Abbiamo deciso di prenderci una pausa di due giorni prima di scrivere la recensione per questo episodio di Person of Interest, “M.I.A.”, assai complesso e strutturato.
Nel frattempo abbiamo avuto la malaugurata idea di leggere i commenti in giro e spiace constatare che il fandom di questa serie intelligente e innovativa sia infestato di persone che hanno l’età mentale di bambini di due anni che invece di capire cosa stia cercando di dirci Nolan si suddividono in sottofanclub “Team quello” o “Team quell’altro” e ciò dimostra come non abbiano capito nulla di una serie come questa.
Person of Interest non è The Vampire Diares dove la massima aspirazione del fandom è quella di scoprire a chi la darà Elena Gilbert.
E sarebbe ora di finirla di sragionare pensando che una serie drammatica ed impegnativa si limiti a dare spazio alla coppietta di turno, ignorando il resto dei personaggi.
Quindi vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Punto Uno: Person of Interest è la storia di Harold Finch che ha costruito una Macchina per prevenire dei crimini, che qualcuno ha cercato di manipolare per i propri fini. Attorno A LUI, che piaccia o no, resta il personaggio principale, si muovono tutti gli altri, ivi compresa Root, che per inciso venera la Macchina come Dio.
Punto Secondo: siamo arrivati ad un momento della serie, in cui, piaccia o no, si è in guerra e spesso, anche le persone buone fanno scelte discutibili per il bene di tutti. Sottolineo persone buone e Finch, anche se ai fanminchia non piace, fa parte della categoria. Ricordate la poesia di Moffat che abbiamo citato nella recensione dello scorso episodio? Non è stato un caso e continua a riecheggiare nelle nostre menti, tra le maglie degli eventi mostrati.
Punto Terzo: senza Finch, Root sarebbe in giro ad ammazzare gente, senza avere uno scopo nella vita. E senza la sua intercessione probabilmente Reese e Fusco ma anche Shaw (sì soprattutto lei!) avrebbero fatto a pezzi Root!
Raffronto fatto da Person of Interest Italia Fans |
Punto Quarto: leggere frasi come “A Finch non va bene mai niente di quello che fa Root anche se lei ha sempre ragione” ci ha fatto venire voglia di sparare al pc. Domanda: di preciso quando avrebbe avuto SEMPRE ragione? Quando uccideva persone innocenti come l’ex socia di Harold e Nathan? Quando ha tentato di uccidere Harold perché aveva insegnato alla Macchina come liberarsi, che peraltro era ESATTAMENTE ciò che voleva Root? Quando torturava Shaw? Ah già certa gente dimentica questa inezia, vero? Comodo avere la memoria a compartimenti stagni. Root è diventata santa Maria Goretti e gli altri, che secondo certe menti bacate ostacolerebbero l’amore tra lei e Shaw, sono dei mostri. Quindi se Root tortura qualcuno è una santa mentre se Harold concede una possibilità a tutti, come ha fatto con lei, è un mostro. Coerenza.
Fatte queste doverose premesse proviamo a recensire la puntata..
Ci ritroviamo esattamente dove ci aveva lasciato l’episodio precedente: Reese e Root sono alla ricerca di Shaw, sicuri al 100% che lei sia sopravvissuta nella sparatoria avventa a Wall Street. Finch cerca di aiutarli come può rivelando loro ogni minima traccia che la Macchina lascia trapelare e riesce a vedere, nonostante sia braccata da Samaritan.
Ci ritroviamo esattamente dove ci aveva lasciato l’episodio precedente: Reese e Root sono alla ricerca di Shaw, sicuri al 100% che lei sia sopravvissuta nella sparatoria avventa a Wall Street. Finch cerca di aiutarli come può rivelando loro ogni minima traccia che la Macchina lascia trapelare e riesce a vedere, nonostante sia braccata da Samaritan.
Giungono in un ridente paesino chiamato Maple, dove tutto sembra andare bene, dove la gente è felice. In apparenza.
Parallelamente seguiamo le vicende di Fusco e Dani, ex irrilevante, salvata ad inizio quarta stagione da Reese. Lei è un’agente di polizia che si è messa alle calcagna di un killer che viene assunto per liberarsi dei testimoni scomodi. Ciò che la rende così motivata nel perseguirlo è che una delle vittime era sotto a sua diretta protezione. Il suo modo di agire, la sua sete di giustizia, la tenacia con cui lei si occupa di quest’uomo non può non ricordarci da vicino la compianta detective Joss Carter. Tanto che persino Fusco arriverà ad ammetterlo apertamente con lei.
Parallelamente seguiamo le vicende di Fusco e Dani, ex irrilevante, salvata ad inizio quarta stagione da Reese. Lei è un’agente di polizia che si è messa alle calcagna di un killer che viene assunto per liberarsi dei testimoni scomodi. Ciò che la rende così motivata nel perseguirlo è che una delle vittime era sotto a sua diretta protezione. Il suo modo di agire, la sua sete di giustizia, la tenacia con cui lei si occupa di quest’uomo non può non ricordarci da vicino la compianta detective Joss Carter. Tanto che persino Fusco arriverà ad ammetterlo apertamente con lei.
Ritorniamo a Finch e soci.
Le indagini per ritrovare Shaw portano alla luce una realtà scomoda e dagli aspetti inquietanti e sinistri.
Maple, infatti, cittadina non lontano da New York, è stata acquistata interamente da un’industria fittizia con finalità ignote ma con un dirigente, un dittatore, ben conosciuto: Samaritan.
Quest’intelligenza artificiale ha usato la cittadina come suo personale formicaio per fare esperimenti e cercare di comprendere a livello sociale, chimico, e fisiologico l’essere umano.
Ha creato un posto perfetto da tutti i punti di vista: un sistema chiuso in cui ha introdotto gradualmente l’elemento caotico per studiarne gli effetti e le varie conseguenze.
Le indagini per ritrovare Shaw portano alla luce una realtà scomoda e dagli aspetti inquietanti e sinistri.
Maple, infatti, cittadina non lontano da New York, è stata acquistata interamente da un’industria fittizia con finalità ignote ma con un dirigente, un dittatore, ben conosciuto: Samaritan.
Quest’intelligenza artificiale ha usato la cittadina come suo personale formicaio per fare esperimenti e cercare di comprendere a livello sociale, chimico, e fisiologico l’essere umano.
Ha creato un posto perfetto da tutti i punti di vista: un sistema chiuso in cui ha introdotto gradualmente l’elemento caotico per studiarne gli effetti e le varie conseguenze.
I nostri sono arrivati a Maple seguendo il camion e le notizie su una donna bruna prigioniera, convinti che quest’ultima non sia altro che la nostra Shaw.
Vogliamo essere oneste e dire che pensavamo si sbagliassero: Sarah Shahi aveva detto di aver lasciato la serie, come vi avevamo raccontato tempo fa, perché era rimasta incinta di due gemelli e non poteva fare più scene d’azione.
Il proseguo dell’episodio, del resto, non ci dava speranze in tal senso nonostante Root e Reese trovino sempre più indizi con la collaborazione “forzata” della donna che ha aiutato Samaritan a creare il suo posto perfetto.
Indizi che non portano a niente di buono per ritrovare Shaw, ma aiutano a smantellare l’organizzazione di Maple, organizzazione che, è palese, è un esperimento per qualcosa su più larga scala. Sul mondo.
I nostri sono in guerra, Samaritan sta cercando di creare le basi per il controllo totale sull’umanità e lo sta facendo con astuzia e intelligenza.
Questo non si deve ignorare.
La Macchina lo sa bene.
Harold lo sa bene.
Reese lo sa bene.
E in qualche modo lo sa anche Root anche se ha la mente annebbiata dal dolore, come è normale che sia.
Lei sente che la sua amata è viva e, onestamente, quando è venuto fuori che la ragazza mora non era Sameen, beh ci siamo ritrovare in lacrime con Harold, con la consapevolezza che non l’avremmo più rivista.
Anche nel finale la Macchina lancia chiaro un messaggio a Root: Fermati, Stop.
Dunque Shaw è morta?
Ed è stata una magnifica sorpresa. Non ce l’aspettavamo. Non vogliamo essere ipocrite.
C’erano degli indizi nell’intervista sopra citata che facevano venire qualche dubbio in merito, ma niente di che.
La nostra gioia è mitigata da due fattori:
Shaw è prigioniera di Greer, il quale userà ogni mezzo per farla crollare e portarla dalla sua parte. E per quanto vogliamo bene a Shaw siamo abbastanza lucide da pensare che Greer sarebbe in grado di far crollare chiunque: ci riuscì con Harold, ci riuscì con Kara ed è riuscito ad ingannare Control, che è molto più intelligente della nostra Sameen. La possibilità che lei crolli c’è. Inutile negarlo. Ma c’è anche la possibilità che una Shaw, ormai asservita alla causa di Samaritan, si fermi di fronte ai nostri, in particolare di fronte a Root.
Il secondo fattore è la spaccatura nel team Macchina: in questo difficile momento noi non ci schieriamo. Capiamo sia le ragioni di Root, che non vuole mollare la presa ed è decisa a scovare Sameen, convinta, per fortuna a ragione, che sia ancora viva. Ma capiamo anche le ragioni di Harold: lui ha perso tante persone a cui voleva bene. Ha perso Nathan e ha dovuto rinunciare a Grace. E ha perso una cara amica come Joss Carter. Se vuole fare quadrato è perché non vuole perdere nessun altro. E’ prima di tutto una forma di amore e nel contempo di paura. Chi ignora questo, non comprende la serie.
Ci auguriamo che il team ritrovi la sua armonia: del resto tutti hanno avuto il loro momento di sbandamento, sia Reese che Harold (a proposito ricordiamo bene gli insulti e maledizioni quando lui aveva le sue ragioni per andarsene. Sempre per la storia della coerenza)e a suo tempo anche Carter. Era normale che toccasse anche a Root prima o poi.
Speriamo che i nostri tornino presto insieme e così uniti ritrovino Shaw prima che sia troppo tardi.
Vi lasciamo con le foto promo della 4x14 (per cui ringraziamo Person of Interest Italia Fans ) e il trailer dello stesso episodio, intitolato "Guility" che vedrà il ritorno della mitica Zoe Morgan e l'arrivo della grande Blair Brown, l'altrettanto mitica Nina Sharp di Fringe:
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