PERSON OF INTEREST - Recensione 4X12 "Ctrl-Alt-Del"



Demons run when a good man goes to war
Night will fall and drown the sun
When a good man goes to war

Friendship dies and true love lies
Night will fall and the dark will rise
When a good man goes to war

Demons run, but count the cost
The battle's won, but the child is lost

by Steven Moffat.



Chi segue “Doctor Who” conosce bene questo poema tratto dall’episodio “A Good Man Goes To War” settimo episodio della sesta stagione del telefilm attualmente scritto da Steven Moffat.
Siamo sicure che vi chiederete perché apriamo la recensione dell’episodio “Ctrl-Alt_Del” di Person of Interest con questa citazione. Ci arriveremo per gradi.




Avevamo lasciato i nostri alle prese con una sparatoria dove Sameen Shaw (Sarah Shahi) si sacrificava per permettere ai nostri di fuggire agli adepti di Samaritan nei sotterranei di Wall Street.
L’apparente morte di Shaw ha sconvolto un po’ tutti, in particolare Root (Amy Acker) legata all’ex agente da una relazione speciale e Reese (Jim Caviezel), ancora provato per la perdita dall’amata Joss Carter (Taraji P. Henson) nella scorsa stagione, tuttavia nel corso dell’episodio ci accorgeremo che anche Harold (Michael Emerson) e il cane Bear siano rimasti profondamente scossi dalla sparizione di Sameen, ma andiamo per ordine.



Questa puntata, infatti, si apre in maniera simile all’entrata in scena di Shaw, raccontandoci il punto di vista di chi opera per Samaritan, in particolare vediamo le giornate di Control (la carismatica Camryn Manheim -  Delia Banks di Ghost Whisperer e Ellenor Rutt di The Practice), ex gestrice del progetto “Luci del Nord”, ovvero la Macchina di Finch e ora, in apparenza, al comando di quella di Greer (John Nolan). Sottolineiamo in apparenza.
A collaborare con lei vediamo Mike Richelli (Michael Gaston, ennesimo acquisto da Fringe, dove era l’odioso Harris), punto di contatto con il governo e l’arrogante Travers (Michael Potts - White Collar e Law&Order - SVU), inviato della Decima Technology, che dimostrerà a Control che quest’ultima non ha affatto il controllo dell’operazione Samaritan. Control è una donna molto forte e inizialmente non accoglie l’idea di buon grado, cercando di ottenere lei stessa, con i metodi che conosce, le risposte che Samaritan non vuole darle. Inutilmente.



Arriverà persino a contattare di persona i suoi agenti, tra cui Shiffman (Suzy Jane Hunt - Believe e The Good Wife) e Devon Grice (Nick E. Tarabay - Arrow e Believe), quest’ultimo grande amico di Shaw, che aveva risparmiato negli scorsi episodi, causando involontariamente il salto della copertura della donna.
Control lo sgrida per aver risparmiato Sameen, ma gli da ancora fiducia e insieme danno la caccia ad un apparente terrorista e al suo misterioso portatile dove vi sono dei dati così pericolosi da far incendiare lo stesso computer e da spingere Travers a negare l’accesso a Control.



Proprio durante l’inseguimento del presunto terrorista Control viene fermata da un razzo di Root e Reese, ormai sul piede di guerra, decisi a tutto pur di riportare a casa Shaw, convinti, infatti, che quest’ultima non sia ancora morta. E, in effetti, neanche la Macchina di Finch ha dato loro la certezza di questo. Abbiamo il ribaltamento di una situazione vista in passato, come ci ricorda la giovane hacker con il suo “Ah, memories”: ossia Control torturata per avere informazioni sia da Reese sia da Root. Durante l’interrrogatorio Control fa presente che la tattica “poliziotto buono, poliziotto cattivo” tipica in casi come questi, non funzionerà. Qui la risposta raggelante di Reese: “Non ci sono poliziotti buoni qui.” e ha cominciato a risuonare nelle nostre menti il poema che abbiamo citatto a inizio articolo. Non è ancora finita.
Montaggio creato da Simona

 
Sarà Harold a capire la realtà delle cose, a comprendere il fatto che Control è stata tenuta completamente all’oscuro di ciò che è successo a Wall Street. E’ un Finch gelido, quello che cerca di mettere Control di fronte alla verità, distante anni luce dall’uomo affabile e capace di grandi gesti d’amore che abbiamo visto nel corso della serie.
E’ un uomo buono che è entrato in assetto di guerra.
E la cosa fa paura. Fa veramente paura. Perché quando i buoni tirano fuori il loro lato oscuro lo sanno fare meglio di molte persone nate malvagie.
Da qualche sprazzo qua e là intuiamo che il vecchio Finch non è morto: è lui, in fondo, che ferma Root dal continuare a torturare Control, è lui che cerca di aprirle gli occhi. Ed è lui che alla fine dice ad uno sconsolato Bear: “Lo so, manca anche a me.”

E non scordiamo che è sempre lui a dare speranza a Root e Reese, decripitando un codice e la possibile destinazione di Shaw, che pare sia finita nel Nord del paese.
Pare perché, come nel poema di Moffat, ci viene da dire: “The child is lost.” 
Così i due si mettono insieme in viaggio e la povera Root fatica a trattenere le lacrime in auto mentre guida.
L’episodio si conclude con Control, che dopo aver ucciso il presunto terrorista, non ascoltando le sue invocazioni di pietà, inizia ad avere dei dubbi sempre più forti  sull’operato di Samaritan perché, nel controllare i sotterranei di Wall Street scopre che in effetti sono stati riverninciati da poco.


Da sottolineare la presenza nella puntata dell’inquietante bambino Gabriel( il bravissimo Oakes Fegley, già visto nella serie di Scorsese, Boardwalk Empire) , sempre più personificazione fisica di Samaritan e, per questo, sempre più diabolica. Della serie il bimbo de Il Presagio gli fa un baffo.
Si chiude una trilogia e si aprono nuovi scenari sempre più cupi e affascinanti: cosa farà Control?
Cosa farà Grice? Entrambi sono sempre più preda di dubbi, entrambi si sentono prigionieri di un ruolo che non sentono più loro. Per anni hanno ucciso nel nome del bene supremo, ma se ora non ci fosse più quel bene supremo? 



Se Samaritan non stesse operando per il bene degli uomini ma per dominarli? Nessun dubbio che il presunto terrorista fosse in realtà una persona intelligente, contattata dagli accoliti di Green e poi diventata un pericolo per quest’ultimo perché conosceva alcuni codici di un nuovo piano di Samaritan. E qual è il piano di quest’ultima? E quanto potrà durare la ricerca di Shaw? Sarah Shahi ha detto di recente, come vi raccontavamo nella sua intervista a EW, che non potrà tornare nella serie non prima di due anni, sempre Person of Interest duri così tanto, quindi cosa accadrà a Root e Reese? Si dovranno rassegnare? Le domande sono tante e già un’altra serie che amavamo ad una risposta portava altre milioni di domande. Abbiamo fiducia in Nolan, ma la metafora dell’auto è sempre lì: si può sbandare da un momento all’altro.
Vi lasciamo con la sinossi e il promo del prossimo episodio intitolato “M.I.A.” :
La disperata ricerca di Shaw porta Reese e Root in una piccola cittadina dello stato del New York, dove diventa subito evidente che non è tutto idilliaco come appare. 
Nel frattempo Fusco crea un team di ex “irrilevanti” per poter affrontare il nuovo numero.






Recensione redatta da Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli.

Non perdere neanche una notizia! Seguici su Facebook e Twitter.
Condividi su Google Plus

Articolo di Silvia Azzaroli

0 commenti: