crede in lui e quindi nel successo del bene sul male, nel cuore di Alfred, che mantiene viva la speranza e in Bruce, che, illuminato, vede la via.



Un saluto agli amici di Gotham ITA!


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Articolo di Unknown

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