AGENTS OF SHIELD - Intervista alla costumista Ann Foley

Una serie di qualità si riconosce non solo dalle storie che racconta (e da come le racconta) ma, anche, dalla composizione del crew, il cast tecnico, che compone una grande famiglia con gli attori che compaiono di fronte alla macchina da presa.

Ann Foley è la costumista di Agents of Shield ed in una ampia intervista rilasciata a The Dailydot.com ci parla del suo lavoro nella serie Marvel.




Lavorare in una serie come AoS non è semplice poiché molti dei personaggi sono spesso in situazioni di combattimento dovendo, quindi, avere un look adeguato alla situazione. La sfida di una costumista è quella di rendere ogni personaggio unico, pur se l'abbigliamento deve necessariamente essere uniformato al tipo di scena.


La Foley si è dimostrata in questi tre anni molto brava ad affrontare anche i più piccoli cambiamenti dei personaggi riversandoli nel loro aspetto ed abbigliamento, con molta attenzione ai dettagli.

Nell'intervista si parla per prima cosa della trasformazione di Skye/Daisy/Quake. La base di partenza sono sempre i fumetti e quindi è stato inserito il logo di Quake nei guanti e nella parte posteriore della tuta. L'idea era comunque quella di creare una tuta che si armonizzasse con la scena, cioè che non risultasse troppo artificiale.








In AoS, comunque, i supereroi sono ancora pochi e molti dei personaggi sono persone comuni e la Foley sottolinea come sia importante l'abbigliamento per Coulson (la sua armatura) che, per definizione nel MCU, doveva avere un aspetto dimesso, che non si facesse notare, mantenendo lo stile del classico company man (giacca e cravatta e toni tra il grigio, blu e nero). Alla partenza della serie lo stile è rimasto lo stesso ma con una scelta leggermente diversa per le cravatte con un taglio più morbido ma, con la caduta dello Shield, il suo abbigliamento ha virato con maggiore convinzione verso il nero. In questa terza stagione il cambiamento più netto ed evidente: Coulson abbandona il vestito classico per jeans e giubbotto e senza cravatta, anche a rappresentare la perdita della mano sinistra (letteralmente) e destra (metaforicamente con la partenza di May) non potendo, quindi, annodarsela da solo.

Un'altra cravatta sparita è quella di Fitz nella seconda stagione poiché anche lui avrebbe avuto problemi ad annodarla per il danno neurologico subito. E Simmons, pur mantenendo delle texture floreali o fantasia, vira verso colori più scuri. E altri cambiamenti per i due seguiranno gli eventi di questi primi tre episodi.

La cosa comunque importante, sottolinea la Foley, è interpretare sempre il guardaroba dal punto di vista del personaggio e dalla sua esperienza.


Anche al recente NYCC la Foley a ripetuto questi concetti che evidenziano come sia importante anche il più piccolo dettaglio per definire un personaggio.







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Articolo di Barbara Maio

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