HOMELAND- Recensione dell'episodio 4x07 "Redux"

Puntata emotivamente distruttiva quanto stupenda.
Questa quarta stagione non ha nulla da invidiare alle altre se non gli ascolti più bassi che veramente non comprendo. Il pubblico americano dovrebbe capire quanto potenziale ha questa serie a prescindere dal fatto che Brody non ci sia più.

Homeland è sempre stato Carrie Mathison ma sopratutto un documentario. Anche in questo episodio, forse più che in molti altri, si è visto il coraggio di una serie tv che va oltre il solo spettacolo. 
Il dialogo tra Saul e Haqquani è uno dei più belli della storia di Homeland. Senza peli sulla lingua, il tema tabù 11 Settembre 2001 è stato affrontato prendendo le due parti e mettendole a confronto. Quella data fu l'inizio della fine, l'inizio di scelte sbagliate da entrambe le parti e giochi di potere mascherati con il patriottismo di voler difendere il proprio paese. Saul e Haqquani si sono confrontati con rispetto, senza superare i limiti di violenza. Il messaggio che sta mandando Homeland con questa quarta stagione è paragonabile a qualsiasi propaganda socio-politica. 
Stanno portando noi spettatori al confine tra il Pakistan e l'Afghanistan, in una zona complessa e delicata che ha subito una violenza non indifferente. E' in questi luoghi che si prendono le decisioni più importanti. 

Carrie voleva lanciare il drone su Haqquani dimenticandosi di Saul ma, tornata lucida vuol far tutto per salvarlo. Purtroppo, alcuni elementi dell'ISI non sono collaborativi e hanno ingaggiato Dennis per distruggere mentalmente Carrie. 
Ogni parola per la recitazione di Claire Danes oramai è sprecata, basta guardarla due secondi in questo episodio per capire la rarità di un'interprete così talentuosa. 
Ha incarnato Carrie sempre di più in tutte le sue sfaccettature e non è venuta meno al suo compito in questo episodio. 

Non era una puntata facile. Le allucinazione che doveva recitare potevano essere o un disastro o un meraviglioso lavoro. Ovviamente è riuscita nell'intento e ha creato un luogo parallelo in cui gli spettatori sentono tutto il suo dolore. 
Brody. Nel momento di peggior allucinazione lei vede Brody. Vede ogni sua colpa, ogni suo ricordo, ogni suo sentimento. Vede il suo unico amore, lo immagina ancora vivo e alla fine ci crede...si lascia andare in un pianto distruttivo dove desiderio e colpa non servono a niente se non peggiorare l'idea e la realtà che lui non ci sia più. 
Ho sempre cercato di mantenere le mie recap/recensioni sul livello oggettivo ma come si fa a non crollare ripensando ad una scena del genere?

Tre stagione in cui mi sono innamorata di quell'amore puro e raro che hanno provato Brody e Carrie l'uno verso l'altra, perdendosi in spazi e tempi alternativi dove politica, vita privata, vita sociale e lavorativa non potevano diminuire quel sentimento immenso. 

Io amo Quinn ma sono convinta, forse ancor di più grazie a questa puntata, che Carrie non amerà mai nessuno come ha amato Brody. Forse potrà ritrovare serenità e forse innamorarsi...ma non potrà mai amare intensamente qualcuno come ha fatto con Brody. 




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Articolo di Dana Ghanoum

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